mercoledì 23 aprile 2014

A new institutional building

« Le preoccupazioni per lo state capture non sono affatto una novità. In molti paesi gli interessi speciali continuano a mantenere un'indebita ed esorbitante influenza sui legislatori, mentre gli enti di regolamentazione sono sempre propensi a vedere il mondo con gli occhi delle persone sulle cui attività dovrebbero esercitare il controllo. […] Negli ultimi decenni, le attività finanziarie sono cresciute in maniera spropositata rispetto a qualsiasi altro indice dell'attività economica  […]Dagli inizi degli anni Ottanta si era verificata infatti una forma di "cattura cognitiva", e i policymaker si sono convinti che innovazione e deregulation non potevano che migliorare il funzionamento sia dell'intermediazione finanziaria sia dell'economia nel suo complesso. […]Oltretutto, erogare ingenti sussidi impliciti a imprese che sono troppo grandi per fallire non dovrebbe essere una politica praticabile, in quanto incoraggia queste imprese ad assumersi un rischio eccessivo […]Di conseguenza, in Germania e in Francia (come in Giappone) le autorità hanno continuato a opporsi agli aumenti dei requisiti di capitale, nonostante l'ampio consenso sul fatto che farlo sarebbe una componente fondamentale di una ri-regolamentazione efficace. » ( Il futuro dello Statocatturato, Simon Johnson, Il sole24 ore, 23 aprile 2014)

Nel seguente articolo si mette in evidenza come lo stato sia stato catturato da un processo cognitivo a difesa della deregolamentazione dei mercati finanziari e del sistema bancario. Lo Stato, i suoi rappresentati politici e i suoi funzionari-burocrati,  sarebbe catturato da tale jizz cognitivo e incapaci di pensare al benessere comune. Gli interessi delle grandi banche e dei mercati finanziari sarebbero coincidenti con gli interessi dello Stato e della collettività. “What is good for banks and financial markets is good for US” si potrebbe dire parafrasando un celebre motto dell’industrialismo fordista. Tuttavia è necessario considerare il significato della “finanziarizzazione” dell’economia nella globalizzazione. La crescita delle attività finanziarie riflette l’accesso di molti lavoratori al reddito, ovvero al consumo e al risparmio, nel corso della “golden age”. SI tratta di  un fatto rilevante. Per quanto infatti sia interessante investire nella globalizzazione è pure necessario sottolineare che il risparmio di 500 milioni di persone nel mondo occidentale ( Europa + Stati Uniti) costituisce una riserva importante per il sistema bancario europeo e statunitense. Il risparmio degli europei e degli statunitensi è infatti un risparmio in moneta forte, laddove il risparmio realizzabile da altri consumatori in altre aree geografiche ha un valore monetario molto inferiore. Inoltre la riduzione del reddito delle persone in Europa e Stati Uniti riduce la possibilità delle imprese di realizzare una sorta di “ free riding” tra investimento produttivo nei paesi a basso costo di impianto e vendita dei beni in moneta forte nei paesi occidentali. Il sistema bancario e finanziario europeo e occidentale ha un pilastro fondamentale  nel reddito dei lavoratori, nelle pensioni, nel risparmio dei cittadini, nelle assicurazioni che i cittadini sono in grado di sottoscrivere. La riduzione del numero di persone che possono accedere a questo mercato interno può costituire una forma di rischio sistemico molto forte per le banche e i mercati finanziari. Le banche e i mercati finanziari perdono autonomia rispetto alla banca centrale all’aumentare del numero di persone a minore reddito e risparmio.
Le politiche a favore della crescita delle riserve bancarie e della regolamentazione hanno un effetto anticiclico. Tuttavia gravano sui più deboli. Il credi crunch è una misura recessiva. L’aumento delle riserve bancarie aumenta la sostenibilità del sistema bancario e finanziario in modo meno che proporzionale rispetto all’aumento del reddito delle persone e del risparmio. Il vero collaterale di una politica economica e finanziaria avente ad oggetto il tema della sostenibilità è la riduzione del tasso di disoccupazione e la regolamentazione dei mercati speculativi.
Se infatti la crescita delle riserve bancarie può essere recessiva, la regolamentazione dei mercati finanziari nei periodi di crisi economica può essere molto positiva perché riduce il rischio che le risorse  piuttosto che investite nell’economia reale siano ancora utilizzate per ottenere redditi dalla speculazione.
Inoltre la regolamentazione finanziaria può essere oggetto di una scelta a carattere politico laddove la crescita delle riserve bancarie è demandata alle autorità di autoregolamentazione.
Tuttavia è necessario anche considerare la possibilità di strade nuove per dare nuovo slancio all’economia,soprattutto nel mondo occidentale. E’ necessario per i cittadini europei e statunitensi riappropriarsi di una capacità di fondare nuove istituzioni del mercato e realizzare nuove organizzazioni a fondamento istituzionale tali da poter realizzare una nuova fase di diritti e crescita. Temi come l’acquisto di una abitazione, l’ottenimento di risorse finanziarie necessarie per far fronte al pagamento di spese fondamentali, piccole risorse finanziare da destinare a progetti imprenditoriali, devono poter essere condivise a mezzo di nuove organizzazioni a fondamento associativo di economia civile tali da superare i problemi posti dalla crisi del sistema bancario e finanziario. Una nuova fase di institutional building può essere fondamentale per rompere la cattura cognitiva e acquisire libertà economica.


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