giovedì 15 maggio 2014

Lo stato come ente di mediazione territoriale tra capitale e lavoro


«[…] il contratto a termine a causale di durata triennale ha tolto dall'orizzonte l'idea del contratto unico a tutele graduate che […] sarebbe anch'esso di durata triennale. È evidente che qualsiasi impresa preferirà il contratto a tempo a qualsiasi altra forma di ingaggio […]. Il retropensiero è che il lavoro sia il "posto" da trascinare a vita […]  proteggendolo con gli ammortizzatori sociali, ordinari, straordinari e infine in deroga. […] Non è un Paese sano quello in cui un sistema esasperato di garanzie e di protezione sociale ritarda […] la modernizzazione e l'innovazione dell'impresa.[…] un ammortizzatore sociale universale[…]  fa pensare che il nuovo welfare renziano potrebbe aumentare […] i costi, allontanandosi […] dall'obiettivo di ridurre il cuneo fiscale. Il tema dei costi esploderà […] se sarà confermata l'idea di puntare […] e sul salario minimo sperimentale […] »  ( Alberto Orioli, Politiche per il lavoro non più per il posto Il sole 24 ore, 15 maggio 2014)

Le  politiche economiche del lavoro sono il punto di svolta di un governo nell’EU. La  Banca centrale europea si concentra solo sugli obbiettivi dell’inflazione. La Federal Reserve si concentra sull’inflazione e sulla disoccupazione. Il Governo italiano è in difficoltà. La politica fiscale del governo deve relazionarsi con la politica monetaria della BCE. La politica fiscale del governo italiano potrebbe trovare l’opposizione della BCE.

La flessibilizzazione dei contratti di lavoro rende il mercato del lavoro sensibile alle politiche monetarie della BCE. L’irrigidimento dei contratti di lavoro produce uno scollamento tra mercato del lavoro e politiche monetarie della BCE. Il governo italiano è indirizzato ad una via di mezzo tra flessibilizzazione e irrigidimento dei contratti di lavoro. La previsione di incentivi per i contratti a tempo rende il mercato del lavoro più reattivo alle politiche della Banca Centrale. L’esistenza di contratti a tempo consente alla Banca Centrale di operare nel mercato del lavoro attraverso il controllo del tasso di interesse misurato su obbiettivi anti-inflazionistici e anti-deflazionistici. L’esistenza di « […]ammortizzatori sociali, ordinari, straordinari e infine in deroga» così come il « salario minimo sperimentale» consentono di dare maggiori tutele al mercato del lavoro in caso di recessione.

Il Job Act è una risposta alla crisi economica e alla sconfitta delle politiche fiscali rispetto alle politiche monetarie. Il governo italiano può agire con una politica economica fiscale accomodante nei confronti della BCE. La politica fiscale del governo italiano è  “too weak to win” in caso di contrapposizione alle politiche della BCE. La politica fiscale accomodante nei confronti delle politiche monetarie della BCE ha maggiori probabilità di successo rispetto ad una politica di contrapposizione nei confronti delle politiche monetarie della BCE. Il Job Act è dunque il tentativo del governo di relazionarsi con le politiche monetarie della BCE.

Il lavoro è un fattore della crescita economica. La finanziarizzazione dell’economia persiste pure nella centralità del lavoro per la crescita economica. Il governo detiene il potere esecutivo dello Stato. Lo Stato si propone come mediatore territoriale tra capitale e lavoro.  Le politiche economiche del lavoro devono trovare un raccordo con  le politiche monetarie della BCE. In caso di mismatch tra politiche economiche fiscali e politiche economiche monetarie il governo deve procedere con un processo di organizational building a fondamento istituzionale per risolvere fallimenti di mercato.  Il costo delle organizzazioni a fondamento istituzionale può essere molto elevato. Tuttavia esso dovrebbe essere sostenuto da un  processo di crescita dell’efficienza del sistema tributario. La tassazione e la regolamentazione sono volte a sostenere organizzazioni a fondamento istituzionale volte al sostegno delle politiche del lavoro in caso di mismatch tra governo e banca centrale. Se quindi l’inflazione è bassa a sostegno degli investimenti,  l’efficienza del sistema tributario è a sostegno del lavoro. Maggiore l’efficienza delle politiche economiche monetarie a sostegno della  bassa inflazione maggiore l’efficienza del sistema tributario a sostegno del lavoro. Lo stato è ente di mediazione territoriale tra capitale e lavoro a mezzo della tassazione e regolamentazione.




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