“Considerata
l’entità delle scorte di greggio i prezzi scenderanno ancora nel corso del
2016, magari anche sotto i 20 dollari. Gli stessi prezzi creeranno però gli
incentivi per un maggiore consumo di petrolio (un colpo forte agli accordi di
Parigi del dicembre 2015 sul cambiamento climatico) L’andamento delle scorte
determinerà la velocità della ripresa dei prezzi. I paesi Opec hanno al momento
una “spare capacity” di circa 1,7 milioni di barili al giorno (piuttosto
bassa). Al contrario paesi non Opec non hanno nessuna “spare capacity”.
La
crescita dei consumi resa possibile dai prezzi bassi e dalla ripresa economica
porterà a un esaurimento delle scorte nel 2017 ed è ragionevole prevedere a
partire dal quel momento un aumento consistente dei prezzi. Se l’economia
tornerà a crescere a ritmi sostenuti, il 2018 si preannuncia come l’anno di un
nuovo squilibrio. L’industria conterà meno protagonisti degli anni passati e
sarà interessata, prima di tutto, a rifarsi delle perdite subite a partire dal
2015.” (Jacopo
Brilli)
I bassi prezzi del petrolio consentono all’economia dei paesi
in via di sviluppo di ottenere le risorse fondamentali per accedere ad un
processo di crescita economica fondata sulla centralità dell’industria. I bassi
prezzi del petrolio possono portare ad un incremento del tasso di industrializzazione
dei paesi asiatici ed africani. Il prezzo del greggio contrasta le politiche
ambientali e può portare alla realizzazione di impianti inquinanti. I nuovi
giacimenti resi possibili dalle nuove tecnologie di estrazione inducono ad una
marginalizzazione del medio-oriente. Il basso prezzo del petrolio può portare
ad una riduzione degli investimenti per la ricerca di nuovi sistemi energetici
alternativi. Il caso del petrolio dimostra come la difficoltà di realizzare una
politica globale applicata alle materie possa produrre delle distorsioni dei
prezzi anche paradossali. Nel mercato delle commodities, come nel mercato delle
contrattazioni volte alla creazione di nuove istituzioni, il principio della
forza trova piena applicazione anche in un contesto dialogico a fondamento
quasi-democratico.
Il
basso prezzo del petrolio avvantaggia i paesi di nuova industrializzazione
Il basso prezzo del petrolio avvantaggia i paesi di nuova
industrializzazione. I paesi asiatici e africani approdati alla produzione
industriale possono trovare nel basso prezzo del petrolio una ulteriore spinta
competitiva rispetto alla crescita della capacità produttiva installata. La
percentuale di prodotti industriali realizzati nei paesi africani ed asiatici
può incrementare attraverso il prezzo basso del petrolio. Il prezzo basso del
petrolio è una politica economica di sostegno nei confronti dei paesi di nuova
industrializzazione operante come un sussidio alla predisposizione di nuovi
impianti e stabilimenti. I paesi africani ed asiatici hanno la possibilità di
puntare sulla produzione industriale per potere ridurre il gap di prodotto
interno lordo rispetto ai paesi occidentali.
Il
prezzo basso del petrolio contrasta con le politiche ambientali.
La globalizzazione è orientata verso il raggiungimento di una
fase “green”. I movimenti politici a base associativa e anche
partitico-politica, gli Stati, hanno indirizzato l’economia globale verso la
riduzione delle emissioni inquinanti. Il prezzo basso del petrolio vanifica le
previsioni di politica economica ambientale. Gli incentivi previsti dagli stati
per procedere alla conversione del sistema produttivo sono disattivati dalla
convenienza ad acquistare petrolio in quantità copiose. Le emissioni sono
destinate a crescere soprattutto nei paesi asiatici ed africani. Il prezzo del
greggio è un sussidio all’inquinamento.
Le
nuove tecnologie estrattive ampliano l’offerta del mercato del petrolio.
Le nuove tecnologie estrattive consentono di ampliare l’offerta
del petrolio. La legge di Say afferma: l’offerta produce la domanda. La domanda
di petrolio è fomentata dal basso prezzo. L’allarmismo delle istituzioni volto
ad affermare la necessità di un utilizzo moderato del petrolio in vista di una
riduzione dei giacimenti estraibili sembra superata nei fatti dalla condizione
del mercato petrolifero. Le nuove tecnologie possono portare ad una espansione
del mercato del petrolio senza precedenti. Il petrolio è candidato a sostenere
la fase nuova di globalizzazione attraverso la produzione energetica applicata
sia ai paesi asiatici sia ai paesi africani.
La
marginalizzazione del medio-oriente nella produzione petrolifera.
I nuovi metodi estrattivi rendono possibile la realizzazione
di nuovi impianti e giacimenti competitivi rispetto al medio-oriente. L’incremento
dell’offerta grazie alle nuove tecnologie estrattive può portare ad un
abbassamento strutturale del prezzo del petrolio al di sotto della media di
settore. La marginalizzazione del medio-oriente sotto il punto di vista
petrolifero prodotta da un abbassamento del prezzo del petrolio può portare ad
una condizione di incertezza e instabilità nella regione. Fenomeni reattivi a
livello politico istituzionale possono aggravare la situazione economica delle
popolazione mediorientali.
Il
basso prezzo del petrolio può portare alla riduzione degli investimenti nella
ricerca di altre forme di energia
Il basso prezzo del petrolio è disincentivante rispetto alla
possibilità di realizzare degli investimenti produttivi nel settore della
ricerca di nuove forme di energia alternative. L’accesso di nuovi paesi all’industrializzazione,
a livelli di benessere e di civiltà elevati, rende necessario procedere con la
crescita della fornitura di energia. La ricerca di forme di energia alternativa
al petrolio è stata sostenuta dal prezzo del greggio. Maggiore il prezzo del
greggio maggiore l’investimento nella ricerca di forme alternative al petrolio.
Il basso costo del petrolio riduce anche la possibilità di realizzare delle
forme di investimento profittevoli in energie alternative.
Il
protagonismo statunitense nella produzione di petrolio
Gli Stati Uniti hanno deciso di iniziare l’esportazione del
petrolio estratto con le nuove tecnologie. La crescita dell’esportazione degli
statunitensi porta ad un aumento dell’offerta petrolifera globale. Il governo
del prezzo del petrolio a livello mondiale sembra orientato ad una politica
della forza. I luoghi prestabiliti per il controllo del mercato petrolifero
appaiono superati dall’attivismo americano. Le tecnologie nuove rese
disponibili possono portare alla creazione di nuovi stabilimenti estrattivi. Le
conseguenze ambientali e geo-politiche possono essere anche devastanti.
Rendite
di posizione nuove
La possibilità di esportare il petrolio da parte degli USA
può velocizzare il processo di industrializzazione dell’Africa occidentale. Lo
sfruttamento delle risorse petrolifere africane può portare ad una crescita
ulteriore della produzione petrolifera. Il mercato del petrolio è in una fase
di ristrutturazione. I nuovi player attraverso l’esportazione costruiscono zone
di interesse economico ed acquisiscono nuove rendite di posizione da impiegare
a livello politico ed economico. La mappa dei produttori dei paesi maggiori
produttori di petrolio può essere cambiata attraverso la crescita dell’offerta.
La
global governance dell’energia: raggiungere gli obbiettivi di politica
economica attraverso un mercato della CO2
La global governance dell’energia avrebbe dovuto portare ad
un cambiamento del sistema energetico globale. L’investimento realizzato in
forme alternative avrebbe dovuto portare ad una marginalizzazione del petrolio
ed ad una sostituzione con altre strutture. L’idea di uscire da una dipendenza
petrolifera globale appare priva di significato. I policy makers, le
istituzioni impegnate nella creazione di un sistema economico globale fondato
su di una economica sostenibile sembrano avere mancato l’obbiettivo. La
crescita dell’offerta petrolifera contrasta con i tanti orientamenti
ambientalisti promozionati. Le organizzazioni internazionali devono introdurre
nuove strategie per portare i paesi industrializzati e avviati all’industria
alla riduzione delle emissioni inquinanti. Il basso prezzo del petrolio è la
dimostrazione della scarsa efficienza della regolamentazione in assenza di una
struttura di prezzi definita. La creazione di un mercato per la CO2 potrebbe
essere una soluzione al problema della crescita dell’inquinamento indotto dal
prezzo basso del greggio. Un mercato per la CO2 stabilito attraverso uno
strumento di regolazione può riequilibrare il sistema economico e consentire il
raggiungimento dell’obbiettivo di crescita economia sostenibile promozionato
dalle istituzioni internazionali come fase nuova della globalizzazione verde.
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