martedì 19 gennaio 2016

Il prezzo basso del petrolio vanifica le politiche ambientali

 
“Considerata l’entità delle scorte di greggio i prezzi scenderanno ancora nel corso del 2016, magari anche sotto i 20 dollari. Gli stessi prezzi creeranno però gli incentivi per un maggiore consumo di petrolio (un colpo forte agli accordi di Parigi del dicembre 2015 sul cambiamento climatico) L’andamento delle scorte determinerà la velocità della ripresa dei prezzi. I paesi Opec hanno al momento una “spare capacity” di circa 1,7 milioni di barili al giorno (piuttosto bassa). Al contrario paesi non Opec non hanno nessuna “spare capacity”.
La crescita dei consumi resa possibile dai prezzi bassi e dalla ripresa economica porterà a un esaurimento delle scorte nel 2017 ed è ragionevole prevedere a partire dal quel momento un aumento consistente dei prezzi. Se l’economia tornerà a crescere a ritmi sostenuti, il 2018 si preannuncia come l’anno di un nuovo squilibrio. L’industria conterà meno protagonisti degli anni passati e sarà interessata, prima di tutto, a rifarsi delle perdite subite a partire dal 2015.” (Jacopo Brilli)

I bassi prezzi del petrolio consentono all’economia dei paesi in via di sviluppo di ottenere le risorse fondamentali per accedere ad un processo di crescita economica fondata sulla centralità dell’industria. I bassi prezzi del petrolio possono portare ad un incremento del tasso di industrializzazione dei paesi asiatici ed africani. Il prezzo del greggio contrasta le politiche ambientali e può portare alla realizzazione di impianti inquinanti. I nuovi giacimenti resi possibili dalle nuove tecnologie di estrazione inducono ad una marginalizzazione del medio-oriente. Il basso prezzo del petrolio può portare ad una riduzione degli investimenti per la ricerca di nuovi sistemi energetici alternativi. Il caso del petrolio dimostra come la difficoltà di realizzare una politica globale applicata alle materie possa produrre delle distorsioni dei prezzi anche paradossali. Nel mercato delle commodities, come nel mercato delle contrattazioni volte alla creazione di nuove istituzioni, il principio della forza trova piena applicazione anche in un contesto dialogico a fondamento quasi-democratico.
Il basso prezzo del petrolio avvantaggia i paesi di nuova industrializzazione
Il basso prezzo del petrolio avvantaggia i paesi di nuova industrializzazione. I paesi asiatici e africani approdati alla produzione industriale possono trovare nel basso prezzo del petrolio una ulteriore spinta competitiva rispetto alla crescita della capacità produttiva installata. La percentuale di prodotti industriali realizzati nei paesi africani ed asiatici può incrementare attraverso il prezzo basso del petrolio. Il prezzo basso del petrolio è una politica economica di sostegno nei confronti dei paesi di nuova industrializzazione operante come un sussidio alla predisposizione di nuovi impianti e stabilimenti. I paesi africani ed asiatici hanno la possibilità di puntare sulla produzione industriale per potere ridurre il gap di prodotto interno lordo rispetto ai paesi occidentali.
Il prezzo basso del petrolio contrasta con le politiche ambientali.
La globalizzazione è orientata verso il raggiungimento di una fase “green”. I movimenti politici a base associativa e anche partitico-politica, gli Stati, hanno indirizzato l’economia globale verso la riduzione delle emissioni inquinanti. Il prezzo basso del petrolio vanifica le previsioni di politica economica ambientale. Gli incentivi previsti dagli stati per procedere alla conversione del sistema produttivo sono disattivati dalla convenienza ad acquistare petrolio in quantità copiose. Le emissioni sono destinate a crescere soprattutto nei paesi asiatici ed africani. Il prezzo del greggio è un sussidio all’inquinamento.
Le nuove tecnologie estrattive ampliano l’offerta del mercato del petrolio.
Le nuove tecnologie estrattive consentono di ampliare l’offerta del petrolio. La legge di Say afferma: l’offerta produce la domanda. La domanda di petrolio è fomentata dal basso prezzo. L’allarmismo delle istituzioni volto ad affermare la necessità di un utilizzo moderato del petrolio in vista di una riduzione dei giacimenti estraibili sembra superata nei fatti dalla condizione del mercato petrolifero. Le nuove tecnologie possono portare ad una espansione del mercato del petrolio senza precedenti. Il petrolio è candidato a sostenere la fase nuova di globalizzazione attraverso la produzione energetica applicata sia ai paesi asiatici sia ai paesi africani.
La marginalizzazione del medio-oriente nella produzione petrolifera.
I nuovi metodi estrattivi rendono possibile la realizzazione di nuovi impianti e giacimenti competitivi rispetto al medio-oriente. L’incremento dell’offerta grazie alle nuove tecnologie estrattive può portare ad un abbassamento strutturale del prezzo del petrolio al di sotto della media di settore. La marginalizzazione del medio-oriente sotto il punto di vista petrolifero prodotta da un abbassamento del prezzo del petrolio può portare ad una condizione di incertezza e instabilità nella regione. Fenomeni reattivi a livello politico istituzionale possono aggravare la situazione economica delle popolazione mediorientali.
Il basso prezzo del petrolio può portare alla riduzione degli investimenti nella ricerca di altre forme di energia
Il basso prezzo del petrolio è disincentivante rispetto alla possibilità di realizzare degli investimenti produttivi nel settore della ricerca di nuove forme di energia alternative. L’accesso di nuovi paesi all’industrializzazione, a livelli di benessere e di civiltà elevati, rende necessario procedere con la crescita della fornitura di energia. La ricerca di forme di energia alternativa al petrolio è stata sostenuta dal prezzo del greggio. Maggiore il prezzo del greggio maggiore l’investimento nella ricerca di forme alternative al petrolio. Il basso costo del petrolio riduce anche la possibilità di realizzare delle forme di investimento profittevoli in energie alternative.
Il protagonismo statunitense nella produzione di petrolio
Gli Stati Uniti hanno deciso di iniziare l’esportazione del petrolio estratto con le nuove tecnologie. La crescita dell’esportazione degli statunitensi porta ad un aumento dell’offerta petrolifera globale. Il governo del prezzo del petrolio a livello mondiale sembra orientato ad una politica della forza. I luoghi prestabiliti per il controllo del mercato petrolifero appaiono superati dall’attivismo americano. Le tecnologie nuove rese disponibili possono portare alla creazione di nuovi stabilimenti estrattivi. Le conseguenze ambientali e geo-politiche possono essere anche devastanti.
Rendite di posizione nuove
La possibilità di esportare il petrolio da parte degli USA può velocizzare il processo di industrializzazione dell’Africa occidentale. Lo sfruttamento delle risorse petrolifere africane può portare ad una crescita ulteriore della produzione petrolifera. Il mercato del petrolio è in una fase di ristrutturazione. I nuovi player attraverso l’esportazione costruiscono zone di interesse economico ed acquisiscono nuove rendite di posizione da impiegare a livello politico ed economico. La mappa dei produttori dei paesi maggiori produttori di petrolio può essere cambiata attraverso la crescita dell’offerta.
La global governance dell’energia: raggiungere gli obbiettivi di politica economica attraverso un mercato della CO2
La global governance dell’energia avrebbe dovuto portare ad un cambiamento del sistema energetico globale. L’investimento realizzato in forme alternative avrebbe dovuto portare ad una marginalizzazione del petrolio ed ad una sostituzione con altre strutture. L’idea di uscire da una dipendenza petrolifera globale appare priva di significato. I policy makers, le istituzioni impegnate nella creazione di un sistema economico globale fondato su di una economica sostenibile sembrano avere mancato l’obbiettivo. La crescita dell’offerta petrolifera contrasta con i tanti orientamenti ambientalisti promozionati. Le organizzazioni internazionali devono introdurre nuove strategie per portare i paesi industrializzati e avviati all’industria alla riduzione delle emissioni inquinanti. Il basso prezzo del petrolio è la dimostrazione della scarsa efficienza della regolamentazione in assenza di una struttura di prezzi definita. La creazione di un mercato per la CO2 potrebbe essere una soluzione al problema della crescita dell’inquinamento indotto dal prezzo basso del greggio. Un mercato per la CO2 stabilito attraverso uno strumento di regolazione può riequilibrare il sistema economico e consentire il raggiungimento dell’obbiettivo di crescita economia sostenibile promozionato dalle istituzioni internazionali come fase nuova della globalizzazione verde. 

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