Il
prezzo del petrolio basso dovrebbe portare ad una riduzione degli investimenti
nel settore dell’estrazione e della commercializzazione del greggio. L’organizzazione
mondiale dei paesi produttori del petrolio-OPEC- ha individuato la classifica
dei paesi per produttività. Il Venezuela è al primo posto della classifica
OPEC. Il Venezuela produce il 24,90% del petrolio nel mercato globale. L’Arabia
Saudita è al secondo posto della classifica OPEC con un valore della produzione
pari al 22,10% del mercato globale. L’Iran è al terzo posto con un valore della
produzione di petrolio pari al 13,10% del mercato globale. Il Kuwait produce l’8,40%,
l’UAE l’8,10%, la Libya produce 4,0%, la Nigeria produce il 3,10%, l’Algeria l’1,00%,
l’Angola e l’Ecuador sono a pari merito con un valore della produzione pari
allo 0,7%. Il mercato del petrolio sembra essere caratterizzato da una
competizione serrata tra l’Arabia Saudita e l’Iran. Il conflitto produttivo tra
Arabia Saudita e Iran può modificare l’assetto delle influenze nell’area del
medio oriente e avere un impatto sull’economia globale.
L’apertura
internazionale dell’Iran può portare ad un ridimensionamento del ruolo dell’Arabia
Saudita in una ottica di gioco a somma zero tra le parti presenti. Tuttavia la
globalizzazione ha portato ad un incremento dei mercati in estensione ed in
profondità. Il numero di paesi in grado di sviluppare un sistema industriale
basato sul petrolio è aumentato a seguito della globalizzazione. Il mercato del
petrolio sotto il punto di vista della domanda ha vissuto una fase espansiva.
Il conflitto tra Arabia Saudita e Iran rischia di essere inutile e costoso
soprattutto in una fase della globalizzazione fondata sul protagonismo nuovo
sia dei paesi asiatici sia dei paesi africani. I dati relativi alla
composizione del prodotto interno lordo mostrano una diversità fondamentale
dell’articolazione delle economie dei due paesi. Secondo i dati raccolti dalla
Cia per il 2014 l’economia dell’Arabia Saudita sembra essere più evoluta rispetto
all’economia dell’Iran. Il Pil dell’Arabia Saudita ha la seguente composizione:
agricoltura 1,9%; industria 57%, servizi 41,1%. Il Pil dell’Iran è fondato per
il 9,2% sull’agricoltura, per il 37,7% sull’industria e per il 53,1% sui
servizi. L’Arabia Saudita sembra quindi essere in grado di svolgere un ruolo
economico moderno ed evoluto rispetto all’Iran sia a nell’area mediorientale
sia a livello internazionale. Tuttavia la presenza di investimenti esteri
potrebbe modificare in modo strutturale l’economia iraniana ed incrementare la
percentuale di industria e soprattutto la componente dei servizi fino a
produrre l’accesso degli iraniani alla quarta rivoluzione industriale. Il
petrolio per i paesi mediorientali è un driver per l’importazione della
tecnologia e dei capitali necessari per l’ammodernamento delle istituzioni
interne, per la crescita del capitale umano, per l’incremento del benessere
della popolazione. I tassi di crescita del Pil dell’Iran e dell’Arabia Saudita
sono in un qualche modo correlati. Dal 2011 al 2013 il tasso di crescita del
Pil dell'Arabia Saudita è stato superiore al tasso di crescita dell’Iran. Nel 2014 il tasso di crescita del PIL dell'Arabia Saudita è superato dal tasso di crescita del PIL dell'Iran. Il
tasso di crescita dell’Arabia Saudita è stato pari al 9,9% nel 2011 (Iran 3,7%), pari al 5,3% nel 2012 (Iran -6,6%). Nel 2013 l’Arabia Saudita è
cresciuta ad un tasso pari al 2,6% contro un tasso di crescita dell’Iran pari al -1,9%. Nel 2014 l’Arabia Saudita è cresciuta ad un tasso del 3,4% contro
un tasso di crescita dell’Iran pari al 4,3%. Il grafico mostra una
sostanziale dominanza del tasso di crescita del prodotto interno lordo dell'Arabia Saudita rispetto al tasso di crescita del prodotto interno lordo dell’Iran.
Il ruolo
internazionale dell’Iran
L’Iran
in realtà potrebbe avere un successo internazionale migliore rispetto all’Arabia
Saudita. La chiave esplicativa del successo iranico è nella sua dotazione di
capitale culturale. L’attenzione alle minoranze presenti nell’Iran è un segno
forte di accesso ad una società “occidentalizzata”. Inoltre il ruolo dell’Iran
è fondamentale come momento di passaggio e limite verso le economie orientali e
asiatiche. La produzione di petrolio dell’Iran potrà crescere e forse superare
in percentuale della produzione mondiale l’Arabia Saudita. Tuttavia il ruolo dell’Iran
nella regione mediorientale e asiatica diventa fondamentale anche per l’egemonia
culturale esercitata. Occorre inoltre considerare la dimensione demografica dell’Iran
rispetto all’Arabia Saudita. L’Iran è un paese con una popolazione pari a circa
78 milioni nel 2014 a fronte dei 30 milioni nel 2014 dell’Arabia Saudita. L’Iran
potrebbe diventare un paese “democratico” nel senso di ammettere la possibilità
di una difesa delle minoranze all’interno dello scenario politico
istituzionale. La storia culturale dell’Iran sembra essere in grado di attirare
anche il turismo dagli occidentali con la capacità di svolgere una attività fondamentale
per il ripristino delle condizioni di dialogo tra occidente e oriente. I paesi
mediorientali possono utilizzare il petrolio per accedere a forme di sviluppo
economico evolute. L’accesso all’informatizzazione, l’incremento della
dotazione del capitale umano, la formazione anche di una classe imprenditoriale
in grado di produrre e gestire aziende con particolare attenzione al settore
dei servizi possono portare i paesi medio orientali ad una autonomia e alla
libertà rispetto alla dipendenza dal petrolio. La specializzazione dell’esportazione
sui mercati internazionali è un vantaggio competitivo rilevante. Tuttavia la
specializzazione internazionale può essere realizzata con maggiore vantaggio
attraverso un processo di produzione di valore aggiunto con la realizzazione di
fasi di trasformazione dei prodotti. L’esportazione di materie prime può
ridurre la capacità produttiva del valore aggiunto nazionale. I paesi
mediorientali possono uscire da una condizione di marginalità economica
attraverso lo sviluppo di una capacità produttiva autonoma fondata sull’impresa
e sulla cultura dell’industria. L’economia fondata sul petrolio produce
esternalità negative. Le politiche economiche globali sono orientate a
modificare i sistemi di produzione dei beni e dei servizi. Il ruolo dell’industria
petrolifera dipende dall’allargamento della produzione industriale a paesi
nuovi nella globalizzazione. Tuttavia, per paradosso, il prezzo basso dell’Arabia
Saudita opera come una interdizione nei confronti della ricerca di nuovi metodi
per alimentare il sistema produttivo globale. Il prezzo basso del petrolio ha
una capacità scarsa di incidere sull’economia estrattiva dell’Iran oggetto di
investimenti esteri rilevanti. Il prezzo del petrolio basso ha una capacità di
bloccare il settore delle energie rinnovabili con costi elevati per l’ambiente
e la probabilità di una posticipazione delle strategie organizzative e
produttive volte alla riduzione dell’esternalità negative. Un sistema
produttivo in grado di produrre esternalità positive può essere incentivato da
un presso del petrolio in aumento favorito dall’interesse individualistico dei
paesi OPEC.
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