venerdì 8 aprile 2016

Banche nuove per imprese nuove





Rapporto banca-impresa. Incremento delle sofferenze bancarie per settore di imprese. Imprese nuove richiedono banche nuove. La ripresa del processo di novazione istituzionale bancario.

Il sistema bancarioitaliano è in una condizione di difficoltà grave. La crisi finanziaria del 2007 continua a manifestare effetti negativi. Il cambiamento dell’economia globale ha modificato il rapporto tra banche e imprese. Il sistema industriale italiano ha utilizzato male la globalizzazione e l’euro. Le imprese hanno continuato a produrre come se avessero in tasca la lira, come se la produzione industriale potesse essere controllata dall’occidente. L’euro è uno strumento formidabile per l’internazionalizzazione dell’economia. Tuttavia i vantaggi dell’euro sono rimasti privi di utilità. L’euro può consentire di acquistare materie prime e prodotti finiti a basso costo. Il settore primario e il settore secondario possono essere esternalizzati, pure se con eccezioni rilevanti. Il settore dei servizi può essere sviluppato nell’economia italiana. La crisi del sistema bancario ed industriale passa attraverso l’organizzazione mancata del nuovo sistema produttivo. La crisi può essere superata attraverso una definizione nuova del rapporto tra banche e imprese sia a livello di economia interna sia internazionale.

Il cambiamento del sistema industriale italiano. L’economia italiana è stata caratterizzata da piccole imprese in grado di produrre a bassi costi. I costi bassi sono resi privi di consistenza dall’euro. L’euro ha incrementato i costi bassi. Le imprese devono rigettare l’ipotesi di produrre a prezzi bassi competitivi con i paesi extra euro nel settore primario e secondario. Le imprese italiane possono produrre servizi. Il settore dei servizi è in connessione con il settore primario e secondario. Lo svolgimento di attività di disegno produttivo, ingegneria, creazione di valore istituzionale, predisposizione di piani di localizzazione produttiva internazionale aventi sede in Italia può portare ad un nuovo protagonismo italiano. La globalizzazione conserva elementi di imperialismo economico. I mercati internazionali possono essere conquistati sia sotto il punto di vista dell’installazione di stabilimenti produttivi sia attraverso lo sviluppo di consumatori nuovi attraverso imprese aventi sedi centrali in Italia e filiali all’estero. Le imprese italiane possono diventare dei global players. La crescita dimensionale delle imprese può portare anche attraverso meccanismi di aggregazione e shopping aziendale alla formazione di entità in grado di operare sui mercati globali. La globalizzazione è accessibile grazie all’euro. Le imprese italiane possono acquistare all’estero impianti, stabilimenti, fattori di produzione con un vantaggio competitivo in forza dell’euro. L’esportazione della capacità produttiva nel settore primario e secondario è associata al rafforzamento egemonico della creazione di valore aggiunto nel settore dei servizi. Crescita dimensionale delle imprese, esportazione della capacità produttiva nel settore primario e secondario, e specializzazione funzionale nel settore dei servizi possono portare l’Italia in una posizione centrale della globalizzazione attraverso lo sfruttamento del giacimento competitivo offerto dall’euro e dal capitale umano qualificato. Una Italia nuova nella globalizzazione in grado di competere nella produzione attraverso la realizzazioni di beni e servizi anche con una missione civilizzatrice attraverso la trasmissione dei valori mediante le organizzazioni produttive. Un sistema industriale nuovo in grado di continuare nella specializzazione produttiva grazie alla localizzazione funzionale e al rafforzamento del settore dei servizi. Imprese pronte ad investire nello sviluppo delle tecnologie e delle organizzazioni produttive efficienti anche all’estero.  Tuttavia il cambiamento del sistema industriale italiano attraverso la ricollocazione produttiva può avvenire mediante anche una riorganizzazione del settore bancario.

Le sofferenze bancarie per attività economica.Il rapporto banca-impresa tra il 2015 e il 2016 è stato caratterizzato dalla crescita delle sofferenze bancarie in quasi tutti i settori di attività economica. Le sofferenze bancarie nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono aumentate da 6.274 del dicembre 2015 a 6.303 milioni di euro a gennaio 2016. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore dell’estrazione da cave e miniere è rimasto immutato tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016 pari a 511 milioni di euro. Il valore delle sofferenze nelle attività manifatturiere è aumentato dal dicembre 2015 a gennaio 2016 da 37.020 milioni di euro a 37.075 milioni di euro. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore della fornitura di energia elettrica è aumentato da 603 milioni di euro del 2015 a 605 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze nel settore della fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento è aumentato da 867 milioni di euro a 886 milioni di euro. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore delle costruzioni è aumento da 44.052 milioni di euro a 44.267 milioni di euro. Il valore delle sofferenze nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli è aumentato da 26.920 milioni di euro del dicembre 2016 a 27.073 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze nel settore del trasporto e magazzino è diminuito da 3.975 milioni di euro di dicembre 2015 a 3.973 milioni di euro di gennaio 2016. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore dell’attività dei servizi di alloggio e ristorazione è aumentato da 6.081 milioni di euro del dicembre 2015 a 6.153 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze nel settore dei servizi di informazione e comunicazione è diminuito da 1.942 milioni di euro del dicembre 2015 a 1.938 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore delle attività immobiliari è passato da 20.713 milioni di euro del diembre 2015 a 20.815 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche è aumentato da 3.532 milioni di euro del dicembre 2015 a 3.552 milioni di euro del gennaio 2016. Il valore delle sofferenze bancarie nel settore del noleggio,a genzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese è aumentato da 3.345 milioni di euro a 3.374 milioni di euro da dicembre 2015 a gennaio 2016. Il valore delle sofferenze nel settore delle attività residuali è aumentato da 3.369 milioni di euro del dicembre 2015 a 3.395 milioni di euro nel gennaio 2016. In totale le sofferenze bancarie per il complesso delle attività produttive è aumentato da 159.204 milioni di euro del dicembre 2015 a 159.919 del gennaio 2016.


Banca franca. Il settore bancario richiede una riorganizzazione. Il processo di crescita dimensionale delle banche può essere un elemento positivo. Tuttavia occorre accompagnare anche un processo di specializzazione funzionale. Le banche devono essere in grado di seguire le imprese nei processi di internazionalizzazione, di investimento tecnologico, di crescita aziendale. Occorre immaginare delle istituzioni bancarie nuove fondate sulla specializzazione nel seguire la crescita dimensionale del cliente nei vari settori di attività. Le risorse necessarie per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, per la crescita nel settore dei servizi, per la penetrazione dei mercati esteri richiedono operatori bancari specializzati. Il processo di novazione istituzionale bancario deve essere continuo. Le banche devono essere in grado di sostenere la ricerca, l’innovazione, l’internazionalizzazione. Istituti bancari ad hoc possono consentire agli operatori dell’impresa di produrre valore aggiunto nei settori nuovi. Il rapporto tra banca ed impresa può essere virtuoso. Il cambiamento dell’operatività delle imprese nel contesto italiano ed internazionale richiede un cambiamento funzionale delle banche nello scenario della globalizzazione. Il rapporto nuovo tra banche ed imprese può consentire di incrementare il tasso di crescita economica del valore aggiunto italiano. 




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