lunedì 14 aprile 2014

L'etica dell'avidità

« La Guardia di Finanza ha da poco localizzato una nuova pozza paludosa popolata di evasori sistematici, sfuggenti prestanome, professionisti sleali, burocrati infedeli, bancari ciechi, imprenditori senza onore. […] Nella pozza troviamo anche il notaio che cancella quattro società indebitate con Inps ed Equitalia, ma poi ne costituisce altre quattro, seguite dagli stessi commercialisti, con identica sede legale e medesimo oggetto sociale, lo stesso personale dipendente. Distratto? Complice? »( L'evasione? Si annida anche tra i burocrati di Lionello Mancini, Il Sole 24 ore, 14 aprile 2014)



In questo articolo si mette in evidenza la presenza di comportamenti economici razionali volti all’arricchimento personale a mezzo dell’evasione fiscale. L’evasione fiscale è un vero e proprio settore economico dell’economia italiana. Una cifra variabile tra il 12 e il 20% del PIL è attribuibile all’evasione fiscale. Se il prodotto interno lordo italiano contemperasse anche l’evasione, l’economia italiana sarebbe la seconda economia europea dopo la Germania e prima di Regno Unito e  Francia. Se l’evasione fiscale intesa come shadow fiscal economy, ovvero come economia ombra prodotta dell’inefficienza del sistema tributario, fosse posta in chiaro si produrrebbero degli effetti positivi sul reddito procapite, sulla legalità, sull’effettività dell’ordinamento, sulla cultura economica, sulla valorizzazione del capitale umano, sociale e relazionale, sulla crescita della capacità imprenditoriale. Tuttavia l’evasione fiscale viene considerato come un settore in grado di realizzare una sorta di extrareddito perla classe dirigente italiana. In mancanza di opportunità di investimento redditizie la classe dirigente italiana si esercita nell’acquisizione di contratti nella shadow economy attraverso accordi, una programmazione economica, l’instaurarsi di connessioni e connivenze, in grado di produrre reddito come evasione fiscale. L’etica che sostiene queste organizzazioni è l’etica dell’avidità. L’accumulazione di denaro trova una immediata giustificazione sociale. L’avidità si manifesta anche contro la legge, contro la comunità politica, contro i propri interessi legittimi e diritti soggettivi ad avere una pubblica amministrazione che funziona, uno Stato orientato al rispetto della legge, una economia capace di sostenere i più deboli e premiare i più meritevoli. Una delle ragioni per le quali si sviluppa il mercato dell’evasione fiscale sostenuto dall’etica dell’avidità consiste nella incapacità di trovare delle opportunità di investimento di valore aggiunto  in grado di produrre una vera e propria ricchezza in termini di Prodotto interno lordo senza esternalità per le fiscalità generale. L’avidità è da intendersi come una sorta di “financial hybris” ovvero di una illimitatezza dell’accumulazione di denaro. Il danno alla società, il danno ai concittadini, il danno alla comunità, la frode alla legge vengono considerati privi di valore rispetto alla possibilità di utilizzare l’ordinamento giuridico per l’ottenimento di risorse finanziarie e all’utilizzo di posizioni economiche di favore per la messa in opera delle operazioni volte alla realizzazione dell’evasione. Evadere è una operazione naturale, accettata presso la classe dirigente. La classe dirigente ritiene l’evasione un asset collaterale rispetto al reddito pubblico o privato ottenuto per contratto. All’etica dell’avidità si accompagna la pratica dell’avarizia. La pratica dell’avarizia si manifesta con le politiche dell’austerità volte alla riduzione della spesa pubblica, ai tagli degli investimenti, alla rottura della solidarietà sociale, alla distruzione dei corpi intermedi, all’innalzamento dell’economico su politico e sul sociale, alla funzionalizzazione delle relazioni personali, alla affermazione di una economia della legittimazione a mezzo del denaro nello screditameto de facto del principio “la sovranità appartiene al popolo”. La classe dirigente italiana è gravata in una struttura reddituale fissa. I funzioanri dello Stato hanno dei redditi limitati rispetto ai manager, ai banchieri, agli operatori di borsa. L’evasione allora diventa una sorta di “stock options market” per realizzare extraprofitti, extraredditi per partecipare del processo di arricchimento necessario per permanere nella “classe dirigente”. Le organizzazioni volte alla evasione fiscale devono essere efficienti, utilizzare le strutture di alto livello e una qualità dei dati sostenuta per poter realizzare il proprio progetto. L’efficienza consente di realizzare il salto di qualità: « […] il greed market si sostituisce al free market. Greed is good, greed is right (l’avidità è buona, l’avidità è giusta), gridava Gordon Gekko, il protagonista del celebre film di Oliver Stone , Wall Street (1987)» (S. Zamagni, Avarizia. La passione dell’avere, Bologna, il Mulino, 2009, pag.117). E in questa etica dell’avidità i funzionari, il liberi professionisti non vogliono stare a guardare, e pur di rimanere classe dirigente ricorrono al mercato dell’evasione.




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