domenica 5 agosto 2018

Il divario tra Nord e Sud. Il caso della Salute e dell'Istruzione




“Il mercato però nell’ultimo biennio - ad esempio con la crescita industriale e degli investimenti privati - ha dato impulso alla recente ripresa meridionale. Lo Stato, al contrario, ha continuato a deludere su diversi fronti: investimenti pubblici; contrazione dei servizi sanitari, scolastico-universitari, di quelli propri degli enti locali; persistente inefficienza della Pubblica amministrazione meridionale” (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2018-08-01/anni-crisi-e-ripresa-mai-certa-sud-senza-coordinate-222602.shtml?uuid=AEdBQuVF)

La questione meridionale è sempre un tema di attualità nonostante siano passati oltre 150 anni dalla fondazione dello stato unitario, nonostante il piano Marshall, l’unione Europea, e i vari progetti che sono stati sviluppati nell’interno dell’economia dell’Unione Europea per favorire il successo delle aree economiche depresse. Del resto anche il cambiamento dello scenario politico risulta essere privo di ogni capacità di generare forme evolute di innovazione economica che siano in grado di porre fine all’odiata questione meridionale. Occorre peraltro ricordare che paesi come l’Italia caratterizzati da divari di carattere regionale come per esempio la Germania, oppure anche la Polonia, sembrano aver risolto il problema dell’integrazione economica tra le aree a diversa velocità, laddove invece il problema italiano persiste e a dire la verità, sembra che sia destinato a persistere, se non ad aggravarsi anche nel futuro.
Le cause di un peggioramento della condizione economica del meridione sono evidenti:
·         Indebitamento dello stato: l’indebitamento dello stato impedisce di realizzare delle politiche economiche attive le quali possano essere utilizzate per rafforzare le infrastrutture, per fare degli investimenti di lungo periodo. L’indebitamento dello Stato inoltre, unito anche alle limitazioni che sono state poste all’interventismo pubblico nell’interno delle imprese, riduce la possibilità di intervenire in quei contesti di crisi aziendale, di fallimento, che caratterizzano spesso l’impianto industriale del mezzogiorno, molto spesso legato ad investimenti degli anni 60 caratterizzati da un orientamento del tipo fordista-taylorista, pure nell’interno di un processo nel quale, quel medesimo orientamento stava per essere distrutto dalle nuove metodologie industrialiste basate sulla impresa snella, sulla lean production, e sul metodo del just in time. L’indebitamento dello stato pertanto impedisce di dotare il Mezzogiorno quegli elementi che siano in grado nel lungo periodo di incrementare il prodotto interno lordo generato. Del resto al mancato investimento da parte dello Stato si potrebbe anche sopperire con l’investimento da parte dei privati, tuttavia i privati sono limitati nella loro capacità di investimento sia da condizioni oggettive sia dalla mancanza di forme giuridiche adeguate. In modo particolare sarebbe possibile creare dei mercati locali per gli investimenti nei quali trattare le obbligazioni, le azioni ed i titoli. Tuttavia le classi dirigenti risultano essere prive di interesse nei confronti dei mercati finanziari e proprio per questa motivazione, in fondo, anche il mercato dei titoli di stato rischia di essere un mercato privo di valore. La crescita della cultura finanziaria è un elemento essenziale per procedere al rafforzamento degli enti pubblici e financo dello Stato, in modo tale che sia possibile avere quell’equilibrio di bilancio che consenta di investire, e di realizzare la missione di emancipazione, eguaglianza, libertà e progresso che pure è presente nella costituzione e che individua l’elemento essenziale dello Stato inteso come comunità politica.
·         Mancanza di convenienza negli investimenti: gli investimenti nel mezzogiorno hanno un livello di rendimento basso. Il livello di rendimento basso è in realtà una funzione del capitale. Il capitale accumulato, stoccato, stabilisce la presenza di opportunità di investimento. Occorre considerare che gli imprenditori, i banchieri, i professionisti ed anche i lavoratori, cercano molto spesso delle opportunità di rete, ovvero la possibilità di intessere delle relazioni di carattere economico che possano tradursi in opportunità di business, di profitto, di impresa. La convenienza degli investimenti nel mezzogiorno, pure in presenza di un costo del capitale umano sostanzialmente basso, risulta essere ridotta. In effetti l’imprenditore che volesse investire a parità di tasse dovrebbe essere costretto anche a procedere al pagamento di costi impliciti i quali fanno riferimento all’inefficienza della giustizia, alla mancanza di mezzi e strumenti di trasporto adeguati, ad un capitale umano spesso poco qualificato, alla deficienza di reti relazioni di sostegno all’impresa che possano consentire di realizzare dei veri e propri distretti produttivi. Gli imprenditori hanno quindi minori opportunità di business. Occorre infatti considerare sempre la dimensione della competizione. La competizione in effetti motiva molto spesso gli imprenditori ad investire. La mancanza di competizione può essere un elemento che limita l’impiego delle risorse rivolte nei confronti degli investimenti produttivi. Inoltre occorre anche considerare che uno degli obbiettivi delle imprese consiste nella necessità di crescere a livello dimensionale. Le dimensioni contano quando si compete nel mercato locale, nazionale ed internazionale. La possibilità di realizzare fusioni ed acquisizioni nel sud Italia è bassa proprio per la mancanza di quelle relazioni tra gli imprenditori i banchieri e i professionisti che sono l’unica via per incrementare il volume delle imprese definito sotto il punto di vista degli assets.
·         Bassa predilezione nei confronti del rischio di impresa: gli imprenditori meridionali hanno poca predilezione nei confronti del rischio. L’atteggiamento attendista nei confronti del rischio impedisce alle imprese di incrementare il prodotto interno lordo, il valore aggiunto generato. Occorre che le imprese e gli imprenditori siano risk takers affinché possano giungere alla posizione di rent seeking. L’orientamento nei confronti del rischio porta alla necessità di comprendere la questione del cambiamento come uno strumento essenziale nell’interno del contesto economico del mercato. In modo particolare il rischio di impresa sorge in connessione con l’utilizzo della tecnologia. La tecnologia apre degli scenari nuovi nel mercato. L’industria 4.0 potrebbe essere uno strumento da utilizzare nell’interno delle metodologie di creazione di forme nuove di profitto anche se il livello di digitalizzazione delle imprese meridionali risulta essere caratterizzato da un valore ancora basso. Del resto anche l’e-commerce, i servizi di trasferimento di denaro online, l’e-government, l’e-management, ed in generale l’e-business risultano essere ancora dei territori inesplorati per le imprese meridionali.  
·         Basso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro: il basso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro è un elemento in grado di ridurre l’impatto della crescita economica nelle aree del mezzogiorno. Tuttavia occorre disegnare delle opportunità nuove per le donne che siano in grado anche di essere rivolte alla comprensione di quelle che sono le necessità delle donne sotto il punto di vista della conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita, con attenzione anche alla flessibilità e con un elemento anche di lotta nei confronti del gender pay gap, ovvero delle differenze prodotte dalla diversità dei redditi per lavori simili. Occorre quindi incrementare la partecipazione delle donne al lavoro come una politica economica strategica per aumentare il prodotto interno lordo nelle regioni meridionali.
·         Livello ridotto dell’adozione delle tecnologie nelle imprese e nelle pubbliche amministrative: l’efficienza della pubblica amministrazione è un elemento essenziale nel contesto della produzione di valore aggiunto. Le imprese hanno infatti necessità di relazionarsi con la pubblica amministrazione per lo svolgimento di un insieme di attività. L’efficientamento delle pubbliche amministrazioni attraverso il riferimento all’utilizzo della tecnologia induce ad una smartizzazione dello stato, degli enti locali, che possono cercare di seguire lo sviluppo delle imprese, ed anche di interi distretti ed aree di insediamento produttivo attraverso gli strumenti nuovi offerti dal connubio tra nuove tecnologie informatiche e sistema della terziarizzazione dell’economia.

Di seguito vengono analizzati alcuni dati i quali fanno riferimento all’insieme di elementi i quali sono tratti dal rapporto Istat-BES, con riferimento alle regioni italiane e le macro-regioni italiane.
Indice composito di Salute per regione e ripartizione geografica. L’indice composito della Salute nel Nord Italia è cresciuto tra il 2009 e il 2010 da un valore pari a 103,1 fino ad un valore pari a 106,1 ovvero una crescita di 3 punti pari al 2,9%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’indice composito della salute è passato da un valore di 106,1 fino ad un valore di 107,1 ovvero una crescita di 1 punto ovvero pari a 0,9%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore dell’indice composito della Salute è passato da un valore pari a 107,1 fino ad un valore pari a 107,6 ovvero una crescita in valore assoluto pari a 0,5 ed un valore percentuale equivalente. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore dell’indice composito della salute è passato da un valore pari a 107,6 fino ad un valore pari a 108,8 ovvero una crescita in valore assoluto pari a 1,2 ed una variazione percentuale pari a 1,1. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’indice composito della Salute per regione nel Nord è passato da un valore di 108,8 fino ad un valore pari a 110,4 ovvero un valore assoluto pari a 1,6 ed un valore percentuale pari a 1,5. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito è passato da 110,4 fino a 109,9 ovvero una riduzione di 0,5 punti in valore assoluto ed in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della salute è passato da un ammontare pari a 109,9 fino ad un valore pari a 111,8 ovvero pari ad una variazione assoluta di 1,9 ed una variazione percentuale di 1,7. Nel complesso tra il 2009 e il 2016 il valore complessivo della variazione assoluta dell’indice composito della Salute per regione e ripartizione geografica nel Nord è stato pari a 8,7.  
L’indice composito della Salute per regione e ripartizione geografica nel Centro è cresciuto nel periodo tra il 2009 e il 2010 da un valore pari a 99,1 fino ad un valore pari a 101,1 ovvero una crescita assoluta e percentuale pari a 2,00. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’indice composito di salute per regione è passato da un valore pari a 101,1 fino ad un valore di 102,4 ovvero una crescita pari a 1,3 punti di variazione sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito è passato da  un valore pari a 102,4 fino ad un valore pari a 104,7 ovvero pari a 2,3 punti in valore assoluto ed in modo particolare pari a 2,2 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice composito di Salute per regione e ripartizione geografica è passato da un valore pari a 104,7 fino ad un valore pari a 104,4 ovvero pari a -0,3 punti in valore assoluto equivalente ad un valore percentuale di 0,3. Nel passaggio tra 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice composito è passato da un valore pari a 104,4 fino ad un valore pari a 106,7 ovvero una variazione pari a 2,3 pari ad un valore percentuale di 2,2%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito è passato da un valore pari a 106,4 fino ad un valore pari a 106,9 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 0,5 punti definiti sia a livello assoluto sia a livello percentuale. Tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito della Salute è passato per il Centro da un valore pari a 106,4 fino ad un valore pari a 106,9. In modo particolare nel complesso del periodo considerato ovvero tra il 2009 e il 2016 il valore dell’indice composito della salute è aumentato di un valore pari a 7,8 punti in valore assoluto e pari ad un valore di 7,9 punti in valore percentuale.
Il valore dell’indice composito della Salute per regione e ripartizione geografica è cresciuto nel periodo considerato in modo complessivo da un valore pari a 89,3 fino ad un valore pari a 95,6 ovvero una crescita in valore assoluto pari ad un ammontare in valore assoluto del 6,3 ed in valore percentuale pari a 7,1. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 il valore dell’indice composito della Salute è passato da un valore pari a 89,3 fino ad un valore pari a 90,8 ovvero pari a 1,5 in valore assoluto e pari ad un valore di 1,7 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice composito di Salute è passato da un valore pari a 90,8 fino ad un valore pari a 92,2 ovvero pari ad una crescita di 1,4 in valore assoluto e 1,5 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito della Salute è passato da un valore pari a 92,2 fino ad un valore pari a 91,9 ovvero pari ad una riduzione di -0,3 sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore dell’indice composito della Salute è passato da un ammontare pari a 91,9 fino ad un valore pari a 92,4 ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a 0,5. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice composito della salute è passato da un valore pari a 92,4 fino ad un valore pari a 94,2 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 1,8 punti in via assoluta e pari ad un valore di 1,9 in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito della Salute è passato da un valore di 93,8 fino ad un valore di 95,6 ovvero una crescita pari a 1,8 punti sotto il punto di vista assoluto ed un valore pari a 1,9 in valore percentuale. Nel complesso il valore dell’indice composito della salute è cresciuto in valore assoluto pari a 6,3 punti assoluti e 7,1 punti percentuali.
In modo particolare, con riferimento all’anno 2016 il valore dell’indice composito della Salute nel SUD è stato pari a -16,2 punti rispetto al Nord, pari a -11,3 punti rispetto al Centro e pari a -9,6 punti rispetto all’Italia. Occorre pertanto procedere ad individuare delle metodologie di politica economica i quali siano in effetti in grado di incrementare l’investimento nella Salute nelle regioni meridionali. Occorre pertanto considerare che la capacità di incrementare la Salute dei cittadini meridionali può avvenire attraverso l’investimento nella spesa sanitaria, ovvero attraverso l’investimento negli ospedali e nelle strutture sanitarie.

Indice composito di Salute per regione e ripartizione geografica - Anni 2009-2016. Metodo AMPI. Italia 2010 = 100

2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016

Nord
103,1
106,1
107,1
107,6
108,8
110,4
109,9
111,8

Centro
99,1
101,1
102,4
104,7
104,4
106,7
106,4
106,9

Mezzogiorno
89,3
90,8
92,2
91,9
92,4
94,2
93,8
95,6

ITALIA
97,9
100,0
101,3
101,9
102,2
104,0
103,4
105,2

Variazione assoluta

2009-2010
2010-2011
2011-2012
2012-2013
2013-2014
2014-2015
2015-2016
2009-2016
Nord

3,0
1,0
0,5
1,2
1,6
-0,5
1,9
8,7
Centro

2,0
1,3
2,3
-0,3
2,3
-0,3
0,5
7,8
Mezzogiorno

1,5
1,4
-0,3
0,5
1,8
-0,4
1,8
6,3
ITALIA

2,1
1,3
0,6
0,3
1,8
-0,6
1,8
7,3
Variazione percentuale

2009-2010
2010-2011
2011-2012
2012-2013
2013-2014
2014-2015
2015-2016
2009-2016
Nord

2,9
0,9
0,5
1,1
1,5
-0,5
1,7
8,4
Centro

2,0
1,3
2,2
-0,3
2,2
-0,3
0,5
7,9
Mezzogiorno

1,7
1,5
-0,3
0,5
1,9
-0,4
1,9
7,1
ITALIA

2,1
1,3
0,6
0,3
1,8
-0,6
1,7
7,5



Indice composito di istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica. L’indice composito di istruzione e formazione è composto attraverso un insieme di elementi i quali sono la partecipazione alla scuola dell’infanzia, le persone con almeno il diploma nell’età compresa tra i 25 e i 64 anni, i laureati e le persone con altri titoli terziari nell’interno dell’età compresa tra i 30 e i 34 anni, l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, la partecipazione alla formazione continua.
Il valore dell’indice composito dell’istruzione è stato pari ad un valore di 102,6 nel 2008. Tra il 2008 e il 2009 l’ammontare dell’indice composito dell’istruzione e formazione con riferimento al Nord è passato da un valore pari a 102,6 fino ad un valore pari a 102,5 ovvero una riduzione in valore assoluto e percentuale pari a 0,1. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito in istruzione e formazione è passato da un valore pari a 102,5 fino ad un valore pari a 103,8 ovvero una crescita pari a 1,3 punti sia sotto il punto di vista assoluto che percentuale. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 l’ammontare dell’indice composito dell’istruzione e della formazione è passato da un valore pari a 103,8 ad un valore pari a 104,4 per il Nord con una variazione assoluta e percentuale pari a 0,6. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito per istruzione e formazione è passato da un valore pari a 104,4 fino ad un valore pari a 107,5 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 3,1 in valore assoluto e pari a 3,0 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice di istruzione e formazione nel Nord è passato da un valore pari a 107,5 fino ad un valore pari a 107,3 ovvero una variazione pari ad un valore assoluto e percentuale pari a 0,2. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione nel Nord è passato da un valore pari a 107,3 fino ad un valore pari a 109,9 ovvero una variazione pari a 2,6 punti in senso assoluto e pari ad un valore di 2,4 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 109,9 fino ad un valore pari a 110,7 ovvero una variazione pari ad un valore di 0,8 punti assoluti equivalente a 0,7 punti percentuali. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 110,7 fino ad un valore pari a 113,1 ovvero una crescita in valore assoluto del 2,4 e pari a 2,2 in misura percentuale. Nel complesso nel periodo tra il 2008 e il 2016 il valore dell’indice composito in istruzione e formazione del Nord è migliorato di 10,5 punti in misura assoluta e di 10,2 punti in misura percentuale.
Il valore dell’indice composito di istruzione e formazione nel Centro Italia è passato da un valore pari a 109,6 del 2008 fino ad un valore pari a 108,7 nel 2009 con una riduzione pari ad un valore di -0,9 punti in senso assoluto ovvero pari ad un ammontare di 0,8 punti in misura percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 208,7 fino ad un valore pari a 108,3 ovvero una riduzione assoluta e percentuale pari ad un valore di -0,4. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 il valore dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 108,3 fino ad un valore pari a 106,6 ovvero una variazione pari a -1,7 punti in valore assoluto e pari ad un valore pari a -1,6 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 106,6 fino ad un valore pari a 110,4 ovvero una variazione pari ad un valore di 3,8 punti in valore assoluto e pari ad un valore di 3,6 punti percentuali. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è rimasto costante ad un valore pari a 110,4. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 110,4 fino ad un valore pari a 110,8 ovvero una variazione pari ad un valore di 0,4 punti definiti in modo assoluto e percentuale. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’indice composito è tornato a 110,4 per poi risalire a 112,0. Nel complesso nel passaggio tra il 2008 e il 2016 l’indice composito dell’istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica è cresciuto di un valore pari a 2,4 sotto il punto di vista assoluto e di un valore pari a 2,2%.
Il valore dell’indice composito dell’istruzione e formazione per il Mezzogiorno è cresciuto nel periodo tra il 2008 e il 2016 anche se è rimasto strutturalmente al di sotto della media nazionale oltre che del centro e del Nord Italia. Nel 2008 il valore dell’indice in oggetto è stato pari ad un valore di 89,5 nel Mezzogiorno. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il valore dell’indice composito è passato da un valore pari a 89,5 fino ad un valore pari a 89,7 ovvero una crescita pari ad un ammontare pari a 0,2 punti definiti sia sotto il punto di vista assoluto sia sotto il punto di vista percentuale. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è aumentato da un valore pari a 89,7 fino ad un valore pari a 90,3 ovvero una crescita in valore assoluta pari ad un valore di 0,6 ed una crescita in valore percentuale pari a 0,7. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 il valore dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 90,3 fino ad un valore pari a 92,3 ovvero una crescita pari a 2,0 punti in valore assoluto equivalente ad un valore pari a 2,2 in valore percentuale. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore dell’indice composito di istruzione e formazione è passato da un valore pari a 92,3 fino ad un valore pari a 95,0 ovvero una crescita pari a 2,7 punti in valore assoluto equivalenti ad un valore di 2,9 punti percentuali. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore dell’indice composito dell’istruzione e della formazione è passato da un valore pari a 92,3 fino ad un valore pari a 95,00 ovvero una crescita pari a 2,7 in valore assoluto e pari a 2,9 in valore percentuali. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore dell’indice composito è passato da un valore pari a 94,3 fino ad un valore pari a 95,8 ovvero una crescita pari a 1,5 punti in valore assoluto e pari a 1,6 punti percentuali. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 l’ammontare dell’indice composito di istruzione e formazione è passto da un valore di 95,8 fino ad un valore pari a 95,5 ovvero una variazione assoluta e percentuale pari a 0,3. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 il valore dell’indice composito analizzato è passato da un valore pari a 95,5 fino ad un valore pari a 97,1 ovvero pari ad una variazione di 1,6 punti in valore assoluto equivalenti ad un valore di 1,7 sotto il punto di vista percentuale. Nel complesso il valore dell’indice composito di istruzione e formazione è aumentato nel periodo tra il 2008 e il 2016 di un valore pari a 7,6 punti in valore assoluto equivalente ad una crescita dell’8,5 in misura percentuale.

Indice composito di istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica - Anni 2008-2016. Metodo AMPI. Italia 2010 = 100


2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016

Nord
102,6
102,5
103,8
104,4
107,5
107,3
109,9
110,7
113,1

Centro
109,6
108,7
108,3
106,6
110,4
110,4
110,8
110,4
112,0

Mezzogiorno
89,5
89,7
90,3
92,3
95,0
94,3
95,8
95,5
97,1

Italia
99,1
99,1
100,0
100,7
103,7
103,4
105,2
105,4
107,4

Valore assoluto
2008-2009
2009-2010
2010-2011
2011-2012
2012-2013
2013-2014
2014-2015
2015-2016

Nord

-0,1
1,3
0,6
3,1
-0,2
2,6
0,8
2,4
10,5
Centro

-0,9
-0,4
-1,7
3,8
0,0
0,4
-0,4
1,6
2,4
Mezzogiorno

0,2
0,6
2,0
2,7
-0,7
1,5
-0,3
1,6
7,6
Italia

0,0
0,9
0,7
3,0
-0,3
1,8
0,2
2,0
8,3
Valore percentuale
2008-2009
2009-2010
2010-2011
2011-2012
2012-2013
2013-2014
2014-2015
2015-2016

Nord

-0,1
1,3
0,6
3,0
-0,2
2,4
0,7
2,2
10,2
Centro

-0,8
-0,4
-1,6
3,6
0,0
0,4
-0,4
1,4
2,2
Mezzogiorno

0,2
0,7
2,2
2,9
-0,7
1,6
-0,3
1,7
8,5
Italia

0,0
0,9
0,7
3,0
-0,3
1,7
0,2
1,9
8,4





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