80
euro ai pensionati. Gerontocrazia rinforzata dalla crisi economica. Due
generazioni di giovani privi di processi di accumulazione. Politiche economiche
sociali nel contesto della globalizzazione libertaria.
Il governo valuta la
probabilità di incrementare le pensioni per un valore equivalente ad 80 euro. La
scelta del governo di intervenire nell’incremento della posizione economica dei
pensionati è lodevole. I pensionati sono una forza sociale ed economica
importante. I pensionati partecipano alla vita socio-economica della nazione
con una intensità crescente. Le persone dotate di pensione tendono ad avere
tassi di partecipazione elevati alla vita politica ed elettorale. Le persone in
pensione hanno un ruolo importante anche sotto il profilo di carattere sociale.
I pensionati aiutano con le risorse finanziarie a disposizione anche i giovani
nelle famiglie caratterizzate da povertà e da instabilità economica e
finanziaria. La crisi economia ha ripristinato il ruolo economico degli
anziani. Nel periodo della crescita economica i giovani riescono ad essere
indipendenti e a svolgere delle attività di consumo e risparmio in grado di
sostenere l’andamento positivo della produzione. Nei periodi di crisi economica
i giovani possono perdere il lavoro o diventare working poors o peggio passare
al livello NEET. La crisi economica produce una centralità nuova degli anziani
dotati di pensione nel sistema economico ed in generale incrementa l’assetto
gerontocratico della società. I soggetti aventi una età avanzata tendono ad
avere delle posizioni lavorative strutturate
al livello contrattuale. Le persone nella fascia 45-65 anni godono dei
vantaggi del welfare state della generazione precedenti in termini di durata
dei contratti e di guarentigie giuslavoritische. I giovani sono precari, privi
di prospettive economiche. La condizione di precarietà dei giovani diventa
ineluttabile nel caso della crisi economica. In genere le economie
caratterizzate da crescita economica sono fondate sull’assunto dell’accumulazione
di risorse finanziarie, economiche e patrimoniali. Le generazioni giovani
raggiungono livelli di reddito e patrimonio superiori rispetto alle generazioni
precedenti. La crisi economica ha rotto lo schema. Le generazioni giovani
possono avere delle risorse finanziarie ridotte rispetto alle generazioni
precedenti. Una crisi economica può far saltare il futuro dei giovani. La crisi
economica del 2007 può aver fatto saltare il futuro di due generazioni di
giovani. La crisi economica distruttiva del futuro dei giovani ha comportato
una nuova centralità degli anziani. Gli anziani numerosi in numero
costituiscono una coorte privilegiata per i soggetti svolgenti attività
politica. Gli anziani sono anche dotati di elementi di patrimonializzazione in
grado di ottenere delle risorse finanziare come mutui ipotecari dagli istituti
di credito. Le banche guardano agli anziani per il collocamento delle azioni,
delle obbligazioni, dei titoli finanziari, dei vari strumenti caratterizzanti
la struttura finanziaria. I soggetti forti dell’economia sono gli anziani. I
soggetti forti della politica sono gli anziani. La crisi ha portato ad un
rafforzamento della gerontocrazia. Le riforme istituzionali volte alla
riduzione del numero degli anziani nelle pubbliche amministrazioni risultano
essere privi di sostenibilità per l’economia reale. Nell’economia reale il
ruolo degli anziani come soggetti dotati di risorse finanziarie, reddituali,
patrimoniali e in grado di meritare la fiducia creditizia è a livelli alti.
Gerontocrazia
finanziaria. Il governo può valutare di investire nei
giovani e negli anziani. L’investimento negli anziani è produttivo. Gli anziani
sono tanti di numero. Gli anziani hanno un ruolo sociale rilevante in grado di
influenzare i giovani. Gli anziani come capifamiglia restaurati nel ruolo
principale di guida dalla crisi economica possono governare il sistema
economico e politico e dare al governo il sostegno meritato. Il ruolo degli
anziani può essere fondamentale anche per la ripresa del significato politico
delle istituzioni democratiche della repubblica italiana. Gli anziani tendono
ad avere una concezione dello Stato e delle istituzioni molto presente. Gli
anziani usano i servizi fondamentali dello Stato ed in modo particolare il
sistema sanitario. La centralità degli anziani nelle politiche economiche
sociali del governo potrebbe avere un effetto positivo in termini di riduzione
dell’astensionismo elettorale.
La
questione della povertà. Occorre considerare tuttavia la
centralità della condizione dei poveri italiani. Le persone povere e a rischio
povertà sono aumentate durante la crisi economica. La povertà porta a
problematiche nuove caratterizzate da analfabetismo ed anche condizioni economiche
caratterizzate da disagio di carattere psico-fisico. Per ridurre la povertà il
governo potrebbe svolgere delle politiche economiche redistributive. Il
miglioramento della distribuzione del reddito può essere un obbiettivo
perseguito dal governo con efficienza anche attraverso al realizzaione di
istituzioni ed organizzazioni ad hoc. La creazione di un Dipartimento contro la
povertà istituito al ministero dello Sviluppo Economico in grado di sviluppare
politiche volte alla riduzione della diseguaglianza economica può essere un
elemento fondamentale per politiche nuove volte a incrementare il benessere
sociale, la condizione degli individui e le relazioni comunitarie attraverso
anche la crescita della consapevolezza politica e della coesione sociale. Le
politiche contro la povertà possono essere sviluppate anche a livello
comunitario con la creazione di un focus group sia all’interno del parlamento
europeo sia all’interno della commissione europea per sviluppare delle
politiche economiche e finanziarie in grado di risolvere la questione della
povertà. La crescita delle istituzioni europee e l’incremento della forza dello
Stato italiano in Europa e nella globalizzazione passano attraverso un processo
di creazione di istituzioni politiche dedicate alla realizzazione di
inclusività anche sotto il punto di vista reddituale.
Le
politiche economiche sociali nel contesto della globalizzazione libertaria. Le
politiche economiche sociali vengono in genere considerate in contrasto con l’assetto
libertario della globalizzazione. In realtà il liberal-socialismo ha dimostrato
la possibilità di coniugare le politiche economiche sociali con le istituzioni
politiche liberali. Le politiche economiche sociali possono essere efficienti
nel ridurre il rischio di fenomeni sociali pericolosi nei confronti della
tenuta della coesione sociale. La compresenza di politiche economiche sociali e
di un sistema istituzionale spinto verso la libertarizzazione può produrre
risultati efficienti per la efficacia del sistema politico complessivo. Il
costo delle politiche sociali è basso. Il vantaggio in termini sociali è
elevato. I redditi maggiori delle politiche sociali possono essere ottenuti in
parte dalla classe dirigente pure nella produzione di una ridistribuzione
politica e reddituale. Il mix di politiche economiche sociali e grado di
liberalismo economico può essere oggetto di dibattito. Tuttavia sia le
politiche economiche sociali sia il liberalismo economico concorrono in
presenza di inclusività istituzionale alla crescita del reddito pro capite
nazionale.
Dati sulla povertà in Europa al link seguente: http://ec.europa.eu/eurostat/web/employment-and-social-inclusion-indicators/social-protection-and-inclusion/pension
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