lunedì 12 giugno 2017

La fine del banco-centrismo

Questo libro vuole spiegare come si sia aperto un abisso tra la finanza come dovrebbe essere, descritta nei libri di testo […] che svolge una funzione essenziale per la crescita, e la “nuova” finanza che ha provocato la crisi ed è stata addirittura oggetto di un salvataggio pubblico senza precedenti. Lo scopo è capire come possiamo recuperare la banca perduta, cioè rispondere alla domanda che si pongono oggi non solo economisti e policy maker, ma anche i cittadini, che […] non sanno se possono ancora fidarsi delle banche o se dare ragione all’Economist  […] arrivato a coniare il termine banksters.” (http://www.lavoce.info/archives/47325/alla-ricerca-della-banca-perduta/) 

Il ruolo delle banche nel contesto dell’economia globale risulta essere stato modificato in modo strutturale. Le istituzioni e le organizzazioni bancarie sono state al centro dello sviluppo del capitalismo fino alla sostituzione con il valore della produzione del valore aggiunto di mercato. Il sistema bancario è stato posto innanzitutto in contrapposizione con il sistema finanziario. Tuttavia la finanza ha vinto contro la banca nella lotta per l’egemonia dei sistemi volti ad accaparrare le risorse monetarie. La vittoria della finanza sulle banche è stata realizzata per il tramite di innovazioni istituzionali ed organizzative orientate alla creazione forme nuove di contrattazione, di transazione, realizzate tra soggetti professionali abilitati all’amministrazione delle risorse finanziarie. I mercati secondari privatizzati predisposti tra operatori selezionati, lo shadow banking e i mercati privi di regolamentazione hanno comportato una crescita del volume e del numero delle transazioni.
Il problema tuttavia consiste negli elementi indicati di seguito:
  •        Il terzo ceduto senza consenso: la finanza, soprattutto definita a livello di istituzioni lontane dalla forma della banca tradizionale, ha utilizzato lo strumento della cessione del terzo senza consenso. Il creditore, oppure in talune circostanze anche il debitore, parte di un contratto creditizio a contenuto obbligatorio viene ceduto nei confronti delle controparti del mercato senza essere remunerato per i profitti derivanti dall’utilizzo delle posizioni attive o passive detenute. Il terzo viene ceduto senza possibilità di esprimere assenso. Il contratto creditizio posto in essere entra a far parte di una serie di contratti predisposti, come per esempio accaduto con i titoli subprime, senza il consenso del soggetto detentore della posizione sottostante, ovvero del collaterale. Il soggetto giuridico stipulante il contratto creditizio a carattere obbligatorio viene ad essere posto nella condizione di essere una sorta di “fonte costitutiva” di un ordinamento di contratti a carattere finanziario, produttivo di profitti, di commissioni, di redditi privi di relazione con il soggetto titolare della posizione giuridica scaturente originaria. La cessione del terzo senza consenso attraverso la creazione dei derivati finanziari induce ad una struttura di rischi privi di controllo, in grado di minacciare l’equilibrio delle risorse predisposte all’interno del sistema di mercato.
  •     L’utilizzo privatistico del risparmio come bene pubblico: il risparmio è un bene pubblico. Esso rappresenta le posizioni lunghe detenute dalla popolazione.  Tuttavia il risparmio inteso come bene pubblico viene utilizzato come risorsa a sostegno delle attività private attraverso la realizzazione di una serie di attività finanziarie. Il risparmio detenuto dalle banche è in grado di aumentare il requisiti di solidità del sistema bancario anche se tuttavia esso risulta essere utilizzato in modo privo di efficienza. Il processo di creazione della moneta da parte delle banche e delle organizzazioni finanziarie non bancarie avviene nella strumentalizzazione del risparmio pubblico. In caso di crisi finanziaria, in un sistema caratterizzato da una banca centrale di fatto privatizzata e con stati aventi un grado elevato di debito pubblico, l’effetto può essere devastante.

Tuttavia gli elementi indicati sono solo alcuni da aggiungere ai fattori indicati di seguito ed in grado di aumentare il rischio prodotto nel sistema finanziario ovvero:
  •          La richiesta pressante di riduzione della regolamentazione finanziaria;
  •        Le politiche economiche finanziarie di salvataggio;
  •         Il rapporto di equilibrio mancato tra finanza pubblica e finanza privata;
  •        La riduzione del ruolo dell’intermediazione;
  •         L’informatizzazione delle transazioni.


Il sistema bancario risulta essere stato superato dal sistema finanziario inteso in senso ampio. Il sistema finanziario utilizza una serie di transazioni fuori dal mercato, attraverso i sistemi shadow, con operatori selezionati, in assenza di regole di mercato, anche grazie all’innovazione finanziaria sostenuta dalla tecnologia. Il processo di creazione della moneta di quarto grado come per esempio nel caso dei derivati sembra essere sottratto al controllo degli enti di regolamentazione siano essi afferenti al Governo oppure alla Banca Centrale.
Tuttavia la sfida della regolamentazione del sistema finanziario mette in crisi innanzitutto la Banca Centrale. Il divorzio tra Banca Centrale e Governo ha infatti creato le condizioni per attribuire alla Banca Centrale le responsabilità dell’intervento mancato in ambito di controllo della creazione monetaria. I limiti della Banca Centrale rispetto all’emissione di moneta di primo grado, come per esempio nel caso dell’acquisto dei titoli di stato, sembrano essere privi di applicazione per l’emissione di moneta di quarto grado, come avviene nel caso dei derivati finanziari.
La Banca Centrale è chiamata ad avere un comportamento coerente nell’esercizio delle politiche monetarie anche orientate all’austerità con applicazione uniforme alle varie tipologie delle forme di creazione monetaria.





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