“Quanti investitori tra quelli colpiti dal salvataggio delle quattro
banche sapevano cosa sono le obbligazioni subordinate? Quanti sapevano dei
rischi che comportano, non solo in caso di fallimento, ma anche di salvataggio?
Individuare le responsabilità delle banche e delle autorità in questi casi
specifici è doveroso. Tuttavia, per il futuro è ancora più importante che ci
sia l’impegno a migliorare l’informazione che viene data ai clienti. Speriamo
in bene.”( Angelo
Baglioni)
La realizzazione del
bail-in è una politica economica della regolamentazione del sistema bancario in
grado di creare delle difficoltà agli stakeholders bancari di maggiore rilievo.
Il bail in prevede in caso di dissesto finanziario della banca l’intervento
prima degli azionisti, seguiti dai detentori di obbligazioni subordinate, dagli
obbligazionisti ordinari e dai correntisti oltre i 100.000,00 euro. La norma è
volta a ridurre l’intervento da parte dei governi nei salvataggi bancari e
affida ai maggiori stakeholder bancari il salvataggio dell’istituti di credito.
La disciplina sembra avere una impostazione volta a impegnare gli stakeholder
nel tentativo di superare le asimmetrie informative con la banca. Il
riconoscimento del ruolo degli obbligazionisti subordinati, degli
obbligazionisti ordinari e dei depositanti qualificati rende necessario un
processo di riorganizzazione bancaria dell’attività di controllo. L’attribuzione
di responsabilità finanziarie in caso di fallimento bancario deve essere
accompagnata dalla previsione di assemblee per categorie di stakeholders per l’esercizio
di un potere di controllo sulla gestione bancaria volto alla eliminazione delle
probabilità di manifestazione di una crisi e per l’ottenimento di elevati
livelli di stabilità finanziaria aziendale. Inoltre è necessario introdurre una
valutazione del funzionamento delle assemblee interne alla banca in caso di
fallimento con penalities previste dall’ordinamento.
Il
bail-in: un approccio di tipo stakeholder. Il legislatore
comunitario ha adottato un approccio di tipo stakeholder nella individuazione
dei soggetti impegnati per la soluzione delle crisi bancarie. L’approccio
stakeholder può consentire una socializzazione delle crisi finanziarie
bancarie. Gli stakeholder bancari hanno interesse a seguire le vicende
economico-finanziarie dell’istituto di credito e ad esercitare una forma di
controllo. Tuttavia l’esercizio dello stake deve avvenire all’interno di organismi
statutari disciplinati per legge e partecipanti all’esercizio dell’attività di
controllo e managament bancario. La scelta del bail-in deve essere accompagnata
da un processo di novazione delle istituzioni di diritto societario bancario
secondo il principio “un’assemblea per uno stake”. La legge dovrebbe prevedere
per ogni gruppo di stakeholders una organizzazione assembleare per l’esercizio
dei diritti dei titoli sottoscritti e per l’esercizio di un potere di controllo
e di monitoraggio dell’attività bancaria. Il legislatore nell’esercizio della
logica del bail-in può istituire l’assemblea dei detentori di obbligazioni
subordinate e l’assemblea dei risparmiatori con più di 100.000 euro di depositi
sul modello dell’assemblea degli obbligazionisti ordinari. La creazione di
assemblee sia per i sottoscrittori di obbligazioni subordinate che per i
detentori di risparmi superiori a 100.000 euro può consentire di avere maggiore
controllo interno nell’esercizio dell’attività bancaria e ridurre i rischi di
un default eventuale attraverso l’incremento della consapevolezza della
gestione bancaria presso gli stakeholders.
La
centralità degli azionisti. La scelta del legislatore può essere
sottoposta a qualche critica. Gli azionisti sono chiamati ad esercitare un
ruolo di controllo e governance della banca. I detentori del capitale azionario
possono votare per il consiglio di amministrazione e hanno delle responsabilità
dirette rispetto all’andamento economico-finanzario dell’istituto di credito.
La centralità della responsabilità degli azionisti in caso di fallimento bancario
appare evidente. L’azione è uno dei titoli più noti al grande pubblico dei
risparmiatori e degli investitori. L’azionista
è uno stakeholder in grado di partecipare a pieno alla vita dell’istituzione
bancaria grazie alla presenza dell’assemblea degli azionisti e alla
realizzazione dei strategie volte al controllo del management bancario.
Il
rischio per i detentori di obbligazioni subordinate. I
detentori di obbligazioni subordinate sono chiamati ad intervenire nel caso di
default bancario dopo gli azionisti in caso di bail-in. Il rischio della
detenzione di obbligazioni subordinate è alto. I sottoscrittori di obbligazioni
subordinate possono ottenere tutela attraverso l’organizzazione prevista per
legge di una assemblea per i detentori. L’assemblea per gli obbligazionisti
subordinati può rendere noto ai sottoscrittori il profilo di rischio dei titoli
detenuti e fare una attività di pressione e di lobbying nei confronti dell’assemblea
degli azionisti e degli organi di controllo e gestione bancaria per l’ottenimento
di garanzie e politiche aziendali in grado di salvaguardare la solvibilità del
capitale investito nelle obbligazioni subordinate. L’assemblea dei detentori
delle obbligazioni subordinate può avere un ruolo fondamentale per ridurre il
rischio di realizzazione di crisi bancarie, per combattere fenomeni di mala
gestione e indirizzare l’attività bancaria verso un cammino di progresso
aziendale, crescita della solvibilità finanziaria e stabilità.
Il
ruolo degli obbligazionisti ordinari. I sottoscrittori di
obbligazioni ordinarie hanno la possibilità di esercitare i diritti delle
obbligazioni nella sede individuata dal codice civile ovvero costituita dall’assemblea
degli obbligazionisti. Gli obbligazionisti ordinari sono tutelati dal legislatori
con poteri di intervento e di controllo sulla gestione per difendere lo stake
di riferimento.
I
titolari di depositi qualificati. I titolari di depositi
qualificati superiori a cento mila euro partecipano dei fallimenti bancari dopo
gli azionisti, i detentori di obbligazioni subordinate, gli obbligazionisti
ordinari. Il ruolo dei titolari di depositi qualificati rischia di essere
cruciale nel processo di fallimento bancario. I depositanti qualificati possono
ritirare i depositi in caso di default bancario. La probabilità di fallimento
bancario aumentano attraverso il coinvolgimento nel bail-in dei depositanti
qualificati. I depositanti possono fuggire dalla banca alla prima avvisaglia di
mala gestio. I depositanti con risparmi superiori a cento mila euro possono
essere organizzati in assemblea per procedere all’esercizio di una funzione di
controllo sulla gestione aziendale e prevenire la realizzazione della crisi
bancaria. L’assemblea dei depositanti qualificati può essere prevista sul
modello dell’assemblea degli obbligazionisti. La partecipazione dei depositanti
qualificati al processo di controllo dell’attività bancaria può consentire di
ridurre la probabilità di un default dell’istituto di credito.
Il
ruolo dello Stato nei fallimenti bancari. L’attività di
controllo dell’attività bancaria è assegnata alle banche centrali. In caso di
crisi finanziaria la probabilità delle banche centrali di operare come
controllori orientati al conseguimento della neutralità di giudizio nell’esercizio
delle sanzioni amministrative e organizzativa tende ad essere prossima a zero.
Le commistioni tra enti regolati ed ente regolatore sono troppo elevate per l’esercizio
delle sanzioni in caso di attività svolte contra legem. Lo Stato può introdurre
una magistratura economica come magistratura speciale nei casi bancari e
finanziari per l’esercizio di attività giurisdizionale nel campo del diritto bancario
e del diritto finanziari in collaborazione con la Banca Centrale con attenzione
alla tutela del risparmiatore prevista dalla Costituzione.
Nessun commento:
Posta un commento