martedì 5 gennaio 2016

L’economia cinese alla prova della terziarizzazione


 “Ma è soprattutto nell'economia reale che si notano le tensioni legate al passaggio verso un modello economico che punta sulla domanda interna più che sull'export. Ne è simbolo il doppio dato di ieri sugli indici Pmi cinesi: rallenta la manifattura, accelerano i servizi. Anche qui, il punto di flesso segna un passaggio ultimamente benefico verso uno sviluppo più sostenibile. E i gradi di libertà delle politiche economiche cinese sono ancora notevoli”.(Fabrizio Galimberti - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/ip288J)

La Cina è un paese enorme in grado impegnato nel tentativo di mitigare gli aspetti distruttivi del capitalismo manifatturiero installato. Il gap culturale, scientifico e sociale della Cina con il mondo occidentale ed anche nel mondo asiatico permane intatto. La cultura istituzionale, la classe politica cinese, il sistema della ricerca e della produzione delle tecnologie devono innestarsi in un contesto di globalizzazione volto alla considerazione delle responsabilità dei cinesi nella globalizzazione. La Cina è uno dei pochi paesi ad avere un impatto immediato sulla globalizzazione per le ragioni che sono legate alla popolazione e alla grandezza dell’economia nel suo complesso. Tuttavia è possibile per i cinesi dare l’avvio ad un capitalismo nuovo, fatto anche di diritti, per quanto le società asiatiche sembrano orientate ad una certa tensione gerarchica è necessario considerare la necessità dell’introduzione di una cultura in un qualche modo individualista e ambientalista.
Il passaggio dal manifatturiero ai servizi. Il passaggio dal manifatturiero ai servizi potrebbe comportare una nuova fase per la Cina: una fase di terziarizzazione dell’economia nel suo complesso. La riduzione della quota di produzione industriale può essere un elemento positivo per l’economia cinese ed anche per la popolazione dato l’impatto ambientale della manifattura cinese. L’investimento sui servizi inoltre potrebbe anche portare alla crescita del benessere individuale dei cittadini. I Servizi sono infatti un settore in grado di produrre beni volti alle persone a forte contenuto relazionale e potrebbero portare la Cina ad una nuova fase di consumismo volto al miglioramento delle condizioni individuali dei cittadini. La terziarizzazione potrebbe dare alla Cina la capacità di sviluppare il potenziale del capitale umano. Terziarizzazione significa anche finanza con la possibilità di ospitare mercati finanziari ed enti bancari finanziari significativi. Il terzo settore comprende anche la possibilità di investire nella ricerca, nella produzione tecnologica e modificare in modo strutturale la condizione della produzione delle imprese.
La terziarizzazione come elemento per il benessere sociale e la scoperta di una economia individualistica. Il terzo settore può portare i cinesi a vedere crescere anche i servizi legati all’istruzione, alla sanità, all’ambiente alla tutela del bene pubblico posto in essere anche da soggetti privati orientati ad una gestione di carattere sociale basata sulle communities, sui common goods, e sugli stakeholders. La terziarizzazione può dare origine ad una nuova forza economica in grado di migliorare anche la gestione delle imprese pubbliche e private con attenzione ai beni comuni. La presenza di servizi può inoltre consentire di legare meglio il paese nel suo nesso centro-periferia per la rimozione degli ostacoli di carattere geografico presenti verso la realizzazione di un sistema economico caratterizzato da maggiori opportunità. L’analisi dei divari regionali in Cina manifesta la presenza di enormi differenze presenti tra le zone costiere e zone di campagna,. La terziarizzazione può puntare sull’istruzione diffusa su tutto il territorio e sulla realizzazione di reti di trasporto in grado di modificare la condizione strutturale della popolazione.
Il terzo settore e l’istruzione. Il tema dell’istruzione rimane fondamentale in Cina. La presenza di una popolazione ampia, presente su di un territorio ancora in larga parte agricolo, nonostante gli alti tassi di industrializzazione può portare il paese verso un “grande balzo” sostenuto anche dalle tecnologie informatiche e dai sistemi di e-learning. Il tema dell’incremento del tasso di scolarizzazione in Cina è sempre stato oggetto di attenzione già a partire dalle politiche economiche maoiste. Il successo industrialista cinese è il risultato di una cultura politica ed amministrativa della gestione dello Stato come sostenitore, facilitatore delle imprese aventi anche un carattere di ordine pubblico oltre che di promozione del benessere e della crescita economica. L’istruzione può incrementare il valore del capitale umano, del capitale sociale, del capitale relazionale cinese e portare il paese verso una nuova fase di espansione economica nella quale i diritti dell’ambiente, del lavoro sono innestati con la cultura politica e di gestone anche dello Stato oltre che delle imprese di produzione. La cultura dei cinesi può essere incrementata e portare la popolazione ad avere maggiore consapevolezza del ruolo internazionale dello Stato e dell’impatto delle politiche economiche cinesi sul continente asiatico e sulla globalizzazione nel suo complesso.
La terziarizzazione come politica economica dei trasporti colmante il nesso centro-periferia. Le disparità territoriali cinesi possono essere risolte anche attraverso un sistema dei trasporti in grado di mettere in connessione la parte centro-occidentale agricola con la parte centro-orientale produttiva e finanziarizzata. Il superamento del gap ovest-est nella Cina attraverso i trasporti può creare un mercato appetibile anche per le imprese private oltre che per i player dello Stato. La creazione di reti ferroviarie, di trasporto aereo, di autostrade può sostenere le imprese cinesi ed incrementare la mobilità della popolazione oltre che offrire un efficientamento della produzione volto allo sviluppo del mercato interno. La terziarizzazione dell’economia è accompagnata da una maggiore attenzione nei confronti dei traporti, della logistica, dello sviluppo merci, e può comportare anche una maggiore capacità di velocizzare i processi anche decisionali, di investimento e di produzione. L’enorme popolazione cinese in movimento all’interno del territorio cinese può produrre una domanda di trasporti articolata in grado di generare PIL. La creazione di un sistema di trasporto ad alta tecnologia caratterizzato da efficienza anche energetica volta a consentire la sostenibilità ambientale può portare dei vantaggi alle imprese, alla popolazione e ai policy makers cinesi.
La terziarizzazione come abbattimento dei costi ambientali. La terziarizzazione dell’economia fondata su istruzione, tecnologia e finanza può consentire all’economia cinese di abbattere i costi ambientali della produzione. La ricerca può dare nuovi incentivi per installare impianti produttivi in grado di essere sostenibili a livello ambientale pure nell’ottenimento di alti livelli di produzione industriale. La finanza può consentire ai cinesi di costruire anche dei sistemi bancari locali in grado di sostenere le imprese agricole, le imprese localizzate in aree rurali per creare delle connessioni anche attraverso la tecnologia verso il mercato interno e i mercati internazionali. L’economia cinese può migliorare il prodotto interno lordo attraverso un assetto produttivo terziarizzato in grado di soddisfare al meglio le caratteristiche geo-grafiche e il mercato interno per un economia sostenibile.
Il modello cinese virtuoso. Il modello cinese può essere virtuoso nel senso dell’incremento del benessere degli individui, dei gruppi e della popolazione nel suo complesso attraverso la fornitura di servizi alla popolazione attraverso l’istruzione, i trasporti e la finanza. La classe dirigente cinese e i cinesi tutti potrebbero vincere la partita della crescita economica accompagnata da sviluppo e dalla produzione di benessere.



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