« Le preoccupazioni per lo state capture
non sono affatto una novità. In molti paesi gli interessi speciali continuano a
mantenere un'indebita ed esorbitante influenza sui legislatori, mentre gli enti
di regolamentazione sono sempre propensi a vedere il mondo con gli occhi delle
persone sulle cui attività dovrebbero esercitare il controllo. […] Negli ultimi decenni, le
attività finanziarie sono cresciute in maniera spropositata rispetto a
qualsiasi altro indice dell'attività economica […]Dagli
inizi degli anni Ottanta si era verificata infatti una forma di "cattura
cognitiva", e i policymaker si sono convinti che innovazione e
deregulation non potevano che migliorare il funzionamento sia
dell'intermediazione finanziaria sia dell'economia nel suo complesso. […]Oltretutto,
erogare ingenti sussidi impliciti a imprese che sono troppo grandi per fallire
non dovrebbe essere una politica praticabile, in quanto incoraggia queste
imprese ad assumersi un rischio eccessivo […]Di conseguenza, in Germania e in
Francia (come in Giappone) le autorità hanno continuato a opporsi agli aumenti
dei requisiti di capitale, nonostante l'ampio consenso sul fatto che farlo
sarebbe una componente fondamentale di una ri-regolamentazione efficace. » ( Il futuro dello Statocatturato, Simon Johnson, Il sole24 ore, 23 aprile 2014)
Nel seguente articolo si
mette in evidenza come lo stato sia stato catturato da un processo cognitivo a
difesa della deregolamentazione dei mercati finanziari e del sistema bancario. Lo
Stato, i suoi rappresentati politici e i suoi funzionari-burocrati, sarebbe catturato da tale jizz cognitivo e incapaci
di pensare al benessere comune. Gli interessi delle grandi banche e dei mercati
finanziari sarebbero coincidenti con gli interessi dello Stato e della
collettività. “What is good for banks and
financial markets is good for US” si potrebbe dire parafrasando un celebre
motto dell’industrialismo fordista. Tuttavia è necessario considerare il
significato della “finanziarizzazione” dell’economia nella globalizzazione. La
crescita delle attività finanziarie riflette l’accesso di molti lavoratori al
reddito, ovvero al consumo e al risparmio, nel corso della “golden age”. SI
tratta di un fatto rilevante. Per quanto
infatti sia interessante investire nella globalizzazione è pure necessario
sottolineare che il risparmio di 500 milioni di persone nel mondo occidentale (
Europa + Stati Uniti) costituisce una riserva importante per il sistema
bancario europeo e statunitense. Il risparmio degli europei e degli statunitensi
è infatti un risparmio in moneta forte, laddove il risparmio realizzabile da
altri consumatori in altre aree geografiche ha un valore monetario molto
inferiore. Inoltre la riduzione del reddito delle persone in Europa e Stati
Uniti riduce la possibilità delle imprese di realizzare una sorta di “ free
riding” tra investimento produttivo nei paesi a basso costo di impianto e
vendita dei beni in moneta forte nei paesi occidentali. Il sistema bancario e
finanziario europeo e occidentale ha un pilastro fondamentale nel reddito dei lavoratori, nelle pensioni,
nel risparmio dei cittadini, nelle assicurazioni che i cittadini sono in grado
di sottoscrivere. La riduzione del numero di persone che possono accedere a
questo mercato interno può costituire una forma di rischio sistemico molto
forte per le banche e i mercati finanziari. Le banche e i mercati finanziari
perdono autonomia rispetto alla banca centrale all’aumentare del numero di
persone a minore reddito e risparmio.
Le politiche a favore della
crescita delle riserve bancarie e della regolamentazione hanno un effetto
anticiclico. Tuttavia gravano sui più deboli. Il credi crunch è una misura
recessiva. L’aumento delle riserve bancarie aumenta la sostenibilità del
sistema bancario e finanziario in modo meno che proporzionale rispetto all’aumento
del reddito delle persone e del risparmio. Il vero collaterale di una politica
economica e finanziaria avente ad oggetto il tema della sostenibilità è la
riduzione del tasso di disoccupazione e la regolamentazione dei mercati
speculativi.
Se infatti la crescita
delle riserve bancarie può essere recessiva, la regolamentazione dei mercati
finanziari nei periodi di crisi economica può essere molto positiva perché
riduce il rischio che le risorse
piuttosto che investite nell’economia reale siano ancora utilizzate per
ottenere redditi dalla speculazione.
Inoltre la regolamentazione
finanziaria può essere oggetto di una scelta a carattere politico laddove la
crescita delle riserve bancarie è demandata alle autorità di
autoregolamentazione.
Tuttavia è necessario anche
considerare la possibilità di strade nuove per dare nuovo slancio all’economia,soprattutto
nel mondo occidentale. E’ necessario per i cittadini europei e statunitensi
riappropriarsi di una capacità di fondare nuove istituzioni del mercato e
realizzare nuove organizzazioni a fondamento istituzionale tali da poter
realizzare una nuova fase di diritti e crescita. Temi come l’acquisto di una
abitazione, l’ottenimento di risorse finanziarie necessarie per far fronte al
pagamento di spese fondamentali, piccole risorse finanziare da destinare a
progetti imprenditoriali, devono poter essere condivise a mezzo di nuove
organizzazioni a fondamento associativo di economia civile tali da superare i
problemi posti dalla crisi del sistema bancario e finanziario. Una nuova fase
di institutional building può essere fondamentale per rompere la cattura
cognitiva e acquisire libertà economica.