“L'Europa non può non tener conto di questa differenza fondamentale fra
le banche italiane e quelle che sono state fin troppo generosamente salvate.
Anche perché il 2016 sarà l'anno della ristrutturazione delle banche di credito
cooperativo, una componente ormai importante del nostro sistema creditizio, ma
in cui coesistono encomiabili punti di eccellenza e preoccupanti criticità. Ma
lo spazio per soluzioni interne (quelle in cui i forti si prendono sulle spalle
i deboli) è sempre più ristretto. Il motivo fondamentale per cui la crisi delle
quattro banche si è trascinata per le lunghe è che nessuna fra le banche
maggiori si è sentita di offrirsi “volontaria” (le virgolette sono d'obbligo in
questi casi) per un intervento risanatore.” ( Marco Onado - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/KeNq5s)
La crisi del 2008 ha messo in
evidenza i limiti di un sistema bancario orientato al mercato finanziario. Il
reddito delle banche risulta essere prodotto in misura sempre maggiore delle
operazioni svolte all’interno del sistema finanziario. La connessione tra
banche e istituti emittenti contratti assicurativi su mutui, crediti, azioni e obbligazioni
bancarie è molto forte e sembra essere tornata ai livelli precedenti alla crisi
finanziaria. La politica può distinguere banche e mercati finanziari, per sviluppare le caratteristiche intrinseche sia delle banche che dei mercati finanziari, nell'interesse della popolazione.
Le crisi fondate sul rapporto creditizio-finanziario. Molti fanno
riferimento ai modelli di gestione bancaria come il vero problema della crisi
finanziaria del 2008. In realtà vi sono delle commistioni nel sistema economico
che dovrebbero essere oggetto di una fortissima disciplina internazionale da
parte dello Stato. Il rapporto tra banche, mercati finanziari e assicurazioni
deve essere limitato attraverso la costruzioni non solo di enti di regolamentazione
privata ma anche attraverso un sistema sanzionatorio con multe commutate in
percentuale del volume transato per colpire i soggetti che innestano il sistema
bancario nel sistema finanziario. Alcuni hanno proposto di dividere le banche
commerciali dalle banche di investimento per risolvere il problema. In realtà
la divisione tra banche di investimento e banche commerciali è troppo debole
per impedire ai risparmi dei cittadini di finire investiti in una qualche
attività rischiosa in una paese estero con forte andamento speculativo in una
economia al limite della legalità. La divisione tra banche commerciali e banche
di investimento in realtà viene superata attraverso meccanismi delle banche
dotate di canali per il prestito interbancario, con attività di lobbying
bancario, attraverso il sistema bancario complessivo. Il legislatore deve
intervenire con maggiore forza per dividere il sistema bancario dal sistema
finanziario e dal sistema assicurativo. Lo stato e gli enti regolatori devono
controllare affinché le risorse derivanti dalla raccolta siano investite nell’economia
reale. Gli operatori del mercato finanziario come per esempio le grandi
corporations, le società assicurative devono trovare altri modi per farsi
finanziare dai cittadini attraverso campagne per la trasparenza e in ogni caso
senza creare commistioni tra il risparmio e l’investimento speculativo.
Il risparmio dei cittadini durante la crisi finanziaria. Come è
noto le banche sono prive di mezzi per restituire i depositi all’intera comunità
di correntisti in caso di “corsa agli sportelli”. La corsa agli sportelli
porterebbe una banca in al fallimento anche in assenza di una condizione
macroeconomica di crisi finanziaria. Le banche durante la crisi possono vedere
crescere i risparmi dei correntisti. I cittadini durante una difficoltà
finanziaria macroeconomica preferiscono risparmiare nella riduzione dei
consumi. La crescita del risparmio incrementa la stabilità del sistema
bancario. Il risparmio ulteriore ottenuto dai cittadini viene impiegato dalle
banche per procedere a prestare sul mercato interbancario delle risorse alle
altre banche, per ottenere maggiori entrate attraverso operazioni sui mercati assicurativi,
finanziari, valutari. L’entità del risparmio reinvestito nell’economia reale è
minima. Il management bancario libero da obblighi di reinvestimento può trarre
maggiore reddito dall’investimento speculativo del risparmio prudenziale della
popolazione durante una crisi. Le banche gestite come imprese massimizzanti il
profitto possono ottenere maggiori risorse attraverso una attività speculativa
in titoli, in valute, in derivati. Un euro depositato dai risparmiatori
investito sul mercato speculativo ha un rendimento maggiore di un euro
investito in una impresa reale con i rischi, le tempistiche e le difficoltà
relazionali connesse. I manager bancari, i funzionari di banca hanno interesse
a creare movimentazioni di valore sul mercato finanziario per ottenere maggiori
risorse in termini di efficienza, di rendimento, di profitto, di operatività
bancaria. Le banche possono essere impegnate nell’aumentare l’investimento del
risparmio per l’economia reale in presenza di un quadro legislativo cogente
disponente l’obbligo di reinvestimento del risparmio a prescindere dalle
caratteristiche statutarie bancarie. Il legislatore comunitario può quindi
disporre obblighi per l’investimento del risparmio nell’economia reale.
L’egemonia finanziaria sul sistema bancario. Il sistema bancario
subisce l’egemonia del sistema finanziario. Lo shortermismo, la capacità di
ottenere alti profitti attraverso investimenti ridotti in breve tempo, l’acquisizione
di asset in vari paesi della globalizzazione, le connessioni con imprese
assicurative, i trust e i grandi investitori hanno esercitano una pressione
egemonica sul sistema bancario. Il sistema bancario è catturato dal sistema
finanziario. La logica finanziaria ha penetrato la gestione dell’attività
bancaria. Il sistema finanziario, costituito dai mercati finanziari, e dalla
capacità degli operatori di realizzare delle operazioni di scambio dei titoli,
persegue il suo obbiettivo costitutivo. I mercati finanziari svolgono l’attività
fondamentale in base al mandato istituzionale ricevuto: agevolare la quotazione
delle imprese e facilitare lo scambio dei titoli con crescita del valore degli
indici di borsa. Il sistema bancario è invece distorto dal mandato costituito:
raccogliere il risparmio e investirlo in attività economiche reali. La
distorsione del sistema bancario è prodotta dal sistema finanziario. I vantaggi
per il sistema bancario nel distorcere il mandato costitutivo sono molto
elevati e consistono in rendimenti, profitti. Se le banche fossero impegnate in
una semplice attività di carattere “bancario” non potrebbero mai ottenere i
risultati di bilancio che ottengono attraverso la commistione con il sistema
finanziario.
La politica può risolvere il problema della commistione banca-finanza. LA
commistione banca-finanza può essere risolta solo attraverso la discussione
politica in sede europea. L’unione europea è caratterizzata dalla presenza di
stati aventi un diverso orientamento finanziario anche se il bancocentrismo
sembra prevalere sul mercatocentrismo. Il parlamento europeo può disporre delle
norme per stabilire delle limitazioni alle banche nell’operatività con il
mercato finanziario e per dare al mercato finanziario delle regole volte a
rivolgersi con trasparenza agli investitori anche istituzionali. I mercati
finanziari dovrebbero sviluppare delle reti autonome di contatto con i
cittadini e bypassare le banche. I mercati finanzari potrebbero istituire degli
uffici, delle sedi distaccate, con i promotori finanziari o esperti del settore
in grado di proporre ai cittadini e ai gruppi di investire. La presenza di
centri di promanazione del mercato finanziario, con un simbolo visibile,
certificati e controllati dagli enti di regolazione del mercato finanziario, al
di fuori del sistema bancario, può incrementare la fiducia dei cittadini all’investimento
consapevole e la certezza dei diritti finanziari acquisiti. Il parlamento
europeo nel disciplinare la distinzione tra mercati finanziari e banche,
dispone strumenti per consentire ai mercati finanziari di promozionare i
prodotti ai cittadini con sedi proprie indipendenti e autonome distribuite in
modo capillare. Una rete di sedi dei mercati finanziari, delle principali
borse, può consentire una maggiore movimentazione e attenzione anche agli
aspetti etici dell’investimento. Il policy maker può ottenere diversi vantaggi:
salvare il risparmio, aumentare per legge la quota di risparmio reinvestita
nell’economia reale, produrre una rete capillare di centri per l’investimento
finanziario garantiti dai mercati, aumentare la stabilità complessiva del
sistema.
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