venerdì 6 maggio 2016

Il tasso di occupazione italiano nell'UE

Gordon Cheung- The Rider- 2015-Moma
Il tasso di occupazione. Le riforme del mercato del lavoro sembrano avere inciso in misura marginale sul tasso di occupazione. Il tasso di occupazione è legato anche alla produttività presente nel mercato del lavoro. Le riforme realizzate sembrano essere prive di capacità di incrementare il volume degli occupati. Il problema del numero degli occupati riguarda l’adesione della cultura italiana al capitalismo. I paesi anglosassoni hanno una capacità di incrementare l’occupazione anche grazie alla cultura capitalistica. L’accettazione della cultura dell’impresa, della remunerazione del capitale umano, e della condizione strutturale di crescita economica prodotta dalla tecnologia può consentire di aumentare il numero degli occupati e il prodotto interno lordo. L’aumento del numero degli occupati è positivo anche per l’icremento delle entrate tributarie. Il lavoratore è in grado di svolgere una attività anche di versamento di imposte e tasse in grado di aumentare il valore delle entrate dello Stato. L’aumento delle entrate dello Stato può consentire la riduzione della tassazione sulle imprese, sul capitale e sul lavoro attraverso l’incremento della base tributaria. La crescita della base tributaria prodotta attraverso l’incremento del reddito prodotto dall’aumento del lavoro è compatibile con la crescita economica sostenibile.
Il problema italiano: il numero basso di occupati. Il problema degli italiani è basato sul numero basso di occupati nel mercato del lavoro. La crisi economico ha avuto un impatto sulla riduzione del numero degli occupati. Tuttavia occorre anche considerare l’esistenza di un effetto complessivo caratterizzato da una presenza bassa di occupati nel mercato del lavoro italiano. L’effetto della crisi economica sembra infatti essere passato. Tuttavia il numero degli occupati rimane basso soprattutto nel confronto con gli altri paesi dell’Unione Europea. Il confronto con i maggiori paesi europei mostra una Italia in una condizione di riduzione sostanziale del numero degli occupati. Il tasso di occupazione italiano nel 2015 è stato pari al 64,00%. Il tasso di occupazione italiano è stato basso rispetto al tasso di occupazione di Germania, Spagna e Regno Unito. In Germania il tasso di occupazione è stato pari al 77,6% nel 2015; nel Regno Unito è stato pari al 76,9%, in Spagna è stato pari al 76,9%. Il tasso di occupazione italiano è stato inferiore anche negli anni precedenti al 2015. Tra il 2006 e il 2015 il tasso di occupazione italiano è stato inferiore al tasso di occupazione di Germania, Regno Unito e Spagna nello stesso periodo considerato. Tra il 2006 e il 2015 il tasso di occupazione italiano medio è stato inferiore di 13.8 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione medio della Germania. Il tasso di occupazione medio nel Regno Unito tra il 2006 e il 2015 è stato superiore di 13,1 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione medio italiano. Il tasso di occupazione medio della Spagna tra il 2006 e il 2015 è stato inferiore di 10,4 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione medio italiano.
L’effetto della crisi economica. L’effetto della crisi economica sul livello del tasso di occupazione sembra essere superato. Il tasso di occupazione nel 2015 è superiore al livello pre-crisi economica. La crescita del tasso di occupazione a livello superiore rispetto al periodo precedente alla crisi economica e finanziaria indica un ritorno alla “Normalità” della crescita del tasso di occupazione. Il tasso di occupazione nel 2015 è risultato essere elevato rispetto al 2006 di un valore equivalente a 2,7 punti per la Germania, 1.4 per l’Italia, 1.2 per il Regno Unito, 3.2 per la Spagna. Occorre considerare che anche la crescita del tasso di occupazione per l’Italia-pari all’1.4- tra il 2006-2015 è inferiore rispetto alla crescita dell’occupazione nello stesso periodo in Germania –pari a 2.7- sia per il Spagna- pari a 3.2.
La classifica Eurostat dei paesi per tasso di occupazione. La situazione italiana appare nella sua drammaticità soprattutto nella considerazione della condizione dei paesi censiti dall’Eurostat. Nella classifica dei paesi per tasso di occupazione del 2015 l’Italia risulta essere al penultimo posto. Solo la Turchia- tra i paesi indicati dall’Eurostat- ha un tasso di occupazione inferiore rispetto all’Italia. I primi dieci posti della classifica sono riportati di seguito: Islanda con un tasso occupazione pari all’87,4%; Svizzera pari all’83,8%; Svezia con l’81,5%; Olanda con il 79%; Danimarca con 78,1%; Norvegia con il 78%; Germania con il 77,7%; Regno Unito con il 76,7%, Austria con il 75,4%; Finlandia con il 75,4%. Gli ultimi 5 posti sono costituiti da Croazia con il 66,1%; Romania con il 65,7%, Jugoslavia con il 65,3%; Italia con il 63,9%; Turchia con il 55,1%.

La condizione dell’occupazione italiana. Il tasso di occupazione italiano ha ricominciato a crescere a seguito del superamento degli effetti della crisi economica. Tuttavia il tasso di occupazione italiano è basso a livello strutturale. I maggiori paesi europei hanno un tasso di occupazione superiore di 10-13 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione italiano. Le politiche economiche del lavoro dovrebbero puntare a portare il tasso di occupazione italiano al livello del 70%. Il policy maker dovrebbe coinvolgere i sindacati, le organizzazioni produttive, le imprese, i partiti politici, il sistema bancario, e la pubblica amministrazione per incrementare il tasso di occupazione di 6 punti percentuali. L’Italia può avere un tasso di occupazione del 70%. Il policy maker può implementare il tasso di occupazione al livello del 70%. 


TASSO DI OCCUPAZIONE
Germany
Italy
United Kingdom
Spain
2006
74,9
62,6
75,7
71,1
2007
75,6
62,4
75,5
71,8
2008
75,9
62,9
75,8
72,7
2009
76,3
62,3
75,7
73,1
2010
76,7
62,0
75,4
73,5
2011
77,3
62,1
75,5
73,9
2012
77,2
63,5
76,1
74,3
2013
77,6
63,4
76,4
74,3
2014
77,7
63,9
76,7
74,2
2015
77,6
64,0
76,9
74,3

RANK
COUNTRY
TASSO DI OCCUPAZIONE 2015
1
Iceland
87,4
2
Switzerland
83,8
3
Sweden
81,5
4
Netherlands
79,0
5
Denmark
78,1
6
Norway
78,0
7
Germany 
77,7
8
United Kingdom
76,7
9
Austria
75,4
10
Finland
75,4
11
Estonia
75,2
12
Latvia
74,6
13
Cyprus
74,3
14
Spain
74,2
15
Lithuania
73,7
16
Czech Republic
73,5
17
Portugal
73,2
18
France (metropolitan)
71,4
19
France
71,2
20
Slovenia
70,9
21
Luxembourg
70,8
22
Slovakia
70,3
23
Ireland
69,8
24
Bulgaria
69,0
25
Poland
67,9
26
Belgium
67,7
27
Greece
67,4
28
Hungary
67,0
29
Malta
66,3
30
Croatia
66,1
31
Romania
65,7
32
Former Yugoslav Republic of Macedonia, the
65,3
33
Italy
63,9
34
Turkey
55,1

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