“L’impasse
è stata risolta dal classico deus-ex-machina, qui interpretato da Intesa San
Paolo. La più grande banca retail italiana si è offerta di comprare le parti
“buone” delle due banche venete per la cifra simbolica di un euro. Tutti i
crediti deteriorati, le azioni e il debito junior invece saranno soggetti alla
procedura del bail-in. Il capitale è detenuto prevalentemente dal fondo
Atlante. Gli obbligazionisti subordinati, che detengono circa 200 milioni di
titoli, saranno soggetti a bail-in e rimborsati in un successivo momento […]”
Le
vicende bancarie italiane mostrano la presenza di un fenomeno di concentrazioni
attraverso mergers and acquisitions prodotte anche dalla market discipline. Il
processo di accorpamento delle banche tuttavia lascia aperto un insieme di interrogativi
afferenti il ruolo sociale delle banche. Le banche cooperative, le banche
popolari hanno l’obbiettivo statutario di servire i soci, gli stakeholders, le
imprese e le famiglie presenti nel territorio di riferimento. Le banche
cooperative e le banche popolari vengono anche definite come banche
territoriali, o anche sociali o facenti riferimento ad un modello relazionale.
Tuttavia la crescita dell’indice di Gini contraddice il processo di fusioni e
acquisizioni all’interno del sistema bancario.
Le
banche tendono a fenomeni di concentrazioni all’interno di un fenomeno
complessivo di crescita della diseguaglianza, di crescita delle persone
caratterizzate da fragilità finanziaria, di aumento considerevole dei working
poors, e di soggetti anche qualificati privi della possibilità di acquistare
capitale immobilizzato con il reddito da lavoro anche professionale. Lo
scenario mostra la riduzione della classe media, il peggioramento della
condizione dei lavoratori e dei poveri. La condizione dei working poors insieme
con le questioni afferenti il benessere degli immigrati e delle fasce della
popolazione aventi redditi bassi pone delle questioni nei confronti del sistema
bancario.
La
mancanza di istituzioni bancarie dedicate agli ultimi, ai poveri, agli
operatori deboli dell’economia costituisce un rischio anche di ordine pubblico
per una popolazione di riferimento. Le banche cooperative, popolari hanno avuto
la capacità di fare partecipare la popolazione, gli artigiani, i commercianti,
i lavoratori, le famiglie con risparmi a fenomeni di crescita e di accumulazione
del capitale. Il rischio dell’eurosistema è nella perdita di valore delle
organizzazioni bancarie dedicate al servizio nei confronti degli operatori
economici aventi redditi bassi, o in condizione di fragilità finanziaria.
La
crisi del sistema bancario cooperativo comporta anche la necessità di spostare
risorse nei confronti della produzione di valore nei confronti degli elementi
sistemici. Per avere un quadro di riferimento della condizione occorre
verificare la presenza di una relazione significative tra l’indice di GIni e la
distribuzione del reddito. Come indicato di seguito la crescita delle fasce di
reddito elevate tende ad essere associata in modo positivo nei confronti della
crescita dell’indice di Gini.
La diseguaglianza misurata attraverso l'indice di Gini cresce con i redditi medio alti. I dati fanno riferimento ai paesi OCSE. I dati sono della banca mondiale. Il periodo di riferimento è 1960-2016.