“L’attuale non-sistema sta spingendo il mondo
verso l’allentamento monetario competitivo, a vantaggio di nessuno. Lo sviluppo
di un consenso per il libero commercio e la cittadinanza globale responsabile -
e resistendo così alle pressioni provinciali - porrebbe le basi per la crescita
sostenibile di cui il mondo ha un disperato bisogno.” (Raghuram Rajan - Il
Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/lyi1wm)
Troppo
vecchi per consumare. I paesi occidentali sono avvitati in una condizione
difficile sotto il profilo economico soprattutto a causa del problema
demografico dell’aging, ovvero dell’invecchiamento della popolazione. L’invecchiamento
della popolazione potrebbe anche essere un unicum nella storia dello sviluppo
umano e della civiltà. La generazione della golden age ha vissuto nel periodo
di maggiore crescita economica e ha goduto anche i frutti in termini di welfare
state. Oggi la popolazione anziana ha
una difficoltà a consumare. I risparmi vengono impiegati soprattutto nel
sistema sanitario, per l’acquisto di beni di carattere farmaceutico. Tuttavia
manca la prospettiva dell’investimento. L’invecchiamento della popolazione
soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, in una economa dominata dai consumi
rischia di fare saltare l’intero sistema economico globale e avvitare l’occidente
in un medioevo prodotto dall’aging. In genere gli economisti considerano la
ripresa del consumo come un elemento positivo di fiducia verso l’economia ,
tuttavia in un contesto economico caratterizzato dalla centralità degli anziani
con giovani precari, l’aumento del risparmio e la riduzione dei consumi, ovvero
della domanda interna, rischia di essere l’unica certezza.
Troppo
vecchi per investire. La crescita del risparmio rende solido il sistema
bancario tuttavia crea anche delle difficoltà a livello dell’investimento. Una
società caratterizzata dalla predominanza di anziani è anche priva di
imprenditori. E’ assai difficile che un anziano, soprattutto se ha vissuto la
golde age, proceda a realizzare degli investimenti, a creare delle imprese.
Nelle economie evolute, durante i boom economici, sono in genere i giovani a
realizzare delle imprese, a creare delle infrastrutture aziendali. Tuttavia la
scarsa capacità dei giovani di ottenere adeguati finanziamenti dal sistema
bancario riduce il novero dei possibili imprenditori. Alcuni riescono ad
ottenere dei finanziamenti dallo Stato se questi sono consentiti da programmi
di sviluppo economico-sociale. La riduzione degli investimenti aumenta la
drammaticità di una situazione economia che rischia di essere medioevale per
una riduzione strutturale dei tassi di crescita economica occidentale. I paesi
asiatici sembrano avere delle chances in più sotto il punto di vista
demografico anche se i problemi ambientali, religiosi e politici potrebbero
essere dei limiti alla crescita economica.
Il
cambiamento della classe dirigente. Per quanto la classe dirigente è stata
cambiata nei paesi occidentali, come per esempio in Italia, grazie a movimenti
politici nuovi e cambiamenti interni nei partiti, la popolazione dei paesi
occidentali rimane orientata all’invecchiamento. Il fenomeno è di portata
epocale. Il numero di anziani sulla popolazione per la prima volta ha raggiunto
livelli elevati. La crescita del numero degli anziani può avere effetti
regressivi e recessivi. Il livello di vita, di crescita economica e di
benessere che ha consentito agli anziani di prosperare sembra essere precluso
ai loro nipoti a causa del cambiamento dell’economia globale, della questione
ambientale, e dell’orientamento dell’economia verso forme di produzione
caratterizzata dal sempre minore ausilio dell’elemento umano, ovvero dalla
jobless society.
Il problema
della deflazione. A peggiorare il quadro economico vi è lo spettro della
deflazione in alcuni paesi occidentali come per esempio l’Europa. Stimolare la
crescita economica è possibile attraverso la riduzione de tasso di interesse
prodotto da una espansione monetaria e attraverso la realizzazione di politiche
fiscali espansive. Tuttavia le politiche economiche di espansione monetaria
realizzate dalla banca centrale europea sembra abbiano avuto degli effetti poco
rilevanti sull’inflazione, data l’esistenza del rischio deflattivo. Nello
stesso tempo le politiche fiscali sembrano essere poco accessibili per paesi
indebitati e con difficoltà a mantenere in piedi il sistema di welfare state.
La situazione economica per i paesi occidentali sembra orientata ad un lungo
medioevo. I tassi di crescita della golden age sono ormai lontani. L’invecchiamento
della popolazione è una condizione riduttiva sia dei consumi che degli
investimenti. Le banche centrali sembrano prive di capacità di produrre una
nuova crescita economica attraverso modificazioni del tasso di interesse.
L’importanza
dell’immigrazione. L’immigrazione nei paesi occidentali sembra essere l’unica
possibilità per procedere ad una crescita economica fondata su consumi e
investimenti. La popolazione degli immigrati è giovane e motivata. Gli
immigrati vedono nei paesi occidentali una opportunità laddove invece gli
occidentali tendono a scappare all’estero o sono costretti ad accettare delle
riduzioni della qualità della vita rispetto alle generazioni precedenti. Gli
immigrati possono modificare l’andamento epocale innescato da aging, riduzione
dei consumi, riduzione degli investimenti e scarsa efficacia delle politiche
monetarie e fiscali. Anche se gli immigrati possono portare anche con sé dei
problemi legati alla questioni religiose e politiche, è necessario ritenere la
società occidentale in grado di ridimensionare le pretese oltre i limiti degli
ordinamenti costituiti.
La creazione
di un ordinamento globale partecipato. La soluzione, non solo per i paesi
occidentali, ma anche per i paesi asiatici ed in via di sviluppo, potrebbe
essere la creazione di un ordinamento politico globale di tipo statuale con
riconoscimento delle nazioni e del diritto dei popoli. La creazione di un
ordinamento globale sembra essere un orientamento della società occidentale
come dimostrato dalla presenza di numerosi enti a carattere globale come l’ONU,
il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale. Tuttavia questi enti
vengono intesi come paralleli rispetto alla centralità degli stati-nazione in
ripresa a seguito della crisi finanziaria del 2008. La tensione tra tendenza
all’ordinamento globale e tendenza agli stati nazioni è una delle grandi forze
regolatrici della globalizzazione. Avanzamenti nella condizioni economica
portano i cittadini ad essere propensi alla creazione di un ordinamento globale
superiore anche agli stati nazionali. Riduzioni del reddito pro capite anche
relativi possono portare i cittadini a votare a favore di sistemi nazionali. L’ordinamento
globale può essere prodotto attraverso una crescita economica durevole.
Tuttavia le difficoltà nella sostenibilità di un ordinamento globale sono
insite nella diseguaglianza reddituale anche relativa in grado di spingere le
popolazioni verso il nazionalismo. Un ordinamento globale in grado di rimuovere
le diseguaglianze potrebbe essere accettato anche dai cittadini scettici.
Nessun commento:
Posta un commento