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« […] il 2017 sarà ricordato come l’anno in cui il duopolio Apple-Samsung è
caduto sotto i colpi della furia cinese guidata da Huawei. Il produttore con
sede a Shenzhen, secondo recenti stime, ha scalzato il gigante di Cupertino
dalla seconda posizione nella classifica delle vendite. Un segnale chiarissimo
di come i nuovi equilibri del settore vedano la Cina in prima linea.» (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-11-01/la-lunga-marcia-smartphone-cinesi-181016.shtml?uuid=AEXg1N1C)
La Cina è entrata
in una fase nuova della produzione del mercato caratterizzata dalla centralità
dell’autonomia delle imprese nel mercato globale. Gli Stati Uniti hanno tenuto
per lungo tempo il primato delle aziende high tech. Tuttavia il primato della
tecnologia sta per essere trasferito nel paese del Dragone. Le imprese cinesi
hanno raggiunto dei risultati rilevanti nel mercato occidentale e hanno
dimostrato una capacità di standing elevata. La capacità del capitalismo cinese
di continuare a sostenere delle imprese orientate alla global performance
dipende anche dalle riforme dello stato.
La Cina ha una
forma di mercato controllato. Le politiche economiche dello Stato governato da
un partito comunista sembrano tuttavia consentire la crescita e l’affermazione
di imprese sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Se la Cina ha
dimostrato di riuscire a ben performare nel senso della produzione di prodotti
tecnologici come nel caso di Huawei, ci sono tuttavia dei dubbi sulla capacità
delle imprese e del governo cinese di riuscire con successo a governare i
processi finanziari. La finanza sembra essere una determinante ancora
saldamente governata dagli USA. Del resto il successo delle aziende americane,
come per esempio Apple, dipende dalla fiducia accordata dal sistema finanziario
nei confronti delle imprese. L’alleanza tra Washington, Wall Street e Silicon
Valley ha consentito alle aziende americane di procedere ad acquisire delle
posizioni di rilievo internazionale.
Tuttavia il
mercato finanziario rappresenta un rischio paese ed anche un rischio di mercato
per le imprese cinesi. In modo particolare la finanza è in grado di modificare
la compagine societarie delle aziende, agire sull’indebitamento e sul
finanziamento e procedere alla definizione anche di minacce, di hostile
takeovers in grado di influenzare in modo negativo o positivo il mercato. L’economia
cinese sembra essere orientata ad un dirigismo significativo. La capacità di
tenere insieme dirigismo istituzionale e delle grandi aziende americane risulta
essere a rischio in presenza di un mercato finanziario aperto a livello
internazionale. Tuttavia la capacità della Cina di trovare affermazione a
livello internazionale dipende dall’apertura dei mercati finanziari, dalla
capacità del sistema bancario di procedere all’accettazione di banche estere in
un sistema bancario integrato a livello globale.
La vittoria della
Cina nella competizione nei confronti degli USA dipende solo in parte dal
reverse engineering e dalla capacità di favorire il trasferimento tecnologico
necessario all’implementazione nelle imprese dei sistemi produttivi nuovi
validi anche a livello di management e a livello commerciale. La vittoria
dipende in modo particolare anche dalla capacità della Cina di sviluppare un
sistema finanziario e bancario in grado di essere competitivo nei confronti del
sistema di Wall Street ed in grado di transare valori elevati anche con
riferimento ai capitali esteri. La capacità della Cina di vincere la sfida
dipende anche dalla finanziarizzazione dell’economia cinese da realizzare
attraverso un mix di mercati finanziari e bancocentrismo caratterizzato da una
apertura parziale e controllata nei confronti dei mercati internazionali.
Tuttavia la
politica economica di regolamentazione dei mercati finanziari e bancari
necessita anche di una politica monetaria in relazione con le banche centrali
dominanti la globalizzazione.
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