Ernie Gerh- Carnival Of Shadows- Moma |
L’attività di controllo
della banca centrale europea sembra essere orientata alla difesa dei sistema
bancario tedesco. L’attività di vigilanza realizzata dal sistema sembra essere
rivolta in modo integrale nei confronti delle banche aventi un rapporto con l’economia
reale. La Banca Centrale Europea sembra essere priva di interesse nel
controllare le controparti dei contratti derivati. Il nesso banca-mercati
finanziari rimane senza controllo. Il rischio di crisi finanziarie è alto. La
presenza di una possibilità di crisi finanziaria dovuta alla creazione di
rischi di mercato nel settore bancario permane in modo determinante. Il mercato
finanziario e il sistema bancario sono uniti anche dal c.d. “Shadow Banking System”
ovvero il sistema bancario ombra in grado di produrre contratti finanziari a
contenuto bancario privi di controllo e di regolamentazione eppure fondati sul
risparmio raccolto, sul debito emesso e in taluni casi garantito dagli Stati. Una
critica al sistema bancario per la connivenza nei confronti del sistema
finanziario e dello shadow banking system è troppo facile da condurre. Occorre
riconoscere al sistema bancario ombra un qualche merito. Tuttavia la mancanza
di una regolamentazione è un fatto grave in grado di esporre l’economia a
rischi di fallimento evidenti. Gli Usa e l’Europa hanno perso molto dalla crisi
finanziaria del 2007. Il controllo del sistema finanziario deve avvenire nella
consapevolezza dell’importanza del riconoscimento della libertà per lo
svolgimento delle contrattazioni bancarie-finanziarie. L’economia occidentale è
finanziarizzata. Il processo di finanziarizzazione è volto ad aumentare.
Liberalismo significa spazio per le contrattazioni finanziarie. Tuttavia l’interesse
generale alla sostenibilità richiede anche una parte di controllo realizzata
dal soggetto avente funzione di sorveglianza e regolamentazione.
La
finanziarizzazione dell’economia europea. I dati prodotti
dall’European Banking Authority mettono in evidenza la presenza di un sistema
economico fondato sulla finanza. Gli asset bancari superano il PIL dei paesi.
Il valore della produzione bancaria è superiore al livello del valore aggiunto
prodotto dall’economia nazionale per 25 di 39 paesi censiti dall’EBA. I dati sono del 2013. In una
classifica per valore degli asset bancari sul totale del prodotto interno lordo
al primo posto c’è il Lussemburgo con un valore pari a 1568,62%. Malta è al
secondo posto con un valore pari a 691,44%. L’Irlanda è al terzo posto con un
valore degli asset bancari pari al 531,01% del prodotto interno lordo. Il valore
degli asset bancari nel Regno Unito è pari a 403,00% del valore aggiunto
prodotto. Il valore degli asset bancari in Germania è pari al 398,31% del
valore aggiunto tedesco. Il valore degli asset bancari in Francia è pari al
377,12 per cento del PIL. Il valore degli asset bancari in Italia è pari al
233,97% del PIL. La finanziarizzazione dell’economia è un fatto da accettare.
Esiste una relazione positiva tra finanziarizzazione dell’economia è prodotto
interno lordo pro capite. La possibilità di realizzare una economia in grado di
produrre valore aggiunto dipende soprattutto dai servizi finanziari-bancari. I
paesi in grado di sviluppare una economia bancaria-finanziaria evoluta sono
anche in grado di produrre un valore del prodotto interno lordo maggiore.
Le
politiche economiche finanziarie. Le politiche economiche
finanziarie producono in genere una serie di problematiche di carattere
ideologico. I paesi conservatori in senso finanziario tendono ad avere un
prodotto interno lordo basso. La contrapposizione tra lavoro e capitale sembra
essere risolta a favore del capitale. Il trasferimento della produzione
industriale nei paesi asiatici produce anche una riduzione della capacità
produttiva in Europa e la conseguente crescita di dipendenza ulteriore dall’economia
della finanza. La finanza conquista percentuali di produzione del prodotto
interno lordo. La globalizzazione significa finanziarizzazione dell’economia
occidentale. I libertari e i mercatisti possono tuttavia incrementare il
livello dei rischi assunti e portare l’economia alla crisi sistemica. La
politica economica moderata può consentire di realizzare uno sviluppo dei
mercati in grado di consentire la crescita economica con un livello di rischi
ridimensionati. Il controllo esercitato dagli enti di regolazione deve lasciare
libero il mercato. La libertà del mercato deve consentire all’economia di
essere tutelata rispetto ai rischi di crisi sistemica. Una politica di
moderazione può essere in grado di consentire una governance efficiente della
globalizzazione.
RANK
|
ASSET/GDP
|
COUNTRY
|
1
|
1568,62%
|
LU
|
2
|
691,44%
|
MT
|
3
|
531,01%
|
IE
|
4
|
477,69%
|
CY
|
5
|
403,70%
|
NL
|
6
|
403,00%
|
GB
|
7
|
398,31%
|
DK
|
8
|
395,84%
|
SE
|
9
|
377,12%
|
FR
|
10
|
296,15%
|
AT
|
11
|
285,23%
|
DE
|
12
|
277%
|
FI
|
13
|
273%
|
PT
|
14
|
272,84%
|
BE
|
15
|
269,95%
|
NO
|
16
|
269,86%
|
ES
|
17
|
233,97%
|
IT
|
18
|
223%
|
EL
|
19
|
132,42%
|
CZ
|
20
|
125,10%
|
LV
|
21
|
123,51%
|
HR
|
22
|
111,90%
|
SI
|
23
|
109,55%
|
BG
|
24
|
107%
|
EE
|
25
|
102,01%
|
HU
|
26
|
85,99%
|
PL
|
27
|
82,10%
|
SK
|
28
|
65,10%
|
LT
|
29
|
56,67%
|
RO
|
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