Il patto di stabilità deicomuni è stato modificato dal governo. Tuttavia la riforma dei tributi locali sembra
essere orientata ad una gestione di tipo verticistico piuttosto che di tipo funzionalistico.
L’idea di realizzare dei tributi su base locale attraverso la individuazione
delle local tax è stata superata nei fatti. E’ possibile che il governo decida
che un sistema finanziario di tipo gerarchico possa essere efficiente rispetto
ad un sistema di finanza pubblica organizzato sulla base della prossimità
rispetto al contribuente. Il principio
della sussidiarietà dovrebbe spingere i comuni a realizzare delle politiche
economiche fiscali sempre più vicine rispetto ai cittadini attraverso la
riduzione del peso dei trasferimenti da parte dello Stato. Il Governo ha invece
intrapreso una strada opposta: puntare sui trasferimenti gerarchici di risorse finanziarie
e limitare l’autonomia realizzata dai singoli comuni. La centralizzazione del
sistema della finanza pubblica italiano va contro anche i principi più volte
richiamati del federalismo, del riconoscimento di un ruolo alle comunità ed
agli enti locali, contrasta con principi costituzionali, istituzionali e di
buona prassi politica. Il Governo ha dimostrato di essere accentratore di
volere disporre in un modo univoco delle risorse finanziarie esistenti. Il
ruolo delle regioni viene ad essere un ruolo di garanzia nei confronti del
mancato rispetto del saldo di bilancio. Il saldo di bilancio dei comuni può
anche essere negativo purché venga rifinanziato dalle Regioni. Il principio del
ricorso alle Regioni incrementa il valore della stabilità finanziaria degli
enti Regionali, crea ulteriori divisioni, privilegia le Regioni con maggiori
risorse rispetto alle Regioni in difficoltà finanziaria. L’ordinamento di
finanza pubblica disposto dallo Stato è tale da disporre nei fatti una
gerarchia in grado di aumentare le diseguaglianze tra le istituzioni, le
comunità e le popolazioni presenti. La finanza pubblica, in forza della
Costituzione, deve essere orientata alla rimozione delle condizioni di
diseguaglianza ovvero spendere un numero di risorse finanziarie superiore in
caso di comunità locali in difficoltà economica finanziaria. Il trasferimento
di risorse da realizzare attraverso la finanza pubblica dovrebbe essere volto
ad incrementare la spesa in ragione inversa rispetto ad indici valutabili come
il prodotto interno lordo pro-capite e simili. L’ordinamento scelto dal Governo
è “flat” ovvero avviene nel riconoscimento di una gerarchia tra enti pubblici:
alcuni enti in grado di essere efficienti potranno realizzare spesa ed
investimenti, gli altri dovranno limitare le spese di finanza pubblica. Le
spese comunali hanno continuato a garantire un certo impiego di risorse anche
durante la crisi finanziaria. Gli economisti soprattutto di matrice sviluppista
tendono a mettere in risalto il ruolo positivo della spesa pubblica nella
crescita economica.
Il principio della sussidiarietà
Il principio della
sussidiarietà dovrebbe indurre a realizzare una local tax centrata sulla
capacità delle amministrazioni locali di realizzare delle politiche economiche
fiscali nell’interesse dei cittadini. La local tax è un elemento fondamentale
anche per combattere l’astensionismo e l’allontanamento dei cittadini dalla
politica. Cittadini sono consapevoli della possibilità di incidere in un modo
determinante sulla politica di bilancio comunale finanziata anche attraverso le
tasse versate possono partecipare con intensità alle scelte di carattere
pubblico e collettivo. L’amministrazione comunale tende ad essere sottoposta a
stress, a gestire i conflitti nuovi prodotti dalla globalizzazone: l’interculturalità,
la necessità di realizzare delle strutture per le imprese a basso impatto
ambientale, il controllo del territorio contro l’abusivismo edilizio, la
cementificazione e l’inquinamento. I comuni svolgono anche delle importanti
azioni volte ad incrementare il tasso di scolarizzazione della popolazione, a
rimuovere le differenze di genere, a combattere la violenza attraverso azioni
di carattere sociale e anche attraverso degli investimenti realizzati per
dotare i cittadini di strutture, mezzi, tecnologie e personale specializzato
per potere accedere ad un esercizio pieno della cittadinanza. Colpire la
capacità di spesa dei comuni, e soprattutto la capacità di investimento dei
comuni, significa andare a ridurre la produttività di politiche istituzionali,
sociali, educazionali, iprenditoriali, culturali in grado di creare una
popolazione orientata ad incrementare il valore aggiunto prodotto dall’interazione
sociale. I comuni hanno la possibilità di incidere in modo diretto sui legami
sociali, intracomunitari, sulle connessioni relazionali dei singoli cittadini e
dei gruppi di cittadini e possono agire per la rimozione degli impedimenti di
carattere sociali rispetto alla realizzazione piena dei residenti. Un comune
dotato di adeguate risorse finanziarie può essere un ente di distribuzione e
redistribuzione in grado di operare in favore della rimozione della
diseguaglianza, per la crescita del capitale umano.
I
trasferimenti da parte dello Stato
I trasferimenti statali
dovrebbero uscire dalla scena della finanza pubblica. La finanza pubblica
dovrebbe essere orientata verso una completa sostenibilità fondata sul reddito
dei cittadini. I comuni dovrebbero essere impegnati nel dotare la popolazione
sia dei mezzi per potere accedere ad una piena partecipazione alla vita
politica e culturale sia dei mezzi per potere accedere ad una piena vita
economica. Alcuni cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro come per
esempio l’eliminazione del posto fisso hanno comportato delle esigenze di
organizzazione della sfera produttiva. I comuni possono agevolare la
realizzazione di strutture di co-working, di reti tra gli operatori attraverso
anche degli investimenti produttivi, nell’ottimizzazione delle zone
industriali, artigianali per creare delle comunità in grado di resistere ad
eventuali crisi di carattere economico-finanziario globale o regionali. I
comuni sono enti in grado di generare reti per consentire all’economia, alle
istituzioni di affrontare al meglio i passaggi economici rilevanti. Il
conflitto tra poteri dello Stato, tra enti interni allo Stato porta anche ad
importanti arretramenti. Tuttavia in una ottica volta all’efficientamento
sarebbe necessario procedere ad un accorpamento delle funzioni della finanza
pubblica in sede europea per un institutional design in grado di rispettare le
esigenze delle popolazioni con attenzione anche agli aspetti di carattere
redistributivo. La logica fondativa della finanza pubblica europea deve è
ribaltata rispetto al modello top down, ed è orientata ad un sistema fondato
sul bottom up con interventi correttivi per dare alle comunità in difficoltà la
possibilità di realizzare una maggiore crescita economica.
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