mercoledì 2 luglio 2014

Il paradosso dell’innovazione finanziaria

« Un gruppo sempre più nutrito di funzionari attuali e passati continua a esprimere preoccupazione sui potenziali rischi futuri negli Stati Uniti, in Europa e a livello globale.  […]E una nuova e potente voce si è unita al coro: Kara Stein, commissario alla Securities and Exchange Commission (SEC). Stein ha tenuto , in cui sosteneva che il rischio sistemico deve diventare una responsabilità più centrale per gli enti di vigilanza dei mercati finanziari. […] Gli enti di vigilanza delle banche stanno iniziando a prendere più seriamente queste problematiche – un cambiamento incoraggiante rispetto agli anni 90 e ai primi anni 2000, quando la Fed appoggiava una sfrenata innovazione finanziaria senza dare giusto credito al rischio sistemico.[…] I rischi sistemici in questo caso non risiedono necessariamente in una singola azienda; il problema è piuttosto il modo in cui alla fine funziona un particolare mercato. Stein ha delle idee credibili e precise su come rendere queste operazioni meno rischiose per il sistema in generale. Per quanto però la valutazione del rischio sistemico sia una questione tecnica, inevitabilmente alla fine passa dalla politica.» (Il rischio sistemico va preso seriamente, Simon Johnson, Il Sole 24 ore,http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2014-06-30/il-rischio-sistemico-va-preso-seriamente-190222.shtml?uuid=ABwm8MWB)


 In questo articolo si prende in considerazione la necessità di tenere sotto controllo il rischio sistemico. In modo particolare le banche centrali e gli organi di  regolamentazione finanziaria sono alla ricerca di nuovi strumenti per eliminare o ridurre la  probabilità che nuove crisi finanziarie di portata “strutturale” possano verificarsi. Si tratta di un obbiettivo lodevole per degli enti che sono pagati dai contribuenti per assicurare la stabilità dei prezzi e l’occupazione ( la Fed)  e la certezza del diritto delle operazioni nel mercato finanziario (Sec). Si tratta tuttavia anche di una attività impossibile da realizzare. La maggior parte dei rischi di natura sistemica,per non dire  tutti i rischi di natura sistemica, derivano da innovazioni finanziarie. Le innovazioni finanziarie non possono essere eliminate. Non si può infatti mettere un limite alla capacità giuridica degli operatori economici esercenti l’attività di assunzione di obbligazioni attive e passive. Poiché l’innovazione finanziaria non si può limitare in alcun modo è altresì possibile che anche la capacità produttiva di rischi sistemici rimanga intatta a prescindere dalla capacità del sistema finanziario di procedere alla determinazione di regole di funzionamento e di tutela dei mercati finanziari. La recente storia economica e finanziaria ci racconta di bolle speculative che si sono manifestate prima con la bolla dotcom, poi con i  mutui subprime.  In realtà non sappiamo quale sarà la prossima bolla economica e finanziaria e quale sarà il contratto finanziario che essi porranno in essere per determinare la struttura dei prezzi. Tuttavia possiamo anche sottolineare che la capacità da parte del mercato finanziario di determinare una struttura a bolla speculativa dipende da tensioni che si verificano sul livello dei prezzi. La struttura di una bolla finanziaria tende ad essere abbastanza regolare nel corso del tempo. Dalla bolla dei tulipani in poi ogni bolla finanziaria si determina in relazione ad una crescita del prezzo del bene scambiato indipendentemente dall’utilizzo che di tale bene è possibile fare all’interno di una determinata economia. Quando i prezzi salgono sospinti non da una domanda reale quanto piuttosto da una domanda di immediato realizzo, allora si verifica una condizione nella quale la struttura dei prezzi può condurre ad una crisi economia e finanziaria. In modo particolare possiamo verificare che questa opportunità si verifica anche con riferimento ai beni oggetto di cartolarizzazioni e derivati. L’innovazione finanziaria può essere una forza determinante nel processo di produzione e distribuzione di una crisi finanziaria. In modo particolare possiamo dire che non vi sono crisi finanziarie che non siano legate in un qualche modo alla presenza di innovazione finanziaria. Tuttavia è necessario pure considerare che quando l’innovazione finanziaria viene resa nota attraverso la distribuzione nei portafogli  degli investitori si verifica la possibilità di un margine di intervento da parte degli enti di regolamentazione. Tuttavia questo margine di intervento potrebbe non essere sufficiente per evitare che l’innovazione finanziaria si traduca in una procedura capace di generare un rischio sistemico. Soltanto se l’innovazione finanziaria è sostenibile è possibile che la sua diffusione produca una crescita economica e finanziaria, ovvero uno sviluppo delle transazioni tale da produrre una evoluzione del sistema economico.Tuttavia se l’innovazione finanziaria non è sostenibile ci sono dubbi sulla possibilità che la sua diffusione possa tradursi in uno sviluppo del sistema economico e finanziario. Una innovazione finanziaria non sostenibile per un grande numero di soggetti transattori può produrre una crisi sistemica.E allora come fare per evitare che si verifichino delle crisi finanziarie sistemiche ? E’ necessario controllare la diffusione delle pratiche finanziarie e verificarne la sostenibilità. Il regolatore dovrebbe controllare la capacità produttiva del mercato e valutare se le innovazioni finanziarie sono in grado di apportare dei miglioramenti al sistema economico oppure se esse hanno una capacità distruttiva. La necessità di questo controllo  cresce con la crescita del numero dei contraenti le innovazioni finanziarie e insieme con il valore delle attività economiche oggetto di transazione.
Una regolamentazione dell’innovazione finanziaria non avrebbe molto senso secondo il detto  “lascia che mille fiori sboccino”. Tuttavia quando le innovazioni finanziarie sono diffuse presso la popolazione o quando i valori transati sono rilevanti per una determinata industria si può verificare la manifestazione di un rischio sistemico. Ed è nella distribuzione di queste pratiche che esiste un interesse pubblico alla regolamentazione finanziaria tale da giustificare l’attenzione degli enti di regolamentazione alla questione del rischio sistemico.











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