mercoledì 6 aprile 2016

Politica finanziaria cinese



La crisi economica ha colpito le economie occidentali. La Cina può sviluppare politiche finanziarie e bancarie autonome. 

L’economia a stelle e strisce sembra essere arrivata alla condizione di perdita della leadership mondiale. Il secolo americano, il novecento, è destinato a rimanere nei libri di storia. La fase della globalizzazione aperta a seguito dell’introduzione dei paesi asiatici nella globalizzazione porta ad una riduzione del ruolo degli Stati Uniti all’interno dell’economia globale. Gli Stati Uniti possono essere caratterizzati da un fenomeno di marginalizzazione dovuto anche alla presenza dell’Europa Unita. Europa Unita e protagonismo asiatico possono decretare la fine del progetto dell’egemonia globale statunitense. Il ruolo degli Usa risulta ridimensionato sotto il profilo economico e politico. Gli Usa permangono in una condizione di forza militare e di capacità di azione internazionale anche se sotto il profilo economico rischiano di dover negoziare con i soggetti nuovi del capitalismo globale. I dati possono raccontare la perdita progressiva della rilevanza statunitense. Tuttavia esiste anche una storia culturale statunitense in crisi. Gli americani pionieri, conquistatori, in grado di incrementare il livello della civiltà complessiva occidentale sembrano essere passati in secondo piano. L’occidente sembra essere arenato, privo della possibilità stessa della realizzazione di una conquista. Tuttavia è necessario considerare il rapporto assai particolare esistente tra Occidente e l’idea stessa del tramonto. Per usare un linguaggio romantico potremmo dire che l’Occidente è tramontare. L’occidente ha una visione della fine, della distruzione, dell’annullamento connaturato alla sua radice culturale. Gli USA hanno rappresentato anche il sogno di una società dominata dalla distruzione creatrice in grado di essere inclusiva ed anche di eliminare le istituzioni estrattive limitanti la crescita. Gli USA hanno anche manifestato nella espressione massima la cultura dell’individualismo ovvero della centralità della persona all’interno della comunità, anche in contrapposizione allo stato. L’individualismo americano ha una natura profonda. L’individualismo libertario arriva a mettere in discussione il valore dello Stato nella capacità di esercitare il potere giudiziario, esecutivo e legislativo. I libertari hanno immaginato un sistema giudiziario privato in grado di difendere i diritti di proprietà e la moneta. La visione individualista statunitense opera insieme con la funzione dell’imprenditore come soggetto in grado di utilizzare le forze della tecnologia per modificare la condizione di vita delle persone, per incidere nella vita della comunità. L’imprenditore libertario e demiurgo ha un ruolo politico di guida della comunità. Il ruolo guida è esercitato attraverso i mezzi dell’organizzazione aziendale, dell’innovazione tecnologica, della produzione di valore aggiunto attraverso la realizzazione di beni e servizi. Libertà, produzione e contribuzione al bene sociale attraverso la dimensione economica hanno costituito gli elementi fondamentali del successo americano. L’occidente ha bisogno dei valori della libertà individuale nelle organizzazioni produttive, sociali, comunitarie. La globalizzazione come struttura informale costituita dalla contrattazione tra enti pubblici ed entri privati necessita di condizioni di libertà, diritti di proprietà e produzione economica in grado di garantire il processo della distruzione creatrice. Gli Usa possono riscoprire, attraverso le elezioni la cultura occidentale in grado di guidare la globalizzazione. La globalizzazione necessita ancora di individui liberi, produttivi, dotati di moneta e proprietà privata in grado di decidere gli assetti produttivi e contribuire al benessere della comunità.

PIL. Il tasso di crescita dell’economia americana può essere confrontato con il tasso di crescita dell’eurozona e della Cina. I dati fanno riferimento al periodo 2001-2014. Il tasso di crescita medio dell’economia americana tra il 2001 e il 2014 è stato pari all’1,79%. Il tasso di crescita medio dell’economia cinese tra il 2001-2014 è stato pari al 9,8%. Il tasso di crescita dell’economia dell’eurozona tra il 2001 e il 2014 è stato pari allo 0,9%. La crisi economica ha avuto un impatto negativo sul tasso di crescita dele economie considerate. L’economia statunitense  ha perso tra il 2007 e il 2008 un valore pari al 2,07% del PIL dall’1,78% del 2007 al -0,29% del 2008 ovvero una perdita equivalente al 116%. L’economia cinese tra il 2007 e il 2008 ha perso il 4,5% del Pil dal 14,19% al 9,23% ovvero unaperdita equivalente al 32% del Pil. L’economia dell’eurozona ha perso tra il 2007 e il 2008 il 2,5% del Pil dal 3% allo 0,47% ovvero una riduzione dell’84%. La crisi economica ha colpito le tre aree economiche a sviluppo avanzato dell’economia globale. Gli Stati Uniti hanno perso il 116% del Pil, l’eurozona l’84%, e la Cina solo il 32%. La crisi economica del 2007 ha colpito le economie occidentali. La crisi è stata una crisi occidentale. La ripresa economica a seguito della crisi del 2007 è stata difficile. Gli Usa hanno raggiunto un tasso di crescita dell’economia pari al 2,5% nel 2010 e pari al 2,3% nel 2014. Tuttavia prima della crisi, nel periodo tra il 2001 e il 2014, gli USA avevano raggiunto un tasso di crescita economica pari al 3,7% nel 2004. L’economia cinese dopo la crisi ha visto una riduzione del tasso di crescita. Il tasso di crescita medio dell’economia cinese tra il 2001 e il 2007 è stato pari al 10,8%. Il tasso di crescita medio dell’economia cinese tra il 2008 e il 2014 è stato pari all’8,9%. Anche l’economia dell’eurozona ha rallentato nel periodo successivo alla crisi  con tassi di crescita del prodotto interno lordo negativi sia nel 2012 sia nel 2013 ed un valore del tasso di crescita del Pil pari allo 0,88% nel 2014.
La crisi delle economie occidentali. La crisi economica del 2007 ha colpito le economie occidentali in misura rilevante rispetto all’economia cinese. Le problematiche connesse al sistema bancario-finanziario hanno una capacità di colpire con veemenza gli USA e l’eurozona. L’economia cinese ha una connessione finanziaria ridotta nell’economia globale. L’impatto della finanza nell’economia occidentale porta ad incrementare la responsabilità degli enti di regolamentazione bancaria e finanziaria. Le istituzioni formali ed informali della globalizzazione possono utilizzare gli strumenti delle politiche finanziarie soprattutto nelle economie statunitensi ed europee. L’economia cinese rimane libera da condizioni di politica finanziaria e monetaria. L’indipendenza finanziaria cinese potrebbe essere un elemento di forza in grado di rendere il sistema produttivo cinese performante, efficiente ed autonomo. La probabilità da parte dell’economia cinese di sviluppare un sistema finanziario indipendente è alta. L’economia cinese può cambiare l’assetto bancario e finanziario globale con impatto nell’economia statunitense e dell’eurozona.



Nessun commento:

Posta un commento