Dati World Bank http://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.KD.ZG |
Tuttavia è necessario sottolineare che mentre le economie asiatiche possono
ancora provvedere ad una crescita economica guidata da alti tassi ,l’economia del
Giappone poiché parte già da una condizione
di maggiore vantaggio sotto il punto di vista economico ha maggiori problemi
sotto questo punto di vista. La possibilità di comprimere i salari per essere
competitivi con Cina, e sud Corea, India
e gli altri paesi asiatici sembra essere molto bassa. Del resto il sistema
bancario e finanziario giapponese era stato già messo in ginocchio dalla crisi
del 1994 e da quel momento in poi l’alto debito pubblico non ha consentito alle
politiche economiche monetarie di essere adeguatamente accompagnate da
politiche economiche fiscali. Tuttavia le imprese giapponesi permangono come global
players e sono in parte anche pregiudicate da uno scenario economico nazionale che
certo non è loro favorevole.
Il Giappone può sembrare una piccola economia rispetto alla Cina o all’India. Certo non lo è se guardata dagli
occhi dell’Europa. In effetti con i suoi oltre 200.000.000di abitanti, con le
sue imprese che hanno una elevatissima capacità di produrre beni tecnologici
avanzati il Giappone rimane uno dei paesi più interessanti sotto il punto di
vista economico .Il Giappone in realtà è un paese occidentale sotto il punto di
vista del sistema produttivo anche se la sua posizione geografica e culturale
lo definiscono come orientale.
L’antica diatriba cino-giapponese potrebbe forse riproporsi all’interno
della globalizzazione.
Ma sarebbe forse troppo difficile riproporre un conflitto territoriale da
potenze che hanno invece tutto l’interesse a collaborare.
Tuttavia nonostante i mercati abbiano cercato in ogni modo di procedere ad
una uniformizzazione dell’economia mondiale sembra che questo risultato non sia
stato conseguito o forse è impossibile da raggiugere. La crisi finanziaria ha
dato nuova importanza all’economia nazionale e la globalizzazione come nuova
pangea è stata sostituita dal vecchio schema dell’internazionalismo bilaterale
e multilaterale.
Tuttavia le imprese rimangono ancora centrali per quello ius mercatorum che
dispone un diritto informale capace di influenzare i governi e le classi dirigenti
pubbliche e private.
La proposta di una banca centrale globale o di una moneta di riserva
globale capace di offrire un collaterale alle obbligazioni dei sigli paesi
spaventa come nuovo monolito economico che potrebbe essere oggetto di attacchi
distruttivi e violenti.
La globalizzazione è un luogo liquido e tale sembra rimanere anche se la
crisi rischia di ridurre la capacità del capitale di remunerare persone,
competenze e capacità e di far in modo che la chiusura nelle economie
nazionali, regionali o locali frapponga allo sviluppo della civilizzazione.
Per questo è necessario affrontare il problema del debito pubblico tanto
nei paesi di nuovo sviluppo quanto nei paesi sviluppati per fare in modo che il
capitale possa dare ancora liquidità e consentire all’economia d riprendere il suo
cammino di crescita e progresso.
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