Il mito della regolamentazione finanziaria davvero un elemento difficile da
eleminare. Molti non si rendono conto che la regolamentazione finanziaria è pre-esistente
rispetto allo stato e che probabilmente la finanza resisterà anche alla fine
degli stati nell’evoluzione della globalizzazione. Possiamo dire che in effetti
non esiste alcuna possibilità, almeno nella condizione attuale di “bloccare” la
finanza da parte dei governi e dei parlamenti. Tuttavia una qualche attività di
coordinamento tra regolamentazione finanziaria e politiche economiche può
essere realizzata.
In modo particolare possiamo dire che l’esistenza di una serie di
architetture di carattere finanziario che tenta di regolamentare il settore è
più il riconoscimento di uno status quo che un vero e proprio ente di
regolamentazione. Del resto la finanza produce fattispecie sempre nuove che è
difficile sottoporre alla valutazione del mercato in termini di rischio ed
anche alla regolamentazione dello Stato in termine di legittimità. Quando
scoppiano le crisi finanziarie sono in genere gli enti di regolamentazione ad
intervenire. Ma è difficile che l’intervento degli enti di regolamentazione sia
previsionale, ovvero che essi intervengano prima del raggiungimento di un certo
di tipo di risultato in termini di rischio. Gli enti di regolamentazioni sono
enti che agiscono ex-post. Tuttavia la questione della regolamentazione “prudenziale”
ovvero della introduzione di una politica economica e finanziaria prudenziale
potrebbe avere senso se si applicasse non solo agli enti di regolamentazione ma
anche alle banche centrali e ai governi nazionali. In effetti la
regolamentazione è solo una parte della politica economica finanziaria. La
regolamentazione è la parte “Law” della ”Law and Finance”. Poi c’è la parte
finanziaria vera e proprio che dipende in modo strutturale dal valore della moneta, dal tasso di interesse
e anche dagli aspetti di carattere fiscale che possono influenzare i redditi
delle persone e delle società, così come anche la propensione al risparmio al
consumo e all’investimento. La
regolamentazione ha un valore di carattere conservativo. Quando un ente
finanziario viene regolamentato si determina il suo riconoscimento nel novero delle
attività rilevanti. La politica
economica, quando agisce attraverso il cambiamento del valore della moneta o
delle tasse ha invece un significato di carattere anche previsionale perché può
premiare comportamenti virtuosi attraverso l’utilizzo di incentivi monetari o
fiscali immediati e diretti. L’aspetto normativo della regolamentazione
finanziaria, che deve essere espanso a ricomprendere anche le borse valori ,
deve essere accompagnata all’aspetto quantitativo della regolamentazione finanziaria. Una politica di coordinamento tra le maggiori
banche centrali sui tassi di interesse
attraverso la determinazione anche di una leadership chiara a livello internazionale
sui mercato valutari e del debito pubblico, un maggiore coordinamento fiscale
sulla tassazione del reddito, dei risparmi e degli investimenti, possono
aiutare a prevenire le crisi oltre a gestire l’esistente.
Il processo di novazione istituzionale è un never endig game che tuttavia
deve essere non solo di carattere normativo ma anche di carattere economico
attraverso l’utilizzo di premi per i comportamenti virtuosi.
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