giovedì 2 novembre 2017

L'egemonia cinese necessita di riforme bancarie e finanziarie


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« […] il 2017 sarà ricordato come l’anno in cui il duopolio Apple-Samsung è caduto sotto i colpi della furia cinese guidata da Huawei. Il produttore con sede a Shenzhen, secondo recenti stime, ha scalzato il gigante di Cupertino dalla seconda posizione nella classifica delle vendite. Un segnale chiarissimo di come i nuovi equilibri del settore vedano la Cina in prima linea.» (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-11-01/la-lunga-marcia-smartphone-cinesi-181016.shtml?uuid=AEXg1N1C)

La Cina è entrata in una fase nuova della produzione del mercato caratterizzata dalla centralità dell’autonomia delle imprese nel mercato globale. Gli Stati Uniti hanno tenuto per lungo tempo il primato delle aziende high tech. Tuttavia il primato della tecnologia sta per essere trasferito nel paese del Dragone. Le imprese cinesi hanno raggiunto dei risultati rilevanti nel mercato occidentale e hanno dimostrato una capacità di standing elevata. La capacità del capitalismo cinese di continuare a sostenere delle imprese orientate alla global performance dipende anche dalle riforme dello stato.
La Cina ha una forma di mercato controllato. Le politiche economiche dello Stato governato da un partito comunista sembrano tuttavia consentire la crescita e l’affermazione di imprese sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Se la Cina ha dimostrato di riuscire a ben performare nel senso della produzione di prodotti tecnologici come nel caso di Huawei, ci sono tuttavia dei dubbi sulla capacità delle imprese e del governo cinese di riuscire con successo a governare i processi finanziari. La finanza sembra essere una determinante ancora saldamente governata dagli USA. Del resto il successo delle aziende americane, come per esempio Apple, dipende dalla fiducia accordata dal sistema finanziario nei confronti delle imprese. L’alleanza tra Washington, Wall Street e Silicon Valley ha consentito alle aziende americane di procedere ad acquisire delle posizioni di rilievo internazionale.
Tuttavia il mercato finanziario rappresenta un rischio paese ed anche un rischio di mercato per le imprese cinesi. In modo particolare la finanza è in grado di modificare la compagine societarie delle aziende, agire sull’indebitamento e sul finanziamento e procedere alla definizione anche di minacce, di hostile takeovers in grado di influenzare in modo negativo o positivo il mercato. L’economia cinese sembra essere orientata ad un dirigismo significativo. La capacità di tenere insieme dirigismo istituzionale e delle grandi aziende americane risulta essere a rischio in presenza di un mercato finanziario aperto a livello internazionale. Tuttavia la capacità della Cina di trovare affermazione a livello internazionale dipende dall’apertura dei mercati finanziari, dalla capacità del sistema bancario di procedere all’accettazione di banche estere in un sistema bancario integrato a livello globale.
La vittoria della Cina nella competizione nei confronti degli USA dipende solo in parte dal reverse engineering e dalla capacità di favorire il trasferimento tecnologico necessario all’implementazione nelle imprese dei sistemi produttivi nuovi validi anche a livello di management e a livello commerciale. La vittoria dipende in modo particolare anche dalla capacità della Cina di sviluppare un sistema finanziario e bancario in grado di essere competitivo nei confronti del sistema di Wall Street ed in grado di transare valori elevati anche con riferimento ai capitali esteri. La capacità della Cina di vincere la sfida dipende anche dalla finanziarizzazione dell’economia cinese da realizzare attraverso un mix di mercati finanziari e bancocentrismo caratterizzato da una apertura parziale e controllata nei confronti dei mercati internazionali.
Tuttavia la politica economica di regolamentazione dei mercati finanziari e bancari necessita anche di una politica monetaria in relazione con le banche centrali dominanti la globalizzazione.

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