“Il rilancio della Pa deve passare per la
meritocrazia, a partire dalla selezione dei vertici. Entro l’estate il governo
emanerà la delicatissima parte riguardante la riforma della dirigenza.” (Luigi
Oliveri)
La
PA efficiente è determinante per l’efficientamento dello Stato. L’efficienza
della PA ha un impatto immediato sulle imprese, sulla politica, sui servizi
offerti dai cittadini. Tuttavia permane il problema della meritocrazia, della
gestione del personale, dell’introduzione di innovazioni tecnologiche e di
processo, dell’incremento delle operazioni svolte dal cittadino avente la PA
come ente certificante, della riduzione della superiorità “gerarchica” dell’amministrazione
rispetto ai cittadini. Rimane inoltre il problema complesso di una pubblica
amministrazione in conflitto con il potere politico: una questione difficile da
risolvere nell’interesse dei cittadini. L’indipendenza funzionale della
Pubblica Amministrazione dovrebbe essere salvaguardata. Il controllo della PA,
soprattutto dei dirigenti, da parte del potere politico dovrebbe essere in parte
limitato per evitare fenomeni di cattura della pubblica amministrazione da
parte della politica. Tuttavia i politici investiti di incarichi istituzionali
devono poter strumentare la PA per il raggiungimento di obbiettivi necessari
alla tutela del bene pubblica. Il rapporto tra politici investiti di cariche
istituzionali e pubblica amministrazione è controverso e richiede il
raggiungimento di equilibri dovuti sia alla legge e ai regolamenti, sia alle
best practices e alla cultura amministrativa presente nelle istituzioni.
La PA opera nella
realizzazione degli obbiettivi dello Stato
La
Pubblica Amministrazione ha la capacità di mettere in atto gli obbiettivi dello
Stato sia di lungo periodo, stabiliti dalla Costituzione, sia di breve e medio
periodo, disposti, attraverso le leggi e i regolamenti. L’efficienza della PA è
l’efficienza dello Stato. Le imprese, i cittadini, le organizzazioni anche
sociali hanno necessità di avere come partner la pubblica amministrazione per
realizzare le attività. La PA incide sulla possibilità concreta di ottenere dei
diritti come per esempio il diritto allo studio, il diritto alla salute, il
diritto alla mobilità, l’ordine, la sicurezza. La PA opera anche come ente in
grado di difendere e promozionare la vita comunitaria e difendere il ruolo
degli individui all’interno della comunità nelle relazioni anche complesse tra
i vari soggetti sociali.
Culture
amministrative della PA: imperio vs servizio.
La
cultura amministrativa può influenzare in modo determinante l’operatività della
PA e orientarla al servizio nei confronti dei cittadini. Tuttavia esistono
diverse culture amministrative alcune volte a difendere una sorta di
superiorità della PA rispetto alla popolazione, altre invece orientate ad una
visione di “servizio”.
La
visione della PA come ente superiore alla popolazione in quanto esercente
poteri pubblici può portare la popolazione ad avvertire la PA come un ente
estraneo, privo della capacità di interazione con i sistemi politico-sociali.
La popolazione può reagire ad una PA arroccata in un potere pubblico attraverso
attività politiche ed anche civili e sociali. La crescita di movimenti
liberali, libertari e minarchisti, presenti anche nelle formazioni politiche di
sinistra, è in parte dovuta alla cultura della PA come struttura sovraordinata
ai cittadini. I liberali, i libertari e i minarchisti, insieme con i movimenti
civici, possono portare ad una riduzione dell’area di influenza della PA e
produrre un sistema più orientato all’economia di mercato od anche all’economica
civile entrambe a fondamento privato. La distinzione fondamentale tra l’economia
di mercato e l’economia civile consiste negli elementi fondamentali della massimizzazione
degli operatori economici: nell’economia di mercato gli operatori massimizzano
il profitto; nell’economia civile gli operatori massimizzano le relazioni umane
e intracomunitarie.
La
cultura della PA come servizio nei confronti dei cittadini può incrementare l’accettabilità
sociale della pubblica amministrazione. Intendere la PA come servizio può
portare i cittadini ad essere ben disposti nei confronti dell’amministrazione
pubblica. La cultura della PA come servizio ai cittadini può portare gli
effetti seguenti: crescita della fiducia nelle istituzioni; aspettative
positive circa il buon governo delle istituzioni; rafforzamento legami sociali
e intracomunitari; crescita dell’intraprendenza imprenditoriale, civile ed
sociale degli individui e dei gruppi collettivi; aumento della partecipazione
delle donne all’attività politica, economica, sociale, culturale.
Le
culture amministrative possono avere un’incidenza sulla performance della PA. L’efficienza
dei servizi offerti dalla PA dipende sia da variabili manageriali, di dotazione
strutturale di personale e tecnologia, e anche dalla capacità della PA di
operare nell’interesse dei cittadini. L’incremento dell’efficienza della
relazione tra PA e cittadini passa attraverso una cultura orientata al servizio
ai singoli e alla comunità.
Politici vs
Burocrati
I
politici ed i burocrati entrano in conflitto. I politici cercano di modificare
la PA per realizzare i programmi elettorali consacrati dal voto dei cittadini.
I burocrati tendono a difendere l’ufficio, il ruolo e la funzione insieme con
relazioni, rendite di posizione ed “empire building” realizzati nella PA. Il
conflitto tra politici e burocrati è a detrimento dello Stato e della comunità.
In caso di contrasti tra i rappresentati politici e i funzionari è probabile si
verifichino delle riduzioni di servizi offerti, delle cattive erogazioni e
delle condizioni di contrasto tra PA e cittadini e tra politici e cittadini. L’equilibrio
all’interno delle istituzioni dovrebbe consentire ai dirigenti della PA di
offrire i servizi professionali alla popolazione attraverso il riconoscimento
di una indipendenza funzionale. I politici dovrebbero poter impiegare la
pubblica amministrazione per il raggiungimento degli obbiettivi previsti dai
programmi politici. Occorre evitare gli eccessi tra una pubblica
amministrazione priva di autonomia e una pubblica amministrazione difesa dalla
legge e dai regolamenti e priva di capacità dialogica istituzionale con i
rappresentanti politici delle istituzioni. La ricomposizione degli interessi
tra pubblica amministrazione e politici può avvenire attraverso il riferimento
al bene comune, al bene pubblico come finalità più alta da conseguire nell’esercizio
dell’attività di governo e di fornitura di servizi alla popolazione.
Il
conflitto tra politici e burocrati può essere anche in grado di evitare delle
distorsioni. La ricerca di rendite di posizione all’interno della PA può essere
un elemento in comune tra burocrati e politici. Tuttavia il conflitto può
impedire alla PA di diventare preda dei burocrati o dei politici e mantenere un
livello di autonomia funzionale necessario alla realizzazione degli obbiettivi
disposti dalla Costituzione, dalle leggi e dai regolamenti. Tuttavia il
coinvolgimento della popolazione in alcune scelte fondamentali riguardanti
anche la PA attraverso per esempio referendum, comitati, e i modelli previsti
dalla cittadinanza attiva possono portare ad un superamento del conflitto
interno alla PA tra burocrati e politici.
Una
PA al servizio dei cittadini può essere in grado anche di eliminare le
distorsioni politiche introdotte nei processi decisionali nel richiamare -come
controparte necessaria per l’esercizio dell’attività amministrativa- la
centralità dei cittadini.
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