Il ruolo dell’Unione
europea viene messo in discussione dai paesi membri. Le relazioni tra stati
membri e commissioni possono essere molto tese. L’Unione Europea ha un dialogo
interno complesso. I paesi mediano all’interno delle istituzioni europee condizioni
a volte contrastanti. I movimenti politici europei hanno fondamento nazionale.
I partiti nazionali sono classificabili in una scala di europeismo. La crisi
economica ha fatto crescere il numero di partiti e movimenti politici contrari
all’Europa. Euroscetticismo è presente anche in partiti per tradizione
favorevoli all’Unione Europea. La politica ha mostrato più volte di essere
contraria all’Unione Europea. I meccanismi decisionali europei fanno trasparire
una conflittualità esacerbata. L’Unione Europea è comprensiva anche dei paesi
aventi l’euro come moneta. L’Ue considerata nel suo complesso è una economia in
grado di competere a livello internazionale. I dati della Banca Mondiale sono
chiari nel delineare la leadership economica dell’Unione Europea. I partiti
politici europei sono chiamati all’amministrazione dell’area economica a reddito
elevato. Le politiche dell’Unione Europea possono consentire di stabilizzare il
dialogo trai i paesi membri. L’unità politica all’interno delle istituzioni a
carattere costituzionale può garantire all’Unione Europea la permanenza nella
leadership. La classe politica europea deve essere pronta a rappresentare l’area
economica a valore aggiunto elevato.
I
dati della Banca Mondiale per tasso di crescita economica.
I dati della Banca Mondiale mostrano la dominanza dell’economia UE rispetto all’economia
mondo. I dati sono del 2014. I tassi di
crescita del prodotto interno lordo tra il 2002 e il 2014 individuano la
crescita delle economie asiatiche rispetto alle economie occidentali. Il tasso
di crescita medio del prodotto interno lordo della Cina tra il 2002 e il 2014 è
stato pari al 9,9%. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo degli
Usa tra il 2002 e il 2014 è stato pari a 1,8%. Il tasso di crescita medio del
prodotto interno lordo dell’Unione Europea tra il 2002 e il 2014 è stato pari a
1,1. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo del Giappone tra il
2002 e il 2014 è stato pari allo 0,8%. L’analisi dei tassi di crescita mostra
la prevalenza dell’andamento dell’economia cinese.
Il
PIL a prezzi di mercato. L’andamento del prodotto interno
lordo a prezzi di mercato consente di verificare il ruolo dell’Unione Europea
nel contesto dell’economia globale. Il prodotto interno lordo dell’economia UE
era pari al 28% del prodotto interno lordo dell’economia mondo nel 2008. La
crisi economica ha ridotto il prodotto interno lordo in termini di PIL mondiale
dal 30% del 2008 al 22% del 2014. Tra il 2008 al 2014 il PIL dell’Unione
Europea in termini di Pil mondiale è diminuito di 7 punti percentuali. Il
prodotto interno lordo degli Usa in termini di PIL mondaile è passato dal 31,9%
del 2002 al 22% del 2014. In modo particolare dal 2008 al 2014 il prodotto
interno lordo dell’economia statunitense è passato dal 23% del 2008 al 22% del
2012. Durante la crisi finanziaria l’economia statunitense ha perso 1 punto
percentuale. L’economia giapponese ha perso molto in termini di prodotto
interno lordo mondiale. Nel 2002 il Giappone produceva l’11 per cento del PIL
dell’economia mono. Nel 2014 la produzione del Giappone è arrivata a produrre
il 5,91% dell’economia mondiale. L’economia cinese ha incrementato la
partecipazione al prodotto interno lordo mondiale dal 4,2% del 2002 al 13,3%
del 2014. La partecipazione dell’economia cinese al prodotto interno lordo
mondiale è cresciuta anche durante la crisi finanziaria.
Dopo la crisi. Anche dopo
la crisi finanziaria iniziata nel 2008 l’Unione Europea rimane l’economia in
grado di produrre maggiore valore aggiunto all’interno dell’economia mondo. Nel
2014 l’economia dell’Unione Europea ha prodotto il 23,7% dell’economia mondo, l’economia
statunitense il 22.3%, l’economia cinese il 13,3% e l’economia giapponese il
5,9%. La crisi ha colpito l’Unione Europea in misura maggiore rispetto agli
Stati Uniti, al Giappone e alla Cina. L’unione Europea ha pagato il prezzo più
alto della crisi economica.
Il ruolo dell’Italia all’interno
dell’Unione europea. Il ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione Europea è
stato ridimensionato dal 2002 al 2014. Nel 2002 l’Italia produceva il 13% dell’economia
europea. Nel 2014 l’Italia ha prodotto l’11,5% dell’economia europea. La
contribuzione dell’economia italiana alla formazione del prodotto interno lordo
europeo tra il 2002 e il 2013 è diminuita dell’1,5%. Il ruolo della produzione
tedesca in termini di partecipazione al prodotto interno lordo dell’Unione
Europea è passato dal 21% del 2002 al 20,89% del 2014 con una riduzione dello 0,4%.
La partecipazione dell’economia francese al prodotto interno lordo dell’Unione
Europea è passata dal 15,41% del 2002 al 15,2% del 2014 con una riduzione pari
all0 0,13%. La partecipazione del prodotto interno lordo del Regno Unito al
prodotto interno lordo dell’Unione Europea è passata dal 17,2% del 2002 al
16,1% del 2014 con una riduzione pari all’1,11%. L’economia italiana ha pagato
il costo della crisi in misura superiore rispetto alle altre grandi economie
dell’Unione Europea.
Le
politiche economiche per la crescita dell’UE. L’Ue è l’area
economica con maggiore prodotto interno lordo. I problemi politici dell’Unione
Europea volti a dividere il progetto europeo possono far ridurre il ruolo dell’Ue
nel contesto della globalizzazione. L’Unione Europea ha pagato per la crisi più
di USA, Cina e Giappone. La ripresa dell’Unione Europea deve avvenire
attraverso un processo politico volto ad incrementare i processi di
integrazione. Le procedure per la crescita della coesione economica europea
passano attraverso il rafforzamento dell’economia. Industria, servizi, ricerca
tecnologica, implementazione di sistemi comunitari, imprese sociali sono gli
elementi in grado di dare sostegno alla crescita economica. I cittadini europei
devono poter votare per un presidente dell’Ue in grado di rappresentare il
popolo europeo nel contesto internazionale. L’economia consente all’UE di
acquisire un ruolo nuovo centrale. Un nuovo eurocentrismo dialogico fondato su
istituzioni democratiche può consentire alla globalizzazione di eliminare le
esternalità negative. L’Unione Europea è un esempio di dialogo anche tra
diversi in grado di guidare la globalizzazione alla soluzione delle questioni
ambientali, sociali. La ridefinizione politica del ruolo dell’Ue può consentire
di offrire un modello per le economie e gli stati. L’eurocentrismo nuovo
partecipativo, dialogico, inclusivo può dare una maggiore capacità di azione
alla globalizzazione.