martedì 2 febbraio 2016

La sussidiarietà mancata della local tax


Il patto di stabilità deicomuni è stato modificato dal governo. Tuttavia la riforma dei tributi locali sembra essere orientata ad una gestione di tipo verticistico piuttosto che di tipo funzionalistico. L’idea di realizzare dei tributi su base locale attraverso la individuazione delle local tax è stata superata nei fatti. E’ possibile che il governo decida che un sistema finanziario di tipo gerarchico possa essere efficiente rispetto ad un sistema di finanza pubblica organizzato sulla base della prossimità rispetto al contribuente.  Il principio della sussidiarietà dovrebbe spingere i comuni a realizzare delle politiche economiche fiscali sempre più vicine rispetto ai cittadini attraverso la riduzione del peso dei trasferimenti da parte dello Stato. Il Governo ha invece intrapreso una strada opposta: puntare sui trasferimenti gerarchici di risorse finanziarie e limitare l’autonomia realizzata dai singoli comuni. La centralizzazione del sistema della finanza pubblica italiano va contro anche i principi più volte richiamati del federalismo, del riconoscimento di un ruolo alle comunità ed agli enti locali, contrasta con principi costituzionali, istituzionali e di buona prassi politica. Il Governo ha dimostrato di essere accentratore di volere disporre in un modo univoco delle risorse finanziarie esistenti. Il ruolo delle regioni viene ad essere un ruolo di garanzia nei confronti del mancato rispetto del saldo di bilancio. Il saldo di bilancio dei comuni può anche essere negativo purché venga rifinanziato dalle Regioni. Il principio del ricorso alle Regioni incrementa il valore della stabilità finanziaria degli enti Regionali, crea ulteriori divisioni, privilegia le Regioni con maggiori risorse rispetto alle Regioni in difficoltà finanziaria. L’ordinamento di finanza pubblica disposto dallo Stato è tale da disporre nei fatti una gerarchia in grado di aumentare le diseguaglianze tra le istituzioni, le comunità e le popolazioni presenti. La finanza pubblica, in forza della Costituzione, deve essere orientata alla rimozione delle condizioni di diseguaglianza ovvero spendere un numero di risorse finanziarie superiore in caso di comunità locali in difficoltà economica finanziaria. Il trasferimento di risorse da realizzare attraverso la finanza pubblica dovrebbe essere volto ad incrementare la spesa in ragione inversa rispetto ad indici valutabili come il prodotto interno lordo pro-capite e simili. L’ordinamento scelto dal Governo è “flat” ovvero avviene nel riconoscimento di una gerarchia tra enti pubblici: alcuni enti in grado di essere efficienti potranno realizzare spesa ed investimenti, gli altri dovranno limitare le spese di finanza pubblica. Le spese comunali hanno continuato a garantire un certo impiego di risorse anche durante la crisi finanziaria. Gli economisti soprattutto di matrice sviluppista tendono a mettere in risalto il ruolo positivo della spesa pubblica nella crescita economica.

Il principio della sussidiarietà
Il principio della sussidiarietà dovrebbe indurre a realizzare una local tax centrata sulla capacità delle amministrazioni locali di realizzare delle politiche economiche fiscali nell’interesse dei cittadini. La local tax è un elemento fondamentale anche per combattere l’astensionismo e l’allontanamento dei cittadini dalla politica. Cittadini sono consapevoli della possibilità di incidere in un modo determinante sulla politica di bilancio comunale finanziata anche attraverso le tasse versate possono partecipare con intensità alle scelte di carattere pubblico e collettivo. L’amministrazione comunale tende ad essere sottoposta a stress, a gestire i conflitti nuovi prodotti dalla globalizzazone: l’interculturalità, la necessità di realizzare delle strutture per le imprese a basso impatto ambientale, il controllo del territorio contro l’abusivismo edilizio, la cementificazione e l’inquinamento. I comuni svolgono anche delle importanti azioni volte ad incrementare il tasso di scolarizzazione della popolazione, a rimuovere le differenze di genere, a combattere la violenza attraverso azioni di carattere sociale e anche attraverso degli investimenti realizzati per dotare i cittadini di strutture, mezzi, tecnologie e personale specializzato per potere accedere ad un esercizio pieno della cittadinanza. Colpire la capacità di spesa dei comuni, e soprattutto la capacità di investimento dei comuni, significa andare a ridurre la produttività di politiche istituzionali, sociali, educazionali, iprenditoriali, culturali in grado di creare una popolazione orientata ad incrementare il valore aggiunto prodotto dall’interazione sociale. I comuni hanno la possibilità di incidere in modo diretto sui legami sociali, intracomunitari, sulle connessioni relazionali dei singoli cittadini e dei gruppi di cittadini e possono agire per la rimozione degli impedimenti di carattere sociali rispetto alla realizzazione piena dei residenti. Un comune dotato di adeguate risorse finanziarie può essere un ente di distribuzione e redistribuzione in grado di operare in favore della rimozione della diseguaglianza, per la crescita del capitale umano.

I trasferimenti da parte dello Stato
I trasferimenti statali dovrebbero uscire dalla scena della finanza pubblica. La finanza pubblica dovrebbe essere orientata verso una completa sostenibilità fondata sul reddito dei cittadini. I comuni dovrebbero essere impegnati nel dotare la popolazione sia dei mezzi per potere accedere ad una piena partecipazione alla vita politica e culturale sia dei mezzi per potere accedere ad una piena vita economica. Alcuni cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro come per esempio l’eliminazione del posto fisso hanno comportato delle esigenze di organizzazione della sfera produttiva. I comuni possono agevolare la realizzazione di strutture di co-working, di reti tra gli operatori attraverso anche degli investimenti produttivi, nell’ottimizzazione delle zone industriali, artigianali per creare delle comunità in grado di resistere ad eventuali crisi di carattere economico-finanziario globale o regionali. I comuni sono enti in grado di generare reti per consentire all’economia, alle istituzioni di affrontare al meglio i passaggi economici rilevanti. Il conflitto tra poteri dello Stato, tra enti interni allo Stato porta anche ad importanti arretramenti. Tuttavia in una ottica volta all’efficientamento sarebbe necessario procedere ad un accorpamento delle funzioni della finanza pubblica in sede europea per un institutional design in grado di rispettare le esigenze delle popolazioni con attenzione anche agli aspetti di carattere redistributivo. La logica fondativa della finanza pubblica europea deve è ribaltata rispetto al modello top down, ed è orientata ad un sistema fondato sul bottom up con interventi correttivi per dare alle comunità in difficoltà la possibilità di realizzare una maggiore crescita economica.


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