sabato 16 gennaio 2016

Stakeholders attivi nella gestione bancaria

Quanti investitori tra quelli colpiti dal salvataggio delle quattro banche sapevano cosa sono le obbligazioni subordinate? Quanti sapevano dei rischi che comportano, non solo in caso di fallimento, ma anche di salvataggio? Individuare le responsabilità delle banche e delle autorità in questi casi specifici è doveroso. Tuttavia, per il futuro è ancora più importante che ci sia l’impegno a migliorare l’informazione che viene data ai clienti. Speriamo in bene.”( Angelo Baglioni)


La realizzazione del bail-in è una politica economica della regolamentazione del sistema bancario in grado di creare delle difficoltà agli stakeholders bancari di maggiore rilievo. Il bail in prevede in caso di dissesto finanziario della banca l’intervento prima degli azionisti, seguiti dai detentori di obbligazioni subordinate, dagli obbligazionisti ordinari e dai correntisti oltre i 100.000,00 euro. La norma è volta a ridurre l’intervento da parte dei governi nei salvataggi bancari e affida ai maggiori stakeholder bancari il salvataggio dell’istituti di credito. La disciplina sembra avere una impostazione volta a impegnare gli stakeholder nel tentativo di superare le asimmetrie informative con la banca. Il riconoscimento del ruolo degli obbligazionisti subordinati, degli obbligazionisti ordinari e dei depositanti qualificati rende necessario un processo di riorganizzazione bancaria dell’attività di controllo. L’attribuzione di responsabilità finanziarie in caso di fallimento bancario deve essere accompagnata dalla previsione di assemblee per categorie di stakeholders per l’esercizio di un potere di controllo sulla gestione bancaria volto alla eliminazione delle probabilità di manifestazione di una crisi e per l’ottenimento di elevati livelli di stabilità finanziaria aziendale. Inoltre è necessario introdurre una valutazione del funzionamento delle assemblee interne alla banca in caso di fallimento con penalities previste dall’ordinamento.
Il bail-in: un approccio di tipo stakeholder. Il legislatore comunitario ha adottato un approccio di tipo stakeholder nella individuazione dei soggetti impegnati per la soluzione delle crisi bancarie. L’approccio stakeholder può consentire una socializzazione delle crisi finanziarie bancarie. Gli stakeholder bancari hanno interesse a seguire le vicende economico-finanziarie dell’istituto di credito e ad esercitare una forma di controllo. Tuttavia l’esercizio dello stake deve avvenire all’interno di organismi statutari disciplinati per legge e partecipanti all’esercizio dell’attività di controllo e managament bancario. La scelta del bail-in deve essere accompagnata da un processo di novazione delle istituzioni di diritto societario bancario secondo il principio “un’assemblea per uno stake”. La legge dovrebbe prevedere per ogni gruppo di stakeholders una organizzazione assembleare per l’esercizio dei diritti dei titoli sottoscritti e per l’esercizio di un potere di controllo e di monitoraggio dell’attività bancaria. Il legislatore nell’esercizio della logica del bail-in può istituire l’assemblea dei detentori di obbligazioni subordinate e l’assemblea dei risparmiatori con più di 100.000 euro di depositi sul modello dell’assemblea degli obbligazionisti ordinari. La creazione di assemblee sia per i sottoscrittori di obbligazioni subordinate che per i detentori di risparmi superiori a 100.000 euro può consentire di avere maggiore controllo interno nell’esercizio dell’attività bancaria e ridurre i rischi di un default eventuale attraverso l’incremento della consapevolezza della gestione bancaria presso gli stakeholders.
La centralità degli azionisti. La scelta del legislatore può essere sottoposta a qualche critica. Gli azionisti sono chiamati ad esercitare un ruolo di controllo e governance della banca. I detentori del capitale azionario possono votare per il consiglio di amministrazione e hanno delle responsabilità dirette rispetto all’andamento economico-finanzario dell’istituto di credito. La centralità della responsabilità degli azionisti in caso di fallimento bancario appare evidente. L’azione è uno dei titoli più noti al grande pubblico dei risparmiatori e degli investitori.  L’azionista è uno stakeholder in grado di partecipare a pieno alla vita dell’istituzione bancaria grazie alla presenza dell’assemblea degli azionisti e alla realizzazione dei strategie volte al controllo del management bancario.
Il rischio per i detentori di obbligazioni subordinate. I detentori di obbligazioni subordinate sono chiamati ad intervenire nel caso di default bancario dopo gli azionisti in caso di bail-in. Il rischio della detenzione di obbligazioni subordinate è alto. I sottoscrittori di obbligazioni subordinate possono ottenere tutela attraverso l’organizzazione prevista per legge di una assemblea per i detentori. L’assemblea per gli obbligazionisti subordinati può rendere noto ai sottoscrittori il profilo di rischio dei titoli detenuti e fare una attività di pressione e di lobbying nei confronti dell’assemblea degli azionisti e degli organi di controllo e gestione bancaria per l’ottenimento di garanzie e politiche aziendali in grado di salvaguardare la solvibilità del capitale investito nelle obbligazioni subordinate. L’assemblea dei detentori delle obbligazioni subordinate può avere un ruolo fondamentale per ridurre il rischio di realizzazione di crisi bancarie, per combattere fenomeni di mala gestione e indirizzare l’attività bancaria verso un cammino di progresso aziendale, crescita della solvibilità finanziaria e stabilità.
Il ruolo degli obbligazionisti ordinari. I sottoscrittori di obbligazioni ordinarie hanno la possibilità di esercitare i diritti delle obbligazioni nella sede individuata dal codice civile ovvero costituita dall’assemblea degli obbligazionisti. Gli obbligazionisti ordinari sono tutelati dal legislatori con poteri di intervento e di controllo sulla gestione per difendere lo stake di riferimento.
I titolari di depositi qualificati. I titolari di depositi qualificati superiori a cento mila euro partecipano dei fallimenti bancari dopo gli azionisti, i detentori di obbligazioni subordinate, gli obbligazionisti ordinari. Il ruolo dei titolari di depositi qualificati rischia di essere cruciale nel processo di fallimento bancario. I depositanti qualificati possono ritirare i depositi in caso di default bancario. La probabilità di fallimento bancario aumentano attraverso il coinvolgimento nel bail-in dei depositanti qualificati. I depositanti possono fuggire dalla banca alla prima avvisaglia di mala gestio. I depositanti con risparmi superiori a cento mila euro possono essere organizzati in assemblea per procedere all’esercizio di una funzione di controllo sulla gestione aziendale e prevenire la realizzazione della crisi bancaria. L’assemblea dei depositanti qualificati può essere prevista sul modello dell’assemblea degli obbligazionisti. La partecipazione dei depositanti qualificati al processo di controllo dell’attività bancaria può consentire di ridurre la probabilità di un default dell’istituto di credito.
Il ruolo dello Stato nei fallimenti bancari. L’attività di controllo dell’attività bancaria è assegnata alle banche centrali. In caso di crisi finanziaria la probabilità delle banche centrali di operare come controllori orientati al conseguimento della neutralità di giudizio nell’esercizio delle sanzioni amministrative e organizzativa tende ad essere prossima a zero. Le commistioni tra enti regolati ed ente regolatore sono troppo elevate per l’esercizio delle sanzioni in caso di attività svolte contra legem. Lo Stato può introdurre una magistratura economica come magistratura speciale nei casi bancari e finanziari per l’esercizio di attività giurisdizionale nel campo del diritto bancario e del diritto finanziari in collaborazione con la Banca Centrale con attenzione alla tutela del risparmiatore prevista dalla Costituzione.  



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