venerdì 8 luglio 2016

L’industria senza lavoratori

Il rapporto pubblicato dall’INPSmette in evidenza la riduzione del numero delle unità lavorative nel mercato italiano. La riduzione del numero dei lavoratori riguarda sia i dipendenti sia i lavoratori indipendenti. La crisi economica ha ridimensionato il ruolo del lavoro nel contesto della produzione di valore. La crisi economica appare nella sua gravità nel lato del lavoro. Le famiglie sono impoverite. Il numero delle persone in condizione di fragilità economica è aumentato. La solidità delle istituzioni finanziarie è diminuita. Il debito dello Stato è aumentato. Le imprese sono impegnate in processi di finanziarizzazione tali da ridurre l’impatto sull’economia reale.

L’industria abbandona il capitale umano per i robot e la finanza. La riduzione del numero dei lavoratori sembra indicare anche una direzione di lungo periodo dovuto anche al cambiamento della condizione produttiva nel sistema dell’industria e dell’agricoltura. L’industria grazie ai processi di robotizzazione tende ad assumere un numero di lavoratori basso. Il settore della produzione industriale ha un impatto occupazionale basso anche per le strategie di finanziarizzazione delle imprese. Le aziende industriali tendono ad avere una tensione forte verso il mercato finanziario. Il ruolo dei Chief Financial Officer all’interno delle imprese tende ad essere crescente. La possibilità di aumentare la valutazione finanziaria nel breve periodo per incrementare il valore delle azioni mediante l’ideologia della shareholder value maximization tende ad allontanare le imprese dalla visione del prodotto, della customer satisfaction e del mercato e ad orientare il management verso gli indicatori finanziari del bilancio. Le imprese industriali hanno smesso di porre attenzione nei confronti del prodotto. L’impatto occupazionale delle strategie di finanziarizzazione delle industrie porta ad una riduzione dei lavoratori impiegati. L’insieme di robotizzazione e finanziarizzazione porta l’industria ad avere un impatto ridotto nell’occupazione. Il trasferimento dell’occupazione dall’industria al settore dei servizi avviene ad un livello meno che proporzionale. Solo una parte dei posti di lavoro persi nell’industria per la robotizzazione e finanziarizzazione viene ad essere impiegata nel settore dei servizi.  

Il ruolo della finanza nel processo di produzione di valore aggiunto. Le imprese industriali investono in misura sempre più rilevante nella finanza. La finanziarizzazione delle imprese porta le imprese a procedere a processi di merger and acquisitions attraverso meccanismi di shopping aziendale. Le imprese industriali finanziarizzate costituiscono un ibrido. La capacità industriale delle imprese finanziarizzate ha un andamento decrescente. Le imprese finanziarizzate riducono anche l’investimento in ricerca e sviluppo e nell’autofinanziamento. La riduzione dell’investimento nella ricerca e sviluppo ha portato ad una esternalizzazione della condizione dell’innovazione tecnologica realizzata attraverso le start up. Le start up hanno portato alla crescita dell’innovazione tecnologica. La crescita dimensionale delle industrie finanziarizzate sembra ridurre la capacità delle imprese di realizzare attività di ricerca e sviluppo. Il processo di finanziarizzazione delle industrie porta alla riduzione complessiva dell’occupazione.  







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