“Il mercato però nell’ultimo
biennio - ad esempio con la crescita industriale e degli investimenti privati -
ha dato impulso alla recente ripresa meridionale. Lo Stato, al contrario, ha
continuato a deludere su diversi fronti: investimenti pubblici; contrazione dei
servizi sanitari, scolastico-universitari, di quelli propri degli enti locali;
persistente inefficienza della Pubblica amministrazione meridionale” (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2018-08-01/anni-crisi-e-ripresa-mai-certa-sud-senza-coordinate-222602.shtml?uuid=AEdBQuVF)
La
questione meridionale è sempre un tema di attualità nonostante siano passati
oltre 150 anni dalla fondazione dello stato unitario, nonostante il piano Marshall,
l’unione Europea, e i vari progetti che sono stati sviluppati nell’interno
dell’economia dell’Unione Europea per favorire il successo delle aree
economiche depresse. Del resto anche il cambiamento dello scenario politico
risulta essere privo di ogni capacità di generare forme evolute di innovazione
economica che siano in grado di porre
fine all’odiata questione meridionale. Occorre peraltro ricordare che paesi
come l’Italia caratterizzati da divari di carattere regionale come per esempio
la Germania, oppure anche la Polonia, sembrano aver risolto il problema
dell’integrazione economica tra le aree a diversa velocità, laddove invece il
problema italiano persiste e a dire la verità, sembra che sia destinato a
persistere, se non ad aggravarsi anche nel futuro.
Le
cause di un peggioramento della condizione economica del meridione sono
evidenti:
·
Indebitamento dello stato: l’indebitamento dello stato
impedisce di realizzare delle politiche economiche attive le quali possano
essere utilizzate per rafforzare le infrastrutture, per fare degli investimenti
di lungo periodo. L’indebitamento dello Stato inoltre, unito anche alle
limitazioni che sono state poste all’interventismo pubblico nell’interno delle
imprese, riduce la possibilità di intervenire in quei contesti di crisi
aziendale, di fallimento, che caratterizzano spesso l’impianto industriale del
mezzogiorno, molto spesso legato ad investimenti degli anni 60 caratterizzati
da un orientamento del tipo fordista-taylorista, pure nell’interno di un
processo nel quale, quel medesimo orientamento stava per essere distrutto dalle
nuove metodologie industrialiste basate sulla impresa snella, sulla lean
production, e sul metodo del just in time. L’indebitamento dello stato pertanto
impedisce di dotare il Mezzogiorno quegli elementi che siano in grado nel lungo
periodo di incrementare il prodotto interno lordo generato. Del resto al
mancato investimento da parte dello Stato si potrebbe anche sopperire con
l’investimento da parte dei privati, tuttavia i privati sono limitati nella
loro capacità di investimento sia da condizioni oggettive sia dalla mancanza di
forme giuridiche adeguate. In modo particolare sarebbe possibile creare dei
mercati locali per gli investimenti nei quali trattare le obbligazioni, le
azioni ed i titoli. Tuttavia le classi dirigenti risultano essere prive di
interesse nei confronti dei mercati finanziari e proprio per questa
motivazione, in fondo, anche il mercato dei titoli di stato rischia di essere
un mercato privo di valore. La crescita della cultura finanziaria è un elemento
essenziale per procedere al rafforzamento degli enti pubblici e financo dello
Stato, in modo tale che sia possibile avere quell’equilibrio di bilancio che
consenta di investire, e di realizzare la missione di emancipazione,
eguaglianza, libertà e progresso che pure è presente nella costituzione e che
individua l’elemento essenziale dello Stato inteso come comunità politica.
·
Mancanza di convenienza negli
investimenti: gli
investimenti nel mezzogiorno hanno un livello di rendimento basso. Il livello
di rendimento basso è in realtà una funzione del capitale. Il capitale
accumulato, stoccato, stabilisce la presenza di opportunità di investimento.
Occorre considerare che gli imprenditori, i banchieri, i professionisti ed
anche i lavoratori, cercano molto spesso delle opportunità di rete, ovvero la
possibilità di intessere delle relazioni di carattere economico che possano
tradursi in opportunità di business, di profitto, di impresa. La convenienza
degli investimenti nel mezzogiorno, pure in presenza di un costo del capitale
umano sostanzialmente basso, risulta essere ridotta. In effetti l’imprenditore
che volesse investire a parità di tasse dovrebbe essere costretto anche a
procedere al pagamento di costi impliciti i quali fanno riferimento
all’inefficienza della giustizia, alla mancanza di mezzi e strumenti di
trasporto adeguati, ad un capitale umano spesso poco qualificato, alla
deficienza di reti relazioni di sostegno all’impresa che possano consentire di
realizzare dei veri e propri distretti produttivi. Gli imprenditori hanno
quindi minori opportunità di business. Occorre infatti considerare sempre la
dimensione della competizione. La competizione in effetti motiva molto spesso
gli imprenditori ad investire. La mancanza di competizione può essere un
elemento che limita l’impiego delle risorse rivolte nei confronti degli investimenti
produttivi. Inoltre occorre anche considerare che uno degli obbiettivi delle
imprese consiste nella necessità di crescere a livello dimensionale. Le
dimensioni contano quando si compete nel mercato locale, nazionale ed
internazionale. La possibilità di realizzare fusioni ed acquisizioni nel sud
Italia è bassa proprio per la mancanza di quelle relazioni tra gli imprenditori
i banchieri e i professionisti che sono l’unica via per incrementare il volume
delle imprese definito sotto il punto di vista degli assets.
·
Bassa predilezione nei confronti
del rischio di impresa: gli
imprenditori meridionali hanno poca predilezione nei confronti del rischio.
L’atteggiamento attendista nei confronti del rischio impedisce alle imprese di
incrementare il prodotto interno lordo, il valore aggiunto generato. Occorre
che le imprese e gli imprenditori siano risk takers affinché possano giungere
alla posizione di rent seeking. L’orientamento nei confronti del rischio porta
alla necessità di comprendere la questione del cambiamento come uno strumento
essenziale nell’interno del contesto economico del mercato. In modo particolare
il rischio di impresa sorge in connessione con l’utilizzo della tecnologia. La
tecnologia apre degli scenari nuovi nel mercato. L’industria 4.0 potrebbe
essere uno strumento da utilizzare nell’interno delle metodologie di creazione
di forme nuove di profitto anche se il livello di digitalizzazione delle
imprese meridionali risulta essere caratterizzato da un valore ancora basso.
Del resto anche l’e-commerce, i servizi di trasferimento di denaro online,
l’e-government, l’e-management, ed in generale l’e-business risultano essere
ancora dei territori inesplorati per le imprese meridionali.
·
Basso livello di partecipazione delle
donne al mercato del lavoro: il
basso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro è un elemento
in grado di ridurre l’impatto della crescita economica nelle aree del mezzogiorno.
Tuttavia occorre disegnare delle opportunità nuove per le donne che siano in
grado anche di essere rivolte alla comprensione di quelle che sono le necessità
delle donne sotto il punto di vista della conciliazione dei tempi di lavoro con
i tempi di vita, con attenzione anche alla flessibilità e con un elemento anche
di lotta nei confronti del gender pay gap, ovvero delle differenze prodotte
dalla diversità dei redditi per lavori simili. Occorre quindi incrementare la
partecipazione delle donne al lavoro come una politica economica strategica per
aumentare il prodotto interno lordo nelle regioni meridionali.
·
Livello ridotto dell’adozione delle
tecnologie nelle imprese e nelle pubbliche amministrative: l’efficienza della pubblica
amministrazione è un elemento essenziale nel contesto della produzione di
valore aggiunto. Le imprese hanno infatti necessità di relazionarsi con la
pubblica amministrazione per lo svolgimento di un insieme di attività.
L’efficientamento delle pubbliche amministrazioni attraverso il riferimento
all’utilizzo della tecnologia induce ad una smartizzazione dello stato, degli
enti locali, che possono cercare di seguire lo sviluppo delle imprese, ed anche
di interi distretti ed aree di insediamento produttivo attraverso gli strumenti
nuovi offerti dal connubio tra nuove tecnologie informatiche e sistema della
terziarizzazione dell’economia.
Di
seguito vengono analizzati alcuni dati i quali fanno riferimento all’insieme di
elementi i quali sono tratti dal rapporto Istat-BES, con riferimento alle
regioni italiane e le macro-regioni italiane.
Indice composito di Salute per
regione e ripartizione geografica. L’indice
composito della Salute nel Nord Italia è cresciuto tra il 2009 e il 2010 da un
valore pari a 103,1 fino ad un valore pari a 106,1 ovvero una crescita di 3
punti pari al 2,9%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’indice composito
della salute è passato da un valore di 106,1 fino ad un valore di 107,1 ovvero
una crescita di 1 punto ovvero pari a 0,9%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012
il valore dell’indice composito della Salute è passato da un valore pari a 107,1
fino ad un valore pari a 107,6 ovvero una crescita in valore assoluto pari a
0,5 ed un valore percentuale equivalente. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013
il valore dell’indice composito della salute è passato da un valore pari a
107,6 fino ad un valore pari a 108,8 ovvero una crescita in valore assoluto
pari a 1,2 ed una variazione percentuale pari a 1,1. Nel passaggio tra il 2013
e il 2014 l’indice composito della Salute per regione nel Nord è passato da un
valore di 108,8 fino ad un valore pari a 110,4 ovvero un valore assoluto pari a
1,6 ed un valore percentuale pari a 1,5. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015
l’ammontare dell’indice composito è passato da 110,4 fino a 109,9 ovvero una
riduzione di 0,5 punti in valore assoluto ed in valore percentuale. Nel
passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della salute
è passato da un ammontare pari a 109,9 fino ad un valore pari a 111,8 ovvero
pari ad una variazione assoluta di 1,9 ed una variazione percentuale di 1,7. Nel
complesso tra il 2009 e il 2016 il valore complessivo della variazione assoluta
dell’indice composito della Salute per regione e ripartizione geografica nel
Nord è stato pari a 8,7.
L’indice
composito della Salute per regione e ripartizione geografica nel Centro è cresciuto
nel periodo tra il 2009 e il 2010 da un valore pari a 99,1 fino ad un valore
pari a 101,1 ovvero una crescita assoluta e percentuale pari a 2,00. Nel passaggio
tra il 2010 e il 2011 l’indice composito di salute per regione è passato da un
valore pari a 101,1 fino ad un valore di 102,4 ovvero una crescita pari a 1,3
punti di variazione sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel
passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito è passato
da un valore pari a 102,4 fino ad un valore
pari a 104,7 ovvero pari a 2,3 punti in valore assoluto ed in modo particolare
pari a 2,2 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013
l’ammontare dell’indice composito di Salute per regione e ripartizione
geografica è passato da un valore pari a 104,7 fino ad un valore pari a 104,4
ovvero pari a -0,3 punti in valore assoluto equivalente ad un valore
percentuale di 0,3. Nel passaggio tra 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice
composito è passato da un valore pari a 104,4 fino ad un valore pari a 106,7
ovvero una variazione pari a 2,3 pari ad un valore percentuale di 2,2%. Nel passaggio
tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito è passato da un valore
pari a 106,4 fino ad un valore pari a 106,9 ovvero una variazione pari ad un
ammontare di 0,5 punti definiti sia a livello assoluto sia a livello percentuale.
Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della Salute è passato
per il Centro da un valore pari a 106,4 fino ad un valore pari a 106,9. In modo
particolare nel complesso del periodo considerato ovvero tra il 2009 e il 2016
il valore dell’indice composito della salute è aumentato di un valore pari a
7,8 punti in valore assoluto e pari ad un valore di 7,9 punti in valore
percentuale.
Il
valore dell’indice composito della Salute per regione e ripartizione geografica
è cresciuto nel periodo considerato in modo complessivo da un valore pari a
89,3 fino ad un valore pari a 95,6 ovvero una crescita in valore assoluto pari
ad un ammontare in valore assoluto del 6,3 ed in valore percentuale pari a 7,1.
Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 il valore dell’indice composito della
Salute è passato da un valore pari a 89,3 fino ad un valore pari a 90,8 ovvero
pari a 1,5 in valore assoluto e pari ad un valore di 1,7 in valore percentuale.
Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice composito di Salute
è passato da un valore pari a 90,8 fino ad un valore pari a 92,2 ovvero pari ad
una crescita di 1,4 in valore assoluto e 1,5 in misura percentuale. Nel
passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito della Salute
è passato da un valore pari a 92,2 fino ad un valore pari a 91,9 ovvero pari ad
una riduzione di -0,3 sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel
passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore dell’indice composito della Salute è
passato da un ammontare pari a 91,9 fino ad un valore pari a 92,4 ovvero una
variazione assoluta e percentuale pari a 0,5. Nel passaggio tra il 2013 e il
2014 l’ammontare dell’indice composito della salute è passato da un valore pari
a 92,4 fino ad un valore pari a 94,2 ovvero una variazione pari ad un ammontare
di 1,8 punti in via assoluta e pari ad un valore di 1,9 in misura percentuale.
Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito della
Salute è passato da un valore di 93,8 fino ad un valore di 95,6 ovvero una
crescita pari a 1,8 punti sotto il punto di vista assoluto ed un valore pari a
1,9 in valore percentuale. Nel complesso il valore dell’indice composito della
salute è cresciuto in valore assoluto pari a 6,3 punti assoluti e 7,1 punti
percentuali.
In
modo particolare, con riferimento all’anno 2016 il valore dell’indice composito
della Salute nel SUD è stato pari a -16,2 punti rispetto al Nord, pari a -11,3
punti rispetto al Centro e pari a -9,6 punti rispetto all’Italia. Occorre
pertanto procedere ad individuare delle metodologie di politica economica i
quali siano in effetti in grado di incrementare l’investimento nella Salute
nelle regioni meridionali. Occorre pertanto considerare che la capacità di
incrementare la Salute dei cittadini meridionali può avvenire attraverso
l’investimento nella spesa sanitaria, ovvero attraverso l’investimento negli
ospedali e nelle strutture sanitarie.
Indice composito di
Salute per regione e ripartizione geografica - Anni 2009-2016. Metodo AMPI.
Italia 2010 = 100
|
|||||||||
2009
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
||
Nord
|
103,1
|
106,1
|
107,1
|
107,6
|
108,8
|
110,4
|
109,9
|
111,8
|
|
Centro
|
99,1
|
101,1
|
102,4
|
104,7
|
104,4
|
106,7
|
106,4
|
106,9
|
|
Mezzogiorno
|
89,3
|
90,8
|
92,2
|
91,9
|
92,4
|
94,2
|
93,8
|
95,6
|
|
ITALIA
|
97,9
|
100,0
|
101,3
|
101,9
|
102,2
|
104,0
|
103,4
|
105,2
|
|
Variazione
assoluta
|
2009-2010
|
2010-2011
|
2011-2012
|
2012-2013
|
2013-2014
|
2014-2015
|
2015-2016
|
2009-2016
|
|
Nord
|
3,0
|
1,0
|
0,5
|
1,2
|
1,6
|
-0,5
|
1,9
|
8,7
|
|
Centro
|
2,0
|
1,3
|
2,3
|
-0,3
|
2,3
|
-0,3
|
0,5
|
7,8
|
|
Mezzogiorno
|
1,5
|
1,4
|
-0,3
|
0,5
|
1,8
|
-0,4
|
1,8
|
6,3
|
|
ITALIA
|
2,1
|
1,3
|
0,6
|
0,3
|
1,8
|
-0,6
|
1,8
|
7,3
|
|
Variazione
percentuale
|
2009-2010
|
2010-2011
|
2011-2012
|
2012-2013
|
2013-2014
|
2014-2015
|
2015-2016
|
2009-2016
|
|
Nord
|
2,9
|
0,9
|
0,5
|
1,1
|
1,5
|
-0,5
|
1,7
|
8,4
|
|
Centro
|
2,0
|
1,3
|
2,2
|
-0,3
|
2,2
|
-0,3
|
0,5
|
7,9
|
|
Mezzogiorno
|
1,7
|
1,5
|
-0,3
|
0,5
|
1,9
|
-0,4
|
1,9
|
7,1
|
|
ITALIA
|
2,1
|
1,3
|
0,6
|
0,3
|
1,8
|
-0,6
|
1,7
|
7,5
|
Indice composito di
istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica. L’indice composito di istruzione e
formazione è composto attraverso un insieme di elementi i quali sono la
partecipazione alla scuola dell’infanzia, le persone con almeno il diploma
nell’età compresa tra i 25 e i 64 anni, i laureati e le persone con altri
titoli terziari nell’interno dell’età compresa tra i 30 e i 34 anni, l’uscita
precoce dal sistema di istruzione e formazione, la partecipazione alla formazione
continua.
Il
valore dell’indice composito dell’istruzione è stato pari ad un valore di 102,6
nel 2008. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare dell’indice composito dell’istruzione
e formazione con riferimento al Nord è passato da un valore pari a 102,6 fino
ad un valore pari a 102,5 ovvero una riduzione in valore assoluto e percentuale
pari a 0,1. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice
composito in istruzione e formazione è passato da un valore pari a 102,5 fino
ad un valore pari a 103,8 ovvero una crescita pari a 1,3 punti sia sotto il
punto di vista assoluto che percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare
dell’indice composito dell’istruzione e della formazione è passato da un valore
pari a 103,8 ad un valore pari a 104,4 per il Nord con una variazione assoluta
e percentuale pari a 0,6. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice
composito per istruzione e formazione è passato da un valore pari a 104,4 fino
ad un valore pari a 107,5 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 3,1 in
valore assoluto e pari a 3,0 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e
il 2013 l’ammontare dell’indice di istruzione e formazione nel Nord è passato
da un valore pari a 107,5 fino ad un valore pari a 107,3 ovvero una variazione
pari ad un valore assoluto e percentuale pari a 0,2. Nel passaggio tra il 2013
e il 2014 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione nel Nord
è passato da un valore pari a 107,3 fino ad un valore pari a 109,9 ovvero una
variazione pari a 2,6 punti in senso assoluto e pari ad un valore di 2,4 in
valore percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice
composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 109,9 fino ad
un valore pari a 110,7 ovvero una variazione pari ad un valore di 0,8 punti
assoluti equivalente a 0,7 punti percentuali. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016
l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un
valore pari a 110,7 fino ad un valore pari a 113,1 ovvero una crescita in
valore assoluto del 2,4 e pari a 2,2 in misura percentuale. Nel complesso nel periodo
tra il 2008 e il 2016 il valore dell’indice composito in istruzione e
formazione del Nord è migliorato di 10,5 punti in misura assoluta e di 10,2
punti in misura percentuale.
Il
valore dell’indice composito di istruzione e formazione nel Centro Italia è
passato da un valore pari a 109,6 del 2008 fino ad un valore pari a 108,7 nel
2009 con una riduzione pari ad un valore di -0,9 punti in senso assoluto ovvero
pari ad un ammontare di 0,8 punti in misura percentuale. Nel passaggio tra il
2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è
passato da un valore pari a 208,7 fino ad un valore pari a 108,3 ovvero una
riduzione assoluta e percentuale pari ad un valore di -0,4. Nel passaggio tra
il 2010 e il 2011 il valore dell’indice composito di istruzione e formazione è
passato da un valore pari a 108,3 fino ad un valore pari a 106,6 ovvero una
variazione pari a -1,7 punti in valore assoluto e pari ad un valore pari a -1,6
in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice
composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 106,6 fino
ad un valore pari a 110,4 ovvero una variazione pari ad un valore di 3,8 punti
in valore assoluto e pari ad un valore di 3,6 punti percentuali. Nel passaggio
tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e
formazione è rimasto costante ad un valore pari a 110,4. Nel passaggio tra il
2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è
passato da un valore pari a 110,4 fino ad un valore pari a 110,8 ovvero una
variazione pari ad un valore di 0,4 punti definiti in modo assoluto e
percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’indice composito è tornato a
110,4 per poi risalire a 112,0. Nel complesso nel passaggio tra il 2008 e il
2016 l’indice composito dell’istruzione e formazione per regione e ripartizione
geografica è cresciuto di un valore pari a 2,4 sotto il punto di vista assoluto
e di un valore pari a 2,2%.
Il valore dell’indice
composito dell’istruzione e formazione per il Mezzogiorno è cresciuto nel
periodo tra il 2008 e il 2016 anche se è rimasto strutturalmente al di sotto
della media nazionale oltre che del centro e del Nord Italia. Nel 2008 il
valore dell’indice in oggetto è stato pari ad un valore di 89,5 nel Mezzogiorno.
Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il valore dell’indice composito è passato
da un valore pari a 89,5 fino ad un valore pari a 89,7 ovvero una crescita pari
ad un ammontare pari a 0,2 punti definiti sia sotto il punto di vista assoluto
sia sotto il punto di vista percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare
dell’indice composito di istruzione e formazione è aumentato da un valore pari
a 89,7 fino ad un valore pari a 90,3 ovvero una crescita in valore assoluta
pari ad un valore di 0,6 ed una crescita in valore percentuale pari a 0,7. Nel passaggio
tra il 2010 e il 2011 il valore dell’indice composito di istruzione e
formazione è passato da un valore pari a 90,3 fino ad un valore pari a 92,3
ovvero una crescita pari a 2,0 punti in valore assoluto equivalente ad un
valore pari a 2,2 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il
valore dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore
pari a 92,3 fino ad un valore pari a 95,0 ovvero una crescita pari a 2,7 punti
in valore assoluto equivalenti ad un valore di 2,9 punti percentuali. Nel
passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore dell’indice composito dell’istruzione
e della formazione è passato da un valore pari a 92,3 fino ad un valore pari a
95,00 ovvero una crescita pari a 2,7 in valore assoluto e pari a 2,9 in valore
percentuali. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore dell’indice
composito è passato da un valore pari a 94,3 fino ad un valore pari a 95,8
ovvero una crescita pari a 1,5 punti in valore assoluto e pari a 1,6 punti
percentuali. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice
composito di istruzione e formazione è passto da un valore di 95,8 fino ad un
valore pari a 95,5 ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a 0,3. Nel
passaggio tra il 2015 e il 2016 il valore dell’indice composito analizzato è
passato da un valore pari a 95,5 fino ad un valore pari a 97,1 ovvero pari ad
una variazione di 1,6 punti in valore assoluto equivalenti ad un valore di 1,7
sotto il punto di vista percentuale. Nel complesso il valore dell’indice
composito di istruzione e formazione è aumentato nel periodo tra il 2008 e il
2016 di un valore pari a 7,6 punti in valore assoluto equivalente ad una
crescita dell’8,5 in misura percentuale.
Indice
composito di istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica -
Anni 2008-2016. Metodo AMPI. Italia 2010 = 100
|
||||||||||
2008
|
2009
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
||
Nord
|
102,6
|
102,5
|
103,8
|
104,4
|
107,5
|
107,3
|
109,9
|
110,7
|
113,1
|
|
Centro
|
109,6
|
108,7
|
108,3
|
106,6
|
110,4
|
110,4
|
110,8
|
110,4
|
112,0
|
|
Mezzogiorno
|
89,5
|
89,7
|
90,3
|
92,3
|
95,0
|
94,3
|
95,8
|
95,5
|
97,1
|
|
Italia
|
99,1
|
99,1
|
100,0
|
100,7
|
103,7
|
103,4
|
105,2
|
105,4
|
107,4
|
|
Valore assoluto |
2008-2009
|
2009-2010
|
2010-2011
|
2011-2012
|
2012-2013
|
2013-2014
|
2014-2015
|
2015-2016
|
||
Nord
|
-0,1
|
1,3
|
0,6
|
3,1
|
-0,2
|
2,6
|
0,8
|
2,4
|
10,5
|
|
Centro
|
-0,9
|
-0,4
|
-1,7
|
3,8
|
0,0
|
0,4
|
-0,4
|
1,6
|
2,4
|
|
Mezzogiorno
|
0,2
|
0,6
|
2,0
|
2,7
|
-0,7
|
1,5
|
-0,3
|
1,6
|
7,6
|
|
Italia
|
0,0
|
0,9
|
0,7
|
3,0
|
-0,3
|
1,8
|
0,2
|
2,0
|
8,3
|
|
Valore percentuale |
2008-2009
|
2009-2010
|
2010-2011
|
2011-2012
|
2012-2013
|
2013-2014
|
2014-2015
|
2015-2016
|
||
Nord
|
-0,1
|
1,3
|
0,6
|
3,0
|
-0,2
|
2,4
|
0,7
|
2,2
|
10,2
|
|
Centro
|
-0,8
|
-0,4
|
-1,6
|
3,6
|
0,0
|
0,4
|
-0,4
|
1,4
|
2,2
|
|
Mezzogiorno
|
0,2
|
0,7
|
2,2
|
2,9
|
-0,7
|
1,6
|
-0,3
|
1,7
|
8,5
|
|
Italia
|
0,0
|
0,9
|
0,7
|
3,0
|
-0,3
|
1,7
|
0,2
|
1,9
|
8,4
|