sabato 13 febbraio 2016

Banca! Un gioco sociale di concentrazione proprietaria















Il governo fa bene a chiedere concentrazione nel sistema delle banche cooperative e delle popolari. Tuttavia occorre anche creare istituzioni finanziarie nuove per servire le comunità locali.



Il settore bancario è stato oggetto di un processo di aggregazione strutturale. Le imprese nel settore bancario tendono a effettuare operazioni di tipo “merger and acquisition” anche per ottenere lo status di “Too Big To Fail”. Una struttura bancaria solida di dimensioni notevoli tende ad essere in grado di affrontare al meglio i problemi della instabilità finanziaria. Una banca di grandi dimensioni può avere anche un rapporto privilegiato con la Banca Centrale per ottenere delle politiche di favore. Le banche centrali sono in genere partecipate dagli istituti di credito. Una grande banca può agire per l’ottenimento di una condizione di vantaggio nell’esercizio dell’attività creditizia. Il processo di aggregazione nel sistema bancario può portare alla creazione di istituzioni verticistiche controllate da un numero di azionisti ristretto. Il livello di convergenza tra il settore bancario, il settore industriale e il mercato finanziario può essere incrementato. Il rischio sistemico di un settore ad alta concentrazione bancaria è elevato. Un sistema bancario con una elevata concentrazione è accompagnato da un sistema politico statale in grado di intervenire in caso di crisi economica-finanziaria. Il governo può intervenire nella predisposizione di un sistema volto alla realizzazione di maggiore concentrazione bancaria per salvare istituti di credito in difficoltà aventi probabilità basse di sopravvivenza in un sistema macroeconomico caratterizzato da deflazione e crescita dello zerovirgola. Tuttavia il processo di aggregazione delle banche deve avvenire anche attraverso la realizzazione di un sistema in grado di garantire la possibilità di accesso al credito ai cittadini abitanti nei territori rurali, agricoli, delle province. La politica del governo dovrebbe quindi essere volta all’aggregazione degli istituti di credito in difficoltà finanziaria per creare degli operatori bancari in grado di aspirare al “too big to fail”. Tuttavia la politica economica del governo dovrebbe essere tale da produrre anche nuove istituti di credito per andare incontro alle esigenze delle famiglie, degli individui e della popolazione presente nei territori e nelle aree rurali. Una parte rilevante della popolazione italiana vive nelle aree rurali, di provincia. Le grandi città italiane hano una popolazione ridotta. L’economia italiana con i suoi 60 milioni circa di abitanti ha necessità anche di operatori finanziari in grado di allocare credito in alcuni settori come per esempio: l’agricoltura, l’artigianato, il commercio, l’edilizia e i professionisti. Il numero delle famiglie italiane in grado di poter acquistare una abitazione è stato ridotto rispetto alla generazione scorsa. Tuttavia l’abitazione rimane ancora un bene fondamentale per le famiglie. La presenza di istituzioni in grado di finanziare gli agricoltori, gli artigiani, i commercianti e gli imprenditori edili e i professionisti è fondamentale per la crescita dell’economia locale. L’economia prodotta dalle aree metropolitane è fondamentale per il sistema economico. Tuttavia un paese come l’Italia è caratterizzato da una contrapposizione tra la velocità economica e finanziaria delle aree metropolitane e i territori locali. L’economia locale è fondamentale per il sostegno della popolazione. Occorre pertanto creare nuovi istituti di credito a vocazione territoriale anche fuori dal novero delle istituzioni cooperative per andare incontro ai bisogni della popolazione nelle comunità rurali. Il processo di innovazione delle istituzioni bancarie deve continuare nel raggiungimento del vantaggio massimo della popolazione per ottenere un sistema economico nel complesso in grado di affrontare crisi economiche. Il governo quindi accanto al piano per la riforma del sistema bancario fondato su concentrazione nel sistema delle banche cooperative e popolari deve anche prevedere l’istituzione di nuovi local player in grado di andare in contro alle esigenze della popolazione nei territori rurali.

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