domenica 3 gennaio 2016

L'etica del discernimento: banca e finanza



L'Europa non può non tener conto di questa differenza fondamentale fra le banche italiane e quelle che sono state fin troppo generosamente salvate. Anche perché il 2016 sarà l'anno della ristrutturazione delle banche di credito cooperativo, una componente ormai importante del nostro sistema creditizio, ma in cui coesistono encomiabili punti di eccellenza e preoccupanti criticità. Ma lo spazio per soluzioni interne (quelle in cui i forti si prendono sulle spalle i deboli) è sempre più ristretto. Il motivo fondamentale per cui la crisi delle quattro banche si è trascinata per le lunghe è che nessuna fra le banche maggiori si è sentita di offrirsi “volontaria” (le virgolette sono d'obbligo in questi casi) per un intervento risanatore.”  ( Marco Onado - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/KeNq5s)

La crisi del 2008 ha messo in evidenza i limiti di un sistema bancario orientato al mercato finanziario. Il reddito delle banche risulta essere prodotto in misura sempre maggiore delle operazioni svolte all’interno del sistema finanziario. La connessione tra banche e istituti emittenti contratti assicurativi su mutui, crediti, azioni e obbligazioni bancarie è molto forte e sembra essere tornata ai livelli precedenti alla crisi finanziaria. La politica può distinguere banche e mercati finanziari, per sviluppare le caratteristiche intrinseche sia delle banche che dei mercati finanziari, nell'interesse della popolazione. 

Le crisi fondate sul rapporto creditizio-finanziario. Molti fanno riferimento ai modelli di gestione bancaria come il vero problema della crisi finanziaria del 2008. In realtà vi sono delle commistioni nel sistema economico che dovrebbero essere oggetto di una fortissima disciplina internazionale da parte dello Stato. Il rapporto tra banche, mercati finanziari e assicurazioni deve essere limitato attraverso la costruzioni non solo di enti di regolamentazione privata ma anche attraverso un sistema sanzionatorio con multe commutate in percentuale del volume transato per colpire i soggetti che innestano il sistema bancario nel sistema finanziario. Alcuni hanno proposto di dividere le banche commerciali dalle banche di investimento per risolvere il problema. In realtà la divisione tra banche di investimento e banche commerciali è troppo debole per impedire ai risparmi dei cittadini di finire investiti in una qualche attività rischiosa in una paese estero con forte andamento speculativo in una economia al limite della legalità. La divisione tra banche commerciali e banche di investimento in realtà viene superata attraverso meccanismi delle banche dotate di canali per il prestito interbancario, con attività di lobbying bancario, attraverso il sistema bancario complessivo. Il legislatore deve intervenire con maggiore forza per dividere il sistema bancario dal sistema finanziario e dal sistema assicurativo. Lo stato e gli enti regolatori devono controllare affinché le risorse derivanti dalla raccolta siano investite nell’economia reale. Gli operatori del mercato finanziario come per esempio le grandi corporations, le società assicurative devono trovare altri modi per farsi finanziare dai cittadini attraverso campagne per la trasparenza e in ogni caso senza creare commistioni tra il risparmio e l’investimento speculativo.

Il risparmio dei cittadini durante la crisi finanziaria. Come è noto le banche sono prive di mezzi per restituire i depositi all’intera comunità di correntisti in caso di “corsa agli sportelli”. La corsa agli sportelli porterebbe una banca in al fallimento anche in assenza di una condizione macroeconomica di crisi finanziaria. Le banche durante la crisi possono vedere crescere i risparmi dei correntisti. I cittadini durante una difficoltà finanziaria macroeconomica preferiscono risparmiare nella riduzione dei consumi. La crescita del risparmio incrementa la stabilità del sistema bancario. Il risparmio ulteriore ottenuto dai cittadini viene impiegato dalle banche per procedere a prestare sul mercato interbancario delle risorse alle altre banche, per ottenere maggiori entrate attraverso operazioni sui mercati assicurativi, finanziari, valutari. L’entità del risparmio reinvestito nell’economia reale è minima. Il management bancario libero da obblighi di reinvestimento può trarre maggiore reddito dall’investimento speculativo del risparmio prudenziale della popolazione durante una crisi. Le banche gestite come imprese massimizzanti il profitto possono ottenere maggiori risorse attraverso una attività speculativa in titoli, in valute, in derivati. Un euro depositato dai risparmiatori investito sul mercato speculativo ha un rendimento maggiore di un euro investito in una impresa reale con i rischi, le tempistiche e le difficoltà relazionali connesse. I manager bancari, i funzionari di banca hanno interesse a creare movimentazioni di valore sul mercato finanziario per ottenere maggiori risorse in termini di efficienza, di rendimento, di profitto, di operatività bancaria. Le banche possono essere impegnate nell’aumentare l’investimento del risparmio per l’economia reale in presenza di un quadro legislativo cogente disponente l’obbligo di reinvestimento del risparmio a prescindere dalle caratteristiche statutarie bancarie. Il legislatore comunitario può quindi disporre obblighi per l’investimento del risparmio nell’economia reale.
L’egemonia finanziaria sul sistema bancario. Il sistema bancario subisce l’egemonia del sistema finanziario. Lo shortermismo, la capacità di ottenere alti profitti attraverso investimenti ridotti in breve tempo, l’acquisizione di asset in vari paesi della globalizzazione, le connessioni con imprese assicurative, i trust e i grandi investitori hanno esercitano una pressione egemonica sul sistema bancario. Il sistema bancario è catturato dal sistema finanziario. La logica finanziaria ha penetrato la gestione dell’attività bancaria. Il sistema finanziario, costituito dai mercati finanziari, e dalla capacità degli operatori di realizzare delle operazioni di scambio dei titoli, persegue il suo obbiettivo costitutivo. I mercati finanziari svolgono l’attività fondamentale in base al mandato istituzionale ricevuto: agevolare la quotazione delle imprese e facilitare lo scambio dei titoli con crescita del valore degli indici di borsa. Il sistema bancario è invece distorto dal mandato costituito: raccogliere il risparmio e investirlo in attività economiche reali. La distorsione del sistema bancario è prodotta dal sistema finanziario. I vantaggi per il sistema bancario nel distorcere il mandato costitutivo sono molto elevati e consistono in rendimenti, profitti. Se le banche fossero impegnate in una semplice attività di carattere “bancario” non potrebbero mai ottenere i risultati di bilancio che ottengono attraverso la commistione con il sistema finanziario.

La politica può risolvere il problema della commistione banca-finanza. LA commistione banca-finanza può essere risolta solo attraverso la discussione politica in sede europea. L’unione europea è caratterizzata dalla presenza di stati aventi un diverso orientamento finanziario anche se il bancocentrismo sembra prevalere sul mercatocentrismo. Il parlamento europeo può disporre delle norme per stabilire delle limitazioni alle banche nell’operatività con il mercato finanziario e per dare al mercato finanziario delle regole volte a rivolgersi con trasparenza agli investitori anche istituzionali. I mercati finanziari dovrebbero sviluppare delle reti autonome di contatto con i cittadini e bypassare le banche. I mercati finanzari potrebbero istituire degli uffici, delle sedi distaccate, con i promotori finanziari o esperti del settore in grado di proporre ai cittadini e ai gruppi di investire. La presenza di centri di promanazione del mercato finanziario, con un simbolo visibile, certificati e controllati dagli enti di regolazione del mercato finanziario, al di fuori del sistema bancario, può incrementare la fiducia dei cittadini all’investimento consapevole e la certezza dei diritti finanziari acquisiti. Il parlamento europeo nel disciplinare la distinzione tra mercati finanziari e banche, dispone strumenti per consentire ai mercati finanziari di promozionare i prodotti ai cittadini con sedi proprie indipendenti e autonome distribuite in modo capillare. Una rete di sedi dei mercati finanziari, delle principali borse, può consentire una maggiore movimentazione e attenzione anche agli aspetti etici dell’investimento. Il policy maker può ottenere diversi vantaggi: salvare il risparmio, aumentare per legge la quota di risparmio reinvestita nell’economia reale, produrre una rete capillare di centri per l’investimento finanziario garantiti dai mercati, aumentare la stabilità complessiva del sistema. 

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