lunedì 11 gennaio 2016

Incrementi meritocratici della produzione


Se il recupero della redditività può essere favorito da interventi fiscali o da un’accentuazione della moderazione salariale, difficilmente l’economia italiana potrà tornare a crescere in maniera sostenuta senza accrescere la sua produttività, ovvero senza un aumento della capacità di produrre servizi e prodotti a più elevato valore aggiunto per unità di lavoro.”( Roberto Torrini, Il capitale? In Italia rende poco)



La questione produttiva italiana è fondamentale nel sistema economico attuale. La produzione industriale di beni e di servizi consente all’economia di raggiungere elevati livelli di crescita economica. Tuttavia il miglioramento degli interventi legislativi risulta essere solo una parte della soluzione. Per incrementare la produzione è necessario incrementare gli investimenti nelle strutture tecnologiche necessarie per la produzione dei beni e migliorare la condizione del capitale umano oltre che la disciplina aziendale. La produttività è molto legata alla cultura aziendale. Investitori, imprenditori, consulenti e lavoratori in grado di sperimentare la meritocrazia possono avere maggiore capacità di incrementare le ore, l’efficacia e l’efficienza del lavoro a fronte di una crescita corrispondente del reddito. La riduzione delle rendite di posizione, delle regolamentazioni statuenti vantaggi posizionali, e l’aumento della meritocrazia con una ristrutturazione del reddito possono portare gli operatori economici ad una crescita di produzione certi di essere ripagati dall’aumento reddituale e delle risorse economiche e finanziarie disponibili.
Il miglioramento degli interventi legislativi in favore di una riduzione delle imposte. La riduzione delle imposte sul capitale e sul lavoro può essere tradotta nell’incremento della produzione. La riduzione delle imposte sul capitale può consentire anche di ottenere maggiori investimenti dall’estero oltre che portare delle risorse economiche presenti nel sistema economico e prive di allocazione ad essere impiegate in attività produttive. La riduzione della tassazione sul capitale può consentire di riprendere il processo di reindustrializzazione a seguito della crisi economica. Il capitalismo è entrato in una fase nuova dei servizi. Tuttavia vi sono produzioni di qualità nella realizzazione di beni materiali, tecnologici ed informatici in grado di essere prodotti con efficienza nel mondo occidentale grazie anche alla presenza di capitale umano. Le produzioni in grado di produrre alto valore aggiunto necessitano di investimenti ingenti di capitale nelle nuove tecnologie. La riduzione della tassazione sul capitale può essere accompagnata dalla realizzazione di nuove politiche economiche volte all’incremento della capacità tecnologica installata nelle imprese attraverso anche la creazione di aree a diffusione di tecnologie produttive nuove con attenzione alla cultura della produzione aziendale.
L’investimento nel capitale umano. L’incremento della produzione può essere anche collegato alla crescita degli investimenti nella formazione del capitale umano. Le politiche economiche universitarie seguite dai governi hanno portato ad una riduzione del numero degli iscritti all’università con pregiudizio molto grave alle capacità produttive future del sistema economico. Nella competizione internazionale della globalizzazione i paesi possono ottenere margini di vantaggio attraverso la creazione di classi dirigenti, di imprenditori, di classe media ad alta scolarizzazione, con buoni risultati a livello di formazione universitaria ed anche di specializzazione scientifica. I paesi in grado di avere un capitale umano di qualità possono migliorare gli aspetti della produzione industriali attraverso l’adozione delle nuove tecnologie ma anche attraverso la creazione di innovazioni tecnologiche ma anche di carattere organizzativo all’interno del sistema produttivo aziendale. La sfida nella creazione di strutture aziendali produttive nei vari settori dell’economia è legata anche alla capacità di realizzare delle organizzazioni in grado di fare cooperare nel processo di realizzazione di beni industriali individui aventi elevati gradi di formazione.
La cultura aziendale del lavoro e della produzione. La cultura aziendale è fondamentale per realizzare incrementi della produzione industriale. Organizzazioni aziendali in grado di remunerare il merito dei lavoratori e delle persone impegnate a vario titolo nei processi produttivi per il valore prodotto all’interno del sistema aziendale possono incrementare la produttività attraverso la rimodulazione degli incentivi, i benefit, la realizzazione di strutture di contratti anche flessibili. Se i lavoratori, gli investitori, gli imprenditori, i consulenti possono vivere un sistema dove gli sforzi produttivi vengono ripagati con incrementi della remunerazione, con benefit, con miglioramenti della condizione del lavoro all’interno della struttura aziendale allora la possibilità di realizzare una crescita della produttività diventa un elemento fondamentale. Possiamo dire che la crescita della produttività può essere legata anche al generale clima della cultura economica presente in un certo territorio, in una certa impresa, in una certa comunità. Le comunità in grado di riconoscere il valore anche di incrementi marginali della produzione possono portare ad una rielaborazione della capacità organizzativa con crescita del numero e del valore dei beni e dei servizi prodotti.

Le rendite posizionali. La lotta alle rendite posizionali è un elemento fondamentale del capitalismo. I nuovi industriali, i nuovi imprenditori, in genere, tentano di ridurre l’area della rendita posizionale dei rentiers. L’esistenza di un gioco a somma zero tra nuovi e vecchi imprenditori è una idea romantica. I giochi a somma zero sono privi di consistenza reale. Le imprese nuove tendono ad allargare il mercato, ad incrementare il novero delle operazioni possibili, a migliorare la struttura dei servizi e dei prodotti offerti. Tuttavia la presenza di soggetti in grado di esercitare un potere di mercato può portare le nuove imprese, le nuove industrie al fallimento. La riduzione delle rendite posizionali inibitive della realizzazione di nuove imprese in grado di realizzare elevati livelli di produzione può avvenire per legge attraverso la realizzazione di politiche condotte anche dagli enti di regolamentazione della concorrenza, così come può anche avvenire per l’aggressività di nuovi operatori del mercato. La presenza di un quadro normativo limitante le rendite posizionali può portare alla crescita di una cultura d’impresa fondata sul principio “maggiore impegno, maggiore reddito”. La crescita della produttività può essere liberata attraverso lotta alle chiusure del mercato consistenti anche nei fenomeni del corporativismo, del consociativismo, degli accordi tra imprese volti a limitare di fatto la concorrenza e ad esercitare controlli produttivi sul mercato. Le imprese potrebbero ridurre gli investimenti se sono convinte di operare in mercati dominati da rendite di posizione. I lavoratori, gli investitori possono ridurre l’impegno se ritengono il mercato orientato al corporativismo e con attitudine bassa al riconoscimento della meritocrazia. Il capitale umano può ridurre l’impegno ad ottenere livelli di formazione e specializzazione tecnica elevata se verifica la mancanza di riconoscimento reddituale delle qualificazione professionale in un mercato orientato alla collusione e alla corruzione. Gli imprenditori, i lavoratori, gli investitori, il capitale umano, possono apportare un contributo fondamentale alla crescita della produttività se hanno la possibilità di sperimentare nelle strutture aziendale la corrispondenza di una relazione positiva tra crescita dell’output prodotto e dell’effort e crescita della remunerazione. 

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