domenica 24 gennaio 2016

Una PA al servizio dei cittadini

“Il rilancio della Pa deve passare per la meritocrazia, a partire dalla selezione dei vertici. Entro l’estate il governo emanerà la delicatissima parte riguardante la riforma della dirigenza.” (Luigi Oliveri)

La PA efficiente è determinante per l’efficientamento dello Stato. L’efficienza della PA ha un impatto immediato sulle imprese, sulla politica, sui servizi offerti dai cittadini. Tuttavia permane il problema della meritocrazia, della gestione del personale, dell’introduzione di innovazioni tecnologiche e di processo, dell’incremento delle operazioni svolte dal cittadino avente la PA come ente certificante, della riduzione della superiorità “gerarchica” dell’amministrazione rispetto ai cittadini. Rimane inoltre il problema complesso di una pubblica amministrazione in conflitto con il potere politico: una questione difficile da risolvere nell’interesse dei cittadini. L’indipendenza funzionale della Pubblica Amministrazione dovrebbe essere salvaguardata. Il controllo della PA, soprattutto dei dirigenti, da parte del potere politico dovrebbe essere in parte limitato per evitare fenomeni di cattura della pubblica amministrazione da parte della politica. Tuttavia i politici investiti di incarichi istituzionali devono poter strumentare la PA per il raggiungimento di obbiettivi necessari alla tutela del bene pubblica. Il rapporto tra politici investiti di cariche istituzionali e pubblica amministrazione è controverso e richiede il raggiungimento di equilibri dovuti sia alla legge e ai regolamenti, sia alle best practices e alla cultura amministrativa presente nelle istituzioni.
La PA opera nella realizzazione degli obbiettivi dello Stato
La Pubblica Amministrazione ha la capacità di mettere in atto gli obbiettivi dello Stato sia di lungo periodo, stabiliti dalla Costituzione, sia di breve e medio periodo, disposti, attraverso le leggi e i regolamenti. L’efficienza della PA è l’efficienza dello Stato. Le imprese, i cittadini, le organizzazioni anche sociali hanno necessità di avere come partner la pubblica amministrazione per realizzare le attività. La PA incide sulla possibilità concreta di ottenere dei diritti come per esempio il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto alla mobilità, l’ordine, la sicurezza. La PA opera anche come ente in grado di difendere e promozionare la vita comunitaria e difendere il ruolo degli individui all’interno della comunità nelle relazioni anche complesse tra i vari soggetti sociali.
Culture amministrative della PA: imperio vs servizio.
La cultura amministrativa può influenzare in modo determinante l’operatività della PA e orientarla al servizio nei confronti dei cittadini. Tuttavia esistono diverse culture amministrative alcune volte a difendere una sorta di superiorità della PA rispetto alla popolazione, altre invece orientate ad una visione di “servizio”.
La visione della PA come ente superiore alla popolazione in quanto esercente poteri pubblici può portare la popolazione ad avvertire la PA come un ente estraneo, privo della capacità di interazione con i sistemi politico-sociali. La popolazione può reagire ad una PA arroccata in un potere pubblico attraverso attività politiche ed anche civili e sociali. La crescita di movimenti liberali, libertari e minarchisti, presenti anche nelle formazioni politiche di sinistra, è in parte dovuta alla cultura della PA come struttura sovraordinata ai cittadini. I liberali, i libertari e i minarchisti, insieme con i movimenti civici, possono portare ad una riduzione dell’area di influenza della PA e produrre un sistema più orientato all’economia di mercato od anche all’economica civile entrambe a fondamento privato. La distinzione fondamentale tra l’economia di mercato e l’economia civile consiste negli elementi fondamentali della massimizzazione degli operatori economici: nell’economia di mercato gli operatori massimizzano il profitto; nell’economia civile gli operatori massimizzano le relazioni umane e intracomunitarie.
La cultura della PA come servizio nei confronti dei cittadini può incrementare l’accettabilità sociale della pubblica amministrazione. Intendere la PA come servizio può portare i cittadini ad essere ben disposti nei confronti dell’amministrazione pubblica. La cultura della PA come servizio ai cittadini può portare gli effetti seguenti: crescita della fiducia nelle istituzioni; aspettative positive circa il buon governo delle istituzioni; rafforzamento legami sociali e intracomunitari; crescita dell’intraprendenza imprenditoriale, civile ed sociale degli individui e dei gruppi collettivi; aumento della partecipazione delle donne all’attività politica, economica, sociale, culturale.
Le culture amministrative possono avere un’incidenza sulla performance della PA. L’efficienza dei servizi offerti dalla PA dipende sia da variabili manageriali, di dotazione strutturale di personale e tecnologia, e anche dalla capacità della PA di operare nell’interesse dei cittadini. L’incremento dell’efficienza della relazione tra PA e cittadini passa attraverso una cultura orientata al servizio ai singoli e alla comunità.
Politici vs Burocrati
I politici ed i burocrati entrano in conflitto. I politici cercano di modificare la PA per realizzare i programmi elettorali consacrati dal voto dei cittadini. I burocrati tendono a difendere l’ufficio, il ruolo e la funzione insieme con relazioni, rendite di posizione ed “empire building” realizzati nella PA. Il conflitto tra politici e burocrati è a detrimento dello Stato e della comunità. In caso di contrasti tra i rappresentati politici e i funzionari è probabile si verifichino delle riduzioni di servizi offerti, delle cattive erogazioni e delle condizioni di contrasto tra PA e cittadini e tra politici e cittadini. L’equilibrio all’interno delle istituzioni dovrebbe consentire ai dirigenti della PA di offrire i servizi professionali alla popolazione attraverso il riconoscimento di una indipendenza funzionale. I politici dovrebbero poter impiegare la pubblica amministrazione per il raggiungimento degli obbiettivi previsti dai programmi politici. Occorre evitare gli eccessi tra una pubblica amministrazione priva di autonomia e una pubblica amministrazione difesa dalla legge e dai regolamenti e priva di capacità dialogica istituzionale con i rappresentanti politici delle istituzioni. La ricomposizione degli interessi tra pubblica amministrazione e politici può avvenire attraverso il riferimento al bene comune, al bene pubblico come finalità più alta da conseguire nell’esercizio dell’attività di governo e di fornitura di servizi alla popolazione.
Il conflitto tra politici e burocrati può essere anche in grado di evitare delle distorsioni. La ricerca di rendite di posizione all’interno della PA può essere un elemento in comune tra burocrati e politici. Tuttavia il conflitto può impedire alla PA di diventare preda dei burocrati o dei politici e mantenere un livello di autonomia funzionale necessario alla realizzazione degli obbiettivi disposti dalla Costituzione, dalle leggi e dai regolamenti. Tuttavia il coinvolgimento della popolazione in alcune scelte fondamentali riguardanti anche la PA attraverso per esempio referendum, comitati, e i modelli previsti dalla cittadinanza attiva possono portare ad un superamento del conflitto interno alla PA tra burocrati e politici.
Una PA al servizio dei cittadini può essere in grado anche di eliminare le distorsioni politiche introdotte nei processi decisionali nel richiamare -come controparte necessaria per l’esercizio dell’attività amministrativa- la centralità dei cittadini.









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