Le entrate dello Stato derivanti
dalle tasse e dai trasferimenti sociali sono state elevate per l’Italia nel periodo
2006-2014. Lo Stato italiano continua nel processo di crescita del prelievo
fiscale. Il prelievo fiscale statale è aumentato nel periodo 2016-2014. E’
necessario considerare un processo di rivalutazione qualitativa della
imposizione fiscale.
L’imposizione
fiscale italiana in termini di prodotto interno lordo nel contesto dell’Unione
Europea. I dati relativi alla imposizione fiscale in termini di
prodotto interno lordo sono disponibili sul sito dell’Eurostat. I paesi costitutivi dell’Unione Europea
possono essere ordinati per percentuale di prodotto interno lordo rappresentato
in termini di imposizione fiscale. I dati sono relativi al 2014. La
Danimarca è al primo posto per valore del prelievo fiscale in termini di PIl
con un valore pari al 50,8%. Il Belgio è al secondo posto con un valore del prelievo
fiscale pari al 47,9% del PIL nel 2014 a pari merito con la Francia. L’Italia è
al settimo posto con un valore pari al 43,7% del PIL. La Svizzera è all’ultimo
posto della classifica con un valore del prelievo fiscale in termini di PIL
pari al 27,1%. Il valore medio del
prelievo fiscale in termini di PIL per i paesi europei considerati nel 2014 è
stato pari al 36,9%. Il valore percentuale in termini di PIL per l’Italia può
arrivare al valore medio del 36,9% con una riduzione del 6,8%. La riduzione del
prelievo fiscale in termini di PIL può consentire all’Italia di ridurre la
tassazione e di alleggerire il carico fiscale per le imprese, i consumatori e i
lavoratori. La riduzione della tassazione può avere degli effetti benefici
anche per gli investimenti. Lo Stato può ottenere l’accesso di investimenti
provenienti dall’estero e anche incrementare il valore degli investimenti
realizzati con risorse presenti in giacenza negli istituti di credito italiano.
Le imprese possono investire e assumere rischi nuovi e diversificati in
presenza di una tassazione ridotta. I lavoratori possono accettare di emergere
dall’economia sommersa in presenza di una tassazione ridotta. La riduzione del
prelievo fiscale in termini di PIL al livello medio europeo può consentire di
liberare risorse nuove per l’economia italiana sia dal lato imprenditoriale sia
per l’esercizio di attività lavorative e professionali.
L’andamento del valore delle
entrate fiscali degli stati europei tra il 2006 e il 2014. I dati prodotti dall’Eurostat mettono in evidenza
anche l’andamento dinamico del valore del prelievo fiscale rispetto al PIL dal
2006 al 2014. I paesi possono essere messi in ordine in una classifica per
incremento del valore del prelievo fiscale tra il 2006 e il 2014. La Grecia ha
incrementato il prelievo fiscale dal 2006 al 2014 per un valore pari al 6,3%. L’Italia
è al secondo posto nella classifica dei paesi dell’Unione Europea con un valore
della crescita del prelievo fiscale in termini di PIL con un aumento tra il
2006-2014 pari al 3,4%. La Danimarca è al terzo posto con un valore della
crescita del prelievo fiscale in termini di PIL tra il 2006 al 2014 pari al 3%.
Nel novero dei paesi europei sono presenti paesi virtuosi in grado di ridurre
il valore del prelievo fiscale in termini di PIL tra il 2006 e il 2014el novero
dei paesi europei sono presenti paesi virtuosi in grado di ridurre il valore
del prelievo fiscale in termini di PIL tra il 2006 e il 2014 ovvero: Croazia
-0,1; Slovenia -0,9; Romania -1,3; Polonia -1,6; Islanda -1,7; Bulgaria -1,9; Regno
Unito -2,1; Irlanda -2,2; Spagna -2,3; Lituania -2,4; Serbia -2,7; Svezia -3;
Norvegia -4. La presenza di paesi in grado di ridurre il prelievo fiscale in
termini di PIL durante una crisi finanziaria dimostra la possibilità concreta
di realizzare delle politiche di riduzione dell’area della tassazione. La
riduzione delle entrate fiscale può essere perseguita anche durante un periodo
di recessione economica. L’obbiettivo della realizzazione di una struttura
fiscale leggera e snella nell’interesse della popolazione può essere disposta
nell’interesse della popolazione e per la produzione di realizzazione di una
crescita dei consumi e dell’economia emersa.
I valori medi del prelievo
fiscale in termini di PIL tra il 2006 e il 2014. I dati predisposti dall’Eurostat possono essere
analizzati in termini di media nel periodo 2006-2014. La Danimarca è al primo
posto della classifica della media del prelievo fiscale in termini di Pil tra
il 2006 e il 2014 con un valore pari al 47,5%. Il Belgio è al secondo posto con
un valore pari al 46,3%. La Francia al terzo posto con un valore pari a 45,4%.
La Svizzera è all’ultimo posto con un valore pari a 26,8%. La realizzazione di
politiche economiche fiscali in grado di ridurre il prelievo fiscale può
consentire di incrementare la produzione del valore aggiunto attraverso le
organizzazioni imprenditoriali. Il lavoro può ottenere benefici dalla riduzione
del valore del prelievo fiscale in termini di PIL. L’Unione Europea può
disporre anche dei limiti superiori per i paesi per limitare il ricorso al
prelievo fiscale in termini di PIL per ottenere un valore medio coerente nel
complesso europeo. E’ possibile ottenere dei vantaggi per lo stimolo all’impresa
in caso di riduzione del valore del prelievo fiscale.
Il principio della
controprestazione: un cambiamento qualitativo del prelievo fiscale. La possibilità di realizzare delle politiche
economiche in termini quantitativi deve essere realizzata anche in termini
qualitativi. Il prelievo fiscale viene sempre di più orientato al principio
della controprestazione ovvero l’idea di far pagare i cittadini per i servizi
utilizzati forniti dall’ente pubblico. Il problema prodotto dal principio della
controprestazione viene ad essere evidente nel caso di un sistema fiscale opaco
tollerante nei confronti dell’evasione e l’elusione fiscale. I soggetti
economici deboli possono subire il peso del principio della controprestazione
in presenza di diseguaglianza prodotta anche dalla disparità di trattamento
tributario. La presenza di diseguaglianza economica e di iniquità prodotta dal
sistema fiscale impone di analizzare i limiti della controprestazione per
evitare l’impoverimento di soggetti in condizione di precarietà finanziaria. I
soggetti economici deboli devono essere tutelati per la necessità di utilizzare
i beni prodotti dallo stato sia nel settore sanitario, nel settore dell’educazione
e dei trasporti. I poveri hanno bisogno di comunità, di servizi pubblici, di
enti anche in grado di offrire delle prestazioni anche elevate a livello di
qualità della produzione. La democrazia prevede la presenza di soggetti aventi
redditi diversificati. I poveri hanno bisogno dello Stato e della comunità per
poter accedere a livelli di benessere anche relazionale elevati. Il sistema
fiscale può essere efficientato nel senso di consentire la produzione di valore
aggiunto. Eppure il sistema tributario deve produrre beni e servizi soprattutto
per la popolazione indigente, povera, precaria, priva di mezzi stabili di
sostentamento. Il sistema tributario può servire i poveri e consentire di
realizzare l’eguaglianza materiale oggetto degli investimenti dello Stato e
degli obbiettivi politici anche condivisi da diversi soggetti partitici. Il
sistema tributario può essere organizzato soprattutto per incrementare il
benessere della popolazione.
RANK
|
GEO/TIME
|
MEDIA
|
1
|
Denmark
|
47,5
|
2
|
Belgium
|
46,3
|
3
|
France
|
45,4
|
4
|
Sweden
|
44,6
|
5
|
Austria
|
42,3
|
6
|
Italy
|
42,2
|
7
|
Finland
|
42,2
|
8
|
Norway
|
41,4
|
9
|
Germany
|
39,1
|
10
|
Luxembourg
|
38,9
|
11
|
Hungary
|
38,3
|
12
|
Serbia
|
38,1
|
13
|
Slovenia
|
37,2
|
14
|
Netherlands
|
36,8
|
15
|
Croatia
|
36,4
|
16
|
Iceland
|
36,1
|
17
|
United Kingdom
|
35,7
|
18
|
Greece
|
35,4
|
19
|
Portugal
|
35,1
|
20
|
Czech Republic
|
33,7
|
21
|
Spain
|
33,6
|
22
|
Malta
|
33,6
|
23
|
Poland
|
33,4
|
24
|
Cyprus
|
33,1
|
25
|
Estonia
|
32,2
|
26
|
Ireland
|
30
|
27
|
Slovakia
|
29,3
|
28
|
Lithuania
|
29
|
29
|
Latvia
|
28,5
|
30
|
Bulgaria
|
28,1
|
31
|
Romania
|
28
|
32
|
Switzerland
|
26,8
|
RANK
|
GEO/TIME
|
2014-2006
|
1
|
Greece
|
6,3
|
2
|
Italy
|
3,4
|
3
|
Denmark
|
3
|
4
|
France
|
3
|
5
|
Belgium
|
2,4
|
6
|
Luxembourg
|
2,3
|
7
|
Austria
|
2,3
|
8
|
Portugal
|
2,1
|
9
|
Cyprus
|
1,9
|
10
|
Estonia
|
1,8
|
11
|
Slovakia
|
1,8
|
12
|
Hungary
|
1,7
|
13
|
Finland
|
1,7
|
14
|
Malta
|
1,6
|
15
|
Netherlands
|
1
|
16
|
Germany
|
0,7
|
17
|
Switzerland
|
0,6
|
18
|
Latvia
|
0,3
|
19
|
Czech Republic
|
0,2
|
20
|
Croatia
|
-0,1
|
21
|
Slovenia
|
-0,9
|
22
|
Romania
|
-1,3
|
23
|
Poland
|
-1,6
|
24
|
Iceland
|
-1,7
|
25
|
Bulgaria
|
-1,9
|
26
|
United Kingdom
|
-2,1
|
27
|
Ireland
|
-2,2
|
28
|
Spain
|
-2,3
|
29
|
Lithuania
|
-2,4
|
30
|
Serbia
|
-2,7
|
31
|
Sweden
|
-3
|
32
|
Norway
|
-4
|
RANK
|
GEO/TIME
|
Prelievo
fiscale in percentuale del PIL 2014
|
1
|
Denmark
|
50,8
|
2
|
Belgium
|
47,9
|
3
|
France
|
47,9
|
4
|
Finland
|
44
|
5
|
Austria
|
43,8
|
6
|
Sweden
|
43,8
|
7
|
Italy
|
43,7
|
8
|
Germany
|
39,5
|
9
|
Luxembourg
|
39,4
|
10
|
Greece
|
39
|
11
|
Iceland
|
38,9
|
12
|
Norway
|
38,9
|
13
|
Hungary
|
38,4
|
14
|
Netherlands
|
38
|
15
|
Serbia
|
37,4
|
16
|
Slovenia
|
37
|
17
|
Portugal
|
36,9
|
18
|
Croatia
|
36,7
|
19
|
Malta
|
35
|
20
|
Spain
|
34,4
|
21
|
United
Kingdom
|
34,4
|
22
|
Cyprus
|
34,2
|
23
|
Czech
Republic
|
34,1
|
24
|
Poland
|
33
|
25
|
Estonia
|
32,5
|
26
|
Slovakia
|
31,2
|
27
|
Ireland
|
30,5
|
28
|
Latvia
|
29,3
|
29
|
Lithuania
|
28
|
30
|
Bulgaria
|
27,8
|
31
|
Romania
|
27,7
|
32
|
Switzerland
|
27,1
|
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