« Con l'euro la Germania ha
sempre avuto un'inflazione più bassa degli altri Stati e nessuno spread dato
che lo spread è sul Bund. […] il manifatturiero tedesco paga meno interessi e
si vende a prezzi più competitivi. […] A fine 2011-inizio 2012 con i prestiti
agevolati Ltro le banche dell'Eurozona hanno onorato i debiti con la Germania e
trasferito in Bce i rischi del sistema bancario tedesco. […] Il rallentamento
dell'estate della Germania trova giustificazione in queste dinamiche. I Paesi
periferici dell'area euro non possono più indebitarsi per comprare prodotti
tedeschi; in Italia si parla di 6 milioni di poveri. […] Un primo segnale è
stato dato: l'euro non può continuare a essere germano-centrico. Va affrontato
il tema del debito pubblico. […] Si potrebbe partire azzerando, come fa la Fed,
il pagamento degli interessi sui 300 miliardi di titoli governativi dell'area
euro detenuti dalla Bce, liberando una decina di miliardi l'anno per
investimenti […]Germania grazie al flight-to-quality sui Bund e ai tassi
negativi da anni è l'unico Stato che rifinanzia il proprio debito praticamente
a costo zero.» (M.Minenna, il modello Fed per abbattere il debito UE)
L’economia
europea si caratterizza per la sua eterogeneità. Tuttavia è pure necessario
sottolineare che l’Europa è unita sotto il punto di vista monetario. Il
dibattito sul debito pubblico dei paesi europei è un dibattito comprensibile.
In effetti tra i vari paesi europei vi è diversità nelle politiche di bilancio,
nelle priorità della spesa pubblica, nella difesa di talune categorie di
soggetti economici piuttosto che di altri. Tuttavia sotto il punto di vista
monetario l’Europa è unita. La presenza dell’euro è una manifestazione evidente
dell’unità europea. La Banca Centrale Europea è l’ulteriore manifestazione di questa
unità. In modo particolare possiamo dire che la banca centrale europea è una
banca costituta da banche e quindi ne deriva che in questo senso le singole componenti
della banca centrale devono essere poste in condizione di dialogo e di
solidarietà. I risparmiatori tedeschi valgono quanto i risparmiatori greci, e
degli altri paesi dell’Unione. Per questa ragione è necessario considerare che
il processo di unificazione dell’Unione Europea deve spingere di più l’acceleratore
sull’integrazione bancaria. Può sembrare paradossale porre la questione dell’unità
del sistema bancario europeo piuttosto che quella della unità della politica
fiscale di bilancio dei singoli statti. Tuttavia è chiaro che senza la prima non
si potrà giungere alla seconda. La politica monetaria ha la capacità di agire
in modo più veloce ed efficiente rispetto alle politiche fiscali. Per questa
ragione per potere avere una politica economica comune dell’Unione europea è necessario
unificare e integrare il sistema bancario. La banca centrale europea opera attraverso
la predisposizione del tasso di interesse governato dalla offerta e dalla domanda
di moneta. La crescita dell’integrazione del sistema bancario europeo può consentire
di aumentare l’efficacia delle politiche monetarie siano esse espansive o
restrittive. Si può ragionare sulla necessità di prevedere una sorta di “livello
di eterogeneità” ovvero un livello di “libertà delle banche” rispetto all’integrazione
nel sistema bancario europeo. Tuttavia questo livello deve essere tale da
consentire alle politiche monetari di potere esprimere i propri effetti pieni
attraverso le modificazioni del tasso di interesse che siano dovute a politiche monetarie restrittive o espansive in
tutta l’area euro. Occorre ridurre il differenziale del costo del credito tra i
paesi europei. E’ possibile accettare un margine di oscillazione del costo del
credito. Tuttavia si deve trattare di un margine di oscillazione basso affinché
la Bce possa fare in modo di propagare gli effetti sulle sue politiche monetarie
in tutta l’Unione europea. I politici e gli imprenditori, i sindacalisti e i
gruppi di interesse danno per scontato che l’Europa è unita e integrata sotto
il punto di vista bancario. Essi usano molto spesso l’espressione “l’Europa dei
banchieri” oppure “l’Europa dei burocrati”. Tuttavia essi non si rendono conto
che l’Europa è divisa proprio sotto il punto di vista bancario. La diversità
dei tassi di interessi praticati, la diversità del costo del denaro, sono gli spread da abbattere attraverso una maggiore
integrazione bancaria europea. Occorre rimuovere gli ostacoli che impediscono
alle politiche monetarie della banca centrale di manifestarsi in tutto il
sistema bancario. Combattere per l’integrazione bancaria per una Europa unita
nelle opportunità.
Il tasso di interesse di lungo periodo del mese di luglio 2014 per alcuni paesi dell'area Euro. Fonte. OCSE http://stats.oecd.org/index.aspx?querytype=view&queryname=86# |
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