“Un dato infatti rimane
certo anche per il 2016: se non arriverà la pace, in Siria e altrove, altre
migliaia di persone sfideranno le politiche di contenimento, cercando scampo
con ogni possibile mezzo.” ( Maurizio Ambrosini)
La
questione dell’immigrazione è un fatto che viene in genere considerato come di
politica interna dell’Unione Europea. Gli immigrati provenienti da paesi in guerra
sono una forza difficile da arrestare. Le guerre producono rifugiati. La gestione
dell’Unione Europea dei rifugiati manca di coordinamento, risorse e piani. L’Unione
Europea ha una popolazione sottoposta al problema dell’aging, L’Unione Europea
ha bisogno di immigrati. Gli immigrati provenienti da zone di guerre
caratterizzati da conflitti tribali vedono nell’Europa una salvezza. La
questione dell’odio verso l’occidente sembra caratterizzare le fazioni in lotta
per il potere nei paesi mediorientali. La questione mediorientale è un “never
ending problem”. Le politiche mediorientali sono fallite. Hanno fallito le
politiche di intervento militare. Hanno fallito le politiche di peace keeping.
Le popolazioni mediorientali dimostrano una scarsa capacità di emancipazione. L’Unione
Europea deve andare avanti nell’esercizio di una attività istituzionale volta
alla strutturazione di polizia doganale europea, centri di accoglienza europea,
impegno internazionale contro i rifugiati con campi di controllo anche in
Turchia e Siria. Politiche economiche culturali, dello sviluppo socio-sanitario
possono migliorare i rapporti tra occidente e medioriente.
I dubbi sulle
politiche militari internazionali dell’Unione Europea. I migranti fuggono
dalla guerra. L’Unione Europea dinanzi al fenomeno migratorio prodotto dalle
guerre deve operare sul fronte internazionale e sul fronte interno. A livello
internazionale l’Unione Europea può investire nell’impegno militare per
eliminare ogni focolare di guerra e procedere alla determinazione di una “pax
europea”. La creazione di un esercito europeo, di una aviazione europea, di una
marina europea possono essere fondamentali sia per una velocità di intervento
predisposta dal Parlamento Europeo sia per dare allo Stato Europeo le caratteristiche
di uno stato Occidentale. La situazione politica mediorientale ha un impatto
immediato sull’Unione Europea. La risoluzione delle questioni politiche
mediorientali deve avvenire anche in dialogo con la Russia e con le
organizzazioni internazionali. Il corso dell’intervento militare nel
medioriente può essere molto elevato. I vantaggi, anche in caso di successo,
possono essere di valore basso. Le guerre dei paesi mediorientali sono dovute a
frazionamenti nella compagine politica e di governo all’interno di strutture
tribali a forte connotazione religiosa. Le popolazioni del medioriente sembrano
essere indifferenti alla crescita economica. Le idee stesse di “esportazione della
democrazia” o anche di “imposizione di un modello occidentale” sembrano essere
prive di possibilità di attuazione. Sarebbe forse il caso per l’occidente,
attraverso il coordinamento di Ue, Usa e anche della Russia di procedere ad un
commissariamento di fatto del medioriente, un progetto volto ad evitare la
diffusione della violenza nella popolazione, a combattere la povertà, a
promuovere la crescita economica, la diffusione della cultura aziendale, l’esistenza
dello Stato di diritto. La probabilità di successo di una azione di “protettorato”
sembra essere bassa nel medioriente. Politiche militari di “protezione” sono
state realizzate in passato con risultati nulli. Occorre quindi realizzare un
processo partecipato caratterizzato dal dialogo e dal confronto con le
popolazioni, e i governi, nella considerazione del ruolo delle organizzazioni
informali nei paesi mediorientali.
Politiche interne
dell’Unione Europea.
Le politiche economiche interne dell’Unione Europea per difendere il territorio
e la popolazione dalle conseguenze negative delle migrazioni devono essere foraggiate
sia attraverso la predisposizione di risorse finanzia sia attraverso la
realizzazione di organizzazioni in grado di combattere i fenomeni delle
migrazioni. L’organizzazione di un corpo di polizia doganale europea è
fondamentale per portare a termine con successo l’azione di contrasto alla
migrazione. L’Unione Europea deve assumere la dotazione di organizzazioni, di
corpi dello stato, in grado di essere operativi rispetto alle politiche
stabilite in sede comunitaria. I processi di ripartizione dei migranti tra gli
stati, le politiche di finanziamento dei paesi di frontiera, sembrano aver
prodotto risultati di livello basso. La creazione di un corpo di polizia
doganale dell’Unione Europea volto al controllo delle persone, dei mezzi e
delle merci, in autonomia gerarchica e in coordinamento rispetto alle polizie
degli altri stati può portare ad incrementare il livello di efficienza delle
politiche di contrasto al fenomeno migratorio.
La creazione di
centri di accoglienza nel medioriente. L’Unione Europea dovrebbe procedere alla
determinazione di centri di accoglienza nei paesi di partenza dei rifugiati o
nei paesi dell’area per evitare le partenze degli immigrati. I centri di
accoglienza possono essere istituiti in Turchia, in Giordania. I centri devono
essere volti alla riconoscimento delle persone in fuga dalla guerra nell’applicazione
del diritto internazionale dei migranti. Il coordinamento sul territorio con le
forze presenti, la collaborazione con la popolazione, potrebbero essere in
grado di esercitare anche una influenza di carattere culturale sui paesi di
partenza dei migranti.
Le politiche
economiche sociali internazionali dell’Unione Europea. L’Unione Europea
può dare origine ad un piano per la realizzazione di politiche economiche
sociali volte al combatte l’analfabetismo, a creare strutture socio-sanitarie,
a favorire la cultura dell’impresa e dell’artigianato, a rinforzare il sistema
scolastico nei paesi mediorientali attraverso il coinvolgimento della
popolazione, dei gruppi politici, dei gruppi etnici. L’Unione Europea può
portare al miglioramento della condizione di vita della popolazione. La
presenza di una politica dell’Innovazione Sociale a livello internazionale può
consentire di ridurre i flussi migratori e di incrementare il controllo.
Il
prezzo del petrolio. La riduzione del prezzo del petrolio viene considerato
come un elemento negativo per i paesi mediorientali. In realtà il prezzo del
petrolio basso è un elemento a sostegno delle politiche economiche di
industrializzazione dei paesi africani, mediorientali ed asiatici. Il prezzo
del petrolio basso consente di acquistare il greggio e dare avvio a processi di
industrializzazione. Il medioriente deve trovare una nuova via all’industrializzazione
per potere sostenere la crescita economica. La diffusione di una cultura dell’impresa,
soprattutto nelle nuove tecnologie, può consentire ai paesi mediorientali di affrontare
con successo la riduzione generalizzata del prezzo del petrolio per orientare
le economie ad un processo di crescita attraverso la centralità del capitale
umano. Il processo di cambiamento dell’economia dei paesi mediorientali può
avvenire attraverso la creazione di una classe dirigente nuova in grado di
esercitare una funzione di novazione istituzionale e imprenditoriale.
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