“ L’ulteriore espansione della politica monetaria
della Banca centrale Europa ( BCE ) non c’è stata[…], ma allo stesso tempo
Mario Draghi ha fatto un annuncio importante: i rischi di instabilità […]
verranno contrastati con ogni mezzo, non convenzionale e convenzionale, purché
adatti alla realtà del nostro continente” […] “[...] la Bce
potrebbe darsi un obbiettivo proprio in termini di livello dei prezzi: i questo
potrebbe […] il bersaglio BCE sul tasso di inflazione ad un livello maggiore
del due per cento, con un effetto molto potente e positivo sulle aspettative”[…]”
Va ricordato ce tale meccanismo poggia su due pilastri. In primo luogo la politica
monetaria definita dalla Bce contribuisce alla crescita economica nel medio
termine la stabilità monetaria nell’Unione nel suo complesso. IN secondo luogo,
tra la Bce-anello iniziale- ed il sistema economico- anello finale- c’è di
mezzo il sistema bancario, e non i mercati finanziari, come negli Stati Uniti e
nel Regno Unito”.[…] “Il canale che parte dalla banca centrale, passa dai
mercati finanziari e arriva all’economia reale nell’Unione non c’è.”[…]” […]l’espansione
monetaria potrebbe essere attivata privilegiando i titoli offerti da emittenti
privati dell’Unione, purché dotati di caratteristiche di solvibilità,
trasparenza e semplicità”.[…]”C’è un altro opzione: la Bce potrebbe attuare la
politica monetaria ultra espansiva acquistando titoli pubblici a massima
sicurezza (Tripla A) emessi da Paesi non appartenenti all’Unione monetaria (
Australia, Canada, Svezia, Svizzera, Regno Unito)[…] la manovra avrebbe un
ulteriore impatto fiscale nullo sui Paesi dell’Unione, ed in più avrebbe
un effetto collaterale da molti gradito:
spengere verso il basso il tasso di cambio dell’euro.” […]( Donato Masciandaro, I due pilastri per l’azione “all’europea”, Il sole 24 ore, venerdì 4 aprile 2014, pag. 1 e pag. 22)
In questo articolo che abbiamo
riportato si fa riferimento alla questione delle politiche monetarie espansive
che sarebbe necessario introdurre nell’Unione Europea per poter contrastare il
possibile rischio della deflazione. La paura della deflazione potrebbe indurre
alla manifestazione della deflazione. La predisposizione di politiche
economiche contro la deflazione potrebbe comportare la deflazione. La determinazione del tasso di inflazione è nella
disponibilità della Bce. Nulla questio se la Bce determina il livello dei
prezzi nella considerazione del tasso di
interesse. Il tasso di interesse influenza gli investimenti in modo diretto. La
determinazione del tasso di interesse conveniente rispetto alla realizzazione
degli investimenti può essere una politica di facilitazione per il
miglioramento del rapporto di prossimità tra banche , imprese, famiglie,
organizzazioni, individui e pubbliche amministrazioni. Un basso tasso di interesse può essere una
politica economica capace di rinsaldare le relazioni tra banche e clienti. Un
basso tasso di interesse può essere un elemento a favore di nuovi investimenti
e di un nuovo ruolo delle banche nel processo di allocazione del credito, di
selezione della classe imprenditoriale, di remunerazione delle organizzazioni
del terzo settore, e di svolgimento di un ruolo sociale nella difesa del
risparmio e del patrimonio immobiliare delle famiglie. Il sistema bancocentrico
europeo ha una sua funzione sociale capace di difendere e rappresentare i
singoli, le famiglie, le imprese, le organizzazioni e le pubbliche
amministrazioni. Le banche hanno tenuto bene riuscendo a salvaguardare la
ricchezza presente nelle varie aree, soprattutto nei territori rurali e di
montagne, dove più presente è il modello di banca di prossimità, di banca
vicina alla popolazione, capace di interpretarne le aspirazioni, i sogni e
rappresentarla di fronte alla finanza aggressiva del mercato. Anche le banche d’investimento,
le banche d’affari, le banche predatrici così come quelle solidaristiche sono
presenti in Europa e offrono possibilità di difendere i valori dei soggetti
rappresentati. Insieme le banche europee offrono un “patrimonio genetico” al
sistema della banca centrale capace di resistere alle crisi finanziarie, valutarie,
produttive e commerciali. La capacità di resistere e reagire è tale da
consentire all’Europa di essere un’area ad alto reddito, alta produzione,
investimento e consumo anche in presenza di una crisi finanziaria. E’ possibile
che la banca centrale possa remunerare talune banche europee in condizioni di
efficienza pure in contesti regionali di difficoltà attraverso l’acquisto di
titoli obbligazionari. Si tratterebbe del riconoscimento del valore e della
cultura bancaria, della capacità di governo e del significato istituzionale di
taluni istituti di credito pure in condizioni di difficoltà dell’ambiente. Un
riconoscimento capace di operare nel senso dell’unità del sistema integrato
europeo.
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