Gerard Richter-2005-Moma |
Le piccole imprese difendono
il mercato concorrenziale. Le politiche economiche fiscali possono favorire gli
imprenditori impegnati nel processo di crescita dimensionale delle imprese.
L’Italia è caratterizzata da un insieme di imprese di piccole
dimensioni. La dimensione delle imprese tende ad essere piccola anche nell’Unione
Europea. Il 90 per cento delle imprese europee ha una dimensione medio-piccola.
Le imprese di piccole dimensione possono avere una capacità di ottimizzazione
dei costi elevata. I vantaggi di una impresa di piccole dimensione in termini
di gestione sono elevati. Le imprese di piccola dimensione possono essere considerate
come affette da nanismo economico rispetto alle grandi imprese. La
globalizzazione è un prodotto delle multinazionali. Le piccole imprese sembrano
escluse della globalizzazione per la difficoltà ad operare sui mercati
internazionali. La presenza di tecnologie informatiche insieme con l’ottimizzazione
dei sistemi di trasporto può comportare la crescita del grado di partecipazione
delle piccole e medie imprese alla
globalizzazione. L’impatto macroeconomico delle imprese di piccole dimensioni aumenta
la sostenibilità. Le piccole imprese partecipanti alla globalizzazione mediante
le tecnologie informatiche, dell’automazione e dei trasporti possono produrre
un sistema economico a misura di persona con servizi efficientati e risolvere
problematiche di mercato caratterizzate da specializzazione. Le piccole imprese
possono offrire anche un esempio di sostenibilità all’interno dell’impresa per
i legami di carattere sociale e relazionale esistenti tra il soggetto
imprenditoriale, le persone impegnate a vario titolo nel processo produttivo e
la comunità di riferimento. Le piccole imprese performano un modello di
management stakeholder oriented incorporato nella fondazione.
La condizione di
mercato e le rendite di posizioni: la concorrenza di mercato attiene alle
piccole imprese. I
mercatisti sono favorevoli alle imprese grandi. I sostenitori del mercato
concorrenziale criticano le imprese di dimensioni ridotte per la partecipazione
bassa alla produzione di valore aggiunto. La struttura del mercato evidenzia la
presenza di rendite di posizione. La presenza di imprese di grandi dimensioni è
legata alle rendite di posizione. Imprese di dimensioni grandi possono essere
fondate su una condizione di monopolio, sul controllo delle risorse scarse,
oppure sulla detenzione di relazioni esclusive e di privilegio con soggetti economici
a carattere politico e istituzionale. La presenza di rendite di posizione è un
limite all’affermazione di un mercato concorrenziale. Le rendite di posizione
riducono il numero dei players disponibili. La presenza di rendite di posizione
è manifestazione di un potere di mercato concentrato all’interno di una
struttura organizzativa aziendale. Le imprese di grandi dimensioni hanno anche
la capacità di operare mediante delle modificazioni strutturali del quadro
istituzionale e politico. Le imprese grandi hanno una probabilità elevata di
portare a compimento con successo una attività di lobbying. Le gradi imprese
possono ottenere dai rappresentati politici delle leggi di favore. La capacità
delle imprese di grandi dimensioni di influenzare la popolazione mediante i
mezzi di informazione è elevata. Le imprese di grandi dimensioni partecipano
del processo politico, istituzionale e sociale attraverso l’espressione di una
influenza interessata sui centri decisionali fondativi della comunità locale,
nazionale ed internazionale. Il potere delle imprese di grandi dimensione è
esercitato anche nella forma dell’egemonia attraverso la colonizzazione dell’immaginario
collettivo con i media e i mezzi di informazione. La crescita del numero e
delle dimensioni delle imprese di grandi dimensioni coincide con una riduzione
della concorrenzialità del mercato. I manager delle grandi imprese possono
trovare con facilità accordi di cartello. L’opzione “Mergers and Acquisitions”
è disponibili con costi bassi per le imprese di grandi dimensioni in presenza
di vantaggi finanziari elevati nella crescita ulteriore del potere di mercato. La
crescita dimensionale implica una distorsione del processo produttivo in
termini di prezzo-quantità. Le imprese di grandi dimensioni ottimizzanti
rendite di posizione possono ridurre le quantità prodotte nella crescita del
prezzo somministrato ai consumatori. La riduzione della quantità prodotta
comporta una compressione della produzione. La condizione dei lavoratori nelle
imprese di grandi dimensione è condizionata dalla rendita di posizione, dal
potere di mercato dell’impresa e dalla capacità dell’azienda di operare
mediante un sistema di influenza con i sindacati. Le imprese di grandi
dimensioni utilizzano le organizzazioni dei lavoratori per mantenere il
controllo sulla forza lavoro assunta. Il numero elevato di lavoratori operanti
all’interno di una impresa di grandi dimensioni viene utilizzato per svolgere
una attività di pressione politica ed ottenere privilegi normati con leggi ad
hoc finanziate con atti autonomi della pubblica amministrazione. Le imprese di
grandi dimensioni possono comportare delle distorsioni del mercato. Il mercato
dominato dalle imprese di grandi dimensioni tende ad una condizione oligopolistica,
monopolistica. Il mercato concorrenziale è un mercato caratterizzato da imprese
aventi una capacità bassa di operare con rendite di posizione. Le piccole
imprese sono gli operatori di mercato in grado di realizzare l’equilibrio di
mercato attraverso l’offerta di servizi e prodotti a prezzi ridotti e nelle
quantità richieste dalla domanda di mercato. Il mercato concorrenziale richiede
la presenza di piccole imprese operanti senza rendita di posizione per potere
produrre l’efficienza. La presenza di un mercato concorrenziale nel senso
classico significa rafforzare il ruolo delle piccole imprese. Le piccole
imprese hanno una capacità ridotta di influenzare l’organizzazione politica ed
istituzionale. Il potere di mercato delle piccole imprese è ridimensionato. La
capacità delle piccole imprese di partecipare dell’efficienza del mercato
concorrenziale è elevata. I consumatori sono avvantaggiati dalla presenza delle
piccole imprese anche per i prezzi realizzati. Le piccole imprese possono
operare con prezzi ridotti e generare valore aggiunto nell’economia. Il
liberalismo politico ed economico come manifestazione della ortodossia del
mercato concorrenziale neoclassico richiede la presenza di imprese di
dimensioni ridotte operanti senza rendita di posizione con un potere di mercato
contenuto.
I dati sull’occupazione
nelle piccole imprese. L’Eurostat produce sul numero delle imprese nei vari settori dell’economia
con una divisione sulla base del numero di occupati. La variabile considerata
è: “Total business economy”. I dati mettono in evidenza la presenza di un
numero elevato di imprese di piccola dimensione ovvero con un numero di
occupati compreso tra 0 e 9. I dati sono relativi al 2013. La Grecia è al primo
posto nella classifica per percentuale di imprese di piccola dimensione sul
totale delle imprese operanti con un valore pari a 96,92%. La Slovacchia è al
secondo posto con un numero di imprese di piccole dimensioni operanti nel
settore “Total Business Economy” pari al 96,60%. La Repubblica Ceca è al terzo
posto con un numero di imprese operanti nel settore “Total Business Economy”
con un valore pari al 96,01%. L’Italia è all’ottavo posto con un valore pari al
94,97%. Lussemburgo, Germania e Svizzera chiudono la classifica con un valore
percentuale delle imprese di piccole dimensioni sul totale pari all’87,24%; all’82,19%
e al 67,75%. In media nel 2013 il 91,42% delle imprese operanti nel settore “Total
Business Economy” hanno impiegato un numero di addetti compreso tra 0 e 9
unità.
Le piccole imprese, la
questione dimensionale e l’innovazione tecnologica. Le piccole imprese sono fondamentali
per la tenuta del sistema economico complessivo. I cittadini europei sono
distribuiti sia nelle città sia nelle piccole comunità. Le piccole comunità
periferiche e rurali hanno necessità di accedere allo sviluppo attraverso le
piccole imprese. Le piccole imprese sono divenute fondamentali anche per la
realizzazione dell’innovazione tecnologica. L’innovazione avviene nelle piccole
imprese in grado di scoprire rendimenti crescenti e aumenti del valore
aggiunto. Le grandi imprese sono fondamentali per stabilizzare l’economia e
avere un impatto anche di colonialismo economico. Tuttavia l’economia europea è
orientata alle piccole e medie imprese. L’effetto sulla globalizzazione della
presenza di piccole e medie imprese può essere positivo nel senso della
sostenibilità. Una piccola impresa ha una probabilità bassa di impattare l’economia
attraverso la creazione di un errore sistemico. L’impatto sistemico delle
piccole imprese è nullo. L’impatto nullo delle piccole imprese ha un effetto di
stabilizzazione del sistema economico. Il costo per lo Stato nella gestione di
crisi operanti nel settore delle piccole imprese è basso rispetto al costo del
fallimento delle imprese di grandi dimensioni. In caso di fallimento la piccola
impresa produce costi sociali bassi. La sostenibilità anche ambientale delle
piccole imprese è elevata. La capacità di una piccola impresa di mettere in
crisi un sistema ambientale è bassa. Le imprese di piccole dimensione hanno
difficoltà ad impattare l’economia ambientale dell’area territoriale di
insediamento. La presenza di piccole imprese sembra garantire al meglio le
condizioni di concorrenzialità richieste dal mercato e le condizioni di
sostenibilità richieste dalla globalizzazione. Le piccole imprese partecipano
anche dei processi di innovazione tecnologica come accade nel caso delle start
up innovative. Le small enterprises possono realizzare anche il processo di
inclusione sociale. Lo svolgimento di attività commerciali consente agli
immigrati un inserimento attivo e partecipato all’interno della comunità di
insediamento. Molte attività di carattere professionale vengono svolte nella
forma della piccola impresa. I rischi delle piccole imprese sono comunque forti
specie in caso di crisi economica e di settore. A livello dinamico occorre
considerare l’andamento delle piccole imprese per verificare l’esistenza di
eventuali limiti imposti alla crescita dimensionale. La presenza di una cultura
imprenditoriale dovrebbe essere legata alla crescita dimensionale delle piccole
imprese. Le piccole imprese in crescita, volte a diventare operatori globali
dovrebbero essere sostenute con politiche fiscali di favore. Gli imprenditori
impegnati nella crescita dimensionale dell’impresa devono essere premiati dal
sistema fiscale.
TOTAL BUSINESS
ECONOMY
|
||
RANK
|
COUNTRY
|
PERCENTUALE DI
IMPRESE DI PICCOLE DIMENSIONI SUL TOTALE-2013-EUROSTAT
|
1
|
Greece
|
96,92
|
2
|
Slovakia
|
96,60
|
3
|
Czech Republic
|
96,01
|
4
|
Portugal
|
95,35
|
5
|
France
|
95,14
|
6
|
Poland
|
94,99
|
7
|
Netherlands
|
94,99
|
8
|
Italy
|
94,97
|
9
|
Spain
|
94,66
|
10
|
Slovenia
|
94,59
|
11
|
Sweden
|
94,58
|
12
|
Belgium
|
94,29
|
13
|
Hungary
|
94,22
|
14
|
Finland
|
93,01
|
15
|
Malta
|
92,81
|
16
|
Norway
|
91,71
|
17
|
Croatia
|
91,56
|
18
|
Bulgaria
|
91,36
|
19
|
Lithuania
|
91,13
|
20
|
Former Yugoslav
Republic of Macedonia, the
|
90,92
|
21
|
Latvia
|
90,49
|
22
|
Estonia
|
90,19
|
23
|
Denmark
|
89,25
|
24
|
United Kingdom
|
89,12
|
25
|
Romania
|
87,87
|
26
|
Austria
|
87,34
|
27
|
Luxembourg
|
87,24
|
28
|
Germany
|
82,19
|
29
|
Switzerland
|
67,75
|
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