lunedì 28 dicembre 2015

Politiche economiche per il settore dei servizi


“Pertanto, l'economia post-industriale scavò un nuovo divario nel mercato del lavoro tra chi aveva un lavoro stabile, ben pagato e gratificante nel settore dei servizi e chi aveva un lavoro instabile, mal pagato e frustrante. Il rapporto proporzionale tra le due realtà, e quindi la misura della disuguaglianza prodotta dalla transizione post-industriale, era determinato da due fattori: il livello d'istruzione e di specializzazione della forza lavoro, e il grado d'istituzionalizzazione dei mercati del lavoro nei servizi (in aggiunta all'industria manifatturiera).” (Dani Rodrik, Il sole 24 ore, 23/12/2015)


L’economia dei servizi ha rappresentato una vera rivoluzione nel sistema industriale. Una economica fondata sulla capacità del capitale umano di produrre beni, prodotti immateriali, in grado di aumentare il valore aggiunto attraverso il rafforzamento della creatività, con l’applicazione della scienza nell’esercizio delle professioni e delle attività lavorative intellettuali. Il capitalismo dei servizi è un successo legato alla presenza di una economia della conoscenza. Nelle economie evolute i servizi rappresentano circa il 75% del Prodotto Interno Lordo. Un sistema economico ing rado di sviluppare i servizi ha una probabilità maggiore di avere anche una economia sostenibile sotto il punto di vista ambientale e sociale. L’economia dei servizi ha rinforzato anche i legami comunitari attraverso l’incremento del valore delle relazioni. I servizi possono essere prodotti dagli individui in possesso delle conoscenze professionali necessarie all’interno di un contesto sociale caratterizzato dalla presenza di beni relazionali, come per esempio la fiducia, e beni pubblici come per esempio lo sviluppo del sapere.

Le reti di conoscenza come elemento fondamentale per lo sviluppo dell’economia dei servizi. L’elemento fondamentale per la creazione di una economia dei servizi è fondato sull’istruzione superiore. Il livello di scolarizzazione necessario per sostenere una economia dei servizi è alto. Sistemi economici, nei quali sono presenti solo scolarizzati con un diploma di scuola superiore, oppure una laurea triennale hanno difficoltà a sostenere una economica dei servizi. Per una economia dei servizi è necessaria la presenza di capitale umano avente un livello di istruzione superiore di tipo master, dottorato o scuola di specializzazione. La presenza di capitale umano qualificato in misura preponderante sulla popolazione residente può consentire la creazione di infrastrutture relazionali e sociali in grado di sostenere la presenza di lavoratori qualificati utilizzatori di tecnologie di alto livello. Nei paesi, nelle città, nei quartieri, nelle zone dove il tasso di scolarizzazione è basso l’economia dei servizi stenta a partire. I paesi a bassa scolarizzazione sono caratterizzati da economie agricole con un effetto recessivo sostanziale sul sistema economico. Solo attraverso la crescita della scolarizzazione di alto livello è possibile sostenere una economia dei servizi in grado di produrre valore aggiunto attraverso l’utilizzo della tecnologia. L’economia dei servizi è fondata sull’economia della conoscenza.

Lo sviluppo dell’economia della conoscenza. L’accesso all’economia della conoscenza è aperto a tutti. L’economia della conoscenza è abbastanza democratica e meritocratica. Le barriere di accesso sono costituite dalle conoscenze tecnico-scientifiche disponibili. Le conoscenze tecnico-scientifiche riguardano anche gli aspetti della lingua e della produzione culturale. Il processo di creazione della cultura è suscettibile di una valutazione tecnico-scientifica. La presenza di scuole pubbliche, di università pubbliche consente di ottenere elevati livelli di conoscenza. Tuttavia molti lavoratori rimangono privi di scolarizzazione, di professionalizzazione e ritengono di potere sopperire attraverso la sola esperienza. L’esperienza nell’economia della conoscenza è difficile da realizzare in mancanza di adeguate basi. Un lavoratore manuale può fare esperienza sul campo; un lavoratore intellettuale prima di approcciare la “produzione” deve procedere a realizzare un sistema di crescita delle conoscenze individuali. La crescita nell’economia della conoscenza può apparire riservata ad un numero ristretto di soggetti operanti all’interno di una cerchia chiusa di persone tuttavia in realtà per l’individuo o per i gruppi interessati a produrre nell’economia della conoscenza l’accesso è aperto. Il successo è una misura dell’impegno personale nella ricerca della conoscenza come strumento da impiegare nella produzione di beni e servizi anche in relazione comunitarie.

Le politiche economiche per i servizi. Le politiche economiche per l’economia dei servizi sono fondate sul rafforzamento delle istituzioni in grado di produrre conoscenza come le scuole, le università, gli istituti di ricerca e di formazione professionale di alto livello. E’ necessario prevedere l’accesso a queste istituzioni a prescindere dall’età. I lavoratori possono avere necessità di entrare nell’economia della conoscenza in varie fasi della vita lavorativa. Il policy maker può migliorare le politiche economiche dei servizi attraverso anche la predisposizione di strutture atte a rafforzare le relazioni tra persone professionalizzate: creazione di piattaforme di co-working, realizzazione di spazi per incrementare le relazioni tra professionisti, individuazione di aree all’interno delle città per il rafforzamento dell’economia della conoscenza.


La dimensione comunitaria dell’economia dei servizi. Per migliorare i servizi è necessario creare una struttura comunitaria in grado di sostenere i professionisti e di recepire i beni e i servizi realizzati. L’economia della conoscenza produce l’economia dei servizi. Tuttavia entrambe hanno necessità di essere adottate come una scelta di lungo periodo da una comunità, dai singoli, per potersi affermare sul mercato. La crescita degli scolarizzati con titolo di studio elevato, la presenza di spazi di co-working e di produzione condivisa all’interno delle città può incrementare il valore anche aggiunto prodotto dall’economia dei servizi. 

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