lunedì 29 febbraio 2016

L’Ue guida della globalizzazione







Il ruolo dell’Unione europea viene messo in discussione dai paesi membri. Le relazioni tra stati membri e commissioni possono essere molto tese. L’Unione Europea ha un dialogo interno complesso. I paesi mediano all’interno delle istituzioni europee condizioni a volte contrastanti. I movimenti politici europei hanno fondamento nazionale. I partiti nazionali sono classificabili in una scala di europeismo. La crisi economica ha fatto crescere il numero di partiti e movimenti politici contrari all’Europa. Euroscetticismo è presente anche in partiti per tradizione favorevoli all’Unione Europea. La politica ha mostrato più volte di essere contraria all’Unione Europea. I meccanismi decisionali europei fanno trasparire una conflittualità esacerbata. L’Unione Europea è comprensiva anche dei paesi aventi l’euro come moneta. L’Ue considerata nel suo complesso è una economia in grado di competere a livello internazionale. I dati della Banca Mondiale sono chiari nel delineare la leadership economica dell’Unione Europea. I partiti politici europei sono chiamati all’amministrazione dell’area economica a reddito elevato. Le politiche dell’Unione Europea possono consentire di stabilizzare il dialogo trai i paesi membri. L’unità politica all’interno delle istituzioni a carattere costituzionale può garantire all’Unione Europea la permanenza nella leadership. La classe politica europea deve essere pronta a rappresentare l’area economica a valore aggiunto elevato.
I dati della Banca Mondiale per tasso di crescita economica. I dati della Banca Mondiale mostrano la dominanza dell’economia UE rispetto all’economia mondo. I dati sono del 2014.  I tassi di crescita del prodotto interno lordo tra il 2002 e il 2014 individuano la crescita delle economie asiatiche rispetto alle economie occidentali. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo della Cina tra il 2002 e il 2014 è stato pari al 9,9%. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo degli Usa tra il 2002 e il 2014 è stato pari a 1,8%. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo dell’Unione Europea tra il 2002 e il 2014 è stato pari a 1,1. Il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo del Giappone tra il 2002 e il 2014 è stato pari allo 0,8%. L’analisi dei tassi di crescita mostra la prevalenza dell’andamento dell’economia cinese.
Il PIL a prezzi di mercato. L’andamento del prodotto interno lordo a prezzi di mercato consente di verificare il ruolo dell’Unione Europea nel contesto dell’economia globale. Il prodotto interno lordo dell’economia UE era pari al 28% del prodotto interno lordo dell’economia mondo nel 2008. La crisi economica ha ridotto il prodotto interno lordo in termini di PIL mondiale dal 30% del 2008 al 22% del 2014. Tra il 2008 al 2014 il PIL dell’Unione Europea in termini di Pil mondiale è diminuito di 7 punti percentuali. Il prodotto interno lordo degli Usa in termini di PIL mondaile è passato dal 31,9% del 2002 al 22% del 2014. In modo particolare dal 2008 al 2014 il prodotto interno lordo dell’economia statunitense è passato dal 23% del 2008 al 22% del 2012. Durante la crisi finanziaria l’economia statunitense ha perso 1 punto percentuale. L’economia giapponese ha perso molto in termini di prodotto interno lordo mondiale. Nel 2002 il Giappone produceva l’11 per cento del PIL dell’economia mono. Nel 2014 la produzione del Giappone è arrivata a produrre il 5,91% dell’economia mondiale. L’economia cinese ha incrementato la partecipazione al prodotto interno lordo mondiale dal 4,2% del 2002 al 13,3% del 2014. La partecipazione dell’economia cinese al prodotto interno lordo mondiale è cresciuta anche durante la crisi finanziaria.

Dopo la crisi. Anche dopo la crisi finanziaria iniziata nel 2008 l’Unione Europea rimane l’economia in grado di produrre maggiore valore aggiunto all’interno dell’economia mondo. Nel 2014 l’economia dell’Unione Europea ha prodotto il  23,7% dell’economia mondo, l’economia statunitense il 22.3%, l’economia cinese il 13,3% e l’economia giapponese il 5,9%. La crisi ha colpito l’Unione Europea in misura maggiore rispetto agli Stati Uniti, al Giappone e alla Cina. L’unione Europea ha pagato il prezzo più alto della crisi economica.
Il ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione europea. Il ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione Europea è stato ridimensionato dal 2002 al 2014. Nel 2002 l’Italia produceva il 13% dell’economia europea. Nel 2014 l’Italia ha prodotto l’11,5% dell’economia europea. La contribuzione dell’economia italiana alla formazione del prodotto interno lordo europeo tra il 2002 e il 2013 è diminuita dell’1,5%. Il ruolo della produzione tedesca in termini di partecipazione al prodotto interno lordo dell’Unione Europea è passato dal 21% del 2002 al 20,89% del 2014 con una riduzione dello 0,4%. La partecipazione dell’economia francese al prodotto interno lordo dell’Unione Europea è passata dal 15,41% del 2002 al 15,2% del 2014 con una riduzione pari all0 0,13%. La partecipazione del prodotto interno lordo del Regno Unito al prodotto interno lordo dell’Unione Europea è passata dal 17,2% del 2002 al 16,1% del 2014 con una riduzione pari all’1,11%. L’economia italiana ha pagato il costo della crisi in misura superiore rispetto alle altre grandi economie dell’Unione Europea.

Le politiche economiche per la crescita dell’UE. L’Ue è l’area economica con maggiore prodotto interno lordo. I problemi politici dell’Unione Europea volti a dividere il progetto europeo possono far ridurre il ruolo dell’Ue nel contesto della globalizzazione. L’Unione Europea ha pagato per la crisi più di USA, Cina e Giappone. La ripresa dell’Unione Europea deve avvenire attraverso un processo politico volto ad incrementare i processi di integrazione. Le procedure per la crescita della coesione economica europea passano attraverso il rafforzamento dell’economia. Industria, servizi, ricerca tecnologica, implementazione di sistemi comunitari, imprese sociali sono gli elementi in grado di dare sostegno alla crescita economica. I cittadini europei devono poter votare per un presidente dell’Ue in grado di rappresentare il popolo europeo nel contesto internazionale. L’economia consente all’UE di acquisire un ruolo nuovo centrale. Un nuovo eurocentrismo dialogico fondato su istituzioni democratiche può consentire alla globalizzazione di eliminare le esternalità negative. L’Unione Europea è un esempio di dialogo anche tra diversi in grado di guidare la globalizzazione alla soluzione delle questioni ambientali, sociali. La ridefinizione politica del ruolo dell’Ue può consentire di offrire un modello per le economie e gli stati. L’eurocentrismo nuovo partecipativo, dialogico, inclusivo può dare una maggiore capacità di azione alla globalizzazione. 



venerdì 26 febbraio 2016

Tributi premiali




Il governo ha realizzato la riforma tributaria. Il valore sociale della riforma tributaria è elevato. Le imposte, le tasse costituiscono un legame forte tra governo e cittadini. Il governo sembra impegnato nella riduzione delle imposte, della pressione fiscale. L’imposizione fiscale in Italia è ancora elevata. L’efficienza del sistema tributario è bassa. La giustizia tributaria associata alla giustizia civile rischia di perdere unicità e specialità. I cittadini chiedono imposte facili da pagare. Il sistema informatico può aiutare a rendere efficiente il sistema tributario con rifermento alla corresponsione dell’obbligazione passiva del contribuente.
I dati dell’Unione Europea. I dati dell’Unione Europea attestano il livello elevato dell’imposizione fiscale in Italia. I dati sono del 2014. In una classifica per imposte totali in percentuale de prodotto interno lordo l’Italia è al settimo posto con un valore del gettito incamerato dallo Stato pari al 43,7%. La Danimarca è al primo posto con un valore delle imposte pari al 50,8% del PIL. Il Belgio è al secondo posto con un valore delle imposte sul PIL pari al 47,9%. La Francia è al terzo posto con un valore delle imposte pari al 47,9%. La Finlandia è al quarto posto con un valore delle imposte pari al 44% del PIL. L’Austria è al quinto posto con un valore delle imposte sul PIL pari al 43,8%. La Svezia è al sesto posto con il 43,7% delle imposte sul PIL. Il Regno Unito è al ventesimo posto insieme con la Spagna nella classifica dei paesi per percentuale di imposte sul Pil con un valore pari al 34,4%. I paesi virtuosi per imposte in termini di PIL sono la Bulgaria con un valore pari a 27,8%; la Romania con un valore pari a 27,7%, la Svizzera con un valore pari a 27,1%. La pressione fiscale in termini percentuali rispetto al Prodotto interno lordo è cresciuta per l’Italia dal 1998 al 2014 dal 40% al 43,7%. La crescita della pressione fiscale rispetto al prodotto interno lordo è cresciuta anche per la riduzione del prodotto interno lordo a seguito della crisi finanziaria. La crescita delle imposte come percentuale del PIL ha riguardato anche la Germania, la Spagna e il Regno Unito. La crisi economica del 2008 ha avuto un ruolo nella crescita delle imposte sia per la riduzione del prodotto interno lordo. Le prospettive economiche di crescita lenta riducono le probabilità di una riduzione delle imposte come percentuale del prodotto interno lordo.
L’efficienza del sistema tributario. Il sistema tributario può incrementare l’efficienza attraverso i processi di informatizzazione. Il pagamento delle imposte dovrebbe essere reso facile e predeterminato. L’informatizzazione del sistema tributario può consentire ai contribuenti di incrementare la fedeltà fiscale. La riduzione delle imposte deve essere accompagnata dalla crescita dell’efficienza del sistema tributario calcolata in termini di facilità della corresponsione dell’obbligazione passiva. Il cambiamento dei sistemi tributari tende a ridurre il valore delle imposte sul reddito e sul patrimonio e ad aumentare il valore delle imposte vertenti sui consumi. Lo spostamento del carico fiscale sui consumi è il riconoscimento da parte del sistema tributario del cambiamento avvenuto nell’economia con una crescita del valore dei consumi. Tuttavia i processi di internazionalizzazione e di globalizzazione richiedono un sistema tributario ampio costituito anche in collaborazione con gli altri paesi. La costituzione di un sistema tributario europeo attraverso processi di uniformizzazione può consentire di incrementare il valore dell’efficienza tributaria. Le politiche tributarie possono essere improntate al principio della capacità contributiva con la previsione di sospensione dell’obbligazione tributaria per avvantaggiare alcuni territorio oppure alcuni gruppi sociali in condizioni di disagio o aventi un ruolo strategico per lo sviluppo dell’economia. La sospensione delle imposte, o la riduzione del carico tributario, per le zone aventi un reddito procapite inferiore al 40% del reddito procapite europeo è una misura in grado di incrementare i consumi locali e ricostituire una domanda in grado di rinforzare l’offerta. La sospensione o la riduzione delle imposte per gruppi di imprenditori o di soggetti economici impegnati nello sviluppo di tecnologie in grado di incrementare il livello dell’economia potenziale consente di aiutare gli innovatori a svolgere attività produttive con maggiore intensità della produttività del lavoro. Il sistema tributario deve essere premiale. Il concetto di progressività deve essere inteso come premialità nei confronti dei soggetti in condizione di difficoltà economica, con un reddito procapite inferiore al 40% del reddito di riferimento, e come premialità nei confronti degli innovatori.




RANK
PAESE
IMPOSTE % PIL
1
DK
50,8
2
BE
47,9
3
FR
47,9
4
FI
44,0
5
AT
43,8
6
SE
43,7
7
IT
43,7
8
DE
39,5
9
LU
39,4
10
EL
39,0
11
NO
38,9
12
IS
38,9
13
HU
38,4
14
NL
38,0
15
RS
37,4
16
SI
37,0
17
PT
36,9
18
HR
36,7
19
MT
35,0
20
UK
34,4
21
ES
34,4
22
CY
34,2
23
CZ
34,1
24
PL
33,0
25
EE
32,5
26
SK
31,2
27
IE
30,5
28
LV
29,2
29
LT
28,0
30
BG
27,8
31
RO
27,7
32
CH
27,1




giovedì 25 febbraio 2016

Banche libere dal mercato finanziario

Il bail in prevede la possibilità per le banche di emettere strumenti finanziari per far fronte alle passività attraverso la tecnica del contractual bail in instruments. Le passività emesse dalla banca vengono assunte da istituzioni finanziarie specializzate nella gestione di titoli di debito. Il modello del contractual bail in instruments elimina la probabilità di una allocazione del debito delle banche nei portafogli dei risparmiatori. Il bail in tende esclude l’intervento dello Stato in caso di salvataggi bancari. Il contractual bail in instruments rischia di incrementare la dipendenza delle banche dalle istituzioni finanziarie non bancarie. Il nesso banca-mercati finanziari può portare a distorsioni all’interno del mercato. L’aumento della dipendenza delle banche dalle istituzioni finanziarie non bancarie può incrementare il rischio sistemico. Le banche centrali europee impedite nel salvataggio delle banche potrebbero essere costrette ad intervenire nel salvataggio delle istituzioni finanziarie detenenti obbligazioni attive. Il sistema bancario deve tornare ad essere solido. La solidità del sistema bancario può avvenire attraverso tre elementi: il controllo esercitato dalla banca centrale autonoma, la ripresa dell’attività creditizia nei confronti dell’economia reale, la riduzione del numero e del valore dei contratti predisposti tra istituzioni bancarie e istituzioni non bancarie. Le istituzioni normative esercenti attività sovrana nel settore bancario possono combattere il sistema bancario ombra. La normazione istituzionale nel settore interbancario deve prevedere la predisposizione di controlli per cogliere i segnali di rischio per il sistema economico e per i cittadini.

La banca centrale: banca di banche o banca del main shareholder ?
La costituzione delle banche centrali autonome rispetto al potere politico esercitato dai rappresentati del governo è un successo delle norme economiche. La banca centrale è formata da istituti di credito. Il ruolo della banca centrale nel tutelare le banche è orientato a principi generali stabiliti anche da leggi come mantenere l’inflazione bassa sotto il 2%, garantire la stabilità finanziaria, intervenire con attività di controllo e vigilanza, disporre il soccorso finanziario per evitare la manifestazione di crisi sistemiche. La banca centrale libera dal potere politico e sottoposta alle leggi può essere oggetto della cattura del main shareholder ovvero della banca avente un ruolo preminente nel sistema bancario afferente. La cattura della banca centrale da parte del main shareholder può portare a distorsioni riduttive del livello di eguaglianza percepito. Le banche aventi una posizione dominante nel mercato esercitano sia il soft power sia l’executive power nel processo decisionale della banca centrale. Le banche aventi posizione dominante indirizzano le risorse finanziarie nelle aree di interesse. La banca centrale può essere catturata dalle banche aventi potere di mercato. La cattura della banca centrale produce detrimento per il sistema bancario. Il livello di concentrazione del sistema bancario può crescere a seguito di cattura della banca centrale. Il sistema bancario può subire una riduzione della qualità delle prestazioni nelle strutture periferiche e marginali. Il rischio sistemico cresce. Il management della banca egemonica totalizza il board della banca centrale. La politica può intervenire in caso di cattura della banca centrale da parte di un main shareholder per introdurre equilibrio e confronto nelle decisioni assunte dalla banca centrale. I policy makers hanno interesse ad un sistema bancario in grado di conservare una operatività nel territorio dello stato. Una banca centrale solida può intervenire per salvare il sistema creditizio, i risparmi dei depositanti ed il livello di vita delle famiglie nelle regioni attaccate da una crisi finanziaria locale. La banca centrale dovrebbe essere attenta alla globalità del sistema bancario. Il confronto tra policy maker e central banker nell’interesse della sostenibilità del sistema creditizio può ridimensionare il ruolo delle banche predominanti e portare maggiore sostegno anche ai sistemi bancari locali.  

La banca centrale e l’economia reale
La banca centrale domina le variabili macroeconomiche finanziarie. Tuttavia la banca centrale può anche intervenire nell’economia reale. La banca centrale può anche prendere in considerazione l’ottenimento di livelli di occupazione attraverso l’esercizio dell’attività bancaria. L’impatto delle decisioni della banca centrale sull’economia reale è elevato. Le famiglie, le imprese, le organizzazioni del terzo settore esercitano le scelte economiche anche in relazione al tasso di interesse predisposto dalla banca centrale. La probabilità di realizzare obbiettivi di economia reale può essere realizzato dalla banca centrale attraverso stime di variabili e di correlazioni tra variabili su base regionale. La disciplina della banca centrale deve prevedere la possibilità di deroghe per interventi volti a salvare le economie locali regionali quando entrano in una fase di contrazione. La crescita del credito può aiutare i territori a uscire da una crisi. La banca centrale può anche usare potere di influenza sulle autorità politiche locali e regionali per indirizzare l’economia lungo un percorso di crescita economica stabile attraverso la valutazione del capitale umano, gli investimenti in tecnologia, e il perfezionamento del sistema relazionale intracomunitario.

Il rapporto tra banca e mercati finanziari
Il rapporto tra banca e mercati finanziari è un segnale dell’andamento dell’economia. Il rapporto banca mercati finanziari dipinge la probabilità di manifestazioni di crisi finanziarie. L’aumento del numero e del quantitativo transato tra banche e mercati finanziari produce un aumento del rischio di manifestazione di una crisi finanziaria. Il rapporto tra banche e mercati finanziari è complesso. Il mercato delle assicurazioni consente di creare contratti volti all’allocazione di posizioni passive bancarie in sofferenza. La valutazione dei contratti assicurativi transati nel mercato finanziario consente la distribuzione dei rischi tra gli operatori. Il valore del rischio complessivo generato dall’immissione dei contratti assicurativi a collaterale bancario può crescere a causa della mancata corresponsione dell’obbligato della banca. Il numero di contratti in sofferenza può portare ad una crisi. I soggetti operanti nel sistema della regolamentazione bancaria hanno probabilità basse di controllare la struttura dei rischi del mercato finanziario. Il nesso tra banca e mercati finanziari deve essere oggetto di una normazione del policy maker volta a recidere le probabilità di manifestazione di rischi sistemi privi di controllo in grado di mettere in crisi i risparmiatori. Il controllo del policy maker deve avvenire anche per il sistema bancario ombra e il mercato interbancario nell’interesse dei cittadini. 

domenica 21 febbraio 2016

L'Italia ha un numero di NEET elevato



La riforma della scuola approvata dal Governo sembra andare nella direzione di incrementare il ruolo dell’istruzione sia per lo sviluppo culturale sia per la crescita economica. La crisi economica ha portato alla crescita del fenomeno dell’abbandono scolastico. Il numero delle persone iscritte a scuola è stato ridotto durante la crisi finanziaria. Il ruolo della scuola deve essere considerato in connessione con l’università. Le competenze professionali utili per l’inserimento nel mercato del lavoro, per la crescita reddituale e per l’ottenimento di livelli di benessere individuale e collettivo elevato vengono assunte anche in ambito universitario. Il successo della scuola è nell’aumentare il numero degli studenti iscritti all’università attraverso una crescita importante del valore del capitale umano nazionale. L’acquisizione di competenze professionali elevate richiede anche un incremento delle relazioni istituzionali tra scuola ed università per produrre crescita economica.
La scuola durante la crisi. Il ruolo della scuola durante la crisi economica è stato ridimensionato. Le famiglie hanno deciso di evitare l’iscrizione dei figli alle scuole sia per ridurre la spesa sia per incrementare le entrate del bilancio famigliare. L’intensità del fenomeno dell’abbandono scolastico è stata crescente in relazione inversa rispetto al reddito. Le comunità con un reddito pro capite basso hanno avuto tassi di abbandono scolastico elevati. La relazione tra istruzione e reddito pro capite tende a diventare positiva con il crescere del reddito pro capite. Le aree economiche depresse hanno necessità di vedere incrementati il valore degli investimenti nella scuola, nella formazione, nella ricerca sia per la crescita economica sia per l’incremento dei servizi e del benessere dei cittadini.
Il mezzogiorno e la presenza dei NEET. I dati dell’Eurostat sono chiari nell’individuare i problemi presenti nella popolazione soprattutto del mezzogiorno d’Italia. La presenza di NEET ovvero di giovani fuori sia dal mercato del lavoro sia dalle istituzioni dell’istruzione rende necessaria l’implementazione di politiche economiche volte ad interventi anche speciali. Le regioni del mezzogiorno italiano sono ai primi posti per percentuale di NEETS nella popolazione giovanile nella classifica delle 490 entità amministrative europee presenti nella classificazione NUTS2 dell’Eurostat. La Sicilia è al settimo posto con una percentuale di giovani fuori dai percorsi formativi e dal mercato del lavoro pari a 33,1, la Calabria è al nono posto con una percentuale di NET pari al 32,2%; la Campania al 14 posto con una percentuale di NEET pari al 29,8%; la Puglia è al diciassettesimo posto con una percentuale di NEET pari al 28,4%: la Basilicata è al trentaduesimo posto con una percentuale di NEET pari al 24,3%. La presenza di NEET è nelle regioni del Mezzogiorno italiano raggiunge livelli apicali nella classifica dell’Unione Europea. L’Italia ha una percentuale di NEET pari al 22,1%. La percentuale di NEET in Italia è elevata. Nel Regno Unito la percentuale dei NEET è pari all’11,9%, in Francia la percentuale dei NEET è pari al 11,9%, in Germania la percentuale dei NEET è pari al 6,4%. Il governo può indirizzare le politiche economiche dell’istruzione alla riduzione della presenza dei NEET attraverso l’indicazione di una soglia in grado di aumentare la spesa pubblica dell’istruzione su base regionale. Il governo può orientare le politiche dell’istruzione alla riduzione del numero dei NEET al di sotto del 12%. La spesa pubblica in istruzione può essere incrementata per le regioni con alta presenza di NEET con una analisi anche a livello provinciale della presenza di giovani fuori dai percorsi formativi e di lavoro. La riduzione del numero dei NEET può avvenire attraverso l’incremento della spesa pubblica canalizzata nei percorsi formativi, nelle borse di studio, attraverso l’apertura degli istituti scolastici anche nelle ore pomeridiane e nei week end per consentire attività formative per la popolazione. Il governo attraverso la scuola può corrispondere ad un bisogno formativo sia dei giovani sia degli adulti attraverso corsi per il lifelong learning. I cittadini devono poter acquisire titoli di studio anche attraverso il potenziamento della scuola serale e l’offerta di certificazioni spendibili nei processi di inserimento del lavoro come le certificazioni informatiche e delle lingue straniere. La scuola può anche svolgere una attività di avviamento alla cultura del business attraverso corsi per la cultura d’impresa, l’educazione finanziaria. La scuola può attraverso accordi con le istituzioni universitarie ospitare anche corsi, short master, e master volti alla popolazione per incrementare il contenuto professionale anche dei lavoratori attivi con un impatto di crescita dell’occupazione, della qualità del lavoro e dell’output per ora lavorata. Gli istituti scolastici svolgono un ruolo multi-servizi nei confronti della popolazione per l’incremento della conoscenza e per la formazione del capitale umano.
Il nesso scuola-università. Il nesso tra scuola e università deve essere rafforzato. Le scuole e le università devono poter realizzare degli accordi volti alla crescita del numero di studenti iscritti a corsi di laurea. La continuazione degli studi è l’elemento fondamentale per la valutazione qualitativa della scuola. Il sistema dell’istruzione deve essere considerato nel complesso come in grado di fornire conoscenza alla popolazione, mediante anche dei processi di formazione professionale, scientifica in grado di aumentare il capitale umano. Il governo può incrementare la spesa pubblica per rafforzare il nesso scuola-università e incrementare il benessere dei cittadini.


RANK
GEO/TIME
2014
1
Mardin, Batman, Sirnak, Siirt
42,7
2
Van, Mus, Bitlis, Hakkari
41,4
3
Sanliurfa, Diyarbakir
40,0
4
Güneydogu Anadolu
38,4
5
Severozapaden
34,0
6
Ortadogu Anadolu
34,0
7
Sicilia
33,1
8
Guyane (NUTS 2010)
32,3
9
Calabria
32,2
10
Isole
32,0
11
Hatay, Kahramanmaras, Osmaniye
32,0
12
Agri, Kars, Igdir, Ardahan
31,8
13
Gaziantep, Adiyaman, Kilis
31,3
14
Campania
29,8
15
Sud
28,7
16
Sterea Ellada (NUTS 2010)
28,4
17
Puglia
28,4
18
Kuzeydogu Anadolu
28,1
19
Yugoiztochen
28,0
20
Sardegna
27,7
21
Adana, Mersin
27,7
22
Peloponnisos (NUTS 2010)
26,6
23
Akdeniz
26,5
24
Severna i yugoiztochna Bulgaria
25,8
25
Réunion (NUTS 2010)
25,7
26
Départements d'outre-mer (NUTS 2010)
25,4
27
Former Yugoslav Republic of Macedonia, the
25,2
28
Poranesna jugoslovenska Republika Makedonija
25,2
29
Poranesna jugoslovenska Republika Makedonija
25,2
30
Centru
25,1
31
Turkey
24,8
32
Basilicata
24,3
33
Região Autónoma dos Açores (PT)
24,1
34
Região Autónoma dos Açores (PT)
24,1
35
Kirikkale, Aksaray, Nigde, Nevsehir, Kirsehir
23,9
36
Erzurum, Erzincan, Bayburt
23,9
37
Samsun, Tokat, Çorum, Amasya
23,6
38
Orta Anadolu
23,5
39
Konya, Karaman
23,4
40
Kayseri, Sivas, Yozgat
23,2
41
Kentriki Ellada (NUTS 2010)
23,0
42
Martinique (NUTS 2010)
23,0
43
Zonguldak, Karabük, Bartin
22,7
44
Sud - Muntenia
22,5
45
Bati Karadeniz
22,5
46
Dogu Karadeniz
22,5
47
Trabzon, Ordu, Giresun, Rize, Artvin, Gümüshane
22,5
48
Ciudad Autónoma de Ceuta (ES)
22,4
49
Sud-Est
22,4
50
Anatoliki Makedonia, Thraki (NUTS 2010)
22,2
51
Malatya, Elazig, Bingöl, Tunceli
22,2
52
Severen tsentralen
22,1
53
Italy
22,1
54
Guadeloupe (NUTS 2010)
21,8
55
Yuzhen tsentralen
21,7
56
Abruzzo
21,7
57
Illes Balears
21,2
58
Aydin, Denizli, Mugla
21,2
59
Andalucía
21,0
60
Ipeiros (NUTS 2010)
20,9
61
Severoiztochen
20,8
62
Balikesir, Çanakkale
20,5
63
Sur (ES)
20,4
64
Lazio
20,3
65
Bulgaria
20,2
66
Thessalia (NUTS 2010)
20,2
67
Região Autónoma da Madeira (PT)
20,1
68
Região Autónoma da Madeira (PT)
20,1
69
Ege
20,1
70
Bati Anadolu
20,1
71
Izmir
20,0
72
Ionia Nisia (NUTS 2010)
19,9
73
Istanbul
19,9
74
Istanbul
19,9
75
Canarias (ES)
19,8
76
Canarias (ES)
19,8
77
Jadranska Hrvatska
19,8
78
Voreio Aigaio
19,7
79
Kocaeli, Sakarya, Düzce, Bolu, Yalova
19,6
80
Macroregiunea trei
19,5
81
Umbria
19,4
82
Molise
19,4
83
Dogu Marmara
19,4
84
Croatia
19,3
85
Hrvatska
19,3
86
Manisa, Afyonkarahisar, Kütahya, Usak
19,3
87
Bati Marmara
19,2
88
Bursa, Eskisehir, Bilecik
19,2
89
Greece
19,1
90
Voreia Ellada (NUTS 2010)
19,1
91
Dytiki Ellada (NUTS 2010)
19,1
92
Kontinentalna Hrvatska
19,1
93
Centro (IT)
19,0
94
Kriti
18,7
95
Este (ES)
18,7
96
Comunidad Valenciana
18,7
97
Castilla-la Mancha
18,5
98
Cataluña
18,4
99
Ankara
18,4
100
Border, Midland and Western
18,3
101
Észak-Magyarország
18,3
102
Piemonte
18,2
103
Észak-Alföld
18,2
104
Kentriki Makedonia (NUTS 2010)
18,1
105
Marche
18,1
106
Macroregiunea unu
18,1
107
Ciudad Autónoma de Melilla (ES)
18,0
108
Tekirdag, Edirne, Kirklareli
18,0
109
Nisia Aigaiou, Kriti
17,8
110
Emilia-Romagna
17,6
111
West Midlands
17,6
112
Attiki
17,4
113
Attiki
17,4
114
Región de Murcia
17,2
115
Spain
17,1
116
Toscana
17,1
117
Cyprus
17,0
118
Kypros
17,0
119
Kypros
17,0
120
Romania
17,0
121
Kastamonu, Çankiri, Sinop
17,0
122
Extremadura
16,9
123
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
16,9
124
Podkarpackie
16,9
125
Antalya, Isparta, Burdur
16,8
126
Nord-Ovest
16,7
127
Prov. Hainaut
16,5
128
Alföld és Észak
16,5
129
Champagne-Ardenne
16,4
130
South Yorkshire
16,4
131
West Wales and The Valleys
16,3
132
Centro (ES)
16,2
133
Liguria
16,2
134
Picardie
16,1
135
Lombardia
16,1
136
Lubuskie
16,0
137
Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest
15,8
138
Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest
15,8
139
Dytiki Makedonia (NUTS 2010)
15,7
140
Tees Valley and Durham
15,7
141
Macroregiunea doi
15,6
142
Nord-Est
15,5
143
Warminsko-Mazurskie
15,3
144
Ireland
15,2
145
Éire/Ireland
15,2
146
Aragón
15,2
147
North East (UK)
15,1
148
Veneto
15,0
149
Bucuresti - Ilfov
15,0
150
Wales
15,0
151
Prov. Liège
14,9
152
Yugozapadna i yuzhna tsentralna Bulgaria
14,8
153
Notio Aigaio
14,8
154
La Rioja
14,8
155
Poitou-Charentes
14,8
156
Vest
14,8
157
Východné Slovensko
14,8
158
Région wallonne
14,7
159
Kujawsko-Pomorskie
14,7
160
Stredné Slovensko
14,7
161
Provincia Autonoma di Trento
14,6
162
Macroregiunea patru
14,6
163
Northumberland and Tyne and Wear
14,6
164
Sud-Vest Oltenia
14,4
165
West Midlands (UK)
14,4
166
Galicia
14,3
167
Nord - Pas-de-Calais
14,2
168
Nord - Pas-de-Calais
14,2
169
Friuli-Venezia Giulia
14,2
170
Zachodniopomorskie
14,2
171
Southern and Eastern
14,1
172
Dél-Dunántúl
14,1
173
West Yorkshire
14,1
174
Northern Ireland (UK)
14,1
175
Northern Ireland (UK)
14,1
176
Region Pólnocny
13,9
177
Noroeste (ES)
13,8
178
Region Wschodni
13,8
179
Lubelskie
13,7
180
Hungary
13,6
181
Alentejo
13,6
182
Greater Manchester
13,6
183
Merseyside
13,6
184
Yorkshire and The Humber
13,6
185
South Western Scotland
13,6
186
Severozápad
13,5
187
Castilla y León
13,5
188
Principado de Asturias
13,4
189
Highlands and Islands
13,4
190
Norte
13,3
191
Languedoc-Roussillon
13,2
192
Region Pólnocno-Zachodni
13,1
193
Prov. Brabant Wallon
13,0
194
Derbyshire and Nottinghamshire
13,0
195
Kent
13,0
196
Cornwall and Isles of Scilly
12,9
197
East Wales
12,9
198
Lorraine
12,8
199
Dél-Alföld
12,8
200
Slovakia
12,8
201
Slovensko
12,8
202
Basse-Normandie
12,7
203
Euro area (19 countries)
12,6
204
Euro area (18 countries)
12,6
205
Euro area (17 countries)
12,6
206
Prov. Namur
12,6
207
Comunidad Foral de Navarra
12,6
208
Comunidad de Madrid
12,6
209
Comunidad de Madrid
12,6
210
European Union (28 countries)
12,5
211
European Union (27 countries)
12,5
212
Alsace
12,4
213
Pomorskie
12,4
214
North West (UK)
12,4
215
Bassin Parisien
12,3
216
Méditerranée
12,3
217
Swietokrzyskie
12,3
218
Opolskie
12,3
219
Portugal
12,3
220
Algarve
12,3
221
Nord-Vest
12,3
222
European Union (15 countries)
12,2
223
Cantabria
12,2
224
Noreste (ES)
12,2
225
Scotland
12,2
226
Limousin
12,1
227
East Anglia
12,1
228
Belgium
12,0
229
Est (FR)
12,0
230
Latvia
12,0
231
Latvija
12,0
232
Latvija
12,0
233
Dunántúl
12,0
234
Poland
12,0
235
Region Poludniowo-Zachodni
12,0
236
United Kingdom
11,9
237
Prov. Oost-Vlaanderen
11,8
238
Provence-Alpes-Côte d'Azur
11,8
239
Dolnoslaskie
11,8
240
Cumbria
11,8
241
Prov. Luxembourg (BE)
11,7
242
Estonia
11,7
243
Eesti
11,7
244
Eesti
11,7
245
Haute-Normandie
11,7
246
Wielkopolskie
11,7
247
Lancashire
11,7
248
Continente
11,6
249
Vzhodna Slovenija (NUTS 2010)
11,6
250
Eastern Scotland
11,5
251
France
11,4
252
East of England
11,3
253
Malopolskie
11,2
254
Área Metropolitana de Lisboa
11,2
255
Essex
11,2
256
Közép-Dunántúl
11,1
257
Nyugat-Dunántúl
11,1
258
Nord-Est
11,1
259
East Yorkshire and Northern Lincolnshire
11,1
260
Etelä-Suomi
11,0
261
East Midlands (UK)
11,0
262
Sud-Ouest (FR)
10,8
263
Midi-Pyrénées
10,8
264
Wien
10,8
265
Region Poludniowy
10,8
266
Západné Slovensko
10,8
267
Pohjois- ja Itä-Suomi
10,8
268
Közép-Magyarország
10,7
269
Közép-Magyarország
10,7
270
Yugozapaden
10,6
271
Aquitaine
10,6
272
Herefordshire, Worcestershire and Warwickshire
10,6
273
Malta
10,5
274
Malta
10,5
275
Malta
10,5
276
Lódzkie
10,5
277
Slaskie
10,5
278
Shropshire and Staffordshire
10,4
279
Prov. Limburg (BE)
10,3
280
Outer London (NUTS 2010)
10,3
281
Dorset and Somerset
10,3
282
Berlin
10,2
283
Berlin
10,2
284
Pays de la Loire
10,2
285
Finland
10,2
286
Manner-Suomi
10,2
287
Länsi-Suomi
10,2
288
South West (UK)
10,2
289
Bedfordshire and Hertfordshire
10,1
290
Ouest (FR)
10,0
291
Podlaskie
10,0
292
Lithuania
9,9
293
Lietuva
9,9
294
Lietuva
9,9
295
Devon
9,9
296
Vlaams Gewest
9,8
297
Leicestershire, Rutland and Northamptonshire
9,8
298
London
9,8
299
Gloucestershire, Wiltshire and Bristol/Bath area
9,8
300
Franche-Comté
9,7
301
Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen
9,7
302
Surrey, East and West Sussex
9,7
303
País Vasco
9,5
304
Île de France
9,5
305
Île de France
9,5
306
Bourgogne
9,5
307
South East (UK)
9,5
308
Ticino
9,5
309
Moravskoslezsko
9,4
310
Bremen
9,4
311
Bremen
9,4
312
Ostösterreich
9,4
313
Region Centralny
9,4
314
Slovenia
9,4
315
Slovenija
9,4
316
Prov. West-Vlaanderen
9,3
317
Auvergne
9,3
318
Norra Mellansverige
9,3
319
Helsinki-Uusimaa
9,2
320
Sachsen-Anhalt
9,1
321
Sachsen-Anhalt
9,1
322
North Yorkshire
9,1
323
Inner London (NUTS 2010)
9,1
324
Berkshire, Buckinghamshire and Oxfordshire
9,1
325
Prov. Antwerpen
9,0
326
Severovýchod
9,0
327
Mazowieckie
8,9
328
Centre (FR)
8,8
329
Région lémanique
8,8
330
Prov. Vlaams-Brabant
8,5
331
Centre-Est (FR)
8,5
332
Centro (PT)
8,5
333
Hamburg
8,4
334
Hamburg
8,4
335
Mecklenburg-Vorpommern
8,4
336
Mecklenburg-Vorpommern
8,4
337
Rhône-Alpes
8,4
338
Düsseldorf
8,3
339
Brandenburg
8,2
340
Brandenburg
8,2
341
Zeeland
8,2
342
Czech Republic
8,1
343
Ceská republika
8,1
344
Niederösterreich
8,1
345
Leipzig
8,0
346
Vorarlberg
8,0
347
Norra Sverige
8,0
348
Lincolnshire
7,9
349
Strední Morava
7,8
350
Flevoland
7,8
351
Austria
7,7
352
North Eastern Scotland
7,7
353
Arnsberg
7,6
354
Nordrhein-Westfalen
7,5
355
Friesland (NL)
7,4
356
Västsverige
7,4
357
Mellersta Norrland
7,4
358
Espace Mittelland
7,4
359
Schleswig-Holstein
7,3
360
Schleswig-Holstein
7,3
361
Kärnten
7,3
362
Switzerland
7,3
363
Schweiz/Suisse/Svizzera
7,3
364
Köln
7,2
365
Münster
7,2
366
Saarland
7,2
367
Saarland
7,2
368
Zahodna Slovenija (NUTS 2010)
7,2
369
Sweden
7,2
370
Sydsverige
7,2
371
Zürich
7,2
372
Strední Cechy
7,1
373
Chemnitz
7,1
374
Bretagne
7,1
375
Zuid-Holland
7,1
376
Östra Mellansverige
7,1
377
Södra Sverige
7,1
378
Hedmark og Oppland
7,1
379
Nord-Norge
7,1
380
Zentralschweiz
7,0
381
Jihovýchod
6,9
382
Braunschweig
6,9
383
Sachsen
6,9
384
Südösterreich
6,9
385
Östra Sverige
6,9
386
Jihozápad
6,7
387
Kassel
6,7
388
Steiermark
6,7
389
Bratislavský kraj
6,7
390
Stockholm
6,7
391
Hampshire and Isle of Wight
6,7
392
Nordjylland
6,6
393
Koblenz
6,6
394
Darmstadt
6,5
395
Cheshire
6,5
396
Germany (until 1990 former territory of the FRG)
6,4
397
Hessen
6,4
398
Övre Norrland
6,4
399
Sør-Østlandet
6,4
400
Ostschweiz
6,4
401
Syddanmark
6,3
402
Niedersachsen
6,3
403
Rheinhessen-Pfalz
6,3
404
Luxembourg
6,3
405
Luxembourg
6,3
406
Luxembourg
6,3
407
Hannover
6,2
408
Weser-Ems
6,2
409
Rheinland-Pfalz
6,2
410
Westösterreich
6,2
411
Oberösterreich
6,2
412
Detmold
6,1
413
Småland med öarna
6,1
414
Sjælland
6,0
415
Lüneburg
6,0
416
Dresden
6,0
417
Drenthe
6,0
418
West-Nederland
6,0
419
Thüringen
5,9
420
Thüringen
5,9
421
Iceland
5,9
422
Ísland
5,9
423
Ísland
5,9
424
Denmark
5,8
425
Danmark
5,8
426
Tirol
5,8
427
Midtjylland
5,7
428
Noord-Nederland
5,7
429
Gießen
5,6
430
Limburg (NL)
5,6
431
Freiburg
5,5
432
Netherlands
5,5
433
Norway
5,5
434
Norge
5,5
435
Salzburg
5,4
436
Agder og Rogaland
5,4
437
Zuid-Nederland
5,2
438
Hovedstaden
5,1
439
Trøndelag
5,1
440
Nordwestschweiz
5,1
441
Mittelfranken
5,0
442
Noord-Brabant
5,0
443
Stuttgart
4,9
444
Baden-Württemberg
4,8
445
Oost-Nederland
4,8
446
Noord-Holland
4,8
447
Gelderland
4,7
448
Karlsruhe
4,6
449
Utrecht
4,5
450
Oslo og Akershus
4,5
451
Praha
4,4
452
Vestlandet
4,4
453
Schwaben
4,3
454
Groningen
4,1
455
Tübingen
4,0
456
Bayern
3,9
457
Overijssel
3,8
458
Oberbayern
3,7
459
Niederbayern
3,7
460
Unterfranken
3,7
461
Oberpfalz
:
462
Oberfranken
:
463
Brandenburg - Nordost (NUTS 2006)
:
464
Brandenburg - Südwest (NUTS 2006)
:
465
Trier
:
466
Chemnitz (NUTS 2006)
:
467
Leipzig (NUTS 2006)
:
468
Dessau (NUTS 1999)
:
469
Halle (NUTS 2003)
:
470
Magdeburg (NUTS 2003)
:
471
Corse
:
472
Nord-Est (NUTS 2006)
:
473
Provincia Autonoma Bolzano/Bozen (NUTS 2006)
:
474
Provincia Autonoma Trento (NUTS 2006)
:
475
Veneto (NUTS 2006)
:
476
Friuli-Venezia Giulia (NUTS 2006)
:
477
Emilia-Romagna (NUTS 2006)
:
478
Centro (I) (NUTS 2006)
:
479
Toscana (NUTS 2006)
:
480
Umbria (NUTS 2006)
:
481
Marche (NUTS 2006)
:
482
Lazio (NUTS 2006)
:
483
Burgenland (AT)
:
484
Itä-Suomi (NUTS 2006)
:
485
Etelä-Suomi (NUTS 2006)
:
486
Pohjois-Suomi (NUTS 2006)
:
487
Åland
:
488
Åland
:
489
Cheshire (NUTS 2006)
:
490
Merseyside (NUTS 2006)
: