mercoledì 13 aprile 2016

Politiche economiche inclusive



80 euro ai pensionati. Gerontocrazia rinforzata dalla crisi economica. Due generazioni di giovani privi di processi di accumulazione. Politiche economiche sociali nel contesto della globalizzazione libertaria.

Il governo valuta la probabilità di incrementare le pensioni per un valore equivalente ad 80 euro. La scelta del governo di intervenire nell’incremento della posizione economica dei pensionati è lodevole. I pensionati sono una forza sociale ed economica importante. I pensionati partecipano alla vita socio-economica della nazione con una intensità crescente. Le persone dotate di pensione tendono ad avere tassi di partecipazione elevati alla vita politica ed elettorale. Le persone in pensione hanno un ruolo importante anche sotto il profilo di carattere sociale. I pensionati aiutano con le risorse finanziarie a disposizione anche i giovani nelle famiglie caratterizzate da povertà e da instabilità economica e finanziaria. La crisi economia ha ripristinato il ruolo economico degli anziani. Nel periodo della crescita economica i giovani riescono ad essere indipendenti e a svolgere delle attività di consumo e risparmio in grado di sostenere l’andamento positivo della produzione. Nei periodi di crisi economica i giovani possono perdere il lavoro o diventare working poors o peggio passare al livello NEET. La crisi economica produce una centralità nuova degli anziani dotati di pensione nel sistema economico ed in generale incrementa l’assetto gerontocratico della società. I soggetti aventi una età avanzata tendono ad avere delle posizioni lavorative strutturate  al livello contrattuale. Le persone nella fascia 45-65 anni godono dei vantaggi del welfare state della generazione precedenti in termini di durata dei contratti e di guarentigie giuslavoritische. I giovani sono precari, privi di prospettive economiche. La condizione di precarietà dei giovani diventa ineluttabile nel caso della crisi economica. In genere le economie caratterizzate da crescita economica sono fondate sull’assunto dell’accumulazione di risorse finanziarie, economiche e patrimoniali. Le generazioni giovani raggiungono livelli di reddito e patrimonio superiori rispetto alle generazioni precedenti. La crisi economica ha rotto lo schema. Le generazioni giovani possono avere delle risorse finanziarie ridotte rispetto alle generazioni precedenti. Una crisi economica può far saltare il futuro dei giovani. La crisi economica del 2007 può aver fatto saltare il futuro di due generazioni di giovani. La crisi economica distruttiva del futuro dei giovani ha comportato una nuova centralità degli anziani. Gli anziani numerosi in numero costituiscono una coorte privilegiata per i soggetti svolgenti attività politica. Gli anziani sono anche dotati di elementi di patrimonializzazione in grado di ottenere delle risorse finanziare come mutui ipotecari dagli istituti di credito. Le banche guardano agli anziani per il collocamento delle azioni, delle obbligazioni, dei titoli finanziari, dei vari strumenti caratterizzanti la struttura finanziaria. I soggetti forti dell’economia sono gli anziani. I soggetti forti della politica sono gli anziani. La crisi ha portato ad un rafforzamento della gerontocrazia. Le riforme istituzionali volte alla riduzione del numero degli anziani nelle pubbliche amministrazioni risultano essere privi di sostenibilità per l’economia reale. Nell’economia reale il ruolo degli anziani come soggetti dotati di risorse finanziarie, reddituali, patrimoniali e in grado di meritare la fiducia creditizia è a livelli alti.

Gerontocrazia finanziaria. Il governo può valutare di investire nei giovani e negli anziani. L’investimento negli anziani è produttivo. Gli anziani sono tanti di numero. Gli anziani hanno un ruolo sociale rilevante in grado di influenzare i giovani. Gli anziani come capifamiglia restaurati nel ruolo principale di guida dalla crisi economica possono governare il sistema economico e politico e dare al governo il sostegno meritato. Il ruolo degli anziani può essere fondamentale anche per la ripresa del significato politico delle istituzioni democratiche della repubblica italiana. Gli anziani tendono ad avere una concezione dello Stato e delle istituzioni molto presente. Gli anziani usano i servizi fondamentali dello Stato ed in modo particolare il sistema sanitario. La centralità degli anziani nelle politiche economiche sociali del governo potrebbe avere un effetto positivo in termini di riduzione dell’astensionismo elettorale.

La questione della povertà. Occorre considerare tuttavia la centralità della condizione dei poveri italiani. Le persone povere e a rischio povertà sono aumentate durante la crisi economica. La povertà porta a problematiche nuove caratterizzate da analfabetismo ed anche condizioni economiche caratterizzate da disagio di carattere psico-fisico. Per ridurre la povertà il governo potrebbe svolgere delle politiche economiche redistributive. Il miglioramento della distribuzione del reddito può essere un obbiettivo perseguito dal governo con efficienza anche attraverso al realizzaione di istituzioni ed organizzazioni ad hoc. La creazione di un Dipartimento contro la povertà istituito al ministero dello Sviluppo Economico in grado di sviluppare politiche volte alla riduzione della diseguaglianza economica può essere un elemento fondamentale per politiche nuove volte a incrementare il benessere sociale, la condizione degli individui e le relazioni comunitarie attraverso anche la crescita della consapevolezza politica e della coesione sociale. Le politiche contro la povertà possono essere sviluppate anche a livello comunitario con la creazione di un focus group sia all’interno del parlamento europeo sia all’interno della commissione europea per sviluppare delle politiche economiche e finanziarie in grado di risolvere la questione della povertà. La crescita delle istituzioni europee e l’incremento della forza dello Stato italiano in Europa e nella globalizzazione passano attraverso un processo di creazione di istituzioni politiche dedicate alla realizzazione di inclusività anche sotto il punto di vista reddituale.
Le politiche economiche sociali nel contesto della globalizzazione libertaria. Le politiche economiche sociali vengono in genere considerate in contrasto con l’assetto libertario della globalizzazione. In realtà il liberal-socialismo ha dimostrato la possibilità di coniugare le politiche economiche sociali con le istituzioni politiche liberali. Le politiche economiche sociali possono essere efficienti nel ridurre il rischio di fenomeni sociali pericolosi nei confronti della tenuta della coesione sociale. La compresenza di politiche economiche sociali e di un sistema istituzionale spinto verso la libertarizzazione può produrre risultati efficienti per la efficacia del sistema politico complessivo. Il costo delle politiche sociali è basso. Il vantaggio in termini sociali è elevato. I redditi maggiori delle politiche sociali possono essere ottenuti in parte dalla classe dirigente pure nella produzione di una ridistribuzione politica e reddituale. Il mix di politiche economiche sociali e grado di liberalismo economico può essere oggetto di dibattito. Tuttavia sia le politiche economiche sociali sia il liberalismo economico concorrono in presenza di inclusività istituzionale alla crescita del reddito pro capite nazionale.

Dati sulla povertà in Europa al link seguente: http://ec.europa.eu/eurostat/web/employment-and-social-inclusion-indicators/social-protection-and-inclusion/pension





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