lunedì 8 febbraio 2016

Il ruolo dell’Iran nell’OPEC



Il prezzo del petrolio basso dovrebbe portare ad una riduzione degli investimenti nel settore dell’estrazione e della commercializzazione del greggio. L’organizzazione mondiale dei paesi produttori del petrolio-OPEC- ha individuato la classifica dei paesi per produttività. Il Venezuela è al primo posto della classifica OPEC. Il Venezuela produce il 24,90% del petrolio nel mercato globale. L’Arabia Saudita è al secondo posto della classifica OPEC con un valore della produzione pari al 22,10% del mercato globale. L’Iran è al terzo posto con un valore della produzione di petrolio pari al 13,10% del mercato globale. Il Kuwait produce l’8,40%, l’UAE l’8,10%, la Libya produce 4,0%, la Nigeria produce il 3,10%, l’Algeria l’1,00%, l’Angola e l’Ecuador sono a pari merito con un valore della produzione pari allo 0,7%. Il mercato del petrolio sembra essere caratterizzato da una competizione serrata tra l’Arabia Saudita e l’Iran. Il conflitto produttivo tra Arabia Saudita e Iran può modificare l’assetto delle influenze nell’area del medio oriente e avere un impatto sull’economia globale.
L’apertura internazionale dell’Iran può portare ad un ridimensionamento del ruolo dell’Arabia Saudita in una ottica di gioco a somma zero tra le parti presenti. Tuttavia la globalizzazione ha portato ad un incremento dei mercati in estensione ed in profondità. Il numero di paesi in grado di sviluppare un sistema industriale basato sul petrolio è aumentato a seguito della globalizzazione. Il mercato del petrolio sotto il punto di vista della domanda ha vissuto una fase espansiva. Il conflitto tra Arabia Saudita e Iran rischia di essere inutile e costoso soprattutto in una fase della globalizzazione fondata sul protagonismo nuovo sia dei paesi asiatici sia dei paesi africani. I dati relativi alla composizione del prodotto interno lordo mostrano una diversità fondamentale dell’articolazione delle economie dei due paesi. Secondo i dati raccolti dalla Cia per il 2014 l’economia dell’Arabia Saudita sembra essere più evoluta rispetto all’economia dell’Iran. Il Pil dell’Arabia Saudita ha la seguente composizione: agricoltura 1,9%; industria 57%, servizi 41,1%. Il Pil dell’Iran è fondato per il 9,2% sull’agricoltura, per il 37,7% sull’industria e per il 53,1% sui servizi. L’Arabia Saudita sembra quindi essere in grado di svolgere un ruolo economico moderno ed evoluto rispetto all’Iran sia a nell’area mediorientale sia a livello internazionale. Tuttavia la presenza di investimenti esteri potrebbe modificare in modo strutturale l’economia iraniana ed incrementare la percentuale di industria e soprattutto la componente dei servizi fino a produrre l’accesso degli iraniani alla quarta rivoluzione industriale. Il petrolio per i paesi mediorientali è un driver per l’importazione della tecnologia e dei capitali necessari per l’ammodernamento delle istituzioni interne, per la crescita del capitale umano, per l’incremento del benessere della popolazione. I tassi di crescita del Pil dell’Iran e dell’Arabia Saudita sono in un qualche modo correlati. Dal 2011 al 2013 il tasso di crescita del Pil dell'Arabia Saudita è stato superiore al tasso di crescita dell’Iran. Nel 2014 il tasso di crescita del PIL dell'Arabia Saudita è superato dal tasso di crescita del PIL dell'Iran. Il tasso di crescita dell’Arabia Saudita è stato pari al 9,9% nel 2011 (Iran 3,7%), pari al 5,3% nel 2012 (Iran -6,6%). Nel 2013 l’Arabia Saudita è cresciuta ad un tasso pari al 2,6% contro un tasso di crescita dell’Iran pari al -1,9%. Nel 2014 l’Arabia Saudita è cresciuta ad un tasso del 3,4% contro un tasso di crescita dell’Iran pari al 4,3%. Il grafico mostra una sostanziale dominanza del tasso di crescita del prodotto interno lordo dell'Arabia Saudita rispetto al tasso di crescita del prodotto interno lordo dell’Iran.  


Il ruolo internazionale dell’Iran

L’Iran in realtà potrebbe avere un successo internazionale migliore rispetto all’Arabia Saudita. La chiave esplicativa del successo iranico è nella sua dotazione di capitale culturale. L’attenzione alle minoranze presenti nell’Iran è un segno forte di accesso ad una società “occidentalizzata”. Inoltre il ruolo dell’Iran è fondamentale come momento di passaggio e limite verso le economie orientali e asiatiche. La produzione di petrolio dell’Iran potrà crescere e forse superare in percentuale della produzione mondiale l’Arabia Saudita. Tuttavia il ruolo dell’Iran nella regione mediorientale e asiatica diventa fondamentale anche per l’egemonia culturale esercitata. Occorre inoltre considerare la dimensione demografica dell’Iran rispetto all’Arabia Saudita. L’Iran è un paese con una popolazione pari a circa 78 milioni nel 2014 a fronte dei 30 milioni nel 2014 dell’Arabia Saudita. L’Iran potrebbe diventare un paese “democratico” nel senso di ammettere la possibilità di una difesa delle minoranze all’interno dello scenario politico istituzionale. La storia culturale dell’Iran sembra essere in grado di attirare anche il turismo dagli occidentali con la capacità di svolgere una attività fondamentale per il ripristino delle condizioni di dialogo tra occidente e oriente. I paesi mediorientali possono utilizzare il petrolio per accedere a forme di sviluppo economico evolute. L’accesso all’informatizzazione, l’incremento della dotazione del capitale umano, la formazione anche di una classe imprenditoriale in grado di produrre e gestire aziende con particolare attenzione al settore dei servizi possono portare i paesi medio orientali ad una autonomia e alla libertà rispetto alla dipendenza dal petrolio. La specializzazione dell’esportazione sui mercati internazionali è un vantaggio competitivo rilevante. Tuttavia la specializzazione internazionale può essere realizzata con maggiore vantaggio attraverso un processo di produzione di valore aggiunto con la realizzazione di fasi di trasformazione dei prodotti. L’esportazione di materie prime può ridurre la capacità produttiva del valore aggiunto nazionale. I paesi mediorientali possono uscire da una condizione di marginalità economica attraverso lo sviluppo di una capacità produttiva autonoma fondata sull’impresa e sulla cultura dell’industria. L’economia fondata sul petrolio produce esternalità negative. Le politiche economiche globali sono orientate a modificare i sistemi di produzione dei beni e dei servizi. Il ruolo dell’industria petrolifera dipende dall’allargamento della produzione industriale a paesi nuovi nella globalizzazione. Tuttavia, per paradosso, il prezzo basso dell’Arabia Saudita opera come una interdizione nei confronti della ricerca di nuovi metodi per alimentare il sistema produttivo globale. Il prezzo basso del petrolio ha una capacità scarsa di incidere sull’economia estrattiva dell’Iran oggetto di investimenti esteri rilevanti. Il prezzo del petrolio basso ha una capacità di bloccare il settore delle energie rinnovabili con costi elevati per l’ambiente e la probabilità di una posticipazione delle strategie organizzative e produttive volte alla riduzione dell’esternalità negative. Un sistema produttivo in grado di produrre esternalità positive può essere incentivato da un presso del petrolio in aumento favorito dall’interesse individualistico dei paesi OPEC. 






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