sabato 27 dicembre 2014

LE RIFORME CHE SERVONO RIGUARDANO LA BANCA CENTRALE

In un periodo di crescita economica prolungata in Asia, in un periodo di ripresa dell’economia americana l’economia europea è ancora ferma. Le prospettive di crescita per l’economia europea sono ancora basse. Sembra che l’Europa abbia perso la stessa prospettiva di una politica economica che possa in un qualche modo produrre una crescita economica.
In genere le ragioni per le quali si ritiene che l’Europa sia lenta nella crescita sono legate ai seguenti fattori: ingessamento del mercato del lavoro, alti costi della politica, alte tasse e un mercato delle imprese controllato. Tuttavia anche se in questi settori si sono verificate delle importanti innovazioni, come per esempio è accaduto in Italia, la crescita economica sembra essere ancora lontana.
Non basta a produrre crescita economica l’eliminazione del’art. 18, non è bastata la riduzione dei costi della politica, il progetto costituzionale di riforma del parlamentarismo, ed anche forme di agevolazione per l’ingresso di finanziamenti dall’estero sembrano inefficienti a produrre la crescita economica.
Sembra che in effetti la politica fiscale non abbia alcuna possibilità di impattare la crescita economica. Forse una ragione potrebbe essere ritrovata nella mancanza di gerarchia nell’Unione Europea. In effetti anche se l’Unione Europa è una confederazione di Stati è pure necessario che vi sia una figura istituzionale che possa mettere ordine e dirimere le controversie anche tra i paesi. Se infatti alla tendenza centrifuga dell’Europa delle regioni” non si affianca un progetto centrifugo di una “Europa delle istituzioni” è probabile che le tentazioni regressive del localismo sia superiori rispetto alle tendenze progressiste dell’istituzionalismo volto non solo al riconoscimento della centralità dei territori, ma soprattutto alla centralità dell’uomo e della sua “libertà di capacitazione”.
E’ quindi è necessario che la riforma della politica fiscale sia fondata su di una nuova struttura istituzionale gerarchica che possa in questo modo le politiche fiscali soprattutto relative alla tassazione potrebbero trovare una maggiore capacità di realizzazione pure nel rispetto di un principio di sussidiarietà.
Affinché esista un localismo, un regionalismo, un principio di sussidiarietà è necessario che esista anche una tendenza centralista alla quale il localismo possa in qualche modo non solo contrapporsi ma pure accedere nel caso in cui le risorse dei territori fossero insufficienti a garantire ai cittadini diritti umani e qualità della vita sufficienti.
Questo potere di carattere centrale deve tuttavia avere la capacità di contrapporsi alla Banca centrale in modo virtuoso. E’ necessario quindi considerare che la banca centrale deve avere la possibilità di influenzare direttamente l’economia europea. Per fare questo è necessario che la banca centrale sia capace non solo di agire con le politiche di austerità, ma pure con le politiche economiche volte alla crescita. Sembra infatti che la politica economica della banca centrale sia monca. All’elevata capacità di produrre una politica monetaria restrittiva si contrappone un handicap politico: l’incapacità di produrre una politica monetaria espansiva.
E’ difficile capire perché il banchiere centrale abbia rinunciato a questo lato importante della politica monetaria. Perché il banchiere centrale non ha voluto potenziare il lato delle politiche economiche espansive e ha voluto invece soltanto mostrare la sua capacità di performare con le politiche economiche restrittive.
Una banca centrale ha bisogno di poter agire con tutti e due i lati della politica monetaria sia nella versione restrittiva che quella espansiva.
La possibilità di accedere ad entrambe le politiche è fondamentale per l’autonomia della banca centrale. Per questo è necessario considerare che fino a quando non si avrà una politica economica espansiva non potremo considerare la banca centrale come un progetto compiuto. La banca centrale europea è ancora una istituzione povera e da riformare.
Per questo ora che gli stati hanno realizzato delle politiche economiche fiscali di riforma è necessario riformare la banca centrale.

Una banca centrale libera e autonoma capace di perfomare anche delle politiche economiche espansive in grado di impattare e dirigere l’economia europea.

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