“Se
il recupero della redditività può essere favorito da interventi fiscali o da
un’accentuazione della moderazione salariale, difficilmente l’economia italiana
potrà tornare a crescere in maniera sostenuta senza accrescere la sua
produttività, ovvero senza un aumento della capacità di produrre servizi e
prodotti a più elevato valore aggiunto per unità di lavoro.”( Roberto
Torrini, Il capitale? In Italia rende poco)
La questione produttiva italiana è fondamentale
nel sistema economico attuale. La produzione industriale di beni e di servizi
consente all’economia di raggiungere elevati livelli di crescita economica.
Tuttavia il miglioramento degli interventi legislativi risulta essere solo una
parte della soluzione. Per incrementare la produzione è necessario incrementare
gli investimenti nelle strutture tecnologiche necessarie per la produzione dei
beni e migliorare la condizione del capitale umano oltre che la disciplina
aziendale. La produttività è molto legata alla cultura aziendale. Investitori,
imprenditori, consulenti e lavoratori in grado di sperimentare la meritocrazia
possono avere maggiore capacità di incrementare le ore, l’efficacia e l’efficienza
del lavoro a fronte di una crescita corrispondente del reddito. La riduzione
delle rendite di posizione, delle regolamentazioni statuenti vantaggi
posizionali, e l’aumento della meritocrazia con una ristrutturazione del
reddito possono portare gli operatori economici ad una crescita di produzione
certi di essere ripagati dall’aumento reddituale e delle risorse economiche e
finanziarie disponibili.
Il miglioramento degli interventi legislativi in favore di
una riduzione delle imposte. La
riduzione delle imposte sul capitale e sul lavoro può essere tradotta nell’incremento
della produzione. La riduzione delle imposte sul capitale può consentire anche
di ottenere maggiori investimenti dall’estero oltre che portare delle risorse
economiche presenti nel sistema economico e prive di allocazione ad essere
impiegate in attività produttive. La riduzione della tassazione sul capitale
può consentire di riprendere il processo di reindustrializzazione a seguito
della crisi economica. Il capitalismo è entrato in una fase nuova dei servizi.
Tuttavia vi sono produzioni di qualità nella realizzazione di beni materiali,
tecnologici ed informatici in grado di essere prodotti con efficienza nel mondo
occidentale grazie anche alla presenza di capitale umano. Le produzioni in
grado di produrre alto valore aggiunto necessitano di investimenti ingenti di
capitale nelle nuove tecnologie. La riduzione della tassazione sul capitale può
essere accompagnata dalla realizzazione di nuove politiche economiche volte all’incremento
della capacità tecnologica installata nelle imprese attraverso anche la
creazione di aree a diffusione di tecnologie produttive nuove con attenzione
alla cultura della produzione aziendale.
L’investimento nel capitale umano. L’incremento della produzione può essere anche collegato
alla crescita degli investimenti nella formazione del capitale umano. Le
politiche economiche universitarie seguite dai governi hanno portato ad una
riduzione del numero degli iscritti all’università con pregiudizio molto grave
alle capacità produttive future del sistema economico. Nella competizione internazionale
della globalizzazione i paesi possono ottenere margini di vantaggio attraverso
la creazione di classi dirigenti, di imprenditori, di classe media ad alta
scolarizzazione, con buoni risultati a livello di formazione universitaria ed
anche di specializzazione scientifica. I paesi in grado di avere un capitale
umano di qualità possono migliorare gli aspetti della produzione industriali
attraverso l’adozione delle nuove tecnologie ma anche attraverso la creazione
di innovazioni tecnologiche ma anche di carattere organizzativo all’interno del
sistema produttivo aziendale. La sfida nella creazione di strutture aziendali produttive
nei vari settori dell’economia è legata anche alla capacità di realizzare delle
organizzazioni in grado di fare cooperare nel processo di realizzazione di beni
industriali individui aventi elevati gradi di formazione.
La cultura aziendale del lavoro e della produzione. La cultura aziendale è fondamentale per realizzare incrementi
della produzione industriale. Organizzazioni aziendali in grado di remunerare
il merito dei lavoratori e delle persone impegnate a vario titolo nei processi
produttivi per il valore prodotto all’interno del sistema aziendale possono
incrementare la produttività attraverso la rimodulazione degli incentivi, i
benefit, la realizzazione di strutture di contratti anche flessibili. Se i
lavoratori, gli investitori, gli imprenditori, i consulenti possono vivere un
sistema dove gli sforzi produttivi vengono ripagati con incrementi della
remunerazione, con benefit, con miglioramenti della condizione del lavoro all’interno
della struttura aziendale allora la possibilità di realizzare una crescita
della produttività diventa un elemento fondamentale. Possiamo dire che la
crescita della produttività può essere legata anche al generale clima della
cultura economica presente in un certo territorio, in una certa impresa, in una
certa comunità. Le comunità in grado di riconoscere il valore anche di
incrementi marginali della produzione possono portare ad una rielaborazione
della capacità organizzativa con crescita del numero e del valore dei beni e
dei servizi prodotti.
Le rendite posizionali. La
lotta alle rendite posizionali è un elemento fondamentale del capitalismo. I
nuovi industriali, i nuovi imprenditori, in genere, tentano di ridurre l’area
della rendita posizionale dei rentiers. L’esistenza di un gioco a somma zero
tra nuovi e vecchi imprenditori è una idea romantica. I giochi a somma zero
sono privi di consistenza reale. Le imprese nuove tendono ad allargare il
mercato, ad incrementare il novero delle operazioni possibili, a migliorare la
struttura dei servizi e dei prodotti offerti. Tuttavia la presenza di soggetti
in grado di esercitare un potere di mercato può portare le nuove imprese, le
nuove industrie al fallimento. La riduzione delle rendite posizionali inibitive
della realizzazione di nuove imprese in grado di realizzare elevati livelli di
produzione può avvenire per legge attraverso la realizzazione di politiche
condotte anche dagli enti di regolamentazione della concorrenza, così come può
anche avvenire per l’aggressività di nuovi operatori del mercato. La presenza
di un quadro normativo limitante le rendite posizionali può portare alla
crescita di una cultura d’impresa fondata sul principio “maggiore impegno,
maggiore reddito”. La crescita della produttività può essere liberata
attraverso lotta alle chiusure del mercato consistenti anche nei fenomeni del
corporativismo, del consociativismo, degli accordi tra imprese volti a limitare
di fatto la concorrenza e ad esercitare controlli produttivi sul mercato. Le
imprese potrebbero ridurre gli investimenti se sono convinte di operare in
mercati dominati da rendite di posizione. I lavoratori, gli investitori possono
ridurre l’impegno se ritengono il mercato orientato al corporativismo e con
attitudine bassa al riconoscimento della meritocrazia. Il capitale umano può
ridurre l’impegno ad ottenere livelli di formazione e specializzazione tecnica
elevata se verifica la mancanza di riconoscimento reddituale delle
qualificazione professionale in un mercato orientato alla collusione e alla
corruzione. Gli imprenditori, i lavoratori, gli investitori, il capitale umano,
possono apportare un contributo fondamentale alla crescita della produttività
se hanno la possibilità di sperimentare nelle strutture aziendale la
corrispondenza di una relazione positiva tra crescita dell’output prodotto e
dell’effort e crescita della remunerazione.
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