mercoledì 4 giugno 2014

Il problema della scelta tra riforme sociali e riforme istituzionali


« […]Quella crisi che lascia alla Ue dopo 5 anni (2009-13) una disoccupazione totale salita al 10,8%, con quella giovanile salita al 23,4%, con un calo del Pil di 1,2 punti percentuali (p.p.) e con la situazione che nella Uem è anche peggiore. Questo mentre negli Usa il Pil è cresciuto di 6,2 p.p., la disoccupazione è scesa al 7,4% e quella giovanile al 15,5%. Le previsioni per il 2014-2015 indicano per gli Usa un Pil in aumento di 6,2 p.p. e una disoccupazione in calo al 5,9% mentre nella Ue il Pil è previsto crescere di soli 3,6 p.p. e la disoccupazione scendere solo al 10,1%. La differenza è grande e, malgrado non sia imputabile alla Commissione, la stessa ha pur sempre qualche responsabilità. […] Quattro almeno sono infatti le direttrici che Barroso delinea per la crescita e l'occupazione. Quella sul lavoro […] sugli investimenti pubblici e privati, […]sui finanziamenti […],sul completamento del mercato interno e sulla apertura dei mercati nazionali […]. (L'Europa scelga bene il leader della ripresa di Alberto Quadrio Curzio, Il Sole 24 ore 04 giugno 2014) .»

L’area euro presenta maggiori difficoltà economica rispetto all’economia statunitense.
La migliore condizione economica statunitense rispetto a quella europea deriva dal maggiore coordinamento tra politiche economiche monetarie e politiche economiche fiscali realizzatosi negli USA rispetto all’UE.
La possibilità da parte della FED di realizzare il quantitative easing ha incrementato la probabilità per l’economia statunitense di uscire prima dalla crisi economica.
Una possibilità preclusa alla BCE.
Il risultato del mancato coordinamento tra politiche monetarie e politiche fiscali nell’UE ha comportato una riduzione della capacità dell’economia europea di riprendersi rispetto all’andamento dell’economia statunitense.
La difficoltà dell’Unione Europea riguarda sia le riforme istituzionali comunitarie che le politiche economiche da realizzare.
Una delle difficoltà maggiori dell’Unione Europea è nella definizione di un piano per la realizzazione delle riforme delle istituzioni comunitarie e delle politiche economiche da realizzare nei singoli paesi membri.
Una delle domande che si pongono è: come può una unione europea non legittimata nel suo assetto istituzionale imporre agli stati membri delle politiche economiche espansive ?
Per risolvere questo problema è necessario considerare la necessità di condurre insieme un processo riformatore delle istituzioni comunitarie con le politiche economiche espansive.

La legislatura comunitaria deve quindi essere costituente. Per realizzare le politiche economiche espansive nei paesi membri è necessario dotare le istituzioni comunitarie di un a nuova legittimazione costituzionale.
Istituzioni comunitarie dotate di una nuova legittimazione costituzionale posso procedere a realizzare delle politiche economiche espansive nei paesi membri.
Soltanto in questo modo le soluzioni note al problema della ripresa economica possono essere implementate nel sistema economico europeo.
Occorre quindi superare la contrapposizione tra riforme delle istituzioni comunitarie e politiche economiche espansive.
Realizzare insieme le riforme istituzionali comunitarie insieme con le politiche economiche espansive significa dare maggiore forza alla possibilità di introdurre dei principi fondamentali nella “costituzione materiale” dell’Unione Europea tali da poter essere un riferimento per le politiche economiche espansive da realizzare negli stati membri.

Non basta quindi una UE politica. Ci vuole una UE costituente. 

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