Il Sud Italia viene
spesso rappresentato come un problema tipico dell’Italia. In raltà lo Stato
italiano è privo della capacità di risolvere il problema del Mezzogiorno. Il
sud Italia vive una crisi, come dimostrato da De Paola,
dalla quale può uscire vincente. Il mezzogiorno è fuori dall’agenda del Governo
italiano e in modo particolare anche dello Stato. L’investimento della pubblica
amministrazione- intesa come ossatura fondamentale dello Stato- nel meridione è
basso. La spesa pubblica meridionale pro-capite è inferiore rispetto alla spesa
pubblica delle regioni del centro nord. La condizione economica di minorità
diventa una tragedia culturale politica. I meridionali hanno difficoltà ad
accedere alla politica, a realizzare delle comunità. La struttura urbana delle
città meridionali sono spesso la cartina di tornasole della mancanza di una
idea di Stato. Tuttavia il problema del Mezzogiorno dovrebbe essere in realtà
sottratto allo Stato per essere assegnato direttamente all’Unione Europea,
almeno fino a quando permangono le condizioni di arretratezza culturale,
economica e sociale. Se guardiamo infatti i dati possiamo verificare che il
Mezzogiorno è in realtà ai primi posti in Europa per la percentuale di persone
a rischio di povertà. L’Eurostat pubblica dei dati relativi alle regioni d’Europa.
I DATI
I dati relativi alla
percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale sono molto
preoccupanti. Al primo posto in Europa
per l’anno 2014, tra le Regioni e le organizzazioni amministrative per
percentuale della popolazione a rischio povertà è posta la Sicilia con una
percentuale pari al 54,4% della popolazione a rischio povertà, la Campania è al
quinto posto con una popolazione a rischio povertà o esclusione sociale pari al
49% del totale; la Calabria è al quattordicesimo posto con il 43,5 della
popolazione a rischio povertà o esclusione sociale; il Molise è al
ventitreesimo posto con il 40,7% della popolazione a rischio di povertà o
esclusione sociale; la Puglia è al ventiquattresimo posto con il 40,6% della
popolazione a rischio, la Basilicata al trentesimo posto con il 39,6% della
popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, la Sardegna è al trentesimo
posto con il 37,7% della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale. I
dati mostrano un leggero miglioramento della condizione economica delle regioni
meridionale sotto il punto di vista delle persone a rischio povertà o
esclusione sociale. La percentuale della popolazione a rischio povertà tra il
2013 e il 2014 è diminuita dall’1,61 per cento in Campania, del 6,88 per cento
in Puglia, del 18,35 per cento in Basilicata, del 4,61% in Calabria, dell’1,09
per cento in Sicilia anche se è aumentata del 17,08 per cento in Sardegna. Tuttavia
nonostante il miglioramento della performance delle economie meridionali esse
risultano ancora ai primi posti nella classifica delle regioni europee per
percentuale della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale.
Una strategia Europea
Il Governo italiana è
privo della volontà politica necessaria per risolvere il problema del
Mezzogiorno. Sarebbe quindi in caso di sottrarre la competenza del Mezzogiorno
al Governo italiano per assegnarla all’Unione Europea attraverso i piani per lo
sviluppo delle aree economiche depresse. La condizione economica di
arretratezza delle regioni meridionali rende il Sud Italia oggetto privilegiato
di ogni politica di intervento pubblico realizzata dall’Unione Europea. Il sud
necessita di interventi pubblici nei settori fondamentali dell’istruzione,
della sanità, dei trasporti, attraverso il miglioramento della condizione dei
servizi e soprattutto attraverso il miglioramento della condizione del capitale
umano, delle conoscenze e della tecnologia. I modelli di crescita economia
hanno messo in evidenza la necessità di operare attraverso gli investimenti di
capitale, ma anche attraverso la crescita del capitale umano e delle conoscenze
per incrementare il livello del valore aggiunto prodotto. Occorre che gli
operatori dell’istruzione vengano pagati di più nel caso del Mezzogiorno per il
senso dell’impegno istituzionale nel meridione. Insegnare nelle università
meridionali, fare scuola, amministrazione, nel Sud Italia ha, per il personale
impegnato, dei costi maggiori, relativi al confronto con la popolazione, alla
mancanza di strutture, relazioni, capitale sociale. Il reddito degli operatori
della PA, della scuola, delle univerisità meridionali dovrebbe essere aumentato
per una sorta di indennità in grado di remunerare il costo ulteriore, umano,
sostenuto dagli operatori nell’esercizio delle prestazioni professionali in
condizioni di disagio.
Un mezzogiorno d’Europa
La popolazione
meridionale ha difficoltà ad affermare la propria azione politica e sociale. La
difficoltà è dovuta anche alla mancanza di conoscenza circa i processi sociali,
della scelta pubblica. Occorre che il Mezzogiorno venga considerato un centro
europeo nel Mediterraneo. La centralità del Mezzogiorno nell’Europa volta al
Mediterraneo può consentire di rafforzare l’economia meridionale e la stabilità
dell’Unione Europea. L’analisi delle regioni d’Europa mostra l’esistenza di
varie velocità all’interno dei paesi membri dell’Unione Europea. Occorre che l’unione
europea intervenga per rimuovere il divario attraverso il commissariamento dei
governi privi di politiche di coesione e stabilità. La nomina di un Commissario
Europeo con l’obbiettivo di eliminare i divari regionali potrebbe consentire di
fare dei piani per i governi a contenuto metrico. I governi in grado di
garantire la riduzione del divario ottengono anche vantaggi sulle politiche
fiscali. I governi privi della capacità di ridurre il divario vengono
commissariati sulle politiche di bilancio. L’Italia unita nella dimensione geografica
nel 1861 ha mantenuto delle divisioni istituzionali e politiche gravanti sulle
popolazioni meridionali. L’Unione Europea e il contesto internazionale possono
consentire di modificare l’assetto della “emarginazione programmata dei
meridionali”. Le regioni, le città metropolitane, i comuni, dovrebbero
realizzare anche un coordinamento meridionale e cercare attraverso accordi
anche internazionali di trovare le risorse finanziarie, le relazioni
imprenditoriali, politiche, finanziarie, militari, industriali per poter
promuovere la crescita del territorio. Il governo italiano può essere superato
nei fatti dall’attivismo della classe dirigente meridionale sia nel consesso
europeo, sia attraverso la creazione di un coordinamento tra i governatori delle
Regioni del Sud Italia, sia attraverso una operazione di relazioni
internazionali euro-mediterranee ma anche asiatiche e atlantiche.
RANK
|
REGIONE
|
RISCHIO POVERTA' % POPOLAZIONE
|
1
|
Sicilia
|
54,4
|
2
|
Sud-Est
|
52,9
|
3
|
Isole
|
50,3
|
4
|
Macroregiunea
doi
|
50,3
|
5
|
Campania
|
49,0
|
6
|
Nord-Est
|
48,7
|
7
|
Ciudad
Autónoma de Ceuta (ES)
|
47,9
|
8
|
Yuzhen
tsentralen
|
46,9
|
9
|
Severozapaden
|
46,1
|
10
|
Severoiztochen
|
45,6
|
11
|
Región de
Murcia
|
44,9
|
12
|
Severna i
yugoiztochna Bulgaria
|
44,0
|
13
|
Severen
tsentralen
|
43,7
|
14
|
Calabria
|
43,5
|
15
|
Sud
|
43,4
|
16
|
Former
Yugoslav Republic of Macedonia, the
|
43,2
|
17
|
Sud-Vest
Oltenia
|
42,7
|
18
|
Sur (ES)
|
42,6
|
19
|
Andalucía
|
42,3
|
20
|
Macroregiunea
patru
|
41,5
|
21
|
Yugoiztochen
|
41,2
|
22
|
Sud -
Muntenia
|
40,8
|
23
|
Molise
|
40,7
|
24
|
Puglia
|
40,6
|
25
|
Kentriki
Ellada (NUTS 2010)
|
40,5
|
26
|
Vest
|
40,1
|
27
|
Extremadura
|
39,8
|
28
|
Basilicata
|
39,6
|
29
|
Nisia
Aigaiou, Kriti
|
39,4
|
30
|
Sardegna
|
37,7
|
31
|
Voreia
Ellada (NUTS 2010)
|
37,1
|
32
|
Canarias
(ES)
|
37,0
|
33
|
Canarias
(ES)
|
37,0
|
34
|
Castilla-la
Mancha
|
36,9
|
35
|
Yugozapadna
i yuzhna tsentralna Bulgaria
|
36,1
|
36
|
Alföld és
Észak
|
35,8
|
37
|
Centru
|
35,4
|
38
|
Macroregiunea
trei
|
34,8
|
39
|
Comunidad
Valenciana
|
34,7
|
40
|
Macroregiunea
unu
|
33,6
|
41
|
Centro
(ES)
|
32,7
|
42
|
Latvia
|
32,7
|
43
|
Nord-Vest
|
31,9
|
44
|
Attiki
|
31,6
|
45
|
Border,
Midland and Western
|
30,5
|
46
|
Abruzzo
|
29,5
|
47
|
Közép-Magyarország
|
29,3
|
48
|
Region
Wschodni
|
29,1
|
49
|
Yugozapaden
|
28,6
|
50
|
Region
Pólnocny
|
27,5
|
51
|
Cantabria
|
27,4
|
52
|
Dunántúl
|
26,9
|
53
|
Este (ES)
|
26,7
|
54
|
Liguria
|
26,5
|
55
|
Southern
and Eastern
|
26,3
|
56
|
Ticino
|
26,3
|
57
|
Castilla y
León
|
26,1
|
58
|
Ciudad
Autónoma de Melilla (ES)
|
25,8
|
59
|
Bucuresti
- Ilfov
|
25,7
|
60
|
Lazio
|
24,7
|
61
|
Noroeste
(ES)
|
24,2
|
62
|
Region
Poludniowo-Zachodni
|
24,1
|
63
|
Region
Pólnocno-Zachodni
|
24,0
|
64
|
Galicia
|
23,8
|
65
|
Illes
Balears
|
23,8
|
66
|
Principado
de Asturias
|
23,4
|
67
|
Region
Centralny
|
22,6
|
68
|
Moravskoslezsko
|
22,5
|
69
|
Vzhodna
Slovenija (NUTS 2010)
|
22,5
|
70
|
Centro
(IT)
|
22,1
|
71
|
Severozápad
|
21,9
|
72
|
Umbria
|
21,9
|
73
|
Cataluña
|
21,8
|
74
|
Region
Poludniowy
|
21,7
|
75
|
Pohjois-
ja Itä-Suomi
|
21,6
|
76
|
Mellersta
Norrland
|
21,1
|
77
|
Východné
Slovensko
|
21,0
|
78
|
Aragón
|
20,7
|
79
|
Stredné
Slovensko
|
20,2
|
80
|
Åland
|
20,2
|
81
|
La Rioja
|
20,1
|
82
|
Norra
Mellansverige
|
20,1
|
83
|
Marche
|
19,6
|
84
|
Småland
med öarna
|
19,3
|
85
|
Comunidad
de Madrid
|
19,2
|
86
|
Comunidad
de Madrid
|
19,2
|
87
|
Toscana
|
19,2
|
88
|
Nord-Ovest
|
19,1
|
89
|
Norra
Sverige
|
19,1
|
90
|
Piemonte
|
18,8
|
91
|
Sydsverige
|
18,7
|
92
|
Hovedstaden
|
18,4
|
93
|
Södra
Sverige
|
18,3
|
94
|
Sjælland
|
18,1
|
95
|
Midtjylland
|
18,1
|
96
|
Lombardia
|
18,1
|
97
|
Etelä-Suomi
|
18,0
|
98
|
Denmark
|
17,9
|
99
|
West-Nederland
|
17,9
|
100
|
Zahodna
Slovenija (NUTS 2010)
|
17,9
|
101
|
Syddanmark
|
17,7
|
102
|
Länsi-Suomi,
Åland
|
17,7
|
103
|
Västsverige
|
17,7
|
104
|
Espace
Mittelland
|
17,7
|
105
|
Valle
d'Aosta/Vallée d'Aoste
|
17,5
|
106
|
Région
lémanique
|
17,5
|
107
|
Noreste
(ES)
|
17,2
|
108
|
Manner-Suomi
|
17,2
|
109
|
Hedmark og
Oppland
|
17,1
|
110
|
Strední
Morava
|
17,0
|
111
|
Veneto
|
16,9
|
112
|
Sweden
|
16,9
|
113
|
Nordjylland
|
16,5
|
114
|
Bratislavský
kraj
|
16,5
|
115
|
Östra
Mellansverige
|
16,5
|
116
|
Emilia-Romagna
|
16,4
|
117
|
Friuli-Venezia
Giulia
|
16,3
|
118
|
Oost-Nederland
|
16,3
|
119
|
Nord-Est
|
16,2
|
120
|
Övre
Norrland
|
16,2
|
121
|
Noord-Nederland
|
15,8
|
122
|
Západné
Slovensko
|
15,4
|
123
|
País Vasco
|
15,3
|
124
|
Nordwestschweiz
|
15,0
|
125
|
Ostschweiz
|
14,9
|
126
|
Sør-Østlandet
|
14,8
|
127
|
Trøndelag
|
14,7
|
128
|
Comunidad
Foral de Navarra
|
14,5
|
129
|
Östra
Sverige
|
14,5
|
130
|
Nord-Norge
|
14,5
|
131
|
Severovýchod
|
14,0
|
132
|
Zuid-Nederland
|
13,9
|
133
|
Provincia
Autonoma di Trento
|
13,6
|
134
|
Zentralschweiz
|
13,2
|
135
|
Vestlandet
|
13,0
|
136
|
Jihovýchod
|
12,8
|
137
|
Stockholm
|
12,8
|
138
|
Helsinki-Uusimaa
|
12,6
|
139
|
Jihozápad
|
12,5
|
140
|
Oslo og
Akershus
|
12,1
|
141
|
Agder og
Rogaland
|
11,5
|
142
|
Zürich
|
11,1
|
143
|
Praha
|
10,2
|
144
|
Strední
Cechy
|
9,8
|
145
|
Provincia
Autonoma di Bolzano/Bozen
|
9,7
|
146
|
Région de
Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest
|
:
|
147
|
Vlaams
Gewest
|
:
|
148
|
Région
wallonne
|
:
|
149
|
Itä-Suomi
(NUTS 2006)
|
:
|
150
|
Etelä-Suomi
(NUTS 2006)
|
:
|
151
|
Pohjois-Suomi
(NUTS 2006)
|
:
|
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