venerdì 4 aprile 2014

L’unitarietà della Bce nell’eterogeneità del sistema integrato europeo

 “ L’ulteriore espansione della politica monetaria della Banca centrale Europa ( BCE ) non c’è stata[…], ma allo stesso tempo Mario Draghi ha fatto un annuncio importante: i rischi di instabilità […] verranno contrastati con ogni mezzo, non convenzionale e convenzionale, purché adatti alla realtà del nostro continente” […] “[...] la Bce potrebbe darsi un obbiettivo proprio in termini di livello dei prezzi: i questo potrebbe […] il bersaglio BCE sul tasso di inflazione ad un livello maggiore del due per cento, con un effetto molto potente e positivo sulle aspettative”[…]” Va ricordato ce tale meccanismo poggia su due pilastri. In primo luogo la politica monetaria definita dalla Bce contribuisce alla crescita economica nel medio termine la stabilità monetaria nell’Unione nel suo complesso. IN secondo luogo, tra la Bce-anello iniziale- ed il sistema economico- anello finale- c’è di mezzo il sistema bancario, e non i mercati finanziari, come negli Stati Uniti e nel Regno Unito”.[…] “Il canale che parte dalla banca centrale, passa dai mercati finanziari e arriva all’economia reale nell’Unione non c’è.”[…]” […]l’espansione monetaria potrebbe essere attivata privilegiando i titoli offerti da emittenti privati dell’Unione, purché dotati di caratteristiche di solvibilità, trasparenza e semplicità”.[…]”C’è un altro opzione: la Bce potrebbe attuare la politica monetaria ultra espansiva acquistando titoli pubblici a massima sicurezza (Tripla A) emessi da Paesi non appartenenti all’Unione monetaria ( Australia, Canada, Svezia, Svizzera, Regno Unito)[…] la manovra avrebbe un ulteriore impatto fiscale nullo sui Paesi dell’Unione, ed in più avrebbe un  effetto collaterale da molti gradito: spengere verso il basso il tasso di cambio dell’euro.” […]( Donato  Masciandaro, I due pilastri per l’azione “all’europea”, Il sole 24 ore, venerdì 4 aprile 2014, pag. 1 e pag. 22)


In  questo articolo che abbiamo riportato si fa riferimento alla questione delle politiche monetarie espansive che sarebbe necessario introdurre nell’Unione Europea per poter contrastare il possibile rischio della deflazione. La paura della deflazione potrebbe indurre alla manifestazione della deflazione. La predisposizione di politiche economiche contro la deflazione potrebbe comportare la deflazione. La  determinazione del tasso di inflazione è nella disponibilità della Bce. Nulla questio se la Bce determina il livello dei prezzi  nella considerazione del tasso di interesse. Il tasso di interesse influenza gli investimenti in modo diretto. La determinazione del tasso di interesse conveniente rispetto alla realizzazione degli investimenti può essere una politica di facilitazione per il miglioramento del rapporto di prossimità tra banche , imprese, famiglie, organizzazioni, individui e pubbliche amministrazioni.  Un basso tasso di interesse può essere una politica economica capace di rinsaldare le relazioni tra banche e clienti. Un basso tasso di interesse può essere un elemento a favore di nuovi investimenti e di un nuovo ruolo delle banche nel processo di allocazione del credito, di selezione della classe imprenditoriale, di remunerazione delle organizzazioni del terzo settore, e di svolgimento di un ruolo sociale nella difesa del risparmio e del patrimonio immobiliare delle famiglie. Il sistema bancocentrico europeo ha una sua funzione sociale capace di difendere e rappresentare i singoli, le famiglie, le imprese, le organizzazioni e le pubbliche amministrazioni. Le banche hanno tenuto bene riuscendo a salvaguardare la ricchezza presente nelle varie aree, soprattutto nei territori rurali e di montagne, dove più presente è il modello di banca di prossimità, di banca vicina alla popolazione, capace di interpretarne le aspirazioni, i sogni e rappresentarla di fronte alla finanza aggressiva del mercato. Anche le banche d’investimento, le banche d’affari, le banche predatrici così come quelle solidaristiche sono presenti in Europa e offrono possibilità di difendere i valori dei soggetti rappresentati. Insieme le banche europee offrono un “patrimonio genetico” al sistema della banca centrale capace di resistere alle crisi finanziarie, valutarie, produttive e commerciali. La capacità di resistere e reagire è tale da consentire all’Europa di essere un’area ad alto reddito, alta produzione, investimento e consumo anche in presenza di una crisi finanziaria. E’ possibile che la banca centrale possa remunerare talune banche europee in condizioni di efficienza pure in contesti regionali di difficoltà attraverso l’acquisto di titoli obbligazionari. Si tratterebbe del riconoscimento del valore e della cultura bancaria, della capacità di governo e del significato istituzionale di taluni istituti di credito pure in condizioni di difficoltà dell’ambiente. Un riconoscimento capace di operare nel senso dell’unità del sistema integrato europeo. 

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