mercoledì 1 giugno 2016

L’organizzazione delle imprese nell'Ue

Gerard Richter-2005-Moma

Le piccole imprese difendono il mercato concorrenziale. Le politiche economiche fiscali possono favorire gli imprenditori impegnati nel processo di crescita dimensionale delle imprese.

L’Italia è caratterizzata da un insieme di imprese di piccole dimensioni. La dimensione delle imprese tende ad essere piccola anche nell’Unione Europea. Il 90 per cento delle imprese europee ha una dimensione medio-piccola. Le imprese di piccole dimensione possono avere una capacità di ottimizzazione dei costi elevata. I vantaggi di una impresa di piccole dimensione in termini di gestione sono elevati. Le imprese di piccola dimensione possono essere considerate come affette da nanismo economico rispetto alle grandi imprese. La globalizzazione è un prodotto delle multinazionali. Le piccole imprese sembrano escluse della globalizzazione per la difficoltà ad operare sui mercati internazionali. La presenza di tecnologie informatiche insieme con l’ottimizzazione dei sistemi di trasporto può comportare la crescita del grado di partecipazione delle piccole  e medie imprese alla globalizzazione. L’impatto macroeconomico delle imprese di piccole dimensioni aumenta la sostenibilità. Le piccole imprese partecipanti alla globalizzazione mediante le tecnologie informatiche, dell’automazione e dei trasporti possono produrre un sistema economico a misura di persona con servizi efficientati e risolvere problematiche di mercato caratterizzate da specializzazione. Le piccole imprese possono offrire anche un esempio di sostenibilità all’interno dell’impresa per i legami di carattere sociale e relazionale esistenti tra il soggetto imprenditoriale, le persone impegnate a vario titolo nel processo produttivo e la comunità di riferimento. Le piccole imprese performano un modello di management stakeholder oriented incorporato nella fondazione.
 La condizione di mercato e le rendite di posizioni: la concorrenza di mercato attiene alle piccole imprese. I mercatisti sono favorevoli alle imprese grandi. I sostenitori del mercato concorrenziale criticano le imprese di dimensioni ridotte per la partecipazione bassa alla produzione di valore aggiunto. La struttura del mercato evidenzia la presenza di rendite di posizione. La presenza di imprese di grandi dimensioni è legata alle rendite di posizione. Imprese di dimensioni grandi possono essere fondate su una condizione di monopolio, sul controllo delle risorse scarse, oppure sulla detenzione di relazioni esclusive e di privilegio con soggetti economici a carattere politico e istituzionale. La presenza di rendite di posizione è un limite all’affermazione di un mercato concorrenziale. Le rendite di posizione riducono il numero dei players disponibili. La presenza di rendite di posizione è manifestazione di un potere di mercato concentrato all’interno di una struttura organizzativa aziendale. Le imprese di grandi dimensioni hanno anche la capacità di operare mediante delle modificazioni strutturali del quadro istituzionale e politico. Le imprese grandi hanno una probabilità elevata di portare a compimento con successo una attività di lobbying. Le gradi imprese possono ottenere dai rappresentati politici delle leggi di favore. La capacità delle imprese di grandi dimensioni di influenzare la popolazione mediante i mezzi di informazione è elevata. Le imprese di grandi dimensioni partecipano del processo politico, istituzionale e sociale attraverso l’espressione di una influenza interessata sui centri decisionali fondativi della comunità locale, nazionale ed internazionale. Il potere delle imprese di grandi dimensione è esercitato anche nella forma dell’egemonia attraverso la colonizzazione dell’immaginario collettivo con i media e i mezzi di informazione. La crescita del numero e delle dimensioni delle imprese di grandi dimensioni coincide con una riduzione della concorrenzialità del mercato. I manager delle grandi imprese possono trovare con facilità accordi di cartello. L’opzione “Mergers and Acquisitions” è disponibili con costi bassi per le imprese di grandi dimensioni in presenza di vantaggi finanziari elevati nella crescita ulteriore del potere di mercato. La crescita dimensionale implica una distorsione del processo produttivo in termini di prezzo-quantità. Le imprese di grandi dimensioni ottimizzanti rendite di posizione possono ridurre le quantità prodotte nella crescita del prezzo somministrato ai consumatori. La riduzione della quantità prodotta comporta una compressione della produzione. La condizione dei lavoratori nelle imprese di grandi dimensione è condizionata dalla rendita di posizione, dal potere di mercato dell’impresa e dalla capacità dell’azienda di operare mediante un sistema di influenza con i sindacati. Le imprese di grandi dimensioni utilizzano le organizzazioni dei lavoratori per mantenere il controllo sulla forza lavoro assunta. Il numero elevato di lavoratori operanti all’interno di una impresa di grandi dimensioni viene utilizzato per svolgere una attività di pressione politica ed ottenere privilegi normati con leggi ad hoc finanziate con atti autonomi della pubblica amministrazione. Le imprese di grandi dimensioni possono comportare delle distorsioni del mercato. Il mercato dominato dalle imprese di grandi dimensioni tende ad una condizione oligopolistica, monopolistica. Il mercato concorrenziale è un mercato caratterizzato da imprese aventi una capacità bassa di operare con rendite di posizione. Le piccole imprese sono gli operatori di mercato in grado di realizzare l’equilibrio di mercato attraverso l’offerta di servizi e prodotti a prezzi ridotti e nelle quantità richieste dalla domanda di mercato. Il mercato concorrenziale richiede la presenza di piccole imprese operanti senza rendita di posizione per potere produrre l’efficienza. La presenza di un mercato concorrenziale nel senso classico significa rafforzare il ruolo delle piccole imprese. Le piccole imprese hanno una capacità ridotta di influenzare l’organizzazione politica ed istituzionale. Il potere di mercato delle piccole imprese è ridimensionato. La capacità delle piccole imprese di partecipare dell’efficienza del mercato concorrenziale è elevata. I consumatori sono avvantaggiati dalla presenza delle piccole imprese anche per i prezzi realizzati. Le piccole imprese possono operare con prezzi ridotti e generare valore aggiunto nell’economia. Il liberalismo politico ed economico come manifestazione della ortodossia del mercato concorrenziale neoclassico richiede la presenza di imprese di dimensioni ridotte operanti senza rendita di posizione con un potere di mercato contenuto.
I dati sull’occupazione nelle piccole imprese. L’Eurostat produce sul numero delle imprese nei vari settori dell’economia con una divisione sulla base del numero di occupati. La variabile considerata è: “Total business economy”. I dati mettono in evidenza la presenza di un numero elevato di imprese di piccola dimensione ovvero con un numero di occupati compreso tra 0 e 9. I dati sono relativi al 2013. La Grecia è al primo posto nella classifica per percentuale di imprese di piccola dimensione sul totale delle imprese operanti con un valore pari a 96,92%. La Slovacchia è al secondo posto con un numero di imprese di piccole dimensioni operanti nel settore “Total Business Economy” pari al 96,60%. La Repubblica Ceca è al terzo posto con un numero di imprese operanti nel settore “Total Business Economy” con un valore pari al 96,01%. L’Italia è all’ottavo posto con un valore pari al 94,97%. Lussemburgo, Germania e Svizzera chiudono la classifica con un valore percentuale delle imprese di piccole dimensioni sul totale pari all’87,24%; all’82,19% e al 67,75%. In media nel 2013 il 91,42% delle imprese operanti nel settore “Total Business Economy” hanno impiegato un numero di addetti compreso tra 0 e 9 unità.
Le piccole imprese, la questione dimensionale e l’innovazione tecnologica. Le piccole imprese sono fondamentali per la tenuta del sistema economico complessivo. I cittadini europei sono distribuiti sia nelle città sia nelle piccole comunità. Le piccole comunità periferiche e rurali hanno necessità di accedere allo sviluppo attraverso le piccole imprese. Le piccole imprese sono divenute fondamentali anche per la realizzazione dell’innovazione tecnologica. L’innovazione avviene nelle piccole imprese in grado di scoprire rendimenti crescenti e aumenti del valore aggiunto. Le grandi imprese sono fondamentali per stabilizzare l’economia e avere un impatto anche di colonialismo economico. Tuttavia l’economia europea è orientata alle piccole e medie imprese. L’effetto sulla globalizzazione della presenza di piccole e medie imprese può essere positivo nel senso della sostenibilità. Una piccola impresa ha una probabilità bassa di impattare l’economia attraverso la creazione di un errore sistemico. L’impatto sistemico delle piccole imprese è nullo. L’impatto nullo delle piccole imprese ha un effetto di stabilizzazione del sistema economico. Il costo per lo Stato nella gestione di crisi operanti nel settore delle piccole imprese è basso rispetto al costo del fallimento delle imprese di grandi dimensioni. In caso di fallimento la piccola impresa produce costi sociali bassi. La sostenibilità anche ambientale delle piccole imprese è elevata. La capacità di una piccola impresa di mettere in crisi un sistema ambientale è bassa. Le imprese di piccole dimensione hanno difficoltà ad impattare l’economia ambientale dell’area territoriale di insediamento. La presenza di piccole imprese sembra garantire al meglio le condizioni di concorrenzialità richieste dal mercato e le condizioni di sostenibilità richieste dalla globalizzazione. Le piccole imprese partecipano anche dei processi di innovazione tecnologica come accade nel caso delle start up innovative. Le small enterprises possono realizzare anche il processo di inclusione sociale. Lo svolgimento di attività commerciali consente agli immigrati un inserimento attivo e partecipato all’interno della comunità di insediamento. Molte attività di carattere professionale vengono svolte nella forma della piccola impresa. I rischi delle piccole imprese sono comunque forti specie in caso di crisi economica e di settore. A livello dinamico occorre considerare l’andamento delle piccole imprese per verificare l’esistenza di eventuali limiti imposti alla crescita dimensionale. La presenza di una cultura imprenditoriale dovrebbe essere legata alla crescita dimensionale delle piccole imprese. Le piccole imprese in crescita, volte a diventare operatori globali dovrebbero essere sostenute con politiche fiscali di favore. Gli imprenditori impegnati nella crescita dimensionale dell’impresa devono essere premiati dal sistema fiscale.

TOTAL BUSINESS ECONOMY
RANK
COUNTRY
PERCENTUALE DI IMPRESE DI PICCOLE DIMENSIONI SUL TOTALE-2013-EUROSTAT
1
Greece
96,92
2
Slovakia
96,60
3
Czech Republic
96,01
4
Portugal
95,35
5
France
95,14
6
Poland
94,99
7
Netherlands
94,99
8
Italy
94,97
9
Spain
94,66
10
Slovenia
94,59
11
Sweden
94,58
12
Belgium
94,29
13
Hungary
94,22
14
Finland
93,01
15
Malta
92,81
16
Norway
91,71
17
Croatia
91,56
18
Bulgaria
91,36
19
Lithuania
91,13
20
Former Yugoslav Republic of Macedonia, the
90,92
21
Latvia
90,49
22
Estonia
90,19
23
Denmark
89,25
24
United Kingdom
89,12
25
Romania
87,87
26
Austria
87,34
27
Luxembourg
87,24
28
Germany
82,19
29
Switzerland
67,75



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