« […]Quella
crisi che lascia alla Ue dopo 5 anni (2009-13) una disoccupazione totale salita
al 10,8%, con quella giovanile salita al 23,4%, con un calo del Pil di 1,2
punti percentuali (p.p.) e con la situazione che nella Uem è anche peggiore. Questo
mentre negli Usa il Pil è cresciuto di 6,2 p.p., la disoccupazione è scesa al
7,4% e quella giovanile al 15,5%. Le previsioni per il 2014-2015 indicano per
gli Usa un Pil in aumento di 6,2 p.p. e una disoccupazione in calo al 5,9%
mentre nella Ue il Pil è previsto crescere di soli 3,6 p.p. e la disoccupazione
scendere solo al 10,1%. La differenza è grande e, malgrado non sia imputabile
alla Commissione, la stessa ha pur sempre qualche responsabilità. […] Quattro almeno sono infatti le
direttrici che Barroso delinea per la crescita e l'occupazione. Quella sul
lavoro […] sugli investimenti pubblici e privati, […]sui finanziamenti […],sul
completamento del mercato interno e sulla apertura dei mercati nazionali […]. (L'Europa scelga bene il leader della ripresa di Alberto Quadrio Curzio, Il Sole 24 ore 04 giugno 2014) .»
L’area
euro presenta maggiori difficoltà economica rispetto all’economia statunitense.
La
migliore condizione economica statunitense rispetto a quella europea deriva dal
maggiore coordinamento tra politiche economiche monetarie e politiche
economiche fiscali realizzatosi negli USA rispetto all’UE.
La
possibilità da parte della FED di realizzare il quantitative easing ha incrementato
la probabilità per l’economia statunitense di uscire prima dalla crisi economica.
Una
possibilità preclusa alla BCE.
Il
risultato del mancato coordinamento tra politiche monetarie e politiche fiscali
nell’UE ha comportato una riduzione della capacità dell’economia europea di
riprendersi rispetto all’andamento dell’economia statunitense.
La
difficoltà dell’Unione Europea riguarda sia le riforme istituzionali comunitarie
che le politiche economiche da realizzare.
Una
delle difficoltà maggiori dell’Unione Europea è nella definizione di un piano
per la realizzazione delle riforme delle istituzioni comunitarie e delle
politiche economiche da realizzare nei singoli paesi membri.
Una
delle domande che si pongono è: come può una unione europea non legittimata nel
suo assetto istituzionale imporre agli stati membri delle politiche economiche
espansive ?
Per risolvere
questo problema è necessario considerare la necessità di condurre insieme un
processo riformatore delle istituzioni comunitarie con le politiche economiche
espansive.
La
legislatura comunitaria deve quindi essere costituente. Per realizzare le
politiche economiche espansive nei paesi membri è necessario dotare le istituzioni
comunitarie di un a nuova legittimazione costituzionale.
Istituzioni
comunitarie dotate di una nuova legittimazione costituzionale posso procedere a
realizzare delle politiche economiche espansive nei paesi membri.
Soltanto
in questo modo le soluzioni note al problema della ripresa economica possono
essere implementate nel sistema economico europeo.
Occorre
quindi superare la contrapposizione tra riforme delle istituzioni comunitarie e
politiche economiche espansive.
Realizzare
insieme le riforme istituzionali comunitarie insieme con le politiche
economiche espansive significa dare maggiore forza alla possibilità di
introdurre dei principi fondamentali nella “costituzione materiale” dell’Unione
Europea tali da poter essere un riferimento per le politiche economiche
espansive da realizzare negli stati membri.
Non
basta quindi una UE politica. Ci vuole una UE costituente.
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