mercoledì 28 giugno 2017

Banche sociali contro la diseguaglianza

“L’impasse è stata risolta dal classico deus-ex-machina, qui interpretato da Intesa San Paolo. La più grande banca retail italiana si è offerta di comprare le parti “buone” delle due banche venete per la cifra simbolica di un euro. Tutti i crediti deteriorati, le azioni e il debito junior invece saranno soggetti alla procedura del bail-in. Il capitale è detenuto prevalentemente dal fondo Atlante. Gli obbligazionisti subordinati, che detengono circa 200 milioni di titoli, saranno soggetti a bail-in e rimborsati in un successivo momento  […]”

Le vicende bancarie italiane mostrano la presenza di un fenomeno di concentrazioni attraverso mergers and acquisitions prodotte anche dalla market discipline. Il processo di accorpamento delle banche tuttavia lascia aperto un insieme di interrogativi afferenti il ruolo sociale delle banche. Le banche cooperative, le banche popolari hanno l’obbiettivo statutario di servire i soci, gli stakeholders, le imprese e le famiglie presenti nel territorio di riferimento. Le banche cooperative e le banche popolari vengono anche definite come banche territoriali, o anche sociali o facenti riferimento ad un modello relazionale. Tuttavia la crescita dell’indice di Gini contraddice il processo di fusioni e acquisizioni all’interno del sistema bancario.
Le banche tendono a fenomeni di concentrazioni all’interno di un fenomeno complessivo di crescita della diseguaglianza, di crescita delle persone caratterizzate da fragilità finanziaria, di aumento considerevole dei working poors, e di soggetti anche qualificati privi della possibilità di acquistare capitale immobilizzato con il reddito da lavoro anche professionale. Lo scenario mostra la riduzione della classe media, il peggioramento della condizione dei lavoratori e dei poveri. La condizione dei working poors insieme con le questioni afferenti il benessere degli immigrati e delle fasce della popolazione aventi redditi bassi pone delle questioni nei confronti del sistema bancario.
La mancanza di istituzioni bancarie dedicate agli ultimi, ai poveri, agli operatori deboli dell’economia costituisce un rischio anche di ordine pubblico per una popolazione di riferimento. Le banche cooperative, popolari hanno avuto la capacità di fare partecipare la popolazione, gli artigiani, i commercianti, i lavoratori, le famiglie con risparmi a fenomeni di crescita e di accumulazione del capitale. Il rischio dell’eurosistema è nella perdita di valore delle organizzazioni bancarie dedicate al servizio nei confronti degli operatori economici aventi redditi bassi, o in condizione di fragilità finanziaria.

La crisi del sistema bancario cooperativo comporta anche la necessità di spostare risorse nei confronti della produzione di valore nei confronti degli elementi sistemici. Per avere un quadro di riferimento della condizione occorre verificare la presenza di una relazione significative tra l’indice di GIni e la distribuzione del reddito. Come indicato di seguito la crescita delle fasce di reddito elevate tende ad essere associata in modo positivo nei confronti della crescita dell’indice di Gini.



 La diseguaglianza misurata attraverso l'indice di Gini cresce con i redditi medio alti. I dati fanno riferimento ai paesi OCSE. I dati sono della banca mondiale. Il periodo di riferimento è 1960-2016.

martedì 27 giugno 2017

La fiducia dei consumatori nei dati Istat

La psicologia narrativa ci ha insegnato che non esiste contraddizione: le persone possono mantenere racconti paralleli e conflittuali contemporaneamente.” (R. J. Shiller, Capire la stagnazione del nostro tempo, Il sole 24 ore )


Il soggetto economico sembra essere lontano da una condizione razionalità. L’idea di razionalità è messa in discussione. L’individuo economico tende ad avere delle prospettive economiche a volte confuse come indicato nei dati afferenti la fiducia dei consumatori nel periodo tra il 06/2014 e 07/2017.
Variazioni clima di fiducia. L’indice della fiducia dei consumatori è calcolato dall’Istat con un valore base pari a 100 nel 2010. I dati sono calcolati come valori medi delle rilevazioni mensili. L’indice di fiducia dei consumatori risulta essere pari a 99,8 nel 2014. Tra il 2014 e il 2015 il valore dell’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato di 10,7 punti fino ad arrivare ad un valore pari a 110,5. Tra il 2015 e il 2016 il valore dell’indice di fiducia dei consumatori è aumentato di un valore pari a 0,9 punti fino ad arrivare ad un valore pari a 111,5. Tra il 2016 e il 2017 il valore del clima di fiducia dei consumatori è aumentato fino ad un valore pari a 107,00. Tra il 2014 e il 2017 il valore complessivo della variazione dell’indice di fiducia dei consumatori è aumentato di 7,2 punti percentuali.
Il Clima economico. La percezione dei consumatori con riferimento al clima economico risulta essere elevata rispetto al valore del clima di fiducia dei consumatori. Tra il 2014 e il 2017 il clima di fiducia dei consumatori è aumentato di un valore complessivo del 9,3 anche se il picco di è avvenuto nel 2015 con un valore pari a 139,5.
Clima personale. La fiducia afferente il clima personale è aumentata tra il 2014 e il 2017 dal 94,9 del 2014 fino ad arrivare al 101,6 del 2017. Il clima personale ha raggiunto un picco nell’anno 2016 con un valore pari a 103,7. Tra il 2014 e il 2017 l’indice afferente il clima di fiducia personale è aumentato del 6,7.
Clima corrente. Il clima corrente nel 2014 è stato pari a 93,6 calcolato rispetto all’ano 2010. Tuttavia nel periodo considerato la fiducia afferente il clima corrente è aumentata fino ad arrivare a 105,6 ovvero una crescita pari al 12 punti.
Clima futuro. La percezione afferente il clima futuro è aumentata nel periodo 2014-2017. Nel 2014 il valore della percezione afferente il futuro è stato pari a 109,1. Tra il 2014 e il 2017 la percezione afferente il clima futuro è aumentata di un valore pari a 0,3 fino.

 Valori medi annuali
Clima di Fiducia dei consumatori
Clima economico
Clima personale (b)
Clima corrente (b)
Clima futuro
2014
99,8
114,4
94,9
93,6
109,1
2015
110,5
139,5
100,8
103,7
120,7
2016
111,5
134,5
103,7
107,9
116,8
2017
107,0
123,7
101,6
105,6
109,4
2017-2014
7,2
9,3
6,7
12,0
0,3
Variazioni assolute
2015-2014
10,7
25,1
5,9
10,1
11,6
2016-2015
0,9
-4,9
2,9
4,2
-3,9
2017-2016
-4,5
-10,9
-2,2
-2,3
-7,4
Variazioni percentuali
2015-2014
10,7
21,9
6,2
10,8
10,6
2016-2015
0,8
-3,5
2,9
4,0
-3,2
2017-2016
-4,0
-8,1
-2,1
-2,2
-6,3


Conclusioni. Gli andamenti mostrano un miglioramento della fiducia dei consumatori nel 2015 e nel 2016 con riferimento ai temi trattati. Tuttavia è necessario anche considerare una certa riduzione dei valori nel 2017 almeno fino ai dati presenti. Il 2017 secondo la fiducia dei consumatori può essere considerato come un anno avente un valore ridotto rispetto al 2015 e al 2016. Inoltre occorre anche considerare il sottodimensionamento strutturale delle percezioni dei consumatori afferenti le condizioni personali rispetto al clima economico generale. I consumatori hanno migliorato le aspettative sul futuro con riferimento ai consumi tuttavia essi hanno delle aspettative personali ridotte rispetto al clima di fiducia generale ed anche rispetto al futuro. Il clima personale dei consumatori è importante in un sistema produttivo orientato a riconoscere l’importanza degli individui nelle relazioni orientate alla generazione di valore aggiunto. Il sistema economico è governato dai moods degli individui. Individui con moods lontani dalla positività possono avere un impatto riduttivo nei confronti della produzione di valore aggiunto. Il policy makers può intervenire per sostenere le aspettative personali dei consumatori nell’aumento della sostenibilità.





Clima di Fiducia dei consumatori
Clima economico
Clima personale (b)
Clima corrente (b)
Clima futuro
06/2014
103,3
123,7
96,6
96,5
113,6
07/2014
102,5
123,2
95,7
96,1
112,8
08/2014
100,0
116,1
94,6
93,8
109,7
09/2014
99,9
112,6
96,0
94,8
108,4
10/2014
98,7
107,3
95,2
92,9
106,5
11/2014
97,6
109,2
93,6
91,4
106,4
12/2014
96,9
108,5
92,6
89,7
106,2
01/2015
100,9
115,4
96,6
94,7
111,4
02/2015
107,8
138,4
98,0
98,5
121,9
03/2015
111,0
144,6
99,7
102,2
123,9
04/2015
108,3
135,1
98,9
101,3
118,7
05/2015
106,3
130,8
98,5
101,0
115,1
06/2015
110,0
140,3
100,0
103,3
120,3
07/2015
106,9
129,5
99,5
101,7
115,3
08/2015
109,5
134,0
101,4
104,0
118,2
09/2015
113,5
144,0
103,6
108,0
122,5
10/2015
117,0
152,7
103,9
109,3
126,9
11/2015
118,4
157,4
105,0
111,6
127,6
12/2015
116,9
151,3
104,5
109,1
126,4
01/2016
118,3
152,4
107,6
113,5
127,0
02/2016
114,4
141,8
105,8
110,7
120,3
03/2016
114,9
141,8
105,7
111,1
120,1
04/2016
114,0
139,9
104,8
110,0
119,8
05/2016
112,7
135,8
105,4
109,8
117,9
06/2016
110,1
131,6
103,0
108,2
113,0
07/2016
111,1
130,0
105,0
109,1
115,0
08/2016
109,0
125,7
103,6
107,2
112,3
09/2016
106,3
127,9
99,4
102,4
112,8
10/2016
107,9
127,3
100,5
102,8
114,3
11/2016
107,9
127,1
101,3
103,7
113,6
12/2016
110,8
133,2
102,7
106,2
115,9
02/2017
108,7
124,8
103,8
107,6
111,4
03/2017
106,6
121,4
102,1
104,7
109,5
04/2017
107,5
126,5
101,0
104,5
111,5
05/2017
107,4
123,6
101,5
105,6
109,9
06/2017
105,4
122,0
100,2
105,2
106,6
07/2017
106,4
123,6
100,9
105,7
107,7