lunedì 6 marzo 2017

Una fase nuova della crescita economica

I dati mettono in evidenza la crescita degli occupati in Italia. La ripresa dell’occupazione italiana è un mix derivante sia da una condizione normativa sia dalla condizione macroeconomica. La ripresa economica ha portato ad una crescita delle prospettive anche del lavoro.
Tuttavia occorre considerare l’impatto dell’industria 4.0 nelle dinamiche del lavoro. L’economia dell’Unione Europea richiede servizi elevati con un sistema industriale caratterizzato dalla connessione tra automazione e robotizzazione.
L’economia italiana ha subito la crisi economica con valori negativi di crescita del PIl nel 2008 (-1,1), nel 2009 (-5,5), nel 2012 (-2,8) e nel 2013 (-1,7). L’economia italiana a partire dal 2014 ha iniziato a crescere in modo stabile con un valore pari allo 0,1% nel 2014, pari allo 0,8% nel 2015 e pari allo 0,9% nel 2016.

ITALY CRESCITA PIL-EUROSTAT
2005
0,9
2006
2
2007
1,5
2008
-1,1
2009
-5,5
2010
1,7
2011
0,6
2012
-2,8
2013
-1,7
2014
0,1
2015
0,8
2016
0,9
MEDIA
-0,21667

La ripresa della crescita economica ha comportato anche una mobilitazione del lavoro. Tuttavia occorre considerare la suddivisione del tasso di crescita per le regioni. Le regioni del Nord Italia tendono a crescere per un valore in media pari al doppio del tasso di crescita nazionale. Il tasso di crescita stimato per le regioni del Nord Italia tende ad essere elevato ovvero pari all 1,8%. 
La capacità di crescere nella dimensione è legata ad alcuni fattori: eliminazione divario infraregionale, automazione e robotizzazione del sistema industriale , ri-organizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, centralità delle imprese di servizi.

Tuttavia è probabile una crescita del divario Nord-Sud e un allargamento delle distanze reddituali tra centro e periferia nel processo di innesco di una fase sostenuta di aumento del PIL. L’archiviazione della crisi costa in termini di crescita della diseguaglianza sociale tra le aree territoriali e all’interno delle classi. 

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