“Quello che l’assicurazione dei depositi rappresenta per le banche,
l’intervento della Bce lo rappresenta per i debiti pubblici: forme di
condivisione dei rischi che stanno diventano indigeste. Infatti, quello che è
augurabile dal punto di vista della politica economica, non va d’accordo con
ciò che è fattibile dal punto di vista politico. L’austerità facilita la
mutualizzazione quando questa è meno utile, mentre la flessibilità fa scattare
la logica di ognuno per sé quando quella è più pericolosa. Il problema è che
essendo la Commissione europea troppo debole per regolare i conflitti tra Paesi
con esigenze diverse, i disaccordi restano sospesi e si accumulano. Danno luogo
anche a scontri sempre più espliciti tra governi, come si è visto di recente
tra Roma e Berlino. Ma quando manca un’istanza politica comune che prenda
decisioni credibili e condivise sulla politica economica dell’euro-area nel suo
complesso, la parola ultima rischia di tornare ai mercati finanziari.”(Carlo
Bastasin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/cpHyMD.)
Le forme assicurative per il
debito pubblico, per il debito privato sono una forma nuova di assistenzialismo
finanziario. Il welfare state realizzato per l’ottimizzazione della condizione
dei lavorotiri, dei pensionati, dei giovani impegnati nei processi formativi
sembra essere stato trasformato in un welfare finance dove gli strumenti della
politica economica, comprensivi anche di tasse pagate dai contribuenti, osno
impegnati per salvare le banche e i mercati finanziari.
Il welfare finance: ovvero le risorse dei contribuenti per salvare le
banche e i mercati finanziari. La presenza di strumenti volti al
salvataggio delle imprese bancarie, dei debiti degli Stati all’interno dell’Unione
Europea deve essere sottoposto ad una forma di negoziazione. I contribuenti
devono poter contrattare le forme di intervento con le banche, per quanto riguarda
il bail in, e con gli stati per quanto riguarda il finanziamento del debito
pubblico. La mancanza di un dibattito politico rende la finanza pubblica
europea sottoposta d un processo di gerarchizzazione liberticida e
antidemocratico. I cittadini possono anche scegliere di intervenire per il
salvataggio degli stati all’interno dell’Unione Europea o delle banche, purché
vi siano delle contropartite sui temi di carattere sociale ed
economico-imprenditoriale.
Il contratto sociale per il salvataggio degli Stati. La solidarietà
finanziaria tra gli stati dell’Unione Europea è messa in forte crisi. Nessuno Stato
vuole pagare per il mis-management degli altri Stati. Il contribuente europeo
potrebbe ritenere “giusto” fare fallire uno Stato in crisi finanziaria e
impegnare le tasse versate per avere maggiori servizi sotto casa in base al
principio della sussidiarietà sancita dalla stessa Unione Europea. Tuttavia la
modificazione della solidarietà tra gli Stati dell’Unione Europea deve avvenire
attraverso un processo politico. I contribuenti devono avere “qualcosa in
cambio” dall’impegno delle risorse versate con le tasse a titolo di salvataggio
della finanza pubblica degli altri stati comunitari. L’impegno dovrebbe essere
sia illuminato da una condizione di reciprocità ma anche da precisi impegni in
tema di welfare state. Salvare un membro dell’Unione Europea può essere
fondamentale per la stabilità europea. Tuttavia i paesi riceventi devono
impegnarsi a migliorare il welfare state nell’interesse della popolazione
residente attraverso l’investimento nelle scuole, nei sistemi di istruzione e ricerca,
negli ospedali, nel sistema dei traporti con un qualche intervento strategico
anche nell’economia produttiva. L’unione Europea può quindi stabilire delle “social
conditionalities” volte al miglioramento della condizione della popolazione. Il
capitalismo è fondato sul patto tra Stato, imprese, pubblica amministrazione e
classe dirigente con investimenti per la popolazione volti a creare le basi per
la sostenibilità di un sistema produttivo evoluto in grado di operare per l’alta
tecnologica anche attraverso sistemi di “ingegneria sociale”. La definizione di
un contratto sociale per l’impiego delle risorse finanziarie comunitarie deve
avvenire attraverso un dibattito parlamentare in modo da coinvolgere la
sovranità popolare espressa con le votazioni. Il contratto sociale di solidarietà
tra i membri dell’Unione Europea volto all’incremento della condizione dei
cittadini può essere un elemento volto alla crescita del prodotto interno lordo
pro capite come garanzia per la sostenibilità finanziaria comunitaria.
Il contratto sociale per il salvataggio delle banche attraverso il bail
in. Il salvataggio delle banche attraverso il bail in può coinvolgere sia i
correntisti ma anche i contribuenti. Il salvataggio delle banche può essere
vincolato all’utilizzo delle risorse delle banche che hanno ottenuto le risorse
per il ripristino dell’operatività. Il finanziamento delle banche in difficoltà
può essere realizzato attraverso una condizione di “social conditionality”
ovvero: le risorse ottenuto devono essere impiegate per finanziare imprese, per
finanziare i mutui delle famiglie, per la creazione di trust volti al sostegno
della ricerca scientifica e dell’innovazione sociale. Le banche fallite devono
riprendere ad operare nell’economia reale con contribuzioni all’economia reale,
e operare secondo un principio di territorialità anche se sono banche
de-territorializzate. La contropartita sociale è fondamentale per potere
procedere con i sostegni e gli aiuti finanziari. Il contribuente deve essere
certo che il salvataggio della banca porta ad un cambiamento del management
bancario rivolto sempre di più a servire le comunità di riferimento. La banca “salvata”
dall’impiego delle risorse dei risparmiatori e dei contribuenti deve diventare “sociale”
anche se costituita in forma di SPA quotata nei mercati finanziari rilevanti.
I mercati finanziari come enti pubblici a partecipazione comunitaria.
I mercati finanziari sono delle istituzioni dell’economia fondamentali per l’esercizio
delle attività delle corporations e per lo svolgimento delle attività
finanziarie. I mercati finanziari sono anche delle organizzazioni con una
governance dei soci di riferimento. Gli Stati sono fuori dalla governance dei
mercati finanziari. Gli Stati tengono l’esercizio della regolamentazione dei
mercati finanziari attraverso gli organi di controllo. Tuttavia la regolamentazione
e il controllo è una arma poco efficiente per il contrasto rispetto alle
attività finanziarie in grado di mettere in crisi il sistema economico globale.
Gli Stati dovrebbero entrare nella governace dei mercati finanziari con una
quota per poter controllare dall’interno i meccanismi volti alla produzione
delle innovazioni finanziarie. I mercati finanziari dovrebbero essere inoltre
contattati per la realizzazione delle politiche economiche fondamentali come
quelle relative al finanziamento dei debiti pubblici, delle banche e per
operazioni a rilevanza pubblica. L’Unione Europea come Stato sovrano dovrebbe
sia esercitare il controllo sulle attività finanziarie ex post con gli enti
predisposti nell’interesse dei cittadini e dei risparmiatori, ma dovrebbe anche
partecipare alle decisioni all’interno dei mercati finanziari attraverso l’indicazione
di membri della governance.
Il contratto sociale europeo realizzato attraverso l’approvazione
parlamentare. L’unione Europea come stato sovrano deve far passare le
decisioni rilevanti attraverso una forma di legittimazione popolare diretta
oppure indiretta. Il coinvolgimento del parlamento europeo è fondamentale. La
contropartita sociale deve essere imposta come regola per la solidarietà
comunitaria. L’unione Europea può anche decidere di intervenire in modo
autonomo per salvaguardare interessi rilevanti con una decisione assunta dal
parlamento europeo. Se l’Unione Europea verifica la mancanza di livelli di
qualità della vita della popolazione in alcune aree può intervenire con
costituzione di scuole, ospedali e strutture per la crescita economica con una
attività esecutiva operativa volta anche ad innovare la classe dirigente. Gli
enti di diretta promanazione dell’Unione Europea sono sottoposti a forme
speciali di tassazione di favore, a diritto internazionale ed
extraterritorialità.
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